Body art

arte che utilizza il corpo come mezzo di espressione
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La body art (EN "arte corpo") comprende forme artistiche fatte sul corpo, con il corpo o opere consistenti nel corpo stesso. Forme di body Art sono body painting, tatuaggi, piercing, Scarificazione, branding.

E' inoltre una corrente artistica diffusasi negli Stati Uniti e in Europa negli anni Sessanta (vedi anche performance art).

Alcune forme estreme di body Art possono spingersi il corpo fino al limite. Per esempio Marina Abramovic danza fino allo sfinimento.

In tempi più recenti, il corpo è diventato territorio di sperimentazioni: Impianti, protesi, simbiosi fra corpo e nuove tecnologie, realtà virtuale. Anche in questo campo la body art ha sperimentato molto.

L'impiego del corpo nelle performance artistiche

Il principale mezzo espressivo usato per questo genere artistico è il corpo umano. Il corpo è usato per allestire eventi estemporanei con movimenti corporei accompagnati da musica, elementi scenografici, danze, sequenze di azioni e gesti. La body art rende il corpo protagonista assoluto considerandolo soggetto e oggetto dell'espressione artistica ed esibendolo come opera. Vi è la volontà di provocare, di scuotere le convinzioni in fatto di arte. All'uso del corpo come linguaggio, ricorrono sempre più artisti contemporanei di differenti tecniche e tematiche. Lea Vergine parla di alcuni caratteri che fanno da comune denominatore a questa maniera di fare arte: "la perdita di identità; il rifiuto del prevalere del senso della realtà sulla sfera emozionale; la romantica ribellione alla dipendenza da qualcuno o da qualcosa; la tenerezza come meta mancata e quindi frustrante; l' assenza (e l' angoscia che ne deriva) di una forma adulta, altruistica, d' amore". In queste azioni spesso gli autori sono ossessionati dalla necessità di agire in funzione dell' altro. Vi è la necessità di mostrarsi per poter essere. Il performer non sceneggia la storia di un personaggio, ma è egli stesso storia e personaggio. Si volge così verso la ricerca di un umanità non schiacciata dal funzionalismo della società, che sfugge al concetto di profitto. "l' importante non è sapere, ma sapere che si sa. È uno stato in cui la cultura non serve più a niente" (Lea Vergine, dall' informale alla body Art). E continua: "Sbloccate le forze produttive dell' inconscio, si scatenano - in un continuo drammatizzare isterico - conflitti tra desiderio e difesa, tra licenza e divieto, tra contenuto latente e contenuto manifesto, tra pulsioni di vita e pulsioni di morte, tra voyerismo ed esibizionismo, tra tendenze sadiche e piacere masochistico, tra fantasie distruttive e catartiche". Nelle azioni della body Art la riproduzione meccanica (video, fotografia, film) assolve ad una duplice funzione: documentativa e di indagine penetrante.

Gli artisti

Questi artisti con i loro atti spettacolari (in teatro o più spesso in Gallerie d'arte o all'aperto in occasione di performances ed installazioni concettuali) rendono lecite tutte le 'operazioni' coreografiche, pittoriche, multimediali, etc. che su quei corpi vengono compiute con lo scopo di trasmettere un messaggio espilicito o larvato e simbolico. Pittori che lavorano nella "Bodyarte" sono Youri Messen-Jaschin, Jana Sterbak, Rebecca Horn, Javier Perez, Vito Acconci

Le influenze nella BodyArt

La body art ha alle spalle esperienze e riferimenti importanti, quali il Futurismo, Surrealismo e il dadaismo. Nello specifico l'opera di Marcel Duchamp intitolata "Tonsure" è considerata come una delle più significnti in merito: si rasò i capelli seguendo la fantasia a stelle e strisce della bandiera statunitense).

Il teatro

Anche il teatro (contemporaneo, d'avanguardia e sperimentale) ha molto influenzato -si pensi ad es. a Antonin Artaud- le forme di scrittura del corpo: come il Body-Painting e, secondo alcuni esegeti, anche il tatuaggio o il piercing in forme non meramente decorative.

Di queste performance resta solo documentazione fotografica e video, come di molte esperienze che la Pop Art espresse in specie nella Factory newyorkese di Andy Warhol. Parlando di body art, più che riferirsi ad un movimento omogeneo è infatti corretto intendere la convergenza - sia sul piano teorico che espressivo - di artisti operanti in settori diversi e provenienti da differenti esperienze artistiche, come la Pop Art, la Video Art, la Land Art o la Modern Dance.

Le origini del nudo "in movimento"

Uno fra i primi a presentare modelli nudi, raffigurati in movimento su teli colorati fu, appunto negli anni Sessanta, l'artista francese Yves Klein mentre Salvador Dalì utilizzava le tracce cromatiche lasciate su grandi teli\tele dai corpi -nudi e colorati- lasciati agire in movimenti stimolati dalla musica. Da allora la body art ha subito naturali evoluzioni, incluse rappresentazioni a sfondo sadomaso oltre ai riti di autolesionismo eseguiti a fini di un'arte performativa che prende spunto da tradizioni simili -di impronta religiosa- con l'intento di simboleggiare l'annullamento del ruolo dell'autore a favore di un 'fare arte' che lo sublima nell'opera in progress. Gli inglesi Gilbert & George espongono loro stessi, oppure compongono i loro ritratti viventi con riferimenti alla cultura statuaria classica ma con 'invenzioni' che insieme la onorano e la reinventano ogni volta.

La body art in Italia

In Italia, autori di body art sono stati, e in parte tuttora sono, artisti come Piero Manzoni, Jannis Kounellis, Gino De Dominicis e Vettor Pisani. Piero Manzoni firma la pelle delle sue statue viventi e propone anche un 'prodotto' escreto dal proprio corpo e confezionato in scatola firmata ("Merda d'artista"), mentre Gina Pane sembra in preda alla sofferenza per le automutilazioni che si produce ad ogni happening d'arte estrema.

La BodyArt oggi

In tempi più recenti, il termine body art è stato esteso (secondo alcuni in maniera non del tutto appropriata) alle moderne tecniche di tatuaggio, di scarificazione molto diffusa da secoli in tribù centroafricane ed amazzoniche e di piercing presente dagli albori dell'umanità come simbolo di potere, di ruolo ma anche di semplice decorazione (in massima parte) del viso e del torace che varia al variare di ritualità stagionali o dello stato di 'guerra' verso tribù ostili.

Galleria

Voci correlate

Bibliografia

  • Lea Vergine, Dall' Infirmale alla Body Art: dieci voci dell' Arte Contemporanea: 1960/1970, Gruppo Editoriale Forma, 1976.
  • Lea Vergine, Body Art e storie simili: il corpo come linguaggio, Skira 2000