Titoli di studio in Italia

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Template:Da fare/avviso La laurea è un titolo accademico italiano rilasciato da un'università o istituto universitario al termine di un ciclo della durata normale di tre anni accademici (da cui la denominazione di "laurea triennale" o "laurea di primo livello", in opposizione alla laurea specialistica o "di secondo livello", che è nota anche come laurea quinquennale anche se, in realtà, è un titolo separato che si consegue a séguito di corsi della durata biennale post-lauream) e in corrispondenza dell'ottenimento di 180 crediti formativi universitari.

Prima della riforma universitaria del 2000 che ha istituito questo grado intermedio nella preparazione universitaria, il diploma di laurea poteva essere conseguito al termine di un ciclo di studi della durata di quattro, cinque o sei anni, a seconda della disciplina studiata, mentre il diploma universitario, introdotto dalla legge 341/1990, si conseguiva al termine di corsi della durata di due o tre anni (quelli biennali non sono mai stati attivati).

Il possesso di questo titolo di studio consente l'accesso a corsi di laurea magistrale, a corsi di master di primo livello o l'iscrizione, per le professioni che lo richiedono, a specifici albi professionali. I corsi di laurea sono completamente separati da quelli di laurea magistrale ai quali si accede in genere, ma a discrezione dell'università, previo superamento di un esame di ammissione o secondo alcune condizioni riguardo il numero di anni impiegato al raggiungimento della laurea, del voto finale e simili.

Durate il corso di laurea di primo livello, lo studente frequenta una serie di insegnamenti tipici della disciplina del suo corso, ma è generalmente previsto un consistente monte-ore di laboratori a frequenza obbligatoria. Al fine di essere promosso nello specifico insegnamento lo studente può dover sostenere un esame finale (che può essere condotto oralmente con il docente o per iscritto) o aver sostenuto con successo prove intermedie che suddividono l'esame nel tentativo di spingere gli studenti a studiare durante l'anno e maturare effettivamente le ore di impegno previsto anche a casa quantificate dai crediti.

È attualmente in corso un dibattito in merito alla qualità della preparazione degli studenti post-riforma: secondo alcuni gli studenti riceverebbero una preparazione più mirata e riuscirebbero a superare più agevolmente i corsi per la presenza di frequenti prove intermedie che li obbligano a studiare in maniera costante durante i corsi. Secondo altri semplicemente l'attuale impostazione ha semplificato i corsi, abbassando la preparazione.

Al termine del corso di laurea, lo studente deve sostenere una prova finale, di fronte ad una commissione di laurea; le università determinano in maniera autonoma le modalità, ma la più frequente è la discussione di una dissertazione. Il voto di laurea viene espresso in centodecimi, e la commissione di laurea ha la facoltà di premiare ulteriormente il neolaureato attribuendogli la "lode". Il neolaureato ha diritto al titolo di dottore.

Origini

Da scrivere

La riforma del 2000

La riforma universitaria del 2000 ha modificato radicalmente il significato di questo titolo accademico, allineando il sistema universitario italiano a quello del resto dell'Unione Europea e negli Stati Uniti d'America, prevedendo un gradino intermedio nell'alta formazione dei cittadini. Fra le ragioni: l'anzianità elevata dei neolaureati italiani rispetto alla media europea (28-30 anni contro 20-21), il problema di promuovere la formazione interna nelle aziende a tale età, il fallimento di molte carriere scolastiche con un'elevata percentuale di rinunce agli studi nei primi anni.

L'introduzione di un livello intermedio ha moltiplicato il numero delle lauree conseguibili e la possibilità di scelta nel piano degli studi e di personalizzare il curriculum vitae con stage e scambi all'estero (es. col programma Erasmus), con la facilitazione del riconoscimento dei crediti.

Le lauree specialistiche sono equiparate legalmente alle lauree del Vecchio Ordinamento, mentre le triennali ai vecchi diplomi che ora non esistono più; il cambiamento è nelle modalità d'esame, nei programmi dei corsi, nella lista di esami da sostenere. Le triennali solitamente prevedono un orientamento propedeutico alla laurea specialistica e uno professionalizzante con tirocinio in azienda, a volte con prospettiva d'inserimento. E' in vigore l'apertura delle facoltà, come già prima era aperto dalle scuole superiori l'accesso a qualsiasi facoltà universitaria. Così estremizzando può accedere alla lauea specialistica in ingegneria chi ha una laurea triennale in lettere e, viceversa, a chi ha una laurea triennale non è garantito l'accesso a una specializzazione, almeno nel suo ramo.

Università e azienda

Stenta ancora a diffondersi il binomio università-impresa tipico del modello anglosassone dove gli studenti trascorrono periodi da 3 a 6 mesi intercalati in tre o più stages nel triennio, e dove l'impresa finanzia l'università e talora invia lì i suoi dipendenti per la formazione, che consente un'inserimento post-laurea molto meno tramautico e lento nel mondo del lavoro, con mansioni non dequalificanti e attinenti agli studi svolti.

Voci correlate

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