Raimondo della Torre
Raimondo Della Torre (?-23 febbraio 1299), fu patriarca di Aquileia dal 1273 al 1299.
Figlio di Pagano I della Torre Signore di Milano e della Valsassina in Lombardia, fratello di Napo della Torre apparteneva alla potente famiglia lombarda dei Della Torre. Fu Arciprete di Monza dal 1251 al 1262, Arcivescovo di Milano (titolare non insediato) nel 1261/1262, Vescovo di Como dal 1262. Nel 1269 fu catturato da Corrado Venosta Von Matsch (feudatario del Castello di Buffalora) ed esposto in una gabbia al pubblico ludibrio a Sondalo in Valtellina. Venne poi liberato dalle milizie di Napo Torriani che distrussero il castello il 25 settembre 1273. Fu poi nominato dal Papa Patriarca di Aquileia dal 30-12-1273; presso di lui trovarono rifugio in Friuli i Della Torre e i nobili milanesi a loro fedeli dopo la sconfitta nella battaglia di Desio. Grazie alla sua posizione inizia la presenza dei Della Torre in Friuli. Fu un esponente di spicco del partito dei Guelfi. Tra i patriarchi che gestirono il potere nel Friuli del Medioevo, fu certamente uno dei migliori, ma purtroppo, come i suoi predecessori e i suoi successori, ebbe contro i Trevigiani, i signori Da Camino, i conti di Gorizia e i Veneziani. E' sepolto nella Basilica di Aquileia.
Le guerre
Lottò contro i goriziani per riconquistare il castello di Cormons; lottò contro Venezia per undici anni per riconquistare alcune posizioni nell'Istria. In questa circostanza, per tener fronte al potente esercito veneziano, istituì una «leva militare dai 18 ai 60 anni». Riuscì ad arruolare 40.000 fanti e 5.000 cavalieri. Questa guerra si concluse con una sua vittoria, nel 1291.
Anche da ponente, i Trevigiani, i Caminesi, i Da Prata e i Da Polcenigo, devastarono i paesi oltre il fiume Livenza. Tali azioni provocarono l'intervento del patriarca che a sua volta devastò il territorio dei Trevigiani.
Raimondo represse vari ribellioni dei suoi feudatari con il consenso dei vescovi di Feltre, di Trieste e Capodistria, poté riprendere possesso di Sacile e riappacificarsi con i Da Camino.
Riuscì anche a stroncare la ribellione dei conti di Gorizia del 1297 provocandone la fuga. Purtroppo la tregua durò appena due anni perché lo stesso conte occupò nel 1299 con le sue truppe la gastaldia di Tolmino.
Il governo civile
La figura storica del Patriarca Raimondo spicca per la sua grandezza e lungimiranza, durante il suo patriarcato furono introdotte numerose riforme:
- Proibì i pegni senza licenza, per evitare e combattere l'usura.
- Cambiò due volte la moneta patriarcale.
- Restaurò la Rocca di San Vito al Tagliamento, circondandola di mura.
- Ingrandì il palazzo patriarcale di Aquileia
- Istituì scuole di vario tipo, dove si impartivano lezioni di diritto, medicina, chirurgia e varie altre discipline.
- Cercò di ridurre la schiavitù con apposite leggi, rendendo liberi i figli nati da madre libera e da padre schiavo.
- Ebbe con testamento del duca Ulrico di Carinzia, per il Patriarcato di Aquileia, la città di Lubiana e sui dominii nelle città della Carniola.
A fronte di queste benemerenze, è doveroso riportare alcune sue scelte più discutibili:
- Raimondo, dal 1275, con truppe scelte friulane, andò in Lombardia ad affiancare le milizie lombarde dei Torriani suoi parenti, che erano in lotta contro i Visconti per il dominio della Signoria di Milano.
Queste azioni belliche provocarono al Patriarcato ingenti spese e causarono il sacrificio di molti uomini.
- Peccò di nepotismo, pratica per altro ampiamente diffusa in quei tempi, favorendo la sua famiglia e introducendo in Friuli numerose casate lombarde, a cui concesse feudi e cariche civili.
Durante il suo patriarcato, il Friuli subì gravi alluvioni e due rovinosi terremoti nel 1279.