Gianmario Filelfo
Gianmario Filelfo (Pera di Costantinopoli, 1426 – Mantova, 1480) è stato un umanista italiano.
Biografia
Nacque dal più noto umanista Francesco e da Teodora Crisolora nel quartiere genovese di Costantinopoli, dove il padre risedette per sette anni. Fra il 1427 e il 1440 visse a Venezia, Bologna, Firenze e Siena, dove il padre ebbe incarichi di insegnamento universitario. Seguì poi il padre alla corte dei Visconti, ma verso i vent'anni si recò alla corte dei Del Carretto, Signori di Finale e alleati dei Visconti. Proprio allora, però, morì Filippo Maria Visconti e a Genova prese il sopravvento il partito dei Campofregoso (o Fregoso). Il nuovo doge, Giano di Campofregoso, decise di sottomettere i Del Carretto dando origine a una guerra (1447-1451, a cui Gianmario poté assistere e di cui scrisse nella sua opera più famosa, il Bellum Finariense (1453). Durante l'occupazione genovese di Finale, Gianmario si stabilì a Savona, dove insegnò e ricevette la cittadinanza onoraria. In quel periodo sposò Maria Del Carretto, del ramo di Millesimo. Si appoggiò, quindi, a Renato d'Angiò, di cui divenne segretario e che gli procurò una magistratura a Marsiglia. Viaggiò lungamente per l'Italia e la Francia. Fu consigliere e cavaliere del duca Lodovico di Savoia. Come ambasciatore dei Savoia si recò presso il re di Francia Carlo VII. Il duca d'Urbino, invece lo inviò presso il marchese di MantovaFu anche invitato al servizio del pontefice Pio II con l'incarico di avvocato concistoriale, ma rifiutò l'ufficio. Il Filelfo terminò i suoi giorni a Mantova alla corte di Federico Gonzaga.
Opere
I suoi scritti sono numerosi e tutti in latino. Furono scoperti molti anni dopo la sua scomparsa. Oltre alla storia, coltivò la poesia e fu incoronato poeta "laureato". L'opera di maggior impegno è il Bellum Finariense (1453). L'opera rimase manoscritta per tre secoli, sino a quando Ludovico Muratori volle inserirlo nei Rerum Italicarum Scriptores. Egli, però, dovette cedere alle pressioni politiche genovesi, sostituire nel volume XXIV l'opera del Filelfo con una oscura e malridotta cronaca e dichiarare di aver distrutto i tipi, già pronti per la stampa 1733. Fortunatamente lo stampatore, di sua iniziativa o su ordine del Muratori stesso, tirò nascostamente alcune copie, che probabilmente furono messe in circolazione solo durante la guerra di Successione Austriaca (1746-1748), se non dopo la morte del Muratori 1750. Le pagine più significative furono tradotte in italiano e pubblicate solo nel 1979 da Giovanni Battista Cavasola.
Bibliografia
- Gianmario Filelfo, La guerra del Finale (traduzione, riassunti e note di Gian Battista Cavasola), seconda edizione, Ed. Centro Storico del Finale, Finale Ligure 1995.