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Pracchia, il cui nome deriva probabilmente dal latino pratia, (nel significato di prati, campi), è una località montana di Pistoia, posta sul fiume Reno. Il paese ha un percorso storico differenziato dalla città di Pistoia.

Fu antica sede di una dogana fra il Granducato di Toscana e lo Stato della Chiesa e centro della Magona Granducale. Il governo mediceo volle erigervi una cappella che fu promossa a Parrocchia nel 1687. L'abitato, attraversato dalla ferrovia Pistoia - Bologna ultimata nel 1864, ha ospitato fino ad anni recenti un'importante ferriera i cui locali furono successivamente destinati ad accogliere un Museo storico (Itinerario del Ferro all'interno dell'Ecomuseo della Montagna pistoiese).

Pracchia i primi del Novecento.
Si notino i campi terrazzati e la ferrovia

Dal 21 giugno 1926 al 30 settembre 1965 da Pracchia partiva la Ferrovia Alto Pistoiese (FAP) a trazione elettrica con scartamento ridotto, che congiungeva alcuni paesi fino a Mammiano. Ancora oggi è visibile la stazione FAP, di fronte a quella FS, purtroppo abbandonata e in pessimo stato di conservazione.

Pracchia, località Setteponti direzione Emilia


Particolari toponimici

Vi sono alcune differenze nell'indicare certe componenti orografiche a partire da quell'antico spartiacque che fu il monte Pidocchina.
Nella prospiciente regione Emilia, una elevazione di terreno di una certa importanza viene per lo più chiamata monte, ma già nei dintorni di Pracchia si legge e si sente una certa propensione nell'uso del termine poggio. Il termine poggio è comunque adottato correntemente nella cartografia ufficiale di zona dell'IGM. Ad esempio, il Poggio de' Lagoni. È da notarsi che l'uso del termine poggio è sia della parlata popolare quanto dei documenti ufficiali.

Un altro termine orografico, forse ancora più significativo e semanticamente più ampio del precedente è la fórra (la corretta pronunzia vuole la o chiusa).
Col termine forra ci si riferisce ad un corso d'acqua ripido e scosceso indicato in altri luoghi italiani come rio, rivo, fosso oppure ruscello ma anche, in alcuni casi, come torrente. Forra è nell'uso più ristretto e un po' meno frequente, meno popolare di poggio: tuttavia lo si trova con maggiore frequenza nella toponomastica ufficiale del luogo. Ad esempio: via di Forravilla e nella variante: via (di) Forra Villa. Va tuttavia evidenziato che è il percorso impervio e relativamente incassato nel terreno del corso d'acqua che sancisce l'uso del termine. Nessuno, infatti, direbbe né scriverebbe (se non per celia) la Forra Reno che qui ha sì l'aspetto di un torrente ma senza però mostrare l'asperità e la pendenza di un burrone.

Il termine orrido lo ritroviamo in Emilia ma in modo particolare in tutta la chiostra delle Alpi lungo il versante italiano e regolarmente adottato nella cartografia ufficiale dell'IGM. Il primitivo significato stava ad indicare un generico luogo selvaggio ed estremamente pericoloso ma poi fu preso e circoscritto come sinonimo topografico e geologico di burrone o di precipizio.
Gli orridi qui si mutano in forre le quali, in ultimo, indicano propriamente un particolare andamento orografico del terreno: un impervio ruscello qualora prosciugatosi non potrebbe chiamarsi più così ed ecco nascere il termine localizzato, più universale, più generico di forra.

Clima e microclima

La particolarissima conformazione orografica fa sì che Pracchia trovandosi in una valle molto profonda e stretta sia investita da venti "di caduta", in genere spiranti da sud, i quali producono temperature e venti di ben più alta montagna.

Attualmente non sono resi di dominio pubblico i dati delle osservazioni meteo a Pracchia: la stazione meteo di riferimento più prossima è situata al Passo della Collina.

Vie di comunicazione

L'importanza della ferrovia

Pracchia dispone di varie modalità di collegamento con le due principali città: Pistoia e Bologna. Si è accennato alla presenza della strada ferrata la quale, sia pure di interesse locale, svolge adeguatamente il compito di collegare i vari paesi nella valle del Reno. Secondo quanto scaturito da una ricerca del Gruppo di Studi Alta Valle del Reno risulterebbe essere stata proprio la ferrovia la prima possibilità di un collegamento stabile e affidabile con i versanti emiliano e toscano.
Renzo Zagnoni uno studioso del su citato Gruppi di Studi Alta Valle del Reno afferma che ... la strada di Pracchia venne costruita verso il 1880.
A parte il secondario elemento di una precisissima datazione storica è invece importante ricordare che la strada fu costruita proprio per asservire i cantieri della costruenda strada ferrata. Prima di allora i collegamenti si svolgevano per mezzo di vie che con gli attuali parametri di classificazione si potrebbero definire mulattiere e nelle migliori ipotesi delle carrarecce. Erano in sostanza dei percorsi non asfaltati che si tramutavano in corsi d'acqua melmosi durante le abbondanti piogge e frequentissimi erano gli smottamenti di terreno dai fianchi dei monti i quali ostruivano il passaggio di carri, diligenze e persone a volte per alcuni giorni. L'andamento planimetrico della strada risentì della presenza della ferrovia.

La piccola e la grande stazione ferroviaria di Pracchia

Un caso interessante di storia dell'ingegneria civile si presenta per il sedime della stazione di Pracchia. Laddove esso attualmente si trova, un tempo, prima della costruzione della ferrovia, vi era l'alveo del fiume Reno che fu deviato dal suo corso in direzione ovest per permettere il traforo del monte all'imbocco sud della galleria ferroviaria. Come prova adducibile vi sono i documenti di studio teorico e di cantiere dell'ingegnere francese J.L. Protche che sono conservati in parte alla Forteguerriana di Pistoia e in parte all'Archiginnasio di Bologna. Tuttavia esiste tutt'oggi la possibilità di esperire coi propri occhi la remota deviazione: è sufficiente recarsi al di sopra del campo sportivo (dietro lo stabilimento dell'Acqua Silva) completando un paio di tornanti e osservare dall'alto l'anomalo andamento del fiume Reno che presenta una evidentissima e brusca piegatura a gomito dell'alveo in direzione opposta all'area ferroviaria.

La ferrovia Bologna-Pistoia è attualmente esercita da Trenitalia, mentre il servizio ferroviario a scartamento ridotto che collegava Pracchia con San Marcello Pistoiese e con retrocessione fino a Mammiano fu rilevato dalla CoPiT (Cooperativa Pistoiese Trasporti).

La piccola stazione esterna della FAP è attualmente (2008) ridotta quasi a un rudere; è prospiciente l'entrata della stazione principale, dalla parte opposta della piazzetta. A parte una lapide in pietra naturale recante le lettere FAP sovrastanti un fascio di rami di castagno e un cerchione metallico (simboli rispettivamente del bosco e della ferrovia) posto sul frontone dell'edificio, nulla lascia minimamente trasparire che ivi fosse attiva una stazione di treni con sede separata da quella delle FF.SS. con tanto di locali per i viaggiatori, biglietteria, locale di ricovero per la motrice, per le carrozze e, al primo piano, l'abitazione del capostazione titolare con famiglia.

La crisi e la rinascita del servizio ferroviario

A Pracchia la stazione ferroviaria è impresenziata a partire da circa il 1992 quando tutto il personale addetto (una quarantina di dipendenti) fu trasferito altrove per gravi motivi d'ordine economico che gravavano sulla gestione delle Ferrovie dello Stato. Per un certo periodo di tempo si temette per la sopravvivenza della stessa strada ferrata Bologna-Pistoia. Le relazioni fra Pracchia e Pistoia e fra Pracchia e la valle del Reno furono ridotte nella frequenza giornaliera; l'ultimo treno di categoria diretto, fra Pistoia e Bologna, fu composto attorno il 1991/1992. Da quel biennio in poi la strada ferrata Porrettana fu idealmente scissa in due tronconi di servizio per i passeggeri: Pistoia - Porretta Terme e Porretta Terme - Bologna (e viceversa). Attualmente i tipi di treni sono classificati come Regionali Trenitalia. Verso il 2003 si iniziò un processo di informatizzazione dei tabelloni cartacei su tutte le stazioni della Porrettana, Pracchia compresa, e ancor prima dell'emissione di biglietti proprio nella sala d'aspetto, eliminando gli anacronistici punti di vendita esterni (bar, ufficio postale, pompa di benzina).

Tuttora la stazione pracchiese conserva un ruolo di rilievo in quanto, dopo quella di Porretta Terme, rimane la più grande stazione fra Pistoia e Bologna. Proprio in virtù dell'estensione e numero di binari è predisposta per le precedenze fra i convogli da e per Porretta Terme. Occorre infatti ricordare che la Porrettana è una linea a binario semplice (con eccezione di brevi tratti fra Casalecchio di Reno e Bologna, e fra Pistoia ovest e Pistoia).

Trasporto passeggeri su strada ordinaria

La linea di autobus per San Marcello portò delle novità con cambi di vettura a Campotizzoro per l'Abetone, Pistoia e Firenze, località che un tempo erano raggiungibili solo tramite ferrovia.
È significativo che, quasi un retaggio del servizio svolto dall'antica ferrovia, le corse di autobus per San Marcello Pistoiese in partenza da Pracchia, avvengano solo dopo un congruo numero di minuti dall'arrivo del treno da Pistoia. Le coincidenze, essendo regolate solo su quest'ultima località, indicano che il maggior flusso di pendolari fa riferimento a Pistoia piuttosto che alle località del versante emiliano (Porretta Terme in particolare).

Quasi contestualmente alla chiusura della piccola ferrovia FAP avvenuta nel 1965 e all'assunzione del nuovo incarico di servizio pubblico da parte della CoPiT, fu inoltre istituita una linea di autobus che collega Pracchia al paese di Orsigna.

Declassamento della Strada Statale

A Pracchia, nella sua periferia nord, esiste tuttora (giugno 2008) un cartello residuo dell'ANAS che recita: S.S. 632 Traversa di Pracchia. Pracchia infatti è intersecata oltre che dal Reno da una strada statale che è sempre stata intensamente percorsa da mezzi pesanti ed intenso traffico in generale dal Ponte della Venturina fino a Pistoia. Dopo il passaggio di competenza dall'ANAS alla regione Toscana furono avanzati dei dettagliati progetti di manutenzione.

Si iniziò a parlare del declassamento della SS 632 in occasione del Decreto Legislativo n. 112 del 1998 ma il passaggio di competenza dall'ANAS alla regione Toscana avvenne solo nel 2001. Tuttavia il declassamento avvenne solo fra il 2007 e il 2008 comportando una storica e radicale riduzione del traffico (a esclusione dei TIR in entrata e uscita dallo stabilimento dell'acqua Silva) mai esperita nella storia del paese. Vi è da notare che le situazioni di pericolo e di inquinamento atmosferico ed acustico erano occasioni di reiterate lamentele della popolazione.

Alterne vicende

Pracchia ha vissuto nella sua storia alterne vicende.

Oltre ad essere stata dogana granducale e sede della ferriera Sabatini e delle Ghiacciaie, subito dopo la costruzione della Ferrovia Transappenninica e grazie ad essa, ha vissuto il suo periodo d'oro. Soprannominata la "Perla della Montagna Pistoiese", era una delle più importanti stazioni climatiche dell'Appennino toscano settentrionale, grazie anche alla sorgente Orticaia. Fu perciò naturale meta di villeggianti soprattutto nel periodo estivo.

La costruzione della ferrovia incrementò la produzione ed il commercio del ghiaccio, del carbone e del legname in tutta la Montagna Pistoiese. Alla ferrovia di Pracchia era annesso il ventilatore "Saccardo", ideato appunto dall'ingegnere Saccardo, un imponente sistema di ventilazione che serviva a liberare la galleria Pracchia-San Mommè dal fumo del treno all'imbocco sud.

Il paese ha poi visto un progressivo calo di abitanti e di villeggianti nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale a causa del fenomeno delle migrazioni dalla Montagna pistoiese verso la città, conclusosi con un notevole declino negli anni '80-'90. È importante precisare che tale decadenza non si limitò al calo degli abitanti ed ospiti, ma interessò antichi edifici un tempo destinati ad accogliere i villeggianti. Una parte di essi furono parzialmente demoliti (come lo storico albergo Appennino del quale rimane oggi solamente l'annessa villa in stile liberty della residenza padronale) a causa delle compromesse condizioni generali delle strutture portanti. La rimanente parte fu interessata da una riclassificazione del Catasto italiano (come ad esempio gli antichi alberghi Fiornovelli e Leyda) e definitivamente adibiti ad abitazioni civili o casa di riposo per anziani.

Con la cosiddetta Rivoluzione pacifica dell'Appennino libero, i pochi giovani rimasti si sono riuniti in una Associazione culturale che dà vita a iniziative tese a focalizzare l'attenzione su Pracchia e sulla Montagna Pistoiese in generale, puntando sulle tradizioni del bosco, della castagna, della musica, dell'acqua, del verde e dell'accoglienza.

Feste e manifestazioni

 
Festival del Maggio Itinerante a Pracchia

La festività più importante è quella patronale di San Lorenzo, il 10 agosto. Intorno a quella data e per quasi tutto il mese si svolgono varie ricorrenze, come il mercatino dell'antiquariato, commedie di Teatro popolare e vernacolare, varie manifestazioni culturali, mostre e giochi pirotecnici a cura della locale Pro Loco, della Misericordia e dell'Associazione Folkloristika.

Sempre attuali e mai dimenticate sono la Sagra dei necci e del castagnaccio prodotti con farina di castagne, giochi per bambini e altro.

Un'altra ricorrenza che caratterizza ancora oggi Pracchia è il Festival del Maggio Itinerante (cantar maggio o Calendimaggio o Beltaine), un festival di Cantori popolari ispirati ai canti del Maggio, che fa di Pracchia una tappa di un itinerario che comprende vari paesi della Montagna Pistoiese, come Popiglio, Gavinana e Campo Tizzoro.

A Pracchia si attuano ogni anno alcune iniziative benefiche per gruppi di bambini e ragazzi di Chernobyl, bisognosi di soggiorni terapeutici.

L' U.S. Pracchiese è la società sportiva di Pracchia, fondata nel 1919, organizza il torneo di calcio a 7, Memorial Amedeo Gianluca Mirco.

Il Montagna Folk Festival

 
Montagna Folk festival 2005

Dal 2003 Pracchia ospita il Montagna Folk Festival, un festival della musica popolare e delle sue contaminazioni. Promosso da una locale associazione ricreativo-culturale, il suo obbiettivo consiste nel valorizzare le diversità etnico-musicali italiane.

Pracchia si ritrova quindi ad essere per tre giorni all'anno il Paese del folk, unendo sotto questa denominazione, i vari folk più o meno tradizionali, le contaminazioni, fino alla World Music. Il festival ha collaborazioni con Emergency, le Misericordie, la Regione Toscana e l'Università degli Studi di Firenze.

Insieme con questo festival, si è sviluppato un epifenomeno, la cultura dell'homo OMba, movimento culturale umanistico di recente formazione.



Luoghi d'interesse

Pracchia per il fatto di disporre da oltre 150 anni della maggiore stazione ferroviaria (sia pure impresenziata) della Montagna Pistoiese, può essere un interessante punto di partenza per qualsiasi escursione.

La ferriera Sabatini, al centro del paese e quasi a cavallo del fiume Reno, una volta cessata la produzione, fu restaurata e successivamente aperta ai visitatori. Attualmente si possono esaminare l'antica strumentazione, gli utensili di lavoro quotidiano, e rendersi conto delle antiche lavorazioni siderurgiche. Essa è sicuramente un ottimo esempio della cultura protoindustriale. Questa ferriera, inserita nell'Itinerario del Ferro, fa parte dell'Ecomuseo della Montagna pistoiese. Interessanti sono anche i ruderi delle ghiacciaie delle Due vie.

Esiste un ponte stradale denominato Il ponte del Diavolo situato lungo la strada per il paese di Frassignoni ed in prossimità del bivio che conduce alla località Setteponti, il quale deve il suo nome a un'incisione colorata in bianco su massi affioranti dal greto del torrente Forra di Faldo che raffigura un diavolo caudato nella tipica smorfia dello sberleffo.

Verso i poggi, a sud, sono tutt'ora visibili le parti esterne degli antichi quattro pozzi di scavo della ferrovia transappenninica. A una cinquantina di metri dalla sorgente perenne La fredda si possono rinvenire, sia pure con qualche difficoltà, le tracce dell'antico pozzo di scavo numero 1 che fu chiuso circa 160 anni fa a causa delle copiosissime infiltrazioni d'acqua sorgiva che ne impedirono lo scavo allo scopo di accedere più speditamente al costruendo tunnel ferroviario. Quello che oggi viene indicato da alcuni pracchiesi come Pozzo numero 1 in realtà nelle carte progettuali originali dell'ingegnere francese J.L. Protche fu indicato come Pozzo numero zero.

Verso ovest, proprio a ridosso del monte, si trova Pianaccio, un paesino senza strade dal quale si domina Pracchia.

Alla periferia sud del paese si trova il parco del campo sportivo, con l'annessa Fabbrica del verde; quest'ultima è un edificio ospitante una tappa della GEA ma soprattutto un centro di soggiorno e di formazione per l'educazione ambientale sotto il patrocinio dell'assessorato all'Educazione e Formazione del comune di Pistoia.
A distanza di poche decine di metri dalla Fabbrica, proprio al limitare del bosco ed in esso immersa, si trova la piccola e suggestiva fonte chiamata dagli abitanti Reginella. Interessanti anche i Quattro castelli.

È inoltre possibile fare escursioni più impegnative sul monte Gennaio e sul lago Scaffaiolo a nord-ovest passando dal rifugio di Porta Franca (1580 m s.l.m.), mentre verso nord-est sul monte Pidocchina attraversando l'antica borgata di Frassignoni.

Procedendo verso nord, in prossimità di Lagoni si trova uno splendido lago per la pesca sportiva.

Infine la verdeggiante valle dell'Orsigna, col torrente omonimo che si getta nel fiume Reno, di fronte alla Forra di Faldo e la foresta del Teso ricca di abeti, di pini e di piccoli corsi d'acqua.

Per ultimo, ma non certo per importanza, va ricordato come elemento fortemente consolidato sia nell'economia che nella cultura agreste l'acqua Silva, con lo stabilimento per la presa dall'antica fonte Orticaia e l'imbottigliamento di acqua oligominerale attiva da oltre un secolo. Essa sgorga da vari impianti di estrazione posti alle falde del poggio Ciliegiaccia a 950 m s.l.m. a circa 3 chilometri dal paese.

Personaggi

File:Associazione Folkloristika - Lito.jpg
Stendardo allegorico della associazione Folkloristika (disegno di Lito)
  • Tiziano Terzani giornalista. Pur non avendo avuto contatti diretti con il paese di Pracchia, se non di passaggio, è forte la sua influenza, vista la vicinanza con quella che è stata da lui stesso definita la sua "piccola Himalaya", ovvero il bellissimo paese di Orsigna, posto sulla valle omonima, a 5 km da Pracchia.
  • Soriano Caporali poeta. Autore della raccolta "Frammenti" (Société Éditoriale Mapsulonnaise) in cui il poeta vive i giorni di oggi in una costante tensione con i ricordi di un passato, meno commercializzato e più vero. Tra una riga di speranza ed una di delusione. Un poeta dell'Appennino. Un Uomo che ha visto la semplicità e che ce la racconta come esigenza impellente... .
«Paradosso???...
Se questa civiltà
vorrà nel suo (domani)
ancora esistere!
(dovrà tornare indietro)
con quella convinzione
che quello è il solo modo
per andare avanti»
  • Lito fumettista, illustratore, muralista, viaggiatore. Si distingue principalmente per le sue abilità grafiche a mano libera. Primo illustratore delle fiabe dell' homo Omba e della collana Il regno di Pracqualon, nonché autore delle scenografie del Montagna Folk Festival. Il suo cammino lo porta in Guatemala, dove con sua moglie Anna incrementa la sua produzione in vari ambiti grafici, firmando innumerevoli murales artistici e propagandistici.

Bibliografia

  • AA.VV., La Ferrovia Transappennina, il collegamento attraverso la montagna bolognese e pistoiese (1842 - 1934), edizioni del Gruppo Studi Alta Valle del Reno (Novembre 1985 e Gennaio 2001).
  • Bietolini Alfonso, Bracci Gianfranco, GEA. Grande escursione appenninica, ediz. Tamari Montagna (Maggio 1985).
  • Briganti Callisto, File 2471 Progetto Pegasus, Société Éditoriale Mapsulonnaise (Novembre 2005).
  • Caporali Soriano, Paradosso, Société Éditoriale Mapsulonnaise (Luglio 2006).
  • Cincirinella & Frasca dell'Osteria (curatore), "Appennino Libero", La storia di Italia vista dalla Montagna Pistoiese - Raccolta sistematica, edizioni Impantarei (Prima edizione Marzo 2005).
  • Ferrari Luca, Folk Geneticamente Modificato, ediz. Nuovi Equilibri, (Gennaio 2003).
  • Gargini S., Non son poeta e non ho mai studiato, cantate voi che siete alletterato. Canti della tradizione popolare ed altre notizie e documenti raccolti, Comune di San Marcello Pistoiese (1986).
  • Maremmi Giorgio, Pracchia-il Paese di nessuno, Ediz. Atheneum - (Settembre 1994).
  • Panconesi Maurizio, Porrettana trekking. Ricognizione storica lungo le antiche vie di servizio delle strade ferrate Bologna-Pistoia, Edi.Libra (1992).
  • Panconesi Maurizio, Presente e passato tra gli Appennini - Alta Valle del Reno e Badia a Taona, Ed. La Vaporiera, Cento, 2003.
  • Panconesi - Colliva - Franchini, Cara Porrettana... (La linea Bologna-Pistoia tra storia e leggenda) Ponte Nuovo Editrice (1982).
  • Tosi Maria Teresa (curatrice), Vecchie immagini della Montagna. Edizioni del Comune di Pistoia (Marzo 1989).
  • Venturi Damiano (curatore), Omba scritture, edizioni Impantarei (Giugno 2007).
  • Vinea Francesco, Storia della pittura italiana dell'800, vol. III, Milano (1975).

Cartografia

  • Carta Tecnica Regionale 1:10.000 Foglio n. 251110 in formato grafico vettoriale dwf[1]
  • Carta Tecnica Regionale 1:2.000 Foglio n. 81504 in formato grafico vettoriale dwf[2]
  • Carta sentieri e rifugi 1:25.000 n. 15/18, Multigraphic, Firenze

Collegamenti esterni