Elizabeth (film 1998)

film del 1998 diretta da Shekhar Kapur

Elizabeth è un film del 1998 diretto da Shekhar Kapur, prima parte di una trilogia che ha visto nel 2007 la realizzazione del secondo capitolo, Elizabeth: The Golden Age.

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[[File:|frameless|center|260x300px]]Cate Blanchett in una scena del film
Durata124'
Regia{{{regista}}}

Trama

Template:Trama Nel 1558, la Regina cattolica Mary d'Inghilterra muore di cancro uterino, lasciando come unica erede la sorellastra protestante Elizabeth. Elizabeth era stata inizialmente rinchiusa nella Torre di Londra, per presunta cospirazione contro sua sorella, anche se in seguito era stata liberata dalla regina stessa e confinata nella sua casa di campagna. Grazie all'incoronazione cerca di ristabilire l'ordine nel suo disastrato paese e la religione ufficiale torna ad essere il Protestantesimo. Il film mostra il corteggiamento dei vari regnanti d'Europa interessati al trono, tra i quali vi è anche il Duca d'Anjou, il futuro Enrico III di Francia. Elizabeth però è palesemente innamorata di un suo cortigiano, Robert Dudley, Conte di Leicester.

Elizabeth deve anche preoccuparsi di varie cospirazioni alla sua persona e al suo regno, una delle quali è architettata dal Duca di Norfolk, un cattolico della sua corte che in accordo con Marie De Guise, vorrebbe innalzare al trono la figlia di quest'ultima nonché cugina di Elizabeth, la Regina Cattolica Mary di Scozia. Alla fine Elizabeth riuscita a scampare a due attentati (uno tramite un vestito avvelenato, l'altro più diretto per mezzo di una freccia), prende l'amara e triste decisione di far uccidere tutte le persone che conspirano contro di lei: Norfolk e i suoi compagni sono decapitati, mentre Marie viene uccisa dal fidato protettore della regina, Francis Walsingham. Purtroppo, tra i suoi nemici c'è anche il suo amato Robert: infatti, l'uomo era stato respinto da Elizabeth quando questa aveva scoperto che egli era sposato e il conte si era alleato con la Spagna, convinto di poter salvare la sua regina. Elizabeth lo risparmia, ma decide di rinunciare alla vita privata e si dedica anima e corpo al suo paese diventando la Regina Vergine e dando inizio all'Età dell'oro. Template:Finetrama

Inesattezze storiche

  • Il vero Robert Dudley non congiurò mai contro Elizabeth, e rimase un suddito fedele sino alla sua morte.
  • Nel film Elizabeth rimane molto amareggiata quando scopre che Robert è già sposato, mentre nella realtà ciò non sarebbe potuto succedere, visto che era presente alle nozze.
  • La sua mano venne realmente chiesta da Henri d'Anjou, ma soltanto in via epistolare e del matrimonio non se ne fece più niente. Qualche anno più tardi ci fu una nuova proposta da parte del fratello minore di Henri, il duca François d'Anjou, che andò in Inghilterra e incontrò Elizabeth. Il duca tornò in Francia e benché fossero già stati presi gli accordi per le nozze, non si sposò mai perché morì poco dopo.
  • William Cecil non aveva che quarant'anni quando Elizabeth salì al trono, mentre nel film è un anziano e in seguito non si ritirerà dal suo compito; anzi, rimase uno dei più fidati consiglieri della regina fino alla sua morte, avvenuta poco prima di quella di Elizabeth.
  • Marie De Guise non fu assassinata, ma morì di idropisia.
  • Nel film Elizabeth ha gli occhi azzurri, il colore naturale di quelli di Cate Blanchett e sono messi molto in risalto nel manifesto originale. In realtà Elizabeth aveva gli occhi ambrati presi da sua madre Anna Bolena e i famosi capelli rossi di suo padre, Enrico VIII.
  • Quando Elizabeth viene arrestata, il duca di Sussex si appella e lei come "Principessa Elizabeth", mentre dovrebbe dire "Lady Elizabeth", visto che il titolo regale le fu tolto dopo la decapitazione di sua madre.
  • Il Papa non ordinò mai ad un monaco di attentare alla vita della regina. L'attentato col vestito avvelenato è ripreso dal film La meravigliosa Angelica.

Riconoscimenti

Nel 1999 il British Film Institute l'ha inserito al 71° posto della lista dei migliori cento film britannici del XX secolo.[1]

Note

  1. ^ (EN) The BFI 100, su bfi.org.uk. URL consultato il 18-6-2008.

Collegamenti esterni

Voci correlate

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