Vespri
I vespri sono la preghiera della sera, cioè una delle maggiori ore canoniche della Chiesa. Esso consiste di due parti: la salmodia, cioè il canto dei salmi, e una seconda parte con preghiere varie dette 'capitulum e formulæ
Origini: prima del VI secolo
Prima dello scrittura della Regola di San Benedetto (anni 530-43), che rappresenta una codificazione dell'ufficio dei vespri, si aveva un ufficio serale corrispondente ai vespri e a compieta. Il nome era variabile. Se San Benedetto la chiama Vespera, e questo nome alla fine è prevalso, si trova anche Vespertina synaxis, oppure Vespertina solemnitas.
Tuttavia il nome più comune in queust'epoca è Lucernalis oppure Lucernaria hora. Il nome è dovuto al fatto che si accendevano le candele, sia per il simbolismo che per motivi funzionali. Un testo latino del 4 secolo, chiamato Peregrinatio, che descrive gli usi liturgici della Chiesa di Gerusalemme, chiama questo servizio religioso Lichnicon che è la trascrizione latina della parola grecalychnikon, corrispondente a Lucernarium. L'autore scrive che l'ufficio aveva luogo all'ora decima, cioè alle 16, ed era celebrato nella chiesa del sepolcro. All'accensione delle luci nel santuario venivano cantati i salmi lucernali, dopodichè seguivano preghiere, litanie e benedizioni. Il rito del Lucernarium è citato anche in altri scrittori del IV secolo come Agostino, Ambrogio, Basilio, Efrem Siro e, poco dopo, in vari concili in Gallia e in Spagna o in testi di monasteri.
Giovanni Cassiano descrive, qualche anno dopo il peregrinatio, l'uffico celebrato dai monaci egiziani: essi recitavano 12 salmi alle Vigilie (mattutini). Poi venivano lette due lezioni, dal Vecchio e dal Nuovo Testamento. Dopo ogni salmo veniva detta una breve preghiera. L'ufficio, molto simile a quello descritto nella peregrinatio, aveva luogo verso le 18 e venivano accese tutte le luci. La synaxis della sera voleva ricordare i sacrifici vespertini della legge antica, come pure l'uso di incenso, candele e lumi che derivava dal rituale ebraico.
Prima del IV secolo abbiamo allusioni alla preghiera serale da parte dei più antichi padri della Chiesa come papa Clemente I (Clemente Romano), Ignazio di Antiochia, Clemente Alessandrino, Tertulliano ecc. Plinio il Vecchio, nella sua famosa lettera scritta agli inzi del 2 secolo, parla di riunioni liturgiche dei cristiani al mattino e alla sera "coetus antelucani et vespertini". I vespri quindi, insieme alle Vigilie, sono il più antico ufficio liturgico conosciuto della Chiesa.
Dal VI secolo
Nel VI secolo l'ufficio dei vespri nella Chiesa latina aveva già la stessa struttura che mantenne nel corso del medio evo fino ai giorni nostri. Un documento dell'epoca descrive l'ufficio benedettino dell'ora della sera, o vespertina synaxis secondo l'ordine seguente:
Quattro salmi, un capitulum, un responsorio, un inno, un versiculum, un cantico dal vangelo (Magnificat), la litania, il Kyrie eleison, il Pater, il finale cioè l'oratio (preghiera) e il congedo (Regola di San Benedetto, XVII).
I salmi per la preghiera della sera sono compresi fra il 109 e il 147 (numerazione greca), con l'eccezione dei numeri 117-127 e 133-142; i salmi 138, 143 e 144 sono divisi in due parti, mentre il 140 e 141 sono uniti. Questa disposizione è circa la stessa di quella dell' Ordo Romanus, con la differenza che in quest'ultimo i salmi sono cinque invece di quattro e con l'introduzione di un inno.
L'ora di esecuzione della preghiera variava fra l'ora decima (le 16) e l'ora dodicesima (le 18). Si trattava quindi dell'ora del tramonto, celebrata prima che la luce calasse, quindi senza necessità di torce o candele. In precedenza, prima dell'introduzione dell'ufficio di compieta a carattere più spiccatamente notturno, i vespri erano celebrati dopo il tramonto.