Il mastino dei Baskerville

romanzo scritto da Arthur Conan Doyle

Il Mastino dei Baskerville fu il terzo romanzo di Arthur Conan Doyle con protagonista Sherlock Holmes e venne originariamente pubblicato a puntate sulla rivista Strand Magazine dall'agosto 1901 all'aprile 1902. Cedendo alle pressanti richieste dei lettori e dell'editore, Conan Doyle resuscitò con questo romanzo la sua creatura letteria, che aveva "ucciso" nel racconto Il Problema Finale, pubblicato sempre sullo Strand nel dicembre 1893.

Il mastino dei Baskerville visto da Sidney Paget. Disegno apparso su Strand Magazine, rivista britannica pubblicata dal 1891 fino a pochi anni dopo la fine della seconda guerra mondiale.

Nell'edizione pubblicata sullo Strand, Conan Doyle volle inserire una nota a piè di pagina, dove ringraziava l'amico "Fletcher Robinson per avergli fornito spunti importanti sia per la stesura del soggetto che per l'ambientazione della trama.

Trama

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Nella landa desolata di Dartmoor, nel Devon, l'anziano Sir Charles Baskerville viene rinvenuto cadavere nel parco della sua villa, apparentemente stroncato da un attacco cardiaco. Il suo medico personale, nonchè intimo amico, James Mortimer, è invece convinto che ne sia responsabile una creatura diabolica, la quale si aggirerebbe nella brughiera sotto forma di gigantesco cane. Sulla famiglia dei Baskerville aleggia infatti una maledizione, provocata dal comportamento blasfemo e criminale di Sir Hugo Baskerville, che due secoli prima aveva ucciso una ragazza innocente perchè non gli si era concessa, ed era stato per questo dilaniato da un enorme cane, comparso dal nulla come un fantasma. Da allora il mostro perseguita gli eredi maschi di Baskerville Hall, portando loro una morte precoce e violenta.

Per risolvere il mistero e proteggere Sir Henry, ultimo membro vivente della famiglia Baskerville, Sir Henry, il dottor Mortimer chiede aiuto a Sherlock Holmes. Quest'ultimo rifuta l'idea di un intervento soprannaturale, tuttavia dopo aver fortunosamente sventato un attentato alla vita di Sir Henry, accetta il caso e chiede al dottor Watson di accompagnare Mortimer e Sir Henry a Dartmoor, per svolgere le indagini preliminari.

Durante la sua permanenza a Baskerville Hall, Watson scopre che più di una tra le persone vicine a Sir Henry nasconde un segreto incoffessabile e, aggirandosi nella lugubre brughiera, è costretto ad ammettere con se stesso che a ciunque si aggiri per la campagna all'imbrunire o si fermi ad ascoltare i lugubri ululati provenienti dalla brughiera, diventa assai più credibile l'dea che un mostro, reale o soprannaturale, possa infestare quelle lande desolate.

E' naturalmente Sherlock Holmes, nascostosi nella brughiera all'insaputa dello stesso Watson e rientrato in scena in uno dei momenti più drammatici, a trarre le corrette deduzioni da tutti gli indizi raccolti, svelando così l'identità dell'assassino di Sir Charles e la vera natura del cane dei Baskerville. Holmes no riesce tuttavia a catturare il colpevole, che però trova presumibilmente la sua fine tra i mortali acquitrini del Grimpen Mire.


(Tutti i passi citati sono tratti dall'edizione della Newton&Compton nella traduzione di Nicoletta Rosati Bizzotto)

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