Il Caso Daily Telegraph fu un incidente politico-giornalistico avvenuto a seguito di un’intervista, pubblicata il 28 ottobre 1908 sul quotidiano inglese Daily Telegraph, rilasciata dall’Imperatore di Germania Guglielmo II al colonnello britannico Stewart Wortley.

L’intervista, per le sue rivelazioni, provocò in Germania uno scontro istituzionale fra il Kaiser, il parlamento tedesco (Reichstag) e il Cancelliere allora in carica Bernhard von Bülow.

Malintesi

 
Il Reichstag riunito nel 1906

Nelle sue memorie riferite a Bülow, Guglielmo II scrive: “… avvenne l’incidente della così detta ‘intervista’, pubblicata nel Daily Telegraph (…) La minuta che mi era stata sottomessa, l’avevo mandata, in esame al Cancelliere (…) Alcune mie annotazioni, richiamavano l’attenzione su qualche passo che, secondo il mio modo di pensare, non era opportuno e avrebbe dovuto essere eliminato. Ma, per una serie di malintesi avvenuti negli uffici competenti del Ministero degli Esteri, questo non fu fatto”. [1]

Bülow infatti, impegnato con le riforme economiche e la crisi bosniaca, aveva demandato ai funzionari del Ministero degli Esteri il compito di rivedere ed eventualmente ritoccare il testo. I funzionari, per rispetto del Kaiser, lo approvarono invece così come fu loro recapitato e l’intervista fu pubblicata con le relative autorizzazioni.

Lo scompiglio fu enorme perché in quell’intervista l’Imperatore, nell’intento di dimostrarsi amico dell’Inghilterra, parlò molto liberamente. Affermò che gli inglesi avevano vinto la guerra contro i boeri grazie ad un suo piano militare, che Germania e Inghilterra unite avrebbero potuto fare la guerra al Giappone, e che la Germania aveva respinto proposte francesi e russe per una coalizione antibritannica in difesa dei boeri. Ma soprattutto si definì uno dei pochi tedeschi amici della Gran Bretagna.

Nelle sue memorie, Guglielmo II scrive: “Nella stampa scoppiò una tempesta. Il Cancelliere parlò al Reichstag, ma non difese il Kaiser (…) nella misura che io mi attendevo da lui, anzi dichiarò, che per l’avvenire intendeva impedire la tendenza manifestatasi negli ultimi anni ad una politica personale”.[2]

L’intervista

Ecco i passi più salienti dell’intervista, tratti dall’edizione italiana delle memorie del Cancelliere Bernhard von Bülow. [3]

“(…) Sua Maestà, come ho detto, mi onorò di un lungo colloquio e parlò con impulsiva e rara franchezza. ‘Voi Inglesi –diss’egli- siete matti, matti, come lepri di marzo. Che avete, da esservi totalmente abbandonati a sospetti affatto indegni di una grande nazione? Che posso io fare più di quanto abbia già fatto? Io ho dichiarato, con tutto il calore che potevo, nel mio discorso alla Guidhall, che il mio cuore tende alla pace e che vivere nei migliori termini con l’Inghilterra è uno dei miei desideri più cari.

 
Guglielmo II nel 1890 circa

“(…) ‘Il sentimento prevalente in gran parte nelle classi medie e inferiori del mio stesso popolo non è benevolo verso l’Inghilterra. Io sono quindi, per così dire, in minoranza nel mio paese stesso, ma è una minoranza composta dei migliori elementi precisamente come in Inghilterra rispetto alla Germania. (…) Io mi adopero senza posa a migliorare le nostre relazioni, e voi rispondete che io sono il vostro nemico capitale. Rendete il mio compito molto arduo. Perché?

“(…) ‘Ancora: quando la lotta toccava il culmine, [4] il Governo germanico fu invitato da quelli di Francia e di Russia ad unirsi a loro per invitare l’Inghilterra a porre termine alla guerra. Era giunto il momento –dicevano- non solo di salvare le Repubbliche Boere ma di umiliare inoltre l’Inghilterra sin nella polvere. Quale fu la mia risposta? Io dissi che la Germania ben lontana dall’associarsi ad alcuna azione concertata europea (…) si sarebbe sempre astenuta da una politica che potesse condurla a complicazioni con una Potenza marinara quale l’Inghilterra.

“(…) ‘Né questo fu tutto. Precisamente durante la vostra Settimana Nera, nel dicembre 1899, quando i disastri si susseguivano in rapida successione, [5] ricevetti una lettera della regina Vittoria, la mia venerata nonna, [6] (…) che recava tracce manifeste delle angosce che ne tormentavano la mente e la salute. (…) Mi feci procurare da un mio ufficiale un quadro, il più esatto possibile, del numero dei combattenti dalle due parti nell’Africa Australe e delle posizioni attuali delle forze contrapposte. Coi disegni sott’occhio, elaborai quello che (…) mi parve il miglior piano di campagna (…). Lo spedii quindi in Inghilterra (…) e, come curiosa coincidenza, lasciatemi aggiungere che il programma da me formulato si svolgeva su direttive molto simili a quelle del programma realmente adottato da Lord Roberts [7] e da lui tradotto in felici operazioni. Fu questo, ripeto, un atto da persona che vuol male all’Inghilterra?

“(…) ‘Ma, direte, e la flotta germanica? (…) La Germania guarda innanzi. I suoi orizzonti si estendono lontani. Essa deve essere preparata per ogni eventualità nell’Estremo Oriente. (…) Guardate l’ascesa compiuta dal Giappone; pensate al possibile risveglio nazionale della Cina (…) Può anche essere che l’Inghilterra stessa si rallegri un giorno che la Germania abbia una flotta, trovandosi a dir la loro parola entrambe nella medesima parte nei grandi dibattiti avvenire.’”

Reazioni in Germania

La stampa sfruttò l’occasione al meglio e il Reichstag si espresse contro Guglielmo II che già in altre occasioni aveva rilasciato dichiarazioni avventate. Il conflitto, per una nazione autocratica, era istituzionale. Bülow, per le sue non lievi responsabilità, presentò le dimissioni che però vennero respinte.

 
Bernhard von Bülow

Il Cancelliere rivela anche che “Specialmente pieni di animosità erano gli umori nel Ministero prussiano. (…) Tutti i ministri dichiararono che era dovere del Regio Ministero mettere in guardia nel modo più reciso Sua Maestà l’Imperatore (…) contro altri errori, raccomandandogli maggior dominio di sé, maggiore serietà, richiamandolo all’esempio dei suoi grandi antenati(…)”.[8]

Qualche giorno dopo, il 10 novembre 1908, Bülow parlò al Reichstag cercando di rettificare le affermazioni dell’intervista ma dichiarò pure che l’Imperatore avrebbe per l’avvenire osservato un maggior ritegno.

Lo stesso giorno, prima del cancelliere e a sua difesa, si schierarono i partiti di centrodestra. Intervennero Ernst Bassermann, capo dei nazional-liberali e soprattutto il capo del partito conservatore Ernst von Heydebrand che qualificò l’emozione che regnava in Germania molto grande e molto durevole. Heydebrand dichiarò apertamente che si trattava, nei confronti del Kaiser, di un malumore accumulatosi da anni. Più cauti il socialdemocratico Paul Singer e il capo del partito dell’Impero, il principe Alfred Hatzfeld. Dopo Bülow prese la parola il capo del Centro, il barone Georg von Hertling, che si trovò d’accordo con Bassermann sull’opinione che i fatti pubblicati nell’intervista erano molto più gravi delle sviste commesse dalla Cancelleria.[9]

Intanto Guglielmo II era in soggiorno presso l’erede al trono austriaco Francesco Ferdinando e poi presso l’Imperatore Francesco Giuseppe a Vienna. “Dopo il mio ritorno, venne da me il Cancelliere; mi fece una predica sui miei peccati politici e mi chiese di porre la firma al documento, ben noto, che fu poi comunicato alla stampa. Firmai in silenzio, e in silenzio sopportai gli attacchi diretti dalla stampa contro di me e contro la Corona” riporta il Kaiser nelle sue memorie.[10]

Il documento citato, preparato da Bülow e pubblicato sulla Norddeutsche Allgemeine Zeitung con l’assenso e a firma dell’Imperatore esprimeva approvazione per il discorso del Cancelliere al Reichstag e l'impegno a osservare per il futuro le responsabilità costituzionali. [11]

Reazioni all'estero

 
Richard Burdon Haldane

Quanto all’effetto delle dichiarazioni del Kaiser in Inghilterra, un deputato, alla Camera dei Comuni, chiese al Ministro della Guerra Richard Burdon Haldane se realmente il piano strategico per porre termine alla guerra coi Boeri, fosse stato elaborato dall’Imperatore di Germania e, in caso affermativo, se il Ministro della Guerra, intendesse pubblicare tale documento. Haldane rispose che gli archivi del Ministero non contenevano un documento siffatto: "Non sono quindi in grado –concludeva Haldane- di soddisfare il desiderio di pubblicazione del documento in parola". Dopo questa risposta, il resoconto parlamentare registrava: viva e generale ilarità.[12]

 
Frederick Sleigh Roberts

Bülow valutò negativamente anche le reazioni e le conseguenze presso le altre potenze: “Del resto gli sfoghi del Kaiser non potevano che tornar graditi ai suoi avversari: la Francia e la Russia, per le sue comunicazioni circa i loro disegni d’intervento nella guerra anglo-boera, avrebbero perduta ogni fiducia nella discrezione tedesca. Il Giappone sarebbe ridiventato diffidente.

La pretesa elaborazione del piano di campagna era semplicemente incredibile, addirittura un’offesa fatta da Guglielmo II all’Inghilterra. Guglielmo II, vero trionfatore nella guerra anglo-boera, era messo in ridicolo anche da giornaletti inglesi. Contemporaneamente si diceva che Lord Roberts era profondamente offeso e solo a stento era stato trattenuto dal restituire l’Ordine dell’Aquila Nera. [13]

(…) Grandi giornali francesi irridevano la politica personale del Kaiser come romanticismo fantastico. In Russia, il giornale più diffuso e influente, la Novoje Vremja, dichiarava che i russi non avrebbero creduto a quelle parole dell’Imperatore di Germania se non le avessero davanti stampate".[14]

Note

  1. ^ Guglielmo II, Memorie, Milano 1923, pag. 104.
  2. ^ Guglielmo II, Memorie, Milano 1923, pag. 104.
  3. ^ Bülow, Memorie, Milano 1931, Vol II, Appendice.
  4. ^ Guglielmo II si riferisce al conflitto fra la Gran Bretagna e le Repubbliche Boere.
  5. ^ Il riferimento è ancora al conflitto fra la Gran Bretagna e le Repubbliche Boere.
  6. ^ Guglielmo II era figlio di Federico III di Germania e di Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha a sua volta figlia di Vittoria regina del Regno Unito.
  7. ^ Frederick Sleigh Roberts, comandante delle truppe britanniche in Sudafrica dal 1899 al 1900 (già comandante delle forze in India e poi in Irlanda).
  8. ^ Bülow, Memorie, Milano 1931, Vol II, pag. 362.
  9. ^ Bülow, Memorie, Milano 1931, Vol II, pagg. 364, 365, 368.
  10. ^ Guglielmo II, Memorie, Milano 1923, pag. 105.
  11. ^ Bülow, Memorie, Milano 1931, Vol II, pag. 379.
  12. ^ Bülow, Memorie, Milano 1931, Vol II, pagg. 354, 355.
  13. ^ Onorificenza assegnatagli dallo stesso Guglielmo II sette anni prima
  14. ^ Bülow, Memorie, Milano 1931, Vol II, pagg. 372, 373.

Bibliografia

  • Guglielmo II, Memorie dell’Imperatore Guglielmo II scritte da lui stesso, Mondadori, Milano 1923.
  • Bernhard von Bülow, Denkwürdigkeiten, 1930-31 (Ediz.Ital. Memorie, Mondadori, Milano 1930-31, 4 volumi. Vol. I : Dalla nomina a Segretario di Stato alla Crisi Marocchina, Vol. II: Dalla Crisi Marocchina alle dimissioni da Cancelliere, Vol. III: Guerra Mondiale e catastrofe, Vol. IV: Ricordi di gioventù e diplomazia).

Collegamenti esterni

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