Yokosuka D4Y

bombardiere in picchiata Primo Arsenale Tecnico Aeronavale di Yokosuka

Template:Aereo militare Lo Yokosuka D4Y Suisei ("Cometa" in giapponese), conosciuto tra gli alleati come "Judy", era un bombardiere in picchiata giapponese impiegato durante la seconda guerra mondiale anche come aereo kamikaze.

Lo sviluppo

Il programma relativo allo sviluppo di un successore per l'Aichi D3A prese il via, mentre ancora non si erano concluse le prove in volo del Val, a seguito di una specifica emessa dalla Marina Imperiale Giapponese. In realtà si trattò di un programma sostitutivo di quello inizialmente preso in considerazione, che riguardava la produzione in Giappone dell'Heinkel He.118, di cui era stato acquistato un esemplare. Naturalmente l'aereo avrebbe dovuto essere adattato alle tecnologie costruttive giapponesi. Dopo una lunga serie di prove in volo, lo Stato Maggiore Imperiale si rese conto che, in pratica, si sarebbe dovuto riprogettare integralmente l'aereo, decisamente troppo pesante per operare con sicurezza dalle portaerei giapponesi. La sperimentazione dell'He.118, tuttavia, influenzò profondamente le autorità giapponesi, così che la specifica che emerse sembrava veramente "tagliata addosso" all'aereo germanico. Dello sviluppo di questo bombardiere in picchiata venne incaricato il primo Arsenale Tecnico Aeronavale della Marina, sito a Yokosuka, che avrebbe provveduto a realizzarne un solo prototipo. Per ragioni di praticità di costruzione si dovette rinunciare all'ala a pianta ellittica e anche gli impennaggi ebbero forma trapezoidale con terminali leggermente arrotondati. Il prototipo venne sviluppato sotto la guida dell'ingegnere Masao Yamana e ne uscì un elegante monoplano ad ala bassa, dalla fusoliera di notevole finezza, di dimensioni contenute e, comunque, inferiori a quelle dell'Aichi D3A. Al termine del lavoro di progettazione dell'originale Heinkel He.118 restava ben poco, a parte il motore a 12 cilindri in linea a V invertita Daimler Benz DB 601A che avrebbe dovuto essere riprodotto in Giappone su licenza. Il D4Y1 era a tutti gli effetti una macchina interamente giapponese. Il team di progettazione capeggiato dall'Ing. Yamana era riuscito a contenere talmente le dimensioni dell'aereo che questo, con un apertura alare di soli 11,50 m, non necessitava di semiali ripiegabili. Ciò nonostante la capacità dei serbatoi era pari a quella del predecessore e nella stiva ventrale poteva essere alloggiata una bomba ben più potente da 500 Kg, dato che ormai era evidente che quelle da 250 Kg in uso erano troppo deboli per poter danneggiare seriamente una grande quantità navale corazzata. I freni aerodinamici ad azionamento elettrico, tre sotto ciascuna semiala, erano dello stesso tipo di quelli già ampiamente sperimentati con successo a bordo del D3A. Il prototipo del D4Y1, potenziato da un motore originale tedesco DB 600G, fu completato nel novembre 1940 e volò nel dicembre di quell'anno.Nel frattempo, visto che il programma prometteva di essere un successo, l'ordine iniziale era stato portato a 5 prototipi. I 4 prototipi successivi vennero consegnati nel corso del 1941 e andarono a raggiungere il primo, impegnato nei voli di collaudo. Erano tutti potenziati dai DB 600G da 960 hp ottenuti dalla Germania e avevano un armamento difensivo costituito dalle solite tre mitragliatrici, due calibro 7,7 mm Tipo 97 fisse sincronizzate in fusoliera e una calibro 7,92 mm brandeggiabile a disposizione del mitragliere/marconista. Il carico bellico massimo per missioni su brevi distanze era costituito dalla bomba da 500 Kg nella stiva ventrale e da due bombe da 30Kg appese sotto le semiali. Nel corso dei voli sperimentali, quando l'aereo effettuava la sua ripida picchiata, vennero alla luce le prime difficoltà sotto forma di vibrazioni aeroelastiche indotte dall'interferenza dell'ala con gli aerofreni.Divenne poi evidente, con l'inizio delle ostilità, che la produzione di motori raffreddati ad acqua su licenza tedesca non avrebbe mai potuto far fronte alle richieste, quindi si decise di sostituire il motore con un propulsore di progettazione locale. Gli aerei di pre-serie iniziarono ad uscire dalle catene di montaggio dell'Arsenale di Yokosuka nel 1942. Grazie alla loro grande autonomia, alcuni esemplari furono modificati per l'impiego come fototricognitori mediante l'installazione di una macchina fotografica nella fusoliera. Tre di questi eano imbarcati sulla Soryu quando la portaerei partecipò alla Battaglia di Midway. I ricognitori diedero buona prova tanto che, sotto la denominazione di D4Y1-C, ne venne prodotta una piccola serie, circa 25 esemplari in tutto, distribuiti alle portaerei sopravvissute al disastro di Midway.

Prototipi e versioni

  • D4Y: designazione dei primi 5 prototipi.
  • D4Y1: prima versione di serie, con struttura alare irrobustita e aerofreni ingranditi.Fu accettata in servizio operativo come bombardiere in picchiata solo nel corso del 1943.
  • D4Y1-C: variante da fotoricognizione a grande raggio.
  • D4Y2: seconda versione di serie, realizzata a partire dalla primavera del 1944 ed era equipaggiata coni più potenti Aichi AE1P Atsuta 32 da 1400 hp. Se ne conoscono almeno 4 varianti:
    • Mod.12 : con la stessa fusoliera del precedente Mod.11
      • Mod.12A : differisce solo per avere una mitragliatrice brandeggiabile da 13 mm.
    • Mod.22 : noto anche come D4Y2 KAI dotato di attacchi per la catapulta
      • Mod.22A : differisce solo per avere una mitragliatrice brandeggiabile da 13 mm.
  • D4Y2-C: variante da fotoricognizione del precedente.
  • D4Y2-S: variante da caccia notturna prodotta in pochi esemplari.
  • D4Y3: versione con il motore radiale Mitsubishi Mk8P Kinsei 62 da 1560 hp. Nell'autunno del 1944 diventò la sola versione in produzione.
  • D4Y4: versione da attacco suicida. Era monoposto ed era armato con una bomba da 800 Kg.
  • D4Y5: versione con motore Nakajima NK9C Homare 12 da 1800 hp. Non entrò in produzione.

In tutto furono prodotti 2038 esemplari, di cui 215 presso l'11° Arsenale Aeronavale di Hiro. La produzione cessò soltanto alla fine delle ostilità.

Il servizio operativo

Dopo una partenza con il piede sbagliato e dopo aver subito una serie di modifiche di notevole rilevanza, il Suisei giunse alla maturità operativa troppo tardi per poter dimostrare in pieno le sue eccellenti caratteristiche sia come bombardiere in picchiata che come ricognitore a lungo raggio. L'unica occasione in cui i D4Y ebbero la possibilità di operare nel ruolo per il quale erano stati concepiti fu nel corso della controffensiva giapponese lanciata dopo che gli statunitensi avevano invaso le Marianne, nel giugno 1944. Disgraziatamente la copertura aerea non era più al livello di quella che aveva consentito i successi iniziali, per contro, l'efficacia e la consistenza numerica dell'avversario erano cresciute a dismisura. Le perdite furono ingenti, anche per la scarsa preparazione del personale di volo giapponese che aveva sostituito le perdite subite a Midway. Ancora peggiore si dimostrò la situazione nel corso della celebre Battaglia del Mare delle Filippine che segnò la fine delle speranze militari del Giappone. Nel corso di questa battaglia e di quella di Leyte le portaerei funsero solo da esca per distogliere la forza principale statunitense dalla protezione delle aree di sbarco. Con tutto ciò le portaerei e i residui reparti imbarcati si immolarono inutilmente, perché lo scopo principale non fu raggiunto. Le perdite assommarono a circa 400 aerei, compresi quelli basati a terra. La forza aeronavale giapponese aveva cessato di esistere. L'unico successo che può essere attribuito con certezza ai Judy pilotati dai kamikaze è l'affondamento della portaerei Princeton.