Ferrovia Suzzara-Ferrara
Template:Infobox Linee ferroviarie in ItaliaLa ferrovia Suzzara-Ferrara è una linea ferroviaria in concessione, ora di proprietà regionale, che collega la cittadina di Suzzara con la città emiliana di Ferrara.
È gestita dalla Ferrovie Emilia Romagna srl che svolge prevalentemente servizi locali tra Suzzara e Ferrara e collegamenti diretti con le città di Bologna e Mantova.
Cenni storici
La ferrovia fu costruita grazie ad un accordo fra le Province di Mantova e di Ferrara. Lo scopo della linea era quello di unire la cittadina estense, posta lungo la ferrovia Venezia-Rovigo-Bologna, a Suzzara, situata sulla Mantova-Modena, passando per Poggio Rusco, che a quel tempo era solo una stazione in progetto della costruenda direttrice Verona-Bologna[1].
I finanziamenti furono ottenuti grazie alla Legge N. 5002 del 29 luglio 1879 e alla Legge del 5 giugno 1881[2]. La concessione di costruzione ed esercizio della ferrovia fu affidata alla Provincia di Mantova con Regio Decreto N. 1433 del 17 maggio 1883[3]. L'ente locale subconcesse la prima all'impresa di Pietro Valentini di Mantova e Antonio Mazzolin di Milano, mentre la seconda fu subconcessa alla Società Anonima Ferrovia Suzzara-Ferrara (FSF)[4]. L'apertura avvenne in due momenti: il tratto Suzzara-Sermide fu inaugurato il 1 luglio 1888, mentre il Sermide-Ferrara fu avviato all'esercizio il 22 dicembre dello stesso anno. Il collaudo definitivo si svolse il 30 marzo 1889, mentre l'approvazione ministeriale fu rilasciata il 29 aprile 1895[5].
La linea si presentava con un armamento da 27 Kg/m. Il progetto fu redatto dall'Ing. Alessandro Perego, mentre la direzione dei lavori, e le modifiche in corso d'opera, spettarono all'Ing. Giosuè Pensa[6]. Le uniche differenze sostanziali del progetto di massima rispetto a quello effettivamente realizzato si trovano nei passaggi di San Benedetto Po e di Poggio Rusco. Nel primo caso si spostò la ferrovia per consentire la costruzione di una stazione che servisse meglio il centro abitato[7]. Il tronco Schivenoglia-Poggio Rusco-Magnacavallo, invece, fu riformulato nella prospettiva che la cittadina mantovana sarebbe divenuta stazione della ferrovia Verona-Bologna[8].
Le prime 10 locomotive a vapore furono ordinate dalla Valentini-Mazzolin alla Maffei di Monaco di Baviera; furono suddivise in due gruppi, il primo fu denominato con nomi di città (Belfiore, Ferrara, Mantova, Sermide e Villafranca), mentre quelle del secondo erano indicate con nomi di fiumi (Mincio, Panaro, Po, Reno e Secchia). Svolsero il servizio assieme a 38 carrozze a terrazzini a due assi realizzate dalla Schweizerische Gesellschaft-Industrie (SIG) e decine di carri merci chiusi e aperti[9].
Dal 1902 il tratto Ferrara-Porotto fu utilizzato dalla ferrovia Modena-Cento-Ferrara della Società Veneta. In quell'anno la stazione della società veneta divenne anche fermata della linea ferroviaria FSF; una situazione che durerà fino alla dismissione della strada ferrata per Modena[10]. Nel 1956, la stazione dismessa fu sostituita dal casello ferroviario ubicato nel pressi che funse da fermata per la località fino alla sua definitiva soppressione, avvenuta nel 1976[11].
Agli inizi del XX secolo, la FSF procedette al rinnovo del parco rotabile acquistando dalla Maffei quattro nuove locomotive battezzandole con nomi di poeti (Ariosto, Dante, Petrarca, Virgilio). Nel 1920, le necessità di trasporto di derrate agricole, spinsero la FSF ad aprire la stazione di San Rocco Mantovano[12]. Nel 1925 fu acquisita l'ultima locomotiva-tender della FSF: la Piave
Durante il decennio degli anni Trenta si aprì l'epoca delle automotrici. Tra il 1933 e il 1934 la FSF fu in trattative con la Ganz di Budapest per l'acquisto di automotrici a carrelli, ma poi la società ferroviaria - per motivi politici, ma anche per l'effettiva evoluzione dell'industria italiana - optò per una soluzione nazionale. Dopo aver valutato il funzionamento di un'automotrice a benzina sulla ferrovia Biella-Santhià, la dirigenza ordinò alla FIAT quattro automotrici a ciclo Diesel, le ALn 72, le prime due delle quali entrarono in funzione il 1 settembre 1936[13]. In poco tempo, le automotrici diesel sostituirono le locomotive a vapore nelle relazioni passeggeri, per cui alcune di esse furono vendute (Piave e Ariosto), mentre altre furono impiegate nel trasporto di merci fino agli anni Sessanta, quando furono sostituite progressivamente con locomotori diesel[14]. L'utilizzo della automotrici permise la nascita di una relazione diretta fra Mantova e Ferrara, gestita dalla FSF passando lungo la Mantova-Suzzara[15].
Negli anni Trenta si aprirono le fermate di Ospitale di Bondeno e di Vallanza-Carbonara Po[16].
La sua importanza strategica fu rilevante durante la seconda guerra mondiale e subì diversi danni a causa degli scontri bellici con la distruzione di infrastrutture e rotabili. Probabilmente anche per la sua rilevanza, la sua ricostruzione fu rapida, consentendo un ripristino immediato dei servizi passeggeri. La FSF effettuò nuovi investimenti acquistando dalle Ferrovie dello Stato automotrici ALn 56[17].
Tra il dicembre 1957 e il febbraio 1958, le Commissioni parlamentari delle Finanze e del Tesoro e quella dei Trasporti approvarono una modifica alla Legge N. 1221 del 2 agosto 1952 aumentando la sovvenzione chilometrica della linea. Le FSF poterono procedere all'ammodernamento della ferrovia saldando le rotaie da 27 Kg/m e aumentando le traversine per sezione da 11 a 12. Furono inoltre acquistate dalla FIAT-OM cinque automotrici ALn 668 e quattro rimorchi Ln 664, dotate della caratteristica livrea giallo coloniale e verde lichene. I primi esemplari entrarono in funzione nel marzo 1959[18].
La società ferroviaria vide nella linea che aveva in concessione un'ottima direttrice di collegamento fra la pianura padana e la costa adriatica. Per questo motivo, dalla fine degli anni cinquanta, la utilizzò per i treni del mare: un servizio ferroviario diretto che, prima da Mantova, poi progressivamente da Cremona, Brescia/Verona e - dal 1970 - da Bergamo arrivava a Pesaro, passando per le località della riviera romagnola e marchigiana[19].
Poiché le nuove automotrici furono impiegate prevalentemente per i treni del mare e per le relazioni lunghe della FSF, negli anni Settanta si procedette all'acquisto di ALn 556 da usare lungo la linea, in sostituzione delle ALn 72 e ALn 56[20].
Nel 1971 si ruppero alcune rotaie e l'Ispettorato compartimentale della motorizzazione civile e dei trasporti in concessione di Bologna dispose la sospensione dell'esercizio ferroviario sulla Ferrara-Suzzara e la sua sostituzione con autocorse. Come conseguenza del movimento dell'opinione pubblica che si rivelò contraria all'iniziativa, temendo la soppressione sulla falsariga della Ferrara-Modena, si optò per effettuare i lavori di sostituzione senza dover sospendere i servizi di trasporto. Tra il 1973 e il 1975 si procedette a sostituire le rotaie da 27 Kg/m con rotaie UNI 36 poggianti su traversine in legno, per il tronco Suzzara-Poggio Rusco, e UNI 50 su traversine in cemento per il Poggio Rusco-Ferrara[21].
Nel 1985, la concessione della linea fu rilevata dal Ministero dei Trasporti con Decreto Interministeriale del 9 dicembre e la società entrò in Gestione commissariale governativa[22]. La nuova amministrazione proseguì nel rinnovamento del materiale rotabile e migliorò l'infrastruttura, rettificando il tracciato in certi punti per renderlo più adatto alle moderne esigenze di traffico ed elettrificando il tronco Poggio Rusco-Ferrara.
Nel 2002, la regione Emilia-Romagna decise di fondere la società di gestione FSF con le altre tre società che gestivano le linee in concessione della regione. L'esercizio della linea è quindi stato affidato alla società nata alla conclusione di questo processo, la Ferrovie Emilia Romagna Srl (FER).
Traffico
L'attuale servizio delle Ferrovie Emilia Romagna è svolto grazie ad automotrici di tipo ALn 668 ed ALn 663, ereditate dalla precedente società FSF e dotate di livrea tricolore.
I rotabili
La linea venne esercita dall'inizio con trazione a vapore: Le 10 locomotive a vapore della dotazione originaria, tutte costruite dalla Maffei di Monaco di Baviera, erano:
- Locomotiva con rodiggio 0-3-0 per servizio merci e misto: 5 unità numerate da 1 a 5
- Locomotiva con rodiggio 1-2-0 per servizio viaggiatori: 5 unità numerate da 11 a 15
Tra il 1902 e il 1911 vennero acquisite delle locotender da 475 CV:
- Locomotiva con rodiggio 0-3-0 : 4 unità numerate da 21 a 24
Nel 1926 venne acquisita un'altra locomotiva della Maffei con rodiggio 1-2-0 immatricolata come 16
A partire dal 1935 iniziò la dieselizzazione:
Automotrici
- Automotrice Fiat gruppo 72: 4 unità da 230 CV immatricolate come 72.01-04
Tra 1952 e 1953 (acquisiti due relitti e trasformati)
- Automotrice Fiat ex ALb 56.119 e ALb 56.136 ricostruite con motori diesel
Tra 1959 e 1962entrarono in servizio automotrici del tipo ALn 668.1400 Fiat-OM:
- Automotrice Fiat-OM 668: 6 unità immatricolate come 668.05-10 con rimorchi Ln 664.25-29
- Automotrice Fiat ALn 56: 2 unità (usate ex Tranvia Bologna-Pieve di Cento immatricolate ALn 56.01 e ALn 56.03
Nel 1970 vennero acquisite due automotrici più potenti:
- Automotrice Fiat ALn 668.1999: 2 unità immatricolate come 668.11-12
e Nel 1972 si dovette di nuovo ricorrere all'usato:
- Automotrice Fiat ALn 556.12xx : 5 unità usate
Negli anni ottanta un'altro consistente lotto di 668:
- Automotrice Fiat tipo 668: 6 unità immatricolate 668.013-018 e rimorchiate Ln 880.031-038
Percorso
Linea per Modena/Linea per Parma
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0,00 | Suzzara
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Linea per Mantova e Verona
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5,00 | Suzzara Vie Nuove
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9,00 | Pegognaga
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16,00 | San Benedetto Po
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Fiume Secchia
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23,00 | Quistello
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26,00 | San Rocco Mantovano
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30,00 | Schivenoglia
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Linea per Verona
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35,00 | Poggio Rusco
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Linea per Bologna
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41,00 | Magnacavallo
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45,00 | Vallazza-Carbonara di Po
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49,00 | Sermide
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54,00 | Felonica
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58,00 | Zerbinate
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60,00 | Stellata-Ficarolo
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65,00 | Bondeno
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73,00 | Vigarano Pieve
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77,00 | Linea per Modena (dismessa, SV)
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77,00 | Porotto
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Linea per Bologna/Linea per Ravenna/Linea per Codigoro
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Po di Volano
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82,00 | Ferrara
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Linea per Rovigo e Venezia |
Note
- ^ Alessandro Muratori. Ferrovia Suzzara-Ferrara. P. 5.
- ^ Alessandro Muratori. Ferrovia Suzzara-Ferrara. P. 4.
- ^ Alessandro Muratori. Ferrovia Suzzara-Ferrara. P. 98.
- ^ Alessandro Muratori. Ferrovia Suzzara-Ferrara. P. 5.
- ^ Alessandro Muratori. Ferrovia Suzzara-Ferrara. P. 6.
- ^ Alessandro Muratori. Ferrovia Suzzara-Ferrara. P. 5.
- ^ Alessandro Muratori. Ferrovia Suzzara-Ferrara. P. 5.
- ^ Alessandro Muratori. Ferrovia Suzzara-Ferrara. P. 6.
- ^ Alessandro Muratori. Ferrovia Suzzara-Ferrara. Pp. 7-9.
- ^ Alessandro Muratori. Ferrovia Suzzara-Ferrara. P. 98.
- ^ Alessandro Muratori. Ferrovia Suzzara-Ferrara. P. 57.
- ^ Alessandro Muratori. Ferrovia Suzzara-Ferrara. P. 15.
- ^ Alessandro Muratori. Ferrovia Suzzara-Ferrara. Pp. 18-19.
- ^ Alessandro Muratori. Ferrovia Suzzara-Ferrara. Pp. 16-17.
- ^ Alessandro Muratori. Ferrovia Suzzara-Ferrara. P. 19.
- ^ Alessandro Muratori. Ferrovia Suzzara-Ferrara. P. 98.
- ^ Alessandro Muratori. Ferrovia Suzzara-Ferrara. P. 28.
- ^ Alessandro Muratori. Ferrovia Suzzara-Ferrara. P. 38.
- ^ Alessandro Muratori. Ferrovia Suzzara-Ferrara. Pp. 38-53.
- ^ Alessandro Muratori. Ferrovia Suzzara-Ferrara. Pp. 32-36.
- ^ Alessandro Muratori. Ferrovia Suzzara-Ferrara. P. 57.
- ^ Alessandro Muratori. Ferrovia Suzzara-Ferrara. P. 5.
Bibliografia
- Alessandro Muratori, Ferrovia Suzzara-Ferrara: passato presente futuro in cento anni di esercizio, Rivoltella, Editoriale del Garda, 1988. ISBN 8885105009
Collegamenti esterni
- La storia della Ferrovia Suzzara-Ferrara sul sito della Ferrovia Emilia Romagna
- La linea Suzzara-Ferrara: articolo on line di Alessandro Muratori.