Pierre Trudeau

politico canadese
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Joseph Philippe Pierre Yves Elliott Trudeau, noto semplicemente come Pierre Elliott Trudeau[1] o anche abbreviato PET (Montréal, 18 ottobre 1919Montréal, 28 settembre 2000), è stato un politico e avvocato canadese, Primo ministro del Canada dal 1968 al 1979 e dal 1980 al 1984.

Pierre Trudeau
Pierre Trudeau nel 1979

15º Primo ministro del Canada
Durata mandato3 marzo 1980 –
30 giugno 1984
MonarcaElisabetta II
PredecessoreJoe Clark
SuccessoreJohn Turner

Durata mandato20 aprile 1968 –
4 giugno 1979
MonarcaElisabetta II
PredecessoreLester Pearson
SuccessoreJoe Clark

Ministro della giustizia
Procuratore generale del Canada
Durata mandato4 aprile 1967 –
5 luglio 1968
Capo del governoLester Pearson
se stesso
PredecessoreLouis Cardin
SuccessoreJohn Turner

Leader del Partito Liberale del Canada
Durata mandato6 aprile 1968 –
16 giugno 1984
PredecessoreLester B. Pearson
SuccessoreJohn Turner
Incarichi parlamentari
  • Segretario parlamentare per il Primo ministro (7 gennaio 1966 – 3 aprile 1967)

Dati generali
Prefisso onorificoThe Right Honourable
Suffisso onorificoPC, CC, CH, QC, LLD, MA, FRSC
Partito politicoLiberale
Titolo di studioDiploma universitario del Québec
Bachelor of Laws
Master of Arts
UniversitàUniversità di Montréal,
Università Harvard,
Istituto di studi politici di Parigi,
London School of Economics and Political Science
ProfessioneAvvocato, giurista, docente, accademico, scrittore, giornalista
FirmaFirma di Pierre Trudeau

Avvocato quebecchese, divenne una figura pubblica nel secondo dopoguerra come oppositore del governo conservatore provinciale di Maurice Duplessis. Dopo un periodo di attivismo a sinistra con il Commonwealth Cooperativo e il Nuovo Partito Democratico, nel 1965 la sua prospettiva quebecchese e le sue ambizioni politiche lo spinsero verso il Partito Liberale. Eletto deputato nelle elezioni di quell'anno, divenne rapidamente un esponente di spicco del partito, e tra il 1967 e il 1968 fu Ministro della giustizia. In tale veste gestì la decriminalizzazione dell'omosessualità, la liberalizzazione del divorzio e una parziale apertura all'aborto.

Fu nominato capo dei liberali nel 1968, e vinse una maggioranza nelle elezioni di quell'anno. Riconfermato nel 1972 e 1974, rimase in carica fino alle elezioni del 1979, che conferirono ai conservatori di Joe Clark un governo di minoranza. Tale esecutivo ebbe però vita breve, e Trudeau ottenne un altro governo dal 1980 al 1984.

Sancì il bilinguismo ufficiale, gestì la risposta alle crisi energetiche degli anni settanta e fu il principale interprete del rimpatrio della Costituzione canadese.

Suo figlio Justin Trudeau è stato Primo ministro del Canada dal 2015 al 2025.

Biografia

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Primi passi

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Nato a Montréal da padre franco-canadese, Charles-Émile "Charley" Trudeau, e madre con origini franco-scozzesi, Grace Elliott, Trudeau è cresciuto in una famiglia economicamente benestante: parlava in inglese a scuola e francese a casa. Si iscrisse all'Università di Montréal e lì cominciò a frequentare gli ambienti culturali, unendosi a un gruppo chiamato The Snobs, che si riuniva per bere vino e discutere d'arte e di politica, e opponendosi con decisione alle coscrizione obbligatoria durante la seconda guerra mondiale. La laurea in legge conseguita nel 1943 fu seguita da un master in politica economica ad Harvard. Svolse la professione di avvocato per buona parte della sua vita prima della politica.

Negli anni quaranta Trudeau maturò un forte cambiamento ideologico, allontanandosi dalla destra nazional-conservatrice in favore di un federalismo cosmopolitano. Iniziò quindi ad esporsi nella vita politica del Québec, in opposizione al governo conservatore provinciale di Maurice Duplessis. Si schierò contro la repressione degli scioperi minerari del 1949, e nel 1950 insieme ad altri intellettuali fondò una rivista bilingue, Cité libre, dalla linea editoriale spiccatamente anti-Duplessis.[2] Nello stesso periodo, dal 1949 al 1951, lavorò come funzionario nell'Ufficio del Consiglio privato, esperienza a cui successivamente attribuì l'acquisizione di dimestichezza per le dinamiche statali e federali.[3]

 
Copertina del primo numero di Cité libre, 1950

Negli anni cinquanta si avvicinò agli intellettuali della Federazione Cooperativa del Commonwealth (Co-operative Commonwealth Federation), un partito socialdemocratico con rappresentanza parlamentare. Si tesserò con la CCF e fu influenzato dal pensiero della sua classe dirigente.[4]

Sempre negli anni cinquanta Trudeau intraprese diversi viaggi internazionali in Europa, Africa e Medio Oriente. Una visita a Mosca per una conferenza economica gli procurò problemi nel clima fortemente anticomunista del periodo: fu inserito nella lista nera di coloro a cui era vietato l'ingresso negli Stati Uniti per la visita a Mosca e suoi contributi su pubblicazioni di sinistra. Successivamente, Trudeau fece appello contro tale interdizione e ne ottenne la revoca.[5]

Nei primi anni sessanta seguì la trasformazione della CCF nel Nuovo Partito Democratico, ma Trudeau, ormai oltre i 40 anni, percepiva una crescente distanza dai neodemocratici. Vedeva CCF e NDP come lontani sia dal potere governativo sia dalle sue sensibilità quebecchesi e federaliste, soprattutto in un Québec in rapido rinnovamento: l'era Duplessis era finita, e il nuovo governo del Partito Liberale del Québec stava diventando l'interprete di rapidi cambiamenti politici, sociali e culturali per la provincia, in un periodo che divenne poi noto come "rivoluzione tranquilla".[6]

Ingresso in politica

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Durante il suo periodo da professore associato di legge all'Università di Montréal, dal 1961 al 1965, maturò un cambiamento di partito. Le crescenti differenze con l'NDP, la sua opposizione ai movimenti nazionalisti e indipendentisti del Québec, le scarse prospettive elettorali dei neodemocratici nella provincia a maggioranza francofona e le sue personali ambizioni spinsero Trudeau a cambiare colore politico, e si unì al Partito Liberale del Canada nel 1965. Considerato un candidato di primo piano dall'élite del partito, sia per le sue attività in Québec sia come strumento per riassorbire l'elettorato tentato dai neodemocratici, fu scelto ed eletto lo stesso anno come membro della Camera dei Comuni nella circoscrizione di Mount Royal. Zona dall'elettorato anglofono, benestante e fortemente liberale nella Montréal orientale, fu rappresentata da Trudeau per la sua intera carriera parlamentare.[7]

 
Trudeau nel 1965 dopo la nomina come candidato alle elezioni di quell'anno

L'esperienza al Consiglio privato e le sue conoscenze interne alla dirigenza furono essenziali per la sua agevole e rapida scalata dei ranghi del partito.[8] Poco dopo l'elezione a deputato fu scelto dal Primo ministro Lester Pearson come suo segretario parlamentare.[9]

Nel 1967 Pearson lo nominò Ministro della Giustizia.[10] In tale veste fu responsabile di un'estesa legge omnibus che configurò un'ampia riforma del codice penale canadese. Il disegno di legge incluse l'abrogazione delle leggi contro l'omosessualità, un'apertura all'aborto in casi di rischi alla salute e l'introduzione del divorzio a livello federale.[11][12]

Leader di partito

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Pierre Trudeau nel 1975

Nel 1967, Lester Pearson annunciò la sua intenzione di lasciare la leadership del Partito Liberale. Conseguentemente, Trudeau decise di candidarsi come nuovo leader in quella che è ancor oggi ritenuta una delle più emozionanti corse alla maggiore carica del principale partito canadese: il congresso liberale del 5 aprile 1968. Considerato un outsider per via del suo recente ingresso nel partito, nonché per le sue idee ritenute radicali dai settori più conservatori del partito, Trudeau riuscì malgrado ciò ad attrarre l'attenzione dei media e guadagnarsi la simpatia dei giovani del partito, che videro la sua candidatura come un'opportunità di svolta generazionale[13]. Una volta arrivati al congresso, Trudeau si dimostrò essere, a sorpresa, in testa ai risultati dopo il primo turno di votazione, e riuscì a mantenere il primo posto fino al quarto turno, quando ottenne il 51% dei voti dei delegati di partito ed essere eletto nuovo leader del Partito Liberale. Trudeau fu proclamato nuovo capo del partito il 6 aprile, e si insediò ufficialmente come Primo ministro il 20 aprile 1968.[14]

Trudeau decise immediatamente d'indire una nuova elezione federale il 25 giugno, e beneficiò di una notevole ondata di popolarità personale, conosciuta storicamente in Canada come "Trudeaumania", che ne fece un'icona giovanile. Trudeau riuscì a vincere a mani basse l'elezione e a formare un governo liberale di maggioranza. Come primo ministro, difese il servizio sanitario pubblico inaugurato dal predecessore Pearson, che a sua volta aveva attinto a piene mani dall'esperimento del primo ministro neodemocratico del Saskatchewan Tommy Douglas. Uno dei momenti topici della sua esperienza da primo ministro arrivò nel 1970, quando membri del Fronte di Liberazione del Québec (FLQ) rapirono prima il console britannico James Cross, poi il ministro provinciale del Lavoro Pierre Laporte, il quale fu ucciso giorni dopo. Trudeau, sotto minaccia di una deriva terroristica del nazionalismo quebecchese, dichiarò il War Measures Act, che dava al governo poteri larghissimi di arresto e detenzione senza processo. Successivamente, a cinque membri del FLQ fu concesso di riparare a Cuba, ma alla fine tutti i membri del movimento nazionalista quebecchese di estrema sinistra furono arrestati, inclusi coloro che erano fuggiti all'estero, tutti rientrati in Canada negli anni a venire.

 
Helmut Schmidt, Pierre Trudeau, Valéry Giscard d'Estaing, James Callaghan, Jimmy Carter, Giulio Andreotti e Takeo Fukuda al summit del G7 nel 1977

Una politica chiave del primo periodo Trudeau fu l'implementazione del bilinguismo ufficiale che comprendeva l'offerta di tutti i servizi federali in inglese e francese.

In politica estera, nei primi anni al potere Trudeau fu freddo nei confronti della NATO, e si accesero dibattiti nel suo governo tra gli atlantisti che difendevano la partecipazione all'alleanza e gli scettici che ne favorivano l'uscita. Il nodo fu sciolto con un compromesso: la conferma della continuità dell'adesione ma con un parziale ritiro delle truppe stanziate in Europa.[15] Oltre la sfera occidentale stabilì relazioni con la Repubblica Popolare Cinese, visitando anche Pechino, e si dimostrò essere anche buon amico di Fidel Castro e Cuba.

Dopo le elezioni del 1972, il partito liberale di Trudeau si trovò ridotto a un governo di minoranza con l'appoggio esterno del Nuovo Partito Democratico, che spostò le posizioni del governo a sinistra, portando anche alla creazione di Petro-Canada, industria petrolifera pubblica. Sfiduciato nel 1974, Trudeau si ritrovò dopo le elezioni di quell'anno nuovamente a capo di un governo liberale di maggioranza; tuttavia, i risultati non ottimali a livello economico, la crescita del debito pubblico e un calo di popolarità sempre maggiore del primo ministro portarono a una sconfitta elettorale nel 1979 a favore dei conservatori progressisti di Joe Clark, che diedero vita a un governo di minoranza. Tale governo tuttavia non ebbe vita lunga, e già nel 1980 Trudeau, che nel frattempo aveva ritirato le sue dimissioni da leader del partito liberale, riuscì a riconquistare il governo, malgrado il suo Partito Liberale non riuscì a guadagnarsi neppure un seggio nel Canada occidentale (Columbia Britannica, Alberta, Yukon, Saskatchewan). Ciò non diede gran forza a un governo che pure poteva contare su una maggioranza assoluta alla Camera dei comuni, unitariamente a una gestione finanziaria non impeccabile. Nel 1984, la sonora sconfitta dei nazionalisti nel referendum sull'indipendenza del Québec vide il primo ministro in carica sostenere con forza il no alla secessione, poi uscito vincitore col 60% circa dei voti.

 
Pierre Trudeau e Jimmy Carter nell'Ufficio ovale della Casa Bianca (1977)
 
Pierre Trudeau e il premier olandese Ruud Lubbers nel novembre 1983
 
Pierre Trudeau e Ronald Reagan nell'Ufficio ovale della Casa Bianca (1983)

Sempre nel 1984, susseguentemente a un sempre maggiore calo di popolarità, e ai vari sondaggi che unanimemente lo davano perdente sicuro in una successiva elezione federale, Trudeau rassegnò le dimissioni il 29 febbraio. Dopo il 1984, Trudeau intervenne raramente nella situazione politica canadese; i suoi interventi, tuttavia ebbero sempre un impatto significativo, come nel caso dell'opposizione agli accordi di Meech Lake e Charlottetown per emendare la costituzione canadese, sostenendo che essi avrebbero indebolito il federalismo del Paese. Entrambe le proposte uscirono sconfitte: l'una dal voto provinciale del Manitoba, l'altra da un apposito referendum su scala nazionale.

La "Società giusta"

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Uno degli obiettivi politici che più spesso Pierre Trudeau affermava di perseguire era la creazione di una società giusta. Questa formula andava al di là delle politiche contro le discriminazioni delle minoranze, come l'abolizione delle leggi contro l'omosessualità, ma si poneva come obiettivo quello di riformare profondamente tutta la società canadese. Secondo Trudeau, ogni cittadino avrebbe dovuto 'sentirsi canadese' allo stesso modo e avere le stesse opportunità di tutti gli altri, senza che pesassero differenze di tipo linguistico, sessuale, etnico o economico.

Seguendo quest'ideale, Trudeau tentò di fare del Canada uno stato bilingue (oggi nella maggioranza delle scuole del Paese è insegnato sia l'inglese che il francese ma nel 1968 questo accadeva solo dove convivevano i due gruppi linguistici) ma allo stesso tempo anche multiculturale. Da questo punto di vista, fu uno dei primi a capire le prospettive fornite dalla crescente immigrazione e a proporre soluzioni che possono ancora essere considerate valide e che anzi alcuni vorrebbero applicare anche altrove. Trudeau uscì così dalla logica delle "tre solitudini" (riferimento ai rispettivi isolamenti della popolazione anglofona, di quella francofona e della comunità dei Nativi americani), cercando di far accettare tutti in Canada, indipendentemente dall'etnia o dalla religione, e facendo sì che tutti, immigrati e non, potessero sentirsi a casa, mantenendo le loro tradizioni, la religione e l'insegnamento della loro lingua a scuola.

Nel 1976 Trudeau abolì la pena di morte dal Codice penale del Canada. Nel 1980 fece eleggere Jeanne Sauvé come prima donna presidente della Camera; sempre lei sarà poi nominata governatrice generale nel 1984, ancora una volta sarà la prima donna a ricoprire quest'incarico.

Fra le misure che miravano all'uguaglianza di tutti i cittadini sarebbe dovuto probabilmente rientrare anche il Foglio bianco, che avrebbe fatto degli Indiani d'America uno dei tanti gruppi etnici del Canada invece che una minoranza particolare, confinata nelle riserve, che ancora reclama dallo Stato canadese parte delle terre che questo le sottrasse nel corso dell'Ottocento. La proposta fallì soprattutto perché venne accolta molto negativamente dalla comunità dei Nativi americani, che videro nel Foglio bianco l'ultimo di tanti tentativi di assimilazione, e quindi di distruzione, della loro cultura.

La Costituzione e la Carta dei Diritti e delle Libertà

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Quando Pierre Trudeau divenne Primo Ministro formalmente l'atto che fondava lo stato canadese, la sua costituzione, era solo una legge approvata dal Parlamento inglese. Nel 1982 Trudeau fece rimpatriare la Costituzione canadese e aggiunse a questo testo, con valore di legge costituzionale, la Carta dei diritti e delle libertà, un documento che tuttora garantisce i principali diritti di tutti i cittadini canadesi, fra cui il diritto d'espressione, il diritto di stampa e la presunzione d'innocenza. Inoltre il rimpatrio della Costituzione era considerato fondamentale da Trudeau perché il Canada si liberasse degli ultimi vincoli che lo legavano al Regno Unito e si affermasse come stato completamente indipendente ed autonomo.

La Carta dei diritti e delle libertà ha, fra le altre cose, permesso che le donne o i gruppi Metìs potessero efficacemente difendere i loro diritti in tribunale, inoltre ha fatto sì che venissero create diverse scuole francesi anche in province tradizionalmente ostili alla minoranza francofona come l'Alberta e il Saskatchewan.

Ultimi anni e morte

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Negli ultimi anni della sua vita, a Trudeau vennero diagnosticati la malattia di Parkinson e un cancro alla prostata. Morì il 28 settembre 2000 a Montréal; gli fu concesso un funerale di stato che divenne uno degli avvenimenti dell'anno in Canada, per via delle proporzioni e dell'emozione derivante da tale evento.

Critiche

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Trudeau fu criticato soprattutto per aver tolto potere alle province per darlo al governo centrale. Egli venne visto come un prodotto del Canada centrale, sostanzialmente l'Ontario e il Québec, e per questo inadatto a capire i problemi delle regioni occidentali o di quelle atlantiche.

Quello che viene considerato oggi l'aspetto più negativo dei governi presieduti da Trudeau è l'enorme debito pubblico che questi accumularono. Quando salì al potere, nel 1968, il debito pubblico era di 18 miliardi di dollari (24% del PIL); quando si dimise il debito era cresciuto fino ai 200 miliardi (44% del PIL). I sostenitori di Trudeau, però, sottolineano come questo fenomeno fosse comune a tutti i Paesi occidentali all'epoca.

Vita privata

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Trudeau fu sposato dal 1971 al 1984 con Margaret Sinclair, di origini irlandesi, che all'epoca del matrimonio aveva appena 22 anni; ciò causò molte polemiche per via della differenza d'età di quasi ventinove anni fra i due[16].

Durante il loro matrimonio, Trudeau e Sinclair ebbero tre figli: Michel (morto nel 1998, ucciso da una valanga mentre sciava in una zona remota del British Columbia), Justin (anch'egli diventato primo ministro del Canada, carica da lui ricoperta dal 2015 al 2025) e Sacha, di professione giornalista.

Trudeau ha anche avuto una figlia, Sarah, nata nel 1991 dal secondo matrimonio con Deborah Coyne.

Impatto sociale

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Trudeau è ben conosciuto per aver avuto un notevole impatto sociale sulla società canadese in generale, a partire dal termine Trudeaumania a lui associato dal 1968 per indicare il fenomeno di massa generato dalla sua figura durante i suoi esordi da politico. Questo termine, col suffisso -mania che sembrerebbe forse associarsi meglio a una rockstar piuttosto che a un uomo politico, spiega bene l'esaltazione che visse il Paese nei confronti di quest'uomo. In un periodo di contestazione, gli anni sessanta, e di cambiamento, c'era un Primo Ministro giovane, affascinante, sportivo (era cintura nera di karate) e amico delle celebrità più in vista del momento[17]. Da questo punto di vista Trudeau, almeno all'inizio, rappresentò un punto di completa rottura col vecchio sistema e con la classe politica precedente.

Una frase associata a Trudeau ed entrata nel vocabolario politico canadese, che può aiutare a comprendere meglio il personaggio, è Just watch me (semplicemente guardatemi), usata[18] come risposta a un giornalista della CBC nel 1970, in piena crisi quebecchese, che gli domandava per quanto tempo avrebbe ancora esteso l'uso dell'esercito per limitare e in qualche modo intimidire i terroristi del Fronte di Liberazione del Québec. Tale frase è tuttora utilizzata di frequente nelle discussioni politiche canadesi.

Scritti

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Onorificenze

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«Avvocato, professore, scrittore e difensore dei diritti umani, questo statista ha servito come Primo Ministro del Canada per quindici anni. Dette sostanza alla frase "lo stile è l'uomo," ed ha impartito, sia in patria che sulla scena mondiale, la quintessenza della sua filosofia personale della politica moderna.»
— nominato il 24 giugno 1985, investito il 30 ottobre 1985[19]
  1. ^ Ai tempi dell'università, Trudeau cominciò a firmarsi Pierre Elliott Trudeau anziché Pierre Trudeau per ricordare le sue origini in parte anglofone e, soprattutto, per innervosire i nazionalisti del Québec.
  2. ^ English 2006, pp. 198-203, 224-226, 237-256.
  3. ^ English 2006, pp. 220-237.
  4. ^ English 2006, pp. 261, 294-296, 364.
  5. ^ English 2006, pp. 262-272.
  6. ^ English 2006, pp. 359-367.
  7. ^ English 2006, pp. 381, 403-424.
  8. ^ Clarkson e McCall 1990, p. 99.
  9. ^ English 2006, pp. 425-428.
  10. ^ English 2006, p. 438.
  11. ^ English 2006, pp. 439-440.
  12. ^ (EN) 'No place for the state in the bedrooms of the nation', in CBC, 21 giugno 2018. URL consultato il 3 ottobre 2025.
  13. ^ English 2006.
  14. ^ English 2009, pp. 1-11.
  15. ^ (EN) Trudeau's cabinet divided in 1969, in The Globe and Mail, 10 febbraio 2000. URL consultato il 1º ottobre 2025.
  16. ^ Nancy Southam, Pierre: Colleagues and Friends Talk about the Trudeau They Knew, 0771081685, 9780771081682, McClelland & Stewart 2006.
  17. ^ Trudeau fu il primo capo di Governo al mondo ad incontrare in forma ufficiale John Lennon e Yōko Ono.
  18. ^ Video originale della citazione: 'Just watch me', CBC Archives
  19. ^ (EN) Sito web del Governatore Generale del Canada: dettaglio decorato.

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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