Società Sportiva Calcio Napoli
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Fondazione | 1926, 2004 | ||
Inno | 'O surdato 'nnammurato | ||
Città | Napoli (NA) | ||
Presidente | Aurelio De Laurentiis | ||
Stadio | San Paolo, 78400 posti, dim. m. 110x68 | ||
Scudetti | 2 | ||
Coppe Italia | 3 | ||
Titoli Europei | 1 Coppa UEFA | ||
Colori sociali | Maglia azzurra, calzoncini bianchi, calzettoni azzurri. | ||
Sito ufficiale | Non disponibile |
Il Napoli Soccer è la principale squadra di Calcio della città di Napoli
Naples, Internazionale Napoli, Internaples e... Napoli
Il Napoli Soccer ha preso il posto della Società Sportiva Calcio Napoli che fu fondata nel 1926 ad opera di Giorgio Ascarelli fondendo le squadre denominate Naples ed Internazionale Napoli. La società prese inzialmente il nome di Internaples, che durò per pochissimi anni. Fino alla stagione 1963-64 ha partecipato ai campionati col nome di Associazione Calcio Napoli e poi fino alla stagione 2003-04 come Società Sportiva Calcio Napoli.
I primi anni: Ascarelli, Vojak e Sallustro
Prima del 1926 le imprese più importanti del calcio campano erano legate al Savoia di Torre Annunziata che aveva addirittura sfiorato il titolo nazionale fermandosi solo nella finale disputata contro il Genoa.
Giorgio Ascarelli, giovane industriale napoletano e presidente dell'Internaples, si era reso conto che ormai il football stava diventando un fenomeno che avrebbe appassionato le folle come null'altro fino ad allora ed il 1° agosto del 1926 fondò la nuova squadra di Napoli cui il nome di Associazione Calcio Napoli.
I progetti furono subito ambiziosi, si partì da mister Garbutt, classico allenatore inglese che aveva vinto due scudetti con il Genoa nel 1924 e nel 1925 e - soprattutto da Attila Sallustro "il Veltro".
Sallustro proveniva da un'agiata famiglia e suo padre - quando seppe che avrebbe giocato a calcio in Italia - gli impose l'obbligo di non guadagnare nulla dall'attività sportiva.
Sallustro mantenne la promessa fin che fu possibile; il Napoli lo gratificò regalandogli una lussuosa vettura, cosa che all'epoca destò un enorme scalpore.
Fu edificato - finalmente - uno stadio vero il "Vesuvio" in grado di accogliere le migliaia di sostenitori della squadra che intanto decisero - viste le modeste prestazioni dei ragazzi in maglia azzurra - di togliere dallo stemma della società l'originario cavallo rampante sostituendolo con un modesto somaro. Da allora "'o ciucciariello" divenne per Napoli e per il mondo del calcio l'emblema della squadra partenopea.
Ascarelli morì in giovane età senza poter raggiungere i traguardi ambiziosi che si era prefissato, lo stadio gli fu intitolato a furore di popolo ma le leggi razziali gli tolsero anche quella "soddisfazione postuma". l'Italia entrava nel baratro della guerra e ben pochi avevano ancora voglia di pensare al pallone in una città squarciata dai bombardamenti che non risparmiarono neanche lo stadio sotto le cui macerie rimase anche la storia avventurosa di quei primi anni di grande calcio a Napoli.
Tornando alle cose prettamente sportive è da ricordare che l'esordio del Napoli nel Campionato italiano fu quanto meno disastroso: un solo punto in tutta la stagione, ma Ascarelli riuscì a convincere i dirigenti nazionali a non rinunciare al patrimonio che il Napoli e Napoli rappresentavano per il calcio italiano.
Nel campionato 1928-29 Sallustro segnò 22 reti portando il Napoli al nono posto della classifica.
Alla vigilia del primo campionato di serie A a girone unico il Napoli si rinforzò ingaggiando Vojak e il già citato "mister" William Garbutt chiudendo il torneo al quinto posto.
Nel campionato 1932-33 Sallustro segnò 19 reti e Vojak 22; Il Napoli arrivò terzo a pari merito col Bologna e nel campionato succesivo fu ancora terzo qualificandosi per la Mitropa Cup, la massima competizione europea di quei tempi.
Al primo turno il Napoli incontrò l'Admira Wien: A Vienna finì 0-0 a Napoli 2-2. Alla "bella" vinsero gli austriaci per cinque a zero.
Nel 1935 la società fu rilevata da Achille Lauro che svendette subito tutti i giocatori più importanti. Sallustro da centravanti diventò ala segnando sempre meno reti fino al suo ritiro (1940).
Senza più campioni il Napoli retrocesse in Serie B al termine del campionato 1941-42.
Gli anni 50: Jeppson e Vinicio
Nel 1946 con la fine della guerra riprende il campionato: il Napoli torna in Serie A ma al termine del campionato 1947-48 retrocede ancora.
Ci vorranno due anni per risalire la china.
Lauro in vista della stagione 1950-51 acquista dall'Atalanta il centroavanti svedese Hasse Jeppson.
Jeppson si era messo in mostra ai mondiali del 1950 svolti in Brasile, pareva dovesse finire all'Inter, ma per l'allora stratosferica di centocinque milioni di lire fu ingaggiato dal Napoli col quale disputò cinque campionati; I tifosi coniarono per lui il soprannome (scontato) di "'o Banco 'e Napule".
Nel 1955 arrivò Luis Vinicio ('o Lione) che affiancando Jeppson in attacco diede vita alla coppia "H-V". Purtroppo questo eccelso binomio non diede al Napoli i frutti sperati, anche perché poche furono le occasioni nelle quali i due campioni vennero schierati insieme in formazione.
Tra le poche "imprese" del Napoli di quegli anni ci sono le due vittorie contro la Juventus nella stagione 1957-58: all' andata a Torino finì 3-1 per il Napoli grazie alle parate fenomenali di Bugatti. Charles dopo la partita disse se non fosse stato per Bugatti avremmo vinto 7-3. Al ritorno, comunque, il Napoli vinse 4-3.
Un altro indimenticabile campione di quei tempi fu il "petisso" Pesaola che anche come allenatore ha lasciato una traccia indelebile nella storia della società.
Nel 1960 quando Vinicio sembrava a fine carriera ed ormai in decadenza, il Napoli cedette il brasiliano al Bologna; a smentire quella "decadenza" ci pensò Vinicio stesso vincendo la classifica dei marcatori del 1965-1966 con il Vicenza. Nella stagione 1960-61 dopo un buon avvio - (8 punti in 5 partite) - il Napoli crolla e retrocede nuovamente in serie B.
1962: La prima Coppa Italia
Per ritornare in A, Lauro pretese di costruire una formazione in grado di competere con le migliori: "un grande Napoli per una grande Napoli" fu il suo slogan, ma il campo gli diede torto; la squadra non sembrava essere in grado di raggiungere la meta della promozione fino a quando fu chiamato ad allenarla Bruno Pesaola il "petisso" che da "Mister" rimase famoso anche per il suo immancabile cappotto di cammello e per l'inimitabile sagacia tattica.
Con lui in panchina il Napoli risalì la china fino a raggiungere la promozione.
La stagione si chiuse trionfalmente con la conquista della Coppa Italia ottenuta battendo in finale la S.P.A.L. di Ferrara.
Il Napoli passò subito in vantaggio con Corelli al 12°; la Spal pareggiò al 15° con Micheli ma Ronzon al 79° portò definitivamente in vantaggio gli azzurri regalandogli così il loro primo trofeo.
Gli anni 60: Sivori, Altafini e Juliano
Nel 1962-63 il Napoli riesce a raggiungere i quarti di Coppa delle Coppe dove viene eliminato alla "bella" dall' ofk belgrado per 3-1. Invece in campionato la squadra retrocede ancora, Dovrà attendere due anni per tornare in Serie A al termine del campionato 1964-65.
Per lo spregiudicato armatore Achille Lauro il Napoli era un fiore all'occhiello da mostrare con orgoglio, specie in periodo elettorale, e per costruire una buona squadra in vista del campionato di A 1965-66 prelevò Omar Sivori della Juventus e Josè Altafini dal Milan; insieme a loro cominciò a distinguersi il giovanissimo centrocampista Antonio Juliano, che per i successivi 18 anni sarà l'indiscussa bandiera del Napoli.
I risultati sono lusinghieri: nel 1965-66 è terzo, nel 1966-67 quarto e nel 1967-68 secondo ma, nonostante l'impegno di quei campioni e dei tanti ottimi giocatori che furono in squadra con loro, il titolo di Campioni d'Italia restò un sogno nel cassetto.
Altri giocatori da ricordare di quel periodo furono Angelo Benedicto Sormani, Faustino Jarbas Canè, Kurt Hamrin, e Dino Zoff, subito soprannominato l'angelo azzurro.
Gli anni 70: Ferlaino, Vinicio e Savoldi
Gli anni della Presidenza di Lauro regalarono ai tifosi più illusioni e delusioni che risultati degni di nota.
Nel 1969 con grande abilità e poca spesa Corrado Ferlaino assunse la presidenza di una società sull'orlo del dissesto finanziario. Nei suoi primi anni di dirigenza, pur dimostrando carattere e testardaggine fuori dal comune, Ferlaino non potè garantire al Napoli la possibilità di lottare per grandi traguardi badando in fase di calciomercato più alla cessione di pezzi pregiati che all'acquisto di giocatori di prima scelta, emblematico il caso di Claudio Sala ceduto senza aver potuto dimostrare il proprio valore. Il pubblico però ripagava la società garantendole incassi impensabili anche per le squadre più
titolate e questo fattore fu determinante per invertire la rotta.
Quando sulla panchina del Napoli arrivò Luis Vinicio, la società cominciò ad investire acquistando giocatori di buon livello e valorizzando giovani talenti (Bruscolotti, Vavassori, La Palma, Salvatore Esposito ed altri) e i risultati non si fecero attendere, nel 1975 il Napoli arrivò al secondo posto dietro la Juventus per soli due punti, perdendo la sfida decisiva di Torino grazie ad un gol in zona Cesarini dell'ex Altafini, da allora soprannominato "Core 'ngrato"
Il colpo di mercato che ingigantì le speranze di gloria dei tifosi azzurri arrivò nell'estate del 1975 quando per l'allora stratosferica somma di due miliardi di lire fu ingaggiato dal Bologna il centravanti Beppe Savoldi detto "BeppeGoal".
La squadra, reduce dall'amaro secondo posto, non fece meglio nelle stagioni successive, ma nel 1976 conquistò la seconda Coppa Italia battendo in finale per 4 a 0 l'Hellas Verona nella finale dell'Olimpico, poi battendo il Southampton il Napoli si aggiudicò anche la Coppa di Lega Italo-inglese.
Nella stagione successiva l'obiettivo del raggiungimento della finale di Coppa delle Coppe
(allenatore Pesaola) fallì dopo un'immeritata sconfitta in semifinale contro l'Anderlecht in una gara pilotata letteralmente a senso unico dall'arbitro Matthewson.
Gli anni settanta si chiusero senza altri sussulti né grandi soddisfazioni. La parola "Scudetto" continuava ad essere solo una chimera per i sostenitori azzurri ma il decennio successivo li avrebbe appagati con trionfi ancor oggi irripetibili.
I primi anni 80: Krol, Bertoni e Diego
All'inizio degli anni ottanta, con la riapertura delle frontiere ai giocatori stranieri, giunsero in Italia fior di campioni (ed anche qualche "bidone").
Il Napoli tradizionalmente aveva avuto nelle sue file ottimi giocatori non italiani (Sallustro, Vojak, Sivori, Jeppson, Hamrin, Cané, Clerici); per mantenere viva la tradizione fu ingaggiato dal Vancouver Ruud Krol.
Già campione d'Europa con l'Ajax e pilastro difensivo della grande Olanda dei primi anni settanta, Krol era un libero sopraffino capace di aprire il gioco con lanci lunghissimi e di estrema precisione.
L'entusiasmo attorno alla squadra portò nuovamente i tifosi a sognare la "grande impresa" ma a parte un terzo posto nella stagione 1980-81 (allenatore Rino Marchesi) e un quarto posto nella stagione 1981-82 lo Scudetto restò lontano da Napoli nonostante Krol e altri stranieri di valore quali Ramon Diaz, José Dirceu e Daniel Bertoni.
I due campionati successivi furono coronati da "batoste" e delusioni e la serie B fu evitata in modo quasi rocambolesco. Ma il 27 maggio del 1984 la prima pagina della Gazzetta dello Sport mandò in visibilio i supporters azzurri: "Maradona, sì al Napoli". Quel titolo accese le fantasie di una intera città. Fantasie che presto si trasformarono in stupenda realtà.
Maradona
Oltre un mese di febbrili trattative che tennero col fiato sospeso un'intera città, poi la favola si trasformò in realtà: Diego Armando Maradona era ufficialmente del Napoli ed il 5 luglio del 1984 si presentò allo stadio Stadio "San Paolo" gremito di gente di ogni categoria sociale unita da un solo sogno e da un solo nome da urlare a squarciagola: DIEGO. A nessuno importava della valanga di polemiche suscitata dalla cifra enorme per l'epoca che fu sborsata dal Napoli per avere in squadra il campione argentino (circa tredici miliardi di lire), la riscossa tanto sognata aveva finalmente un idolo-condottiero che forse mai Napoli aveva avuto.
Nella prima stagione, però i sogni andarono in gran parte delusi, mal supportato da una squadra di mediocre valore Maradona dimostrò quasi esclusivamente le proprie doti di funambolo ma il suo contributo non potè essere utile per raggiungere grandi traguardi ed infatti il Napoli disputò un girone di andata mediocre e solo nel finale riuscì a raggiungere una tranquilla posizione di centro classifica.
Era chiaro che da solo Diego non avrebbe portato il Napoli a grandi risultati e la società dovette subito correre ai ripari, arrivarono in azzurro giocatori del calibro di Bruno Giordano, Salvatore Bagni e poi Antonio Careca, Andrea Carnevale, Ricardo Alemao ed altri giocatori che in pochi anni diedero ai sostenitori azzurri soddisfazioni enormi:
Il primo scudetto arrivò nel 1987 con Diego condottiero assoluto del Napoli come già lo era stato per l'Argentina nei Campionati Mondiali dell'anno precedente, accompagnato dalla terza Coppa Italia conquistata vincendo tutte le gare, comprese le due finali (3-0 a Napoli e 1-0 a Bergamo) contro l'Atalanta.
La rosa Campione d'Italia comprendeva: Garella, Bruscolotti, Ferrara, Bagni, Ferrario, Renica, Carnevale I, De Napoli, Giordano, Maradona, Romano F., Volpecina, Caffarelli, Sola, Muro, Marino, Bigliardi, Di Fusco; Allenatore: Ottavio Bianchi.
L'anno successivo 1987-88 il Napoli domina il campionato fino alla 20^ giornata, con 5 punti di vantaggio sulla seconda, ma improvvisamente - a dispetto di ogni più scontato pronostico - gli azzurri crollarono facendosi superare dal Milan allenato da Sacchi.
Si sospettò subito di infiltrazioni criminali e di scommesse clandestine, quattro titolari vennero "epurati" ma per i tifosi quel campionato resta ancor oggi come una ferita aperta.
Nel (1989) giunse la prima vera affermazione in campo europeo con la conquista della Coppa Uefa raggiunta eliminando tra le altre, Juventus e Bayern Monaco per poi chiudere con la trionfale doppia finale contro lo Stoccarda (2-1 e 3-3)
la formazione Campione comprendeva:
Giuliani, Ferrara, Francini, Corradini Alemão, Renica, Fusi, De Napoli, Careca, Maradona, Carnevale I; Allenatore: Ottavio Bianchi
Dopo il secondo posto alle spalle dell'Inter dei record allenata da Trapattoni, nel campionato (1988/89, giunse il secondo titolo di Campione d'Italia nella stagione (1989/90 seguito dalla Supercoppa Italiana (1990) ottenuta battendo la Juventus allenata da Maifredi per 5-1.
Si chiude cosi il primo importante ciclo del Napoli in coincidenza con il declino di Maradona a seguito delle vicende personali che lo costrinsero a lasciare Napoli e l'Italia purtroppo in modo tristemente amaro.
La crisi, il fallimento, la C1
Dal 1991, dopo che Maradona lasciò Napoli la squadra si avviò verso un inesorabile declino che culminò con la retrocessione in serie B al termine della stagione 1997-98.
Allenata da Novellino e con l'apporto in fase offensiva di Stefan Schwoch, la squadra risale in serie A nel 2000 ma, nonostante i meriti e l'affetto dei tifosi, vengono subito ceduti proprio Novellino e Schwoch e nel successivo campionato il Napoli subisce un'altra retrocessione.
Nel campionato successivo di serie B il Napoli sfiora la promozione arrivando quinto.
Nella stagione 2002-03 la squadra viene affidata all'allenatore Colomba che non avendo un organico competitivo a causa delle cessioni estive di giocatori importanti come Jankulovski relega la squadra al penultimo posto e quindi viene esonerato.
Gli subentra il "Professore" Franco Scoglio e sei nuovi innesti (Marcolin, Montervino, Pasino, D'Angelo, Savino, Martinez) che migliorano la squadra che agli inizi di febbraio risale al quintultimo posto. Ma a febbraio la squadra va di nuovo in crisi e Scoglio viene esonerato. In panchina ritorna quindi Colomba. Il Napoli si salverà all'ultima giornata di campionato contro il Messina (1-1 il risultato finale) con 45 punti.
Nella stagione 2003-04 la squadra sembra sulla carta in grado di vincere il campionato ma sul campo delude ottenendo un mediocre 16° posto.
Alla crisi di risultati si è aggiunta una crisi finanziaria che ha portato la SSC Napoli al fallimento ed alla perdita del titolo sportivo sostituito dall'attuale "Napoli Soccer". A seguito di tali eventi il Napoli è stato retrocesso d'ufficio in Serie C1 nella quale milita anche nella attuale stagione
Campioni in maglia azzurra
Il Napoli oltre a Maradona, può vantare di aver annoverato fra le sue file campioni di altissimo livello tra i quali: Attila Sallustro, Antonio Vojak, Bruno Pesaola, Nereo Rocco, Amedeo Amadei, Hasse Jeppson, Luis Vinicio, Omar Sivori, Josè Altafini, Dino Zoff, Tarcisio Burgnich, Kurt Hamrin, Antonio Juliano, Giuseppe Bruscolotti, Sergio Clerici, Giuseppe Savoldi, Luciano Chiarugi, Rudy Krol, Luciano Castellini, José Dirceu, Ramon Diaz, Daniel Bertoni, Salvatore Bagni, Bruno Giordano, Antonio Careca, Ricardo Alemao, Ciro Ferrara, Gianfranco Zola, Daniel Fonseca, Fabio Cannavaro
Allenatori
William Garbutt, Eraldo Monzeglio, Bruno Pesaola, Giuseppe Chiappella, Vinicio, Rino Marchesi, Ottavio Bianchi, Alberto Bigon, Vujadin Boskov, Marcello Lippi, Gigi Simoni, Walter Novellino
Presidenti
- 1926-27 G. Ascarelli
- 1927-28 Zinzaro
- 1928-29 Maresca di Serracapriola
- 1929-30 G. Ascarelli
- 1930-31 Maresca di Serracapriola
- 1931-35 Coppola
- 1935-36 Savarese poi A. Lauro
- 1940-41 Del Pezzo (commissario) poi Leonetti, Piscitelli, Fienga
- Maggio 1944 Società Sportiva Napoli (A. Collana, V. Savarese, E. Marcucci)
- Giugno 1944 Società Polisportiva Napoli (L. Scuotto, N. Botti, L. De Manes)
- 1945 Associazione Polisportiva Napoli (Scuotto presidente)
- 1945-48 Russo
- Luglio 1946 Ass.Polisportiva Napoli srl e dal 20-2-1947 A.C. Napoli srl - Savarese commissario
- Luglio 1948 Muscariello
- 1948 Musollino
- 1950 Cuomo e Scuotto (reggenti)
- 1951-63 Cuomo
- Giugno 1963 A. Lauro presidente onorario.
- 1963 Scuotto (reggente)
- 1968-69 Fiore
- 1969 G. Lauro
- 1968-93 Corrado Ferlaino
- 1992-95 F.E. Gallo
- 1994-96 Vincenzo Schiano di Colella (Presidente onorario)
- 1995-00 Corrado Ferlaino
- 2000-01 Giorgio Corbelli
- 2002 Gustavo Minervini (Amministratore giudiziario)
- 2002 Salvatore Naldi
- 2004 Paolo Bellamio (Amministratore unico)
- 2004 Nicola Rascio (curatore fallimentare)
- 2004 Napoli Soccer Spa, presidente Aurelio De Laurentiis.
Gli stadi
- Stadio Ascarelli (poi ribattezzato "Partenopeo")
- Stadio del Vomero Arturo Collana
- Stadio S. Paolo di Fuorigrotta
I Tifosi
Da sempre il Napoli è seguìto da una delle tifoserie più calde e colorite d'Italia; i tifosi azzurri (patuti) sia nei periodi più fulgidi che in quelli più oscuri, hanno sempre dimostrato un'affezione incommensurabile per la squadra, affetto o amore che per molti si pone al di sopra di ogni limite immaginabile.
Nonostante il periodo negativo, ancor oggi - con la squadra in serie C - il Napoli vanta un'affluenza di spettatori superiore anche a quella di molte squadre della massima serie, questo è uno dei fattori che storicamente ha dato al Napoli la possibiltà di essere sempre fra le grandi del calcio italiano, almeno fino a quando la vendita dei biglietti era la maggior voce in attivo nel bilancio delle società calcistiche.
Non era raro, fino pochi anni or sono, incontrare tifosi del Napoli disposti a qualsiasi rinuncia pur di acquistare un abbonamento e subito dopo colpi di mercato come gli acquisti di Savoldi o Maradona, il San Paolo era quasi completamente occupato da abbonati.
Notevole anche il seguito che da sempre la squadra ha in paesi esteri e principalmente in quelli dove più forte è il tasso di immigrati dall'Italia, i Napoli Club fuori dai confini nazionali si contano a centinaia anche nelle località più sperdute.
Palmarés
- 2 scudetti (86/87 - 89/90)
- 3 Coppe Italia (61/62 - 75/76 - 86/87)
- 1 Coppa UEFA (88/89)
- 1 Supercoppa italiana (1990)
- 1 Coppa delle Alpi (65/66)
- 1 Coppa di Lega Anglo-italiana (1976)
Date da ricordare
- 1 Agosto 1926 - Fondazione del Napoli
- 6 dicembre 1959 - Inaugurazione dello Stadio San Paolo
- 21 giugno 1962 - Vittoria della prima Coppa Italia
- 29 giugno 1976 - Vittoria della seconda Coppa Italia
- 16 settembre 1984 - Esordio di Maradona in Serie A con la maglia del Napoli gara Verona - Napoli 3-1
- 10 maggio 1987 - Matematica conquista del primo scudetto gara Napoli - Fiorentina 1-1
- 13 giugno 1987 - Vittoria della terza Coppa Italia
- 17 maggio 1989 - Vittoria della Coppa UEFA
- 29 aprile 1990 - Conquista del secondo scudetto gara Napoli-Lazio 1-0
- 1 settembre 1990 - Conquista della Supercoppa Italiana gara Napoli-Juventus 5-1
Curiosità
- Il Napoli è la squadra italiana che nelle competizioni europee ha giocato avvicinandosi più di ogni altra al Polo Nord nella gara di coppa delle coppe del 1976 contro il Bodö Glimt
- negli anni quaranta miltava nel Napoli l'albanese Riza Lushta; ebbe un periodo di appannamento durante il quale si diffuse in città il detto:"Quanno segna Lushta se ne care 'o stadio" (Quando segnerà Lushta cadrà lo stadio). Si narra che quando Lushta interruppe il suo digiuno una parte di tribuna ebbe un cedimento, per fortuna senza gravi conseguenze
- Il Napoli è l'unica squadra che ha vinto la Coppa Italia militando in Serie B (1962)
- Il primo e l'ultimo goal di Maradona in serie A furono segnati entrambi su rigore ed entrambi alla Sampdoria.
- Il Napoli vanta il record dei punti ottenuti nelle gare interne in un campionato a 18 sqadre (33 su 34) nel torneo 1989/90. L'unica squadra che riuscì a strappare un pareggio al S. Paolo in quella stagione fu la Sampdoria.
- Il Napoli è l'unica squadra ad essersi aggiudicata la Coppa Italia vincendo tutte le partite giocate (13) comprese le due finali (Coppa Italia 1986/87).
Bandiere Azzurre
- Giuseppe Bruscolotti (511 partite - 387 in campionato)
- Antonio Juliano (505 partite - 394 in campionato)
- Moreno Ferrario (311 partite in campionato)
Rosa attuale
Portieri
Difensori
- Paraguaiano Ruben Maldonado
- Italiano Andrea Briotti
- Italiano David Giubilato
- Italiano Gianluca Grava
- Italiano Tommaso Romito
- Italiano Mirko Savini
Centrocampisti
- Italiano Cataldo Montesanto
- Italiano Francesco Montervino
- Italiano Fabio Gatti
- Italiano Gaetano Fontana
- Uruguaiano Nicolas Amodio
- Uruguaiano Mariano Bogliacino
- Italiano Roberto De Palma
Attacanti
- Italiano Marco Capparella
- Argentino Roberto Sosa
- Brasiliano Iniacio Pià
- Italiano Emanuele Calaiò
- Italiano Gaetano Grieco
Voci correlate
Collegamenti esterni
- TuttoNapoli.net,Una delle maggiori WebCommunity sui [i]patuti[/i] del Napoli
- CalcioNapoliNews.it, Sito d'informazione sportiva
- www.tifosidelnapoli.it
- Solo Napoli, Portale dei tifosi del Napoli
- Sito sul Napoli
- NapoliSoccer.NET
- Il sito ufficiale del Napoli Soccer