Le isole e i domini dello Stato da Màr fornivano poi una serie di truppe regionali: Stradioti, Cimarioti, Sfaxioti.

La riforma cinquecentesca

La crescente minaccia costituita dai Turchi e dalle loro incursioni nei territori veneziani, spesso condotte con piccoli gruppi, molto mobili, la Repubblica rispose con la costituzione di milizie territoriali, in grado di poter essere rapidamente mobilitate e schierate. Così nel 1500 vennero quindi istituite per prime le craine della Dalmazia.

Tra il 1508 e il 1511 la Repubblica fu coinvolta nel conflitto scatenato contro di lei dalle potenze della Lega di Cambrai.

Con decreto del 23 marzo 1593, l'organizzazione delle milizie territoriali venne ampliata ai Domini di Terraferma, con l'istituzione delle cernide. Tali corpi erano costituiti da contadini soggetti a periodici addestramenti militari e scelti ("cerniti" appunto) tra le popolazioni locali, per un totale di circa 30000 uomini.

Queste forze potevano essere integrate, in caso di guerra, attraverso il ricorso a corpi mercenari.

Durante la guerra di Morea, attorno al 1716, vennero quindi assoldati alcuni reggimenti tedeschi e tre reggimenti svizzeri:

La riforma settecentesca

Il 26 aprile 1729 venne apporvata dal Senato la riforma militare proposta dal maresciallo conte Schulenburg.
Sulla base di tale riforma, l'esercito di terra risultava in tempo di pace così composto da 20460 uomini, ripartiti come segue:

 
Il maresciallo Schulenburg in un ritratto del Guardi.

Nel 1759 venne inoltre creato a Verona un collegio militare per la formazione degli ufficiali.
Nel 1770 si costituì il Reggimento Veneto dell’Artiglieria. Nel 1780 poi, l'esercito venne incrementato dalla creazione di un corpo di bombardieri di 500 uomini, cui, nel 1790 si sommarono due nuovi reggimenti (XIII, XIV) di fanteria italiana, portando così il totale delle forze di terra a 22560 uomini.
Non venivano calcolati in questo, poi, i corpi di carabinieri, lance spezzate e alabardieri che fungevano da guardia d'onore dei magistrati.

In caso di guerra il numero degli effettivi poteva essere incrementato, facendo leva sulle popolazioni delle provincie e sugli obblighi di forniture militari gravanti sulla nobiltà dei vari reggimenti, fino a 47500 uomini.

All'esercito si dovevano poi aggiungere le milizie territoriali, rappresentate dalle cernide di Terraferma (24000 uomini) e dalle craine della Dalmazia.

Bibliografia

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  1. ^ Dandolo, Girolamo: La caduta della Repubblica di Venezia ed i suoi ultimi cinquant'anni, Pietro Naratovich tipografo editore, Venezia, 1855.