Gervasio e Protasio

santi cristiani e martiri

I Santi Gervasio e Protasio, fratelli gemelli milanesi, sono venerati come santi dalla Chiesa cattolica perché considerati martiri della cristianità.

Santi Gervasio e Protasio
Martirio dei santi Gervasio e Protasio. Miniatura del XIV secolo.
 
NascitaIII secolo
Venerato daChiesa cattolica
Ricorrenza19 giugno
Patrono divedi elenco

Biografia

Le notizie sulla loro vita si perdono nel tempo e sono giunti a noi solo pochissimi documenti. Non si conoscono le loro date di nascita nemmeno con precisione il momento storico in cui vissero. Alcune fonti come la «Datiana historia ecclesiae Mediolanensis» raccontano che professarono la loro fede durante la dittatura di Nerone e che furono convertiti al cristianesimo, assieme ai loro genitori, dal vescovo di Milano San Caio. Siamo in un momento storico caratterizzato da una feroce persecuzione nei confronti dei cristiani.

Più probabile invece posizionare temporalmente le loro vite nella metà del III secolo, durante le persecuzioni nei confronti dei cristiani di Decio o Valeriano oppure qualche anno dopo, durante la persecuzione di Diocleziano. Durante il V secolo un autore anonimo ne ha composto la Passio, dalla quale è possibile ricavare alcune notizie sulla loro esistenza, rimanendo però sempre al limite tra leggenda e realtà. La Passio racconta che anche i loro genitori furono martiri della cristianità. Il padre Vitale venne ucciso mentre si trovava a Ravenna e la madre Valeria fu assassinata sulla via di ritorno per Milano. Appena venuti a conoscenza della morte dei genitori, Gervasio e Protasio non premeditarono nessuna vendetta, anzi decisero di vendere tutti i beni di famiglia per distribuire il ricavato ai poveri di Milano. Passarono poi dieci anni della loro vita a pregare, meditare e professare tutti i dettami della cristianità.

Quando il generale Anastaso passò con le sue truppe nella città li denunciò come cristiani e li additò come persone da punire e da redimere. I due fratelli furono arrestati, torturati ed umiliati. A Protasio fu tagliata la testa con un colpo di spada, mentre Gervasio morì a seguito dei numerosi colpi di flagello ricevuti.

Le reliquie

 
Raffigurazioni dei Santi Gervasio e Protasio nel portone della Basilica dei Santi Gervasio e Protasio di Rapallo

I loro corpi furono ritrovati il 7 giugno 386 nell'antica zona cimiteriale, che oggi è compresa tra la caserma Garibaldi della Polizia di Stato e l'Università Cattolica, grazie ad uno scavo commissionato dal vescovo Ambrogio di Milano. Nessuno conosceva l'identità delle due spoglie, il loro ricordo era andato quasi completamente perduto. Paolino da Milano, segretario e biografo di Ambrogio, narra che i due corpi furono riconosciuti grazie a una rivelazione che lo stesso Ambrogio ebbe; in realtà Ambrogio, nelle lettere alla sorella Marcellina, affermò di avere avuto un presentimento e non una vera e propria rivelazione.

Nel 386 la costruzione della basilica di Milano, intitolata attualmente a Sant'Ambrogio, era stata appena terminata. Il 19 giugno Ambrogio la consacrò ufficialmente con l'elezione a santi di Gervasio e Protasio e con la deposizione delle loro reliquie in un grande loculo sotto l'altare della Basilica stessa. Ambrogio racconta nei suoi scritti che alla traslazione delle reliquie partecipò una grande folla. Secondo altre fonti[senza fonte] la deposizione delle reliquie di Gervasio e Protasio fu un espediente che Ambrogio utilizzo per attirarsi il favore delle folle e per allontanare le pretese degli ariani che richiedevano l'assegnazione di una basilica milanese al loro culto.

Con la deposizione delle reliquie di Gervasio e Protasio nella nuova basilica, Ambrogio introdusse, per la prima volta nella tradizione della chiesa occidentale, la traslazione dei corpi dei martiri a scopo liturgico, secondo quanto già in uso in oriente.

Attorno al VI secolo molto probabilmente venne effettuata una ricognizione dei loro corpi.

Nell'835 in occasione del rifacimento della Basilica di Sant'Ambrogio ad opera di Angilberto II le spoglie dei due fratelli e quelle di Ambrogio furono rimosse dai loculi e poste in un'unica urna di porfido.

Il 13 gennaio 1864 la Chiesa operò una attenta ricognizione delle zone sottostanti l'altare della Basilica di Sant'Ambrogio. Trovarono i due loculi vuoti, uno grande, dedicato ai due santi e uno più piccolo dedicato alle spoglie di sant'Ambrogio.

L'8 agosto 1871 l'urna di porfido venne aperta: risultava quasi completamente piena d'acqua stranamente limpidissima, sul fondo stavano adagiati 3 scheletri che furono attribuiti ad Ambrogio, Gervasio e Protasio.

Il 14 maggio 1874 le reliquie dei santi furono deposte in una nuova urna più preziosa, in argento e cristallo.

Il culto

Dal ritrovamento dei corpi dei due santi iniziò a diffondersi il loro culto, inizialmente nelle città del nord: Brescia e Ravenna per poi giungere fino a Roma dove, durante il pontificato di Innocenzo I, venne eretta una chiesa in loro nome, ora intitolata a san Vitale.

La loro popolarità si diffuse nel Mediterraneo.

Il 19 giugno è la data della loro commemorazione liturgica, scelta in memoria della traslazione delle reliquie.

Patronati

Sono patroni di Domodossola (VB), Baveno (VB), Parabiago (MI), Sondrio, Bormio (SO), Novate Milanese (MI), Città della Pieve (PG), Campagnola Emilia (RE), Denno (TN), Bariano (BG), Santrovaso di Preganziol (TV), Massignano (AP), Maleo (LO), Cologne (BS)