Trachite
La trachite è una roccia magmatica effusiva composta da sanidino, plagioclasio sodico e biotite. Componenti accessori sono: anfiboli, pirosseni , magnetite, apatite.

Se considerata come roccia lavorabile per prodotti dell'edilizia e dell'arredo urbano, essa è presente in molti luoghi in Italia: da citare la Sardegna e, soprattutto, la zona dei Colli Euganei in provincia di Padova.
La Trachite euganea e la Trachite Zovonite dei colli Euganei
CENNI STORICI. Le "Trachiti Euganee" sono rocce di natura effusiva, caratteristico ed originale fenomeno geologico, che costituisce il complesso dei "Colli Euganei" nella provincia di Padova a poca distanza da Venezia. La "trachite" ha sempre attratto l'uomo per la sua versatilità d'impiego e per la sicurezza delle costruzioni con essa relalizzate, fu estratta e lavorata sin da tempi antichissimi. I reperti archeologici nelle zone termali di Abano Terme e Montegrotto Terme (PD), e delle città romaniche del Veneto, evidenziano l'impiego della "trachite" sin dai primi insediamentidei Paleoveneti nel primo millennio a. C., periodo Atestino. Tralasciando le cave coltivate in epoca antica, è indubbio che l'attività estrattiva della "trachite" si concentrò a partire da V-VI secolo da parte dei Bizzantini, e nell'età medievale, in particolar modo sull'avamposto collinare di Monselice (PD), "mons elicis" (monte delle selici, tanto che Ezzelino da Romano nel XIII secolo eresse un Castello merlato e fortificato da mura, sul "Colle della Rocca", e successivamente ampliato dai Carraresi attorno al 1330. La "trachite" diventò ben presto materiale insostituibile per le costruzioni di edifici, strade, e mura di fortificazione alle città (v. mura di Padova). Nota con il nome di "Silix" (silice), sotto la Repubblica Veneta, fu prevalentemente chiamata "Masegna" dai "Masegni o Selici", le caratteristiche pavimentazioni di Venezia (v. P.za S. Marco), solo dopo il 1800 assunse commercialmente il nome di "TRACHITE". Ne fu fatto largo uso per i consolidamenti delle opere di difesa idraulica, data la comoda e utilissima rete fluviale; numerosi, sono infatti i ricordi dei trasporti della roccia trachitica verso le zone marine con chiatte e "burci" dell'epoca, trainate da cavalli, per costruire le "difese della Laguna". Celebri le dighe in soccorso ai lidi sabbiosi, periodicamente sommersi dall'acqua, spazzati dal vento e dalle mareggiate. A seguito dell'unificazione territoriale ottocentesca, i Colli persero la propria funzione millenaria di controllo della Pianura Padana circostante, e s'intensificò nel breve volgere di mezzo secolo, un'intensa attività estrattiva della "trachite". Unica attività produttiva capace d'impegnare la popolosa massa di contadini espulsa dalle campagne. Fu praticamente all'indomani dell'annessione del Veneto all'Italia 1866. L'estrazione della "trachite" nel periodo fra le guerre, favorita dall'applicazione di nuove tecnologie, sia nell'attività di cava che in quella di trasporto, dai rudimentali scalpelli si passò alla dinamite, quindi al filo elicoidale, all'aria compressa, mentre per il trasferimento dalle zone di produzione all'imbarco sui natanti, i tradizionali carri dalle grandi ruote trainati da cavalli, furono sostituiti da carrelli su binari e poi dai primi autocarri. in conclusione, possiamo affermare che la storicità di questo materiale è la migliore prova della sua resistenza nel tempo, che unita alle note caratteristiche fisiche ed estetiche, rendono la "trachite" tutt'ora un materiale unico, indispensabile, ed insostituibile per le città Venete. Ora una severa legislazione Regionale in matera di attività estrattive, condede l'utilizzo della "trachte" solo come pietra pregiata ornamentale da taglio. Tali leggi prevedono inoltre, progetti finalizzati ad un recupero ambientale dei siti estrattivi, con limitate quantità di materiale da estrarre. Attualmente le cave di "trachite" rimaste, sono circoscritte in due bacini di estrazione, ricadenti nel "Parco Regionale dei Colli Euganei", con caratteristiche sostanzialmente diverse da zona a zona e da cava a cava. Bacino estrattivo di Zovon di Vò (PD) con n° 6 cave attive, da dove si estrae la trachite "ZOVONITE CALDA variegata e la ZOVONITE GRIGIA antiacida". Bacino estrattivo di Montemerlo (PD) con n° 2 cave attive, da dove si estrae la trachite "Grigia di Montemerlo".
NOTIZIE GEOLOGICHE. I Colli euganei sono una serie di rilievi di origine prevalentemente vulcanica di cui quelli trachitici si sono formati nell'oligocene inferiore, cioè circa 35 milioni di anni fa e la modalità di formazione rende conto, sia della morfologia dei rilievi che della struttura della "trachite". Trachite è una parola che trae origine dal greco "Trachys" che significa "dalla superficie scabra, ruvida", è infatti la denominazione di una roccia effusiva neovulcanica a struttura porfirica, vitrofirica o olocristallina, di colore chiaro nelle varietà cristalline, scuro nelle vetrose, spesso vacuolare o finemente porosa e perciò ruvida. Costituita da feldspati, silicati presenti nelle rocce, ai quali si associano subordinatamente ciche, filosilicati del tipo a tre strati, pirosseni, minerale ferro-magnesiaco e anfiboli.
La Trachite dei Colli Euganei
I Colli Euganei, complesso collinare in provincia di Padova, sono costituiti per la maggior parte di Trachite: il magma, in epoche geologiche antiche, premette verso l'alto ma non poté bucare la Pianura Padana, bensì solamente spingere verso l'alto lo strato superficiale di sedimenti (da qui la classica forma tondeggiante dei colli).
Sono presenti fondamentalmente due colorazioni: grigia e "gialla" (in realtà si tratta di un marrone con venature). Attualmente dalla Cava Buso del paese di Montemerlo è estratta la Trachite Grigia, mentre dalle cave del paese di Zovon è estratta la Trachite Zovonite Gialla e Grigia.
La Trachite Grigia di Montemerlo
Per le sue notevoli doti di resistenza meccanica, di lavorabilità e, soprattutto, per la sua caratteristica antiscivolo, la trachite di Montemerlo fu estratta ed usata come pietra da pavimentazione stradale fin dall'epoca romana, come dimostrano tutti gli scavi ed i reperti in città romane da Adria fino ad Altino e fino alle campagne veronesi (e pure le antiche discariche presso la cava). Conosciuta allora con il nome di "silix", nel Medioevo fu utilizzata per cinte murarie, castelli, monasteri... (e, ad esempio, per le mura che circondano Padova), mentre durante la Repubblica Veneta fu detta prevalentemente "Masegna" ed usata soprattutto per i tipici lastricati veneziani (il banco di prova più severo per le sue qualità tecniche); infine dopo il 1800 assunse commercialmente (e geologicamente) il nome di "Trachite".
La trachite fu usata in passato, e lo è ancora tutt'oggi, prevalentemente per lastricati stradali, marciapiedi e bordature degli stessi. In tempi più recenti, grazie alle sue caratteristiche cromatiche ed alla possibilità di essere tagliata in lastre sottili e lucidata, si è resa adatta anche a scopi di rivestimento e di abbellimento di edifici, sia per esterni che per interni (scale e pavimenti).
Estrazione della Trachite a Montemerlo
L'odierna coltivazione procede "a fossa" e l'attuale piazzale di cava si trova ad una decina di metri al di sotto del piano di campagna. I fenomeni di fessurazione caratterizzano il fronte di cava e si vengono così ad identificare grossi prismi a sezione quadrilatera, la cui naturale e debole pendenza viene sfruttata nella prima fase di coltivazione con l'ausilio di piccole cariche esplosive. La successiva fase di lavorazione, attuata sempre in posto, consiste nel ridurre i grossi massi più o meno informi in blocchi squadrati. Tale operazione, facilitata dalla proprietà della trachite di tagliarsi lungo piani rettilinei ed uniformi, viene effettuata mediante semplice battitura di puntelli metallici lungo le direzioni desiderate. I blocchi squadrati passano poi in laboratorio dove vengono ridotti alle forme e dimensioni volute tramite seghe a disco e frese diamantate.
Nuovo giacimento
Da un anno e' stato scoperto e coltivato da ditta italo rumena un giacimento in Romania nella regione Caras Severin nel Comune di Prigor una andesite grigia certificata in italia come "trachite" di buona qualita'e stato di conservazione.