Ignazio La Russa
Ignazio Benito Maria La Russa (Paternò, 18 luglio 1947) è un politico italiano, dal 13 ottobre 2022 presidente del Senato della Repubblica nella XIX legislatura.
| Ignazio La Russa | |
|---|---|
| Presidente del Senato della Repubblica | |
| In carica | |
| Inizio mandato | 13 ottobre 2022 |
| Predecessore | Maria Elisabetta Alberti Casellati |
| Presidente di Fratelli d'Italia | |
| Durata mandato | 4 aprile 2013 – 8 marzo 2014 |
| Predecessore | Guido Crosetto |
| Successore | Giorgia Meloni |
| Coordinatore del Popolo della Libertà | |
| Durata mandato | 29 marzo 2009 – 16 dicembre 2012 |
| Contitolare | Denis Verdini Sandro Bondi |
| Predecessore | Carica creata |
| Successore | Carica cessata |
| Ministro della difesa | |
| Durata mandato | 8 maggio 2008 – 16 novembre 2011 |
| Capo del governo | Silvio Berlusconi |
| Predecessore | Arturo Parisi |
| Successore | Giampaolo Di Paola |
| Presidente di Alleanza Nazionale (reggente) | |
| Durata mandato | 12 maggio 2008 – 22 marzo 2009 |
| Predecessore | Gianfranco Fini |
| Successore | Carica cessata |
| Senatore della Repubblica Italiana | |
| In carica | |
| Inizio mandato | 23 marzo 2018 |
| Legislatura | XVIII, XIX |
| Gruppo parlamentare | Fratelli d'Italia |
| Coalizione | XVIII: Centro-destra 2018 XIX: Centro-destra 2022 |
| Circoscrizione | Lombardia |
| Collegio | XVIII: Rozzano XIX: Cologno Monzese |
| Incarichi parlamentari | |
XVIII legislatura:
XIX legislatura:
| |
| Sito istituzionale | |
| Deputato della Repubblica Italiana | |
| Durata mandato | 23 aprile 1992 – 22 marzo 2018 |
| Legislatura | XI, XII, XIII, XIV, XV, XVI, XVII |
| Gruppo parlamentare | XI: MSI-DN XII: AN-MSI XIII-XV: AN XVI: PdL XVII: FdI-AN |
| Coalizione | XIII: Polo per le Libertà XIV-XV: Casa delle Libertà XVI: Centro-destra 2008 XVII: Centro-destra 2013 |
| Circoscrizione | XI: Milano XII-XIV; XVI: Lombardia 1 XV: Liguria XVII: Puglia |
| Collegio | XIII-XIV: 2. Milano 2 |
| Incarichi parlamentari | |
XII legislatura:
XIII legislatura:
XIV-XV legislatura:
XVII legislatura:
| |
| Sito istituzionale | |
| Dati generali | |
| Partito politico | Fratelli d'Italia (dal 2012) In precedenza: MSI-DN (1971-1995) AN (1995-2009) PdL (2009-2012) |
| Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
| Università | Università di Pavia |
| Professione | Avvocato |
È parlamentare dal 1992, prima alla Camera dei deputati e dal 2018 al Senato della Repubblica. Ha militato dapprima nel Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale (per il quale era stato a lungo dirigente della sezione giovanile il Fronte della Gioventù), e poi in Alleanza Nazionale, avendone anche ricoperto il ruolo di presidente reggente dal 2008. Nel 2009, con lo scioglimento di Alleanza Nazionale, è confluito nel Popolo della Libertà con il ruolo di coordinatore nazionale, per poi fondare Fratelli d'Italia insieme a Giorgia Meloni e Guido Crosetto a dicembre 2012. È il primo politico proveniente dal Movimento Sociale Italiano a ricoprire la carica di presidente del Senato.
Dall'8 maggio 2008 al 16 novembre 2011 è stato ministro della difesa nel governo Berlusconi IV. È stato inoltre vicepresidente della Camera nella XII legislatura (dal 25 maggio 1994 al 9 maggio 1996) e vicepresidente del Senato nella XVIII (dal 28 marzo 2018 al 12 ottobre 2022).
Biografia
modificaNato a Paternò (Catania), il padre Antonino La Russa fu segretario politico del Partito Nazionale Fascista di Paternò negli anni '40 e, nel dopoguerra, deputato e senatore del Movimento Sociale Italiano; mentre la madre, Maria Concetta Oliveri, proveniva da una facoltosa famiglia paternese[1].
La Russa si è trasferito a Milano nell'adolescenza, dove ha conseguito gli studi liceali[2], per poi studiare a San Gallo, in un collegio della Svizzera tedesca, e poi laurearsi in giurisprudenza all'Università di Pavia.
È fratello minore di Vincenzo La Russa, avvocato, politico e parlamentare per la Democrazia Cristiana e Centro Cristiano Democratico, oltreché fratello maggiore di Romano Maria La Russa, europarlamentare dal 2004 al 2008 per AN e dal 2023 assessore nella giunta regionale della Lombardia, ruolo già svolto sotto il presidente Roberto Formigoni. Ha assolto il servizio militare di leva in qualità di ufficiale di complemento[3] ad Ascoli Piceno. Prima di decidere di dedicarsi esclusivamente all'attività politica, intraprese la professione di avvocato e, nel 1987, fu il difensore legale di parte civile nei processi per l'omicidio di Sergio Ramelli a Milano.
Nel marzo 2008 inoltre assume il ruolo di difensore per i poliziotti accusati di tortura durante l'assalto alla scuola Diaz nel corso della manifestazione del G8 di Genova del 2001.[4]
Carriera politica
modificaGli inizi nel Movimento Sociale Italiano
modificaNel 1971 è responsabile del Fronte della Gioventù (FdG) di Milano, l'organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano (MSI). La Russa appare anche nel film di Marco Bellocchio Sbatti il mostro in prima pagina (1972), che si apre con alcune riprese reali di un comizio a Milano della Maggioranza silenziosa, un movimento politico anti-comunista a cui aderivano esponenti democristiani, missini, liberali e monarchici.
Il 12 aprile 1973, quando era uno dei capi del FdG di Milano, nella manifestazione organizzata dal MSI contro quella che veniva definita violenza rossa furono lanciate due bombe a mano SRCM Mod. 35, una delle quali uccise il poliziotto di 22 anni Antonio Marino. L'evento verrà ricordato come il giovedì nero di Milano. La Russa fu indicato come uno dei responsabili morali dei lanci di bombe.[5][6]
Consigliere regionale della Lombardia
modificaAlle elezioni regionali in Lombardia del 1985 si candida al consiglio regionale della Lombardia, tra le liste del MSI-DN, risultando eletto consigliere regionale nel collegio di Milano con 24.096 preferenze[7]. Alle regionali lombarde del 1990 venne confermato consigliere regionale, come unico eletto per il MSI-DN nel collegio milanese, con 13.807 preferenze[8]. Dal 1989 al 1994 è stato anche consigliere comunale d'opposizione di San Donato Milanese (Milano).
Elezione a deputato
modificaAlle elezioni politiche del 1992 viene candidato per il MSI-DN contemporaneamente sia alla Camera dei deputati, nella circoscrizione Milano-Pavia, che al Senato della Repubblica, nel collegio elettorale Milano II, risultando eletto in entrambe (alla Camera con 26.098 preferenze) e optando per il seggio da deputato[9][10]. Nel corso della XI legislatura ha fatto parte della 7ª Commissione Cultura, scienza e istruzione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Vicepresidente della Camera
modificaAlle elezioni politiche del 1994 viene ricandidato alla Camera per Alleanza Nazionale (lista elettorale del MSI-DN), sia nel collegio elettorale di Milano 1 che tra le liste proporzionali nella circoscrizione Lombardia 1, venendo rieletto a Montecitorio nel proporzionale, mentre nel collegio uninominale raccolse l'8,96% dei voti e venne sconfitto dal candidato del Polo delle Libertà, nonché segretario federale della Lega Nord, Umberto Bossi (48,72%) e superato da quelli dei Progressisti Franco Bassanini (25,43%) e del Patto per l'Italia Gianni Rivera (11,84%)[11]. Nella XII legislatura della Repubblica è stato membro della 1ª Commissione Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni, della Giunta per il Regolamento, della Commissione speciale per il riordino del settore radiotelevisivo e della Commissione speciale competente in materia di infanzia, oltre a far parte del comitato direttivo del gruppo parlamentare Alleanza Nazionale-MSI alla Camera, ricoprendo gli incarichi di vicepresidente dell'ufficio di presidenza della Camera e presidente del Comitato per gli affari del personale.[12]
Dal MSI ad Alleanza Nazionale
modificaDurante la svolta di Fiuggi guidata da Gianfranco Fini nel 1995, che portò allo scioglimento del MSI e la sua confluenza in Alleanza Nazionale (AN) come partito, è stato in prima linea nella sua fondazione, aderendo nella corrente "Area Vasta" di Giuseppe Tatarella, che si richiama al conservatorismo nazionale e rappresentava la maggioranza nel partito[13]. Successivamente aderisce alla corrente "Destra Protagonista", sempre nazional conservatrice, che si richiamava a Tatarella, ma maggiormente vicina a Silvio Berlusconi e sostenitori dell'alleanza con quest'ultimo (da qui l'appellativo di berluscones), di cui assume la guida assieme a Maurizio Gasparri.
Alle elezioni politiche del 1996 si ricandida alla Camera nel collegio elettorale Milano 2, sostenuto dalla coalizione di centro-destra Polo per le Libertà in quota AN, risultando eletto per la terza volta deputato con il 47,77% dei voti e superando i candidati de L'Ulivo Carlo Paris (37,18%) e della Lega Nord Pierluigi Crola (12,14%)[14]. Nel corso della XIII legislatura è stato presidente provvisorio della Camera, presidente del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa e della Giunta per le autorizzazioni, oltre a far parte della 2ª Commissione Giustizia (1996-2000) e della 1ª Commissione Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni (2000-2001).
Capogruppo di AN alla Camera
modificaAlle elezioni politiche del 2001 viene confermato a Montecitorio nel collegio elettorale Milano 2 per La Casa delle Libertà col 52,03%, sopravanzando Marco Lamonica dell'Ulivo (38,36%). È stato capogruppo del gruppo parlamentare di AN alla Camera dal 4 giugno 2001 all'8 ottobre 2003 e dal 25 novembre 2004 al 28 aprile 2008.
Alle elezioni amministrative del 2004 è stato candidato al consiglio provinciale di Milano, tra le liste di AN nel collegio di Busto Garolfo a sostegno della presidente uscente Ombretta Colli, risultando tuttavia non eletto.[15]
Il 19 novembre 2004, con la nomina di Fini a ministro degli affari esteri, viene nominato vicepresidente di AN, assieme ad Altero Matteoli e Gianni Alemanno, con le funzioni di vicario, incarico che mantiene fino al 2005.[16]
Viene rieletto deputato nella circoscrizione Milano 1 alle elezioni del 2006 e del 2008, questa volta nelle liste del Popolo della Libertà (PdL).
Ministro della difesa
modificaCon la vittoria della coalizione di centro-destra alle politiche del 2008 e il successivo incarico di formare un governo affidato a Berlusconi, l'8 maggio diventa ministro della difesa nel quarto governo Berlusconi, prestando giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano; l'11 maggio 2008 diventa presidente reggente di Alleanza Nazionale, carica che ha mantenuto fino alla confluenza di AN nel PdL come partito il 29 marzo 2009, a cui aderisce e venendo poi nominato coordinatore nazionale assieme a Sandro Bondi e Denis Verdini.
Alle elezioni europee del 2009 si candida al Parlamento europeo, tra le liste del PdL nella circoscrizione Italia nord-occidentale, risultando eletto europarlamentare con 223.986 preferenze (secondo solo a Berlusconi), ma decide di rinunciare al seggio per mantenere quello alla Camera e il ruolo di Ministro della difesa.[17][18]
All'interno del PdL, il 2 maggio 2009 La Russa ha fondato «La nostra destra», per rivendicare la sua cultura politica di provenienza, e per sostenere come la corrente dei finiani (vicini a Fini) non rispecchi più quelle che sono a suo parere le posizioni della destra.[19]
A novembre 2009 contestò la sentenza di primo grado del caso Lautsi contro l'Italia della Corte Europea dei diritti dell'uomo che contestava l'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche italiane, dichiarando: «Il crocifisso resterà in tutte le aule della scuola, in tutte le aule pubbliche. Possono morire, possono morire, loro e quei finti organismi internazionali che non contano nulla». A seguito di ricorso da parte dell'Italia la sentenza fu infine ribaltata.[20]
A fine 2009, con la legge finanziaria 2010, La Russa avvia la Difesa Servizi S.p.A., società che nascerà con il compito di valorizzare i marchi della Difesa, dismettere beni non più utili alla difesa nazionale e per effettuare acquisti con il modello Consip.[21]
Nel 2011 è stato La Russa a convincere Berlusconi a partecipare all'intervento militare in Libia, che pose fine al regime di Muʿammar Gheddafi[22]. Durante la seconda guerra in Ossezia del Sud, che vedeva il conflitto tra Russia e Georgia, è stato favorevole a un intervento di cessate il fuoco da parte dell'Italia. Emanò la legge 100/2009, in materia di contrasto alla pirateria, e istituì la giornata del ricordo dei caduti nelle missioni internazionali per la pace, oltre a ottenere il riconoscimento ufficiale del 17 marzo come festa nazionale in quanto festa della proclamazione del Regno d'Italia.
Suscitò clamore la sua decisione di acquistare, per il ministero, diciannove auto blu blindate.[23]
Passaggio dal PdL a Fratelli d'Italia
modificaIl 17 dicembre 2012 annuncia la sua uscita dal PdL e tre giorni dopo fonda, assieme a Giorgia Meloni e Guido Crosetto, il partito Fratelli d'Italia - Centrodestra Nazionale, che successivamente si semplifica in Fratelli d'Italia (FdI), con cui alle elezioni politiche del 2013 viene ricandidato alla Camera, tra le sue liste nelle circoscrizioni Lombardia 1 e Puglia, venendo rieletto deputato in entrambe le circoscrizioni e optando per la Puglia.
Vicepresidente del Senato
modificaDopo 26 anni trascorsi ininterrottamente alla Camera (1992-2018), alle elezioni politiche del 2018 viene candidato al Senato della Repubblica nel collegio uninominale Lombardia - 04 (Rozzano), sostenuto dalla coalizione di centro-destra in quota FdI, risultando eletto senatore con il 44,52% dei voti e superando i candidati del Movimento 5 Stelle Daniele Pesco (26,3%) e del centro-sinistra, in quota Partito Democratico (PD), Michela Fiorentini (23,44%)[24]. Nella XVIII legislatura della Repubblica è stato vicepresidente dell'ufficio di presidenza del Senato, eletto il 28 marzo 2018 con 119 voti[25], e membro della 1ª Commissione Affari Costituzionali, oltre ad essere autore nel 2021, insieme a Roberto Calderoli (LSP), della proposta di “non passare all’esame degli articoli” (chiamata anche “tagliola”) del Ddl Zan, che, con voto segreto, viene approvata e ha di fatto bloccato definitivamente l'approvazione della legge.[26]
Presidente del Senato della Repubblica
modificaAlle elezioni politiche anticipate del 2022 viene ricandidato al Senato sia nel collegio uninominale Lombardia - 05 (Cologno Monzese), sostenuto dalla coalizione di centro-destra[27], che come capolista di Fratelli d'Italia nel collegio plurinominale Lombardia - 02[28], venendo rieletto a Palazzo Madama nell'uninominale con il 46,4% dei voti e superando la principale candidata del centro-sinistra, in quota PD, Adriana Albini (29,07%).[29]
Con la vittoria del centro-destra alle politiche, il 13 ottobre 2022 viene eletto presidente del Senato della Repubblica, al primo scrutinio con 116 voti su 187 a fronte di un quorum di 104[30], divenendo il primo missino a ricoprire tale carica e, con i suoi 75 anni di età, il terzo presidente più anziano (a pari merito con Meuccio Ruini).[31]
Vita privata
modificaSi è sposato la prima volta con Marika Cattare, da cui ha avuto un figlio: Antonino Geronimo.[32] Successivamente si è risposato con Laura De Cicco, da cui ha avuto due figli: Lorenzo Kocis e Leonardo Apache.[32][33][34]
Appassionato di calcio, è stato spesso ospite di programmi radiotelevisivi a tema sportivo; è tifoso e socio di minoranza dell'Inter, di cui detiene 10 000 azioni,[35] e presiede anche l'Inter Club Parlamento.[36]
Vicende giudiziarie
modificaLa Russa è stato indagato dalla corte dei conti per peculato in relazione all'utilizzo di voli di Stato per recarsi alla partita di Champions Inter-Schalke 04 del 5 aprile 2011.[37]
Controversie
modifica- Il 24 gennaio 2013 La Russa ha affermato: «Noi diciamo no all'adozione per coppie gay. Crescere con due papà è un'induzione ingiustificata a crescere gay»[38][39][40]. Tuttavia, nel luglio 2014, presenta un disegno di legge a tutela delle coppie omosessuali, purché non vi sia la possibilità di adozione.[41] Nel marzo 2023, in un intervento nel podcast del quotidiano Libero, afferma di "non avere difficoltà" a immaginare un bambino affidato a una coppia gay piuttosto che all'orfanotrofio, ma che avere due mamme o due papà non sia la stessa cosa che avere una mamma e un papà.[42]
- A giugno 2018 La Russa, quando aveva invitato a casa sua dei giornalisti del Corriere della Sera per realizzare una video-intervista sul Sessantotto e sugli anni della contestazione giovanile[43], ha mostrato di possedere in casa alcuni cimeli fascisti tra cui una statuetta di Mussolini[44][45]. Nel febbraio 2023 ha poi dichiarato che non la avrebbe mai buttato, in quanto ereditata dal padre, e che l'avrebbe conservata «anche fosse stato un busto di Mao Zedong»[46][47]
- Il 31 marzo 2023, in un videopodcast del quotidiano Libero, ha affermato che nell'attentato di via Rasella «non furono uccisi nazisti delle SS ma una banda musicale di semi-pensionati», cosa smentita dalla storia e dagli storici.[48]
Rapporto con il fascismo
modificaSecondo vari commentatori, una delle posizioni più controverse di La Russa è il suo rapporto con il fascismo, di cui è stato più volte definito «nostalgico».[30][44]
Il 15 settembre 2022, ospite al programma televisivo L’aria che tira su LA7, La Russa, polemizzando con il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano (PD), ha affermato che «siamo tutti eredi del Duce»[49]. Inoltre, La Russa ha sempre difeso l’uso del saluto romano, non considerandolo mai apologia di fascismo e anzi ironizzando sul tema[30][50]. Nel 2020, nei primi giorni della pandemia di COVID-19, La Russa propose con un post su Facebook di adottare il saluto fascista invece della classica stretta di mano, che poteva provocare il contagio.[51]
A novembre 2018, in un’intervista a Un giorno da pecora su Rai Radio1, La Russa aveva commentato le critiche al governo Conte I, all'epoca giudicato troppo di destra da alcuni giornalisti, dicendo: «Se questo è un governo fascista? Complimenti che non merita…volete far rigirare nella tomba Mussolini».[43]
Un'altra posizione che ha destato non poche polemiche è quella sul 25 aprile, giorno in cui in Italia si festeggia la liberazione d'Italia dal nazifascismo[30]. La Russa ha sempre dichiarato di non festeggiare la ricorrenza[52], che ha sempre considerato «divisiva», e che nel 2020 ha proposto di sostituirla con una «giornata di concordia nazionale nella quale ricordare i caduti di tutte le guerre e anche le vittime del Covid-19» (abolendola di fatto).[30][53]
Dichiarazioni sul caso Cucchi
modificaNel 2009 La Russa, mentre rivestiva il ruolo di ministro della difesa, difese apertamente i carabinieri imputati di tortura e omicidio di Stefano Cucchi, affermando «La sola cosa di cui sono certo è il comportamento assolutamente corretto dei carabinieri» e continuando a difendere in più occasioni la stessa posizione nel corso degli anni[54]. Tuttavia il proseguimento delle indagini confermò la colpevolezza degli imputati, con una condanna in via definitiva a 12 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale dalla corte di Cassazione nell'aprile 2022[55]. Inoltre Ilaria Cucchi, sorella della vittima, sottolineò come La Russa sia stato tra i principali responsabili della circolazione delle fake news sulla morte del fratello.[54]
Apparizioni al cinema e in serie TV
modifica- Nel 1972 appare in un inserto documentale nel film Sbatti il mostro in prima pagina di Marco Bellocchio.
- Ha partecipato come doppiatore nell'edizione italiana della serie animata I Simpson (nell'episodio Dolce e amara Marge).
Note
modifica- ^ Maria Concetta Oliveri - Ancestry, su www.ancestry.it. URL consultato il 24 luglio 2025.
- ^ Ignazio La Russa è il presidente del Senato. Chi è, su MilanoToday. URL consultato il 17 ottobre 2022.
- ^ La Russia Ignazio, su governo.it, Governo italiano (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2011).
- ^ La Russa indossa la toga per i poliziotti, su ilGiornale.it, 20 marzo 2008. URL consultato il 13 ottobre 2022.
- ^ Davide Vecchi, Quando La Russa era “La Rissa”, in Il Fatto Quotidiano, 17 dicembre 2010.
- ^ Massimo Pisa, Milano 1973, il giovedì nero con i fratelli La Russa in piazza: 50 anni fa l'omicidio dell'agente Marino, in la Repubblica, 11 aprile 2023.
- ^ Eligendo Archivio - Ministero dell'Interno DAIT, su Eligendo.
- ^ Eligendo Archivio - Ministero dell'Interno DAIT, su Eligendo.
- ^ Eligendo Archivio - Ministero dell'Interno DAIT, su elezionistorico.interno.gov.it. URL consultato il Eligendo.
- ^ Eligendo Archivio - Ministero dell'Interno DAIT, su Eligendo.
- ^ Eligendo Archivio - Ministero dell'Interno DAIT, su Eligendo.
- ^ Ignazio Benito Maria La Russa: XII Legislatura della Repubblica italiana / Deputati / Camera dei deputati - Portale storico, su storia.camera.it. URL consultato il 28 ottobre 2022.
- ^ PARLAMENTINO GASPARRI BATTE STORACE & CO - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it, 31 gennaio 1995. URL consultato il 15 luglio 2025.
- ^ Eligendo Archivio - Ministero dell'Interno DAIT, su Eligendo.
- ^ Eligendo Archivio - Ministero dell'Interno DAIT, su Eligendo. URL consultato il 30 ottobre 2024.
- ^ Da giovane missino a Re di Roma - Il Sole 24 ORE, su st.ilsole24ore.com. URL consultato il 24 luglio 2025.
- ^ Eligendo Archivio - Ministero dell'Interno DAIT, su Eligendo.
- ^ Il vecchio vizio dei politici alle europee: candidarsi, vincere e rinunciare al seggio, su Pagella Politica. URL consultato il 15 luglio 2025.
- ^ Pdl, La Russa presenta 'La nostra destra': Ma non ho creato alcuna corrente, su adnkronos.com. URL consultato il 24 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2010).
- ^ Il Crocefisso resta a scuola, su Famiglia Cristiana. URL consultato il 28 ottobre 2022.
- ^ L’Esercito si vende i fucili su Internet – La Russa: i ricavi nel bilancio delle Forze Armate, in La Stampa. URL consultato il 5 agosto 2023.
- ^ Libia, La Russa (FdI): "Nel 2011 convinsi B. a intervenire mentre eravamo all'Opera", in Il Fatto Quotidiano, 19 febbraio 2015. URL consultato il 5 agosto 2023.
- ^ Copia archiviata, su associazionedifesaconsumatori.it, 4 novembre 2011. URL consultato il 6 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2019).
- ^ Eligendo: Senato [Scrutini] Collegio uninominale 04 - ROZZANO (Italia) - Senato della Repubblica - 4 marzo 2018 - Ministero dell'Interno, su Eligendo. URL consultato il 28 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 28 marzo 2018).
- ^ Senato, voto l'ufficio presidenza: tensione tra Pd e M5s. Ai democratici un vice. Ma niente questori né segretari, in il Fatto Quotidiano, 28 marzo 2018. URL consultato il 28 marzo 2018.
- ^ Il ddl Zan è davvero morto?, su Pagella Politica. URL consultato il 24 luglio 2025.
- ^ Elezioni Senato 2022: tutte le sfide uninominali, ecco i candidati delle 4 coalizioni, in la Repubblica, 23 agosto 2022. URL consultato il 28 ottobre 2022.
- ^ Candidati alle elezioni politiche: tutti i nomi, su la Repubblica, 23 agosto 2022. URL consultato il 15 luglio 2025.
- ^ Tutti i senatori eletti all'uninominale, in la Repubblica, 26 settembre 2022.
- ^ a b c d e Ignazio La Russa è il nuovo presidente del Senato, su Pagella Politica. URL consultato il 27 ottobre 2022.
- ^ Poche donne, molti anni: nomi e numeri dei presidenti di Camera e Senato, su Pagella Politica. URL consultato il 25 luglio 2025.
- ^ a b La vita privata di Ignazio La Russa, su today.it, 12 ottobre 2022. URL consultato il 15 novembre 2023.
- ^ Ignazio La Russa con la moglie e i figli, su quimamme.leiweb.it, Quimamme. URL consultato il 19 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2012).
- ^ I figli dei vip: nomi curiosi, in Corriere della Sera. URL consultato il 6 gennaio 2013.
- ^ Dario Di Noi, Soci Inter, quanta storia: Moratti, Facchetti e Fraizzoli. C’è un pezzo di Cagliari e tanta comicità, su FC Inter 1908. URL consultato il 26 aprile 2020.
- ^ Icona Digital, La Russa: «Dimettermi da presidente dell'Inter Club? Mai! Piuttosto...», su Inter-News, 18 ottobre 2022. URL consultato il 28 ottobre 2022.
- ^ Fiorenza Sarzanini, La Russa e il volo di Stato per l'Inter La Corte dei conti apre un'inchiesta, in Corriere della Sera, 12 maggio 2011. URL consultato il 6 gennaio 2013.
- ^ La Russa sulle adozioni gay: "Dannose per i bambini", in HuffPost Italia, 25 marzo 2013. URL consultato il 28 ottobre 2022.
- ^ Le sacrosante parole di Ignazio La Russa sulle adozioni gay, lapidato dai perbenisti, su fratelli-italia.org. URL consultato il 28 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2013).
- ^ La Russa sulle adozioni dei gay: "I loro bambini crescono omosessuali", su liberoquotidiano.it. URL consultato il 20 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2013).
- ^ Unioni gay, da Berlusconi a Salvini Tutti i colori della destra arcobaleno, su Corriere della Sera, 3 luglio 2014. URL consultato il 22 aprile 2022.
- ^ Vittorio Di Mambro Rossetti, La Russa: "Piuttosto che all'orfanotrofio io un bambino lo darei a una coppia gay", su Agenzia Dire, 31 marzo 2023. URL consultato il 26 luglio 2023.
- ^ a b La storia del “busto” di Mussolini non è proprio come la racconta La Russa, su Pagella Politica. URL consultato il 25 luglio 2025.
- ^ a b Vanessa Ricciardi, Le nostalgie fasciste di Ignazio La Russa, il nuovo presidente del Senato, su www.editorialedomani.it. URL consultato il 26 luglio 2023.
- ^ La Russa e la sua collezione di busti mussoliniani: «Quella volta che presi a schiaffi il leader della Statale. Ancora se li ricorda», su Video: ultime notizie - Corriere TV. URL consultato il 26 luglio 2023.
- ^ La storia del “busto” di Mussolini non è proprio come la racconta La Russa, su Pagella Politica. URL consultato il 26 luglio 2023.
- ^ Claudio Bozza, La Russa: «Il busto del Duce? Non lo butterò mai. Lo tengo in casa, me lo ha lasciato mio padre», su Corriere della Sera, 2 agosto 2023. URL consultato il 26 luglio 2023.
- ^ La Russa sbaglia: i soldati tedeschi uccisi in via Rasella non erano una «banda musicale», su Pagella Politica. URL consultato il 25 luglio 2025.
- ^ Ignazio La Russa contro Michele Emiliano: "Siamo tutti eredi del Duce, sei disperato ma non attacca", "Sono erede dei partigiani". URL consultato il 15 luglio 2025.
- ^ Fanpage.it, Commemorazione per Sergio Ramelli, La Russa: "Il saluto romano non è apologia di fascismo", 29 aprile 2019. URL consultato il 15 luglio 2025.
- ^ Redazione, Coronavirus, lo scivolone di La Russa (cancellato): «Usate il saluto romano per evitare il contagio», su Open, 3 febbraio 2020. URL consultato il 15 luglio 2025.
- ^ La7 Attualità, La Russa: "Neanche io festeggio il 25 aprile! Fidanza ha commesso un grave errore". Geremicca: ..., 14 ottobre 2021. URL consultato il 15 luglio 2025.
- ^ La Russa: «Il 25 Aprile diventi il giorno del ricordo delle vittime di Covid e tutte le guerre», su Corriere della Sera, 18 aprile 2020. URL consultato il 15 luglio 2025.
- ^ a b Quando La Russa difendeva i carabinieri del caso Cucchi, su www.editorialedomani.it, 13 ottobre 2022. URL consultato il 23 ottobre 2022.
- ^ Stefano Cucchi, la decisione della Cassazione: "Fu omicidio preterintenzionale", su Il Fatto Quotidiano, 4 aprile 2022. URL consultato il 27 ottobre 2023.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikiquote contiene citazioni di o su Ignazio La Russa
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ignazio La Russa
- Wikinotizie contiene l'articolo È Ignazio La Russa il nuovo reggente di Alleanza Nazionale, 11 maggio 2008
- Wikinotizie contiene l'articolo Afghanistan, La Russa: «Aumenta il rischio per i soldati italiani», 25 febbraio 2009
Collegamenti esterni
modifica- Ignazio La Russa, su Senato.it - XIX legislatura, Parlamento italiano.
- La Russa, Ignazio, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Ignazio Benito Maria La Russa, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Ignazio La Russa (XVIII legislatura della Repubblica Italiana) / XIX legislatura, su Senato.it, Parlamento italiano.
- Ignazio La Russa, su Openpolis, Associazione Openpolis.
- Registrazioni di Ignazio La Russa, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
- Ignazio La Russa, su Camera.it - XVII legislatura, Parlamento italiano.
- Ignazio La Russa, su Camera.it - XVI legislatura, Parlamento italiano.
- Ignazio La Russa, su Camera.it - XV legislatura, Parlamento italiano.
- Ignazio La Russa, su Camera.it - XIV legislatura, Parlamento italiano.
- Ignazio La Russa, su Camera.it - XIII legislatura, Parlamento italiano.
- Ignazio La Russa, su Camera.it - XII legislatura, Parlamento italiano.
- Ignazio La Russa, su Camera.it - XI legislatura, Parlamento italiano.
