Basilicata

regione italiana a statuto ordinario
Disambiguazione – Se stai cercando la provincia del Regno di Napoli, vedi Giustizierato della Basilicata.
Disambiguazione – Se stai cercando l'antica regione, vedi Lucania.
Disambiguazione – Se stai cercando la regione Augustea, vedi Regio III Lucania et Bruttii.
««Che nome ha la terra in cui siete nato?» mi domandò una vecchia signora che, nei suoi giovani anni, era stata nel Mezzogiorno d'Italia. «Sono di Napoli», risposi. «Proprio di Napoli?». «No, di una terra ancora più meridionale, della Basilicata». Mi accorsi che il nome riusciva nuovo e volli precisare. «È una terra», io dissi, «molto grande, grande la terza parte del Belgio, grande più del Montenegro: non ha città fiorenti, né industrie. La campagna è triste e gli abitanti sono poveri. È bagnata da due mari e l'uno e l'altro hanno costiere assai malinconiche; dintorno ha le Puglie, i Principati e le Calabrie». I nomi di queste terre dovettero produrre una certa impressione poiché la mia interlocutrice non mi fece quasi finire. «Il vostro», mi disse, «se è tra la Calabria e le Puglie, deve essere il paese dei briganti»»
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Template:Regione La Basilicata, (detta anche Lucania), è una regione dell'Italia meridionale con circa 600.000 abitanti. Confina a sud est con il mar Ionio (golfo di Taranto), a est con la Puglia, ad ovest con la Campania, a sud-ovest con il mar Tirreno e a sud con la Calabria. Le città principali sono Potenza (capoluogo di Regione e di provincia), Matera (capoluogo di provincia), Melfi e Policoro.

Geografia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia della Basilicata.
  Lo stesso argomento in dettaglio: Appennino lucano.
 
Le province lucane
File:Basilicata dal satellite.png.png
La Basilicata dal Satellite
 
Superficie della Basilicata per zone altimetriche

Il territorio della Basilicata è prevalentemente montuoso (46,8%).

I massicci del Pollino (Serra Dolcedorme - 2.267 m) e del Sirino (Monte Papa - 2.005 m), il Monte Alpi (1.900 m), il Monte Raparo (1.764 m) ed il complesso montuoso della Maddalena (Monte Volturino - 1836 m) costituiscono i maggiori rilievi dell'Appennino lucano. Nell'area nord-occidentale della regione è presente un vulcano spento, il monte Vulture.

Le colline costituiscono il 45,13% del territorio e sono di tipo argilloso, soggette a fenomeni di erosione che danno luogo a frane e smottamenti.

Le pianure occupano solo l' 8% del territorio. La più estesa è la piana di Metaponto che occupa la parte meridionale della regione, lungo la costa ionica. I fiumi lucani sono a carattere torrentizio e sono il Bradano, il Basento, l'Agri, il Sinni e il Cavone.

Tra i laghi, quello di Monticchio ha origini vulcaniche, mentre quelli di Pietra del Pertusillo, di San Giuliano e del Monte Cotugno sono stati costruiti artificialmente per usi potabili ed irrigui. Artificiale è anche il lago Camastra le cui acque vengono potabilizzate.

Le coste del litorale ionico sono basse e sabbiose mentre quelle del litorale tirrenico sono alte e rocciose.

Il clima è di tipo mediterraneo sulle coste e continentale sui rilievi montuosi.

La Basilicata ha una grande diversità ambientale, è suddivisa in 5 sotto-zone diverse:

  • Vulture-Melfese a nord-est con caratteristiche di altipiani per lo più seminati a grano, mentre nella zona del Vulture abbiamo alternanza di boschi e viti;
  • Potentino/Dolomiti lucane a nord-nord-ovest con una prevalenza di boschi e montagne con un'altezza media di 1200-1500 metri;
  • Lagonegrese , Pollino e Val d'Agri a sud-ovest che rappresenta la vera montagna lucana con altezze anche superiori ai 2000 metri e una forte presenza di foreste e boschi;
  • Collina materana al centro-est che presenta collina ed alta collina con una grande presenza di argille brulle e calanchi;
  • Metapontino a sud-sud-est che è una vasta pianura alluvionale dove si pratica un'agricoltura intensiva di tipo industriale e una tipologia di costa di tipo bassa e sabbiosa.

Queste diversità si enunciano sia a livello faunistico, che a quello floristico ed infine a quello climatico. Infatti una caratteristica rilevante è che la regione è esposta a tre mari, la parte orientale della regione non avendo la protezione della catena appenninica risente dell'influsso del mar Adriatico, a cui va aggiunta l'orografia del territorio e l'altitudine irregolare delle montagne.

Clima

Il clima della Basilicata cambia di zona in zona ma può essere definito continentale, con caratteri mediterranei solo nelle aree costiere. Infatti se ci si addentra già di qualche chilometro nell'interno, soprattutto in inverno, la mitezza viene subito sostituita da un clima rigido e umido.

La prima area climatica è quella della pianura jonica del Metapontino, dove ad inverni miti e piovosi si alternano estati calde e secche, ma abbastanza ventilate.

La seconda area è quella della costa tirrenica. Qui si riscontrano le stesse affinità con il clima dell'area jonica, con la sola differenza che in inverno la temperatura è leggermente più elevata e in estate è leggermente più fresca.

La terza area è quella della collina materana, dove i caratteri climatici mediterranei si attenuano notevolmente andando verso l'interno: già a partire dai 300-400 metri gli inverni divengono freddi e nebbiosi, e la neve può fare la sua comparsa diverse volte all'anno da dicembre a marzo. Anche qui le estati sono calde e secche, con escursioni termiche giornaliere abbastanza elevate.

La quarta e ultima area è quella della montagna appenninica, che corrisponde ai 7/10 del territorio regionale. Qui gli inverni risultano molto freddi, soprattutto oltre i 1000 metri di quota, dove la neve al suolo rimane fino a metà primavera, ma può rimanere fino alla fine di maggio sui rilievi maggiori. A Potenza, capoluogo regionale posto a 819 metri s.l.m., l'inverno può essere molto nevoso, e le temperature possono scendere anche di molti gradi sotto lo zero (il record cittadino è di -15°C), risultando tra le città più fredde d'Italia. Le estati sono moderatamente calde, anche se le temperature notturne possono essere molto fresche.

 
(La regione storica della Lucania)
«... La Lucania è il territorio posto tra la costa del Tirreno, dal Sele al Lao, e quella dello Ionio, da Metaponto a Turi...»

Effettivamente la Lucania antica era ben più vasta dell'odierna Basilicata; oltre a questa infatti comprendeva vasti territori appartenenti ad altre due regioni odierne: alla Campania (Cilento e Vallo di Diano nel Salernitano) e alla Calabria (arrivava a Sibari, Turi, e al fiume Lao, nel Cosentino). Non comprendeva però le terre ad est del fiume Bradano, quindi la stessa Matera, ma anche l'intera area del Vulture, la cui principale città era Venusia, all'epoca degli Irpini. Tali confini geografici riflettono la situazione posteriore alla scissione fra Bruzi (antichi abitanti della Calabria) e Lucani avvenuta nel 356 a.C. con il confine fra le due regioni nell'istmo tra Turi e Cirella (Piccola Lucania). Prima di questa data, le fonti dal V sec. in poi si riferivano ad una vasta area, chiamata convenzionalmente dai moderni Grande Lucania, che si spingeva fino allo stretto di Messina ed era abitata da genti di ceppo sannitico.

 
Cartina del sud Italia in epoca augustea

I suddetti confini nord-orientali della Lucania furono poi mantenuti nell'istituzione delle regioni augustee, avvenuta intorno al 7 d.C: le terre dei Lucani (al di qua del Bradano) entrarono a far parte della Regio III Lucania et Bruttii, mentre Matera e il Vulture della Regio II Apulia et Calabria.

Toponimi Lucania e Basilicata

Esistono varie ipotesi sull'origine del toponimo Lucania:

  • dai Lucani, popolazione osco-sabellica proveniente dall'Italia centrale, che a loro volta avrebbero preso il nome dall' eroe eponimo Lucus;
  • dal termine latino Lucus ("Bosco");
  • dal termine greco Lykos ("Lupo");
  • dai Lyki, popolazioni provenienti dall'Anatolia che si sarebbero stabiliti nella valle del fiume Basento;

Una suggestiva leggenda vuole che il nome fosse dato da un popolo diretto verso Sud, una volta giunto in una terra dalla quale si vedeva sorgere il Sole, e che il nome Lucania indicasse quindi "Terra della Luce".

Il toponimo Basilicata compare nel XIII secolo. Proviene dal greco Basilikos, termine con cui venivano chiamati i Governanti bizantini della Regione. Basilikos in greco vuol dire "funzionario del re" e deriva da un'altra parola greca: Basileus (Re). Un'altra ipotesi, meno accreditata, è che l'origine del nome sia legata a quello dell'Imperatore Bizantino Basilio II di Bisanzio.

Durante il periodo fascista la regione riprese il nome Lucania, ma con la nascita della Repubblica tornò a chiamarsi Basilicata.[1]

Storia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Basilicata.

Preistoria ed età antica

Nella preistoria i primi insediamenti umani risalgono al Paleolitico inferiore (Homo Erectus) e a rifugi del Mesolitico. Dal V millennio a.C. si diffusero gli insediamenti in villaggi fortificati e nell'età del ferro esistette una cultura indigena locale.

 
Santuario di Hera VI secolo a. C. a Metaponto

Dall'VIII secolo a.C. fu fondata la colonia greca di Siris (di madrepatria microasiatica) e intorno al 630 a.C. quella di Metaponto, di colonizzazione achea, completando l'occupazione della costa ionica, mentre nell'interno continuano a fiorire le comunità indigene (in particolare nell'area di Melfi). Dopo un primo periodo di pacifica convivenza alcuni insediamenti indigeni scompaiono e altri vengono fortificati. Le città greche lottano l'una con l'altra.

I primi contatti dei Romani con i Lucani si ebbero con una temporanea alleanza antisannita intorno al 330 a.C. Dopo la conquista di Taranto nel 272 a.C. il dominio romano si estese a tutta la regione. Venne prolungata la via Appia fino a Brindisi e vennero fondate le colonie di Potentia (Potenza) e Grumentum. A Venosa nacque il poeta latino Orazio.

Medioevo

Alla fine del V secolo la Lucania era già ampiamente cristianizzata e dopo la caduta dell'impero romano restò in possesso bizantino fino alla conquista longobarda nel 568, entrando a far parte del Ducato di Benevento. Le incursioni saracene portarono le popolazioni locali all'abbandono degli abitati in pianura e in prossimità della costa, a favore di centri protetti sulle alture. Tricarico e Tursi conoscono una dominazione araba di più lunga durata che inciderà profondamente sulla struttura stessa degli abitati, che hanno conservato testimonianze ancora oggi ben visibili nei quartieri della ràbata e della saracena a Tricarico e della rabatana a Tursi. Nel 1059 dopo la conquista normanna Melfi divenne una delle sedi del potere regale. Federico II di Svevia soggiornò a Melfi nel 1225 e nel 1231, anno in cui vennero emanate le Constitutiones regni Siciliae ("Costituzioni di Melfi"). Venne costruito il castello di Lagopesole.

 
Il castello di Melfi

Nel XIV secolo la Lucania attraversò una profonda crisi demografica, attribuibile probabilmente alla "cacciata dei Saraceni" ordinata da Carlo d'Angiò. La famiglia Caracciolo ottenne la signoria su Melfi e diversi altri feudi. Nella seconda metà del XV secolo si ebbe una generale ripresa economica e demografica, anche in seguito all'arrivo di profughi dalle regioni dell'Impero bizantino in seguito alla caduta di Costantinopoli.

Età moderna

La Basilicata fu teatro della famosa Congiura dei baroni ordita nel 1485 dal principe di Salerno Antonello II dei Sanseverino consigliato da Antonello Petrucci e Francesco Coppola, ai danni del re di Napoli Ferdinando I di Napoli che coinvolse molte famiglie feudatarie di signori e baroni del regno della fazione guelfa favorevoli agli angioini, tra cui oltre i Sanseverino si ricordano i Caracciolo principi di Melfi, i Gesualdo marchesi di Caggiano, i del Balzo-Orsini principi di Altamura e di Venosa, i Guevara principi di Teramo, i Senerchia conti di S.Andrea e Rapone, che si riunirono nel Castello di Miglionico (detto del Malconsiglio o della congiura dei Baroni). La Congiura fu narrata dallo Storico Camillo Porzio nella sua più celebre opera, La congiura dei Baroni del regno di Napoli contra il re Ferdinando I.

Carlo V di Spagna tolse i loro domini ai feudatari precedenti, a cui subentrarono le famiglie dei Carafa (principi di Stigliano), Revertera, Pignatelli e Colonna. La Basilicata fu in gran parte sottoposta alla giurisdizione di Salerno, mentre Matera e la Murgia fecero parte della Terra d'Otranto. Con l'avvento della nuova classe dirigente, estranea al territorio di cui godeva il possesso, e con lo spostamento dei traffici commerciali dal Mediterraneo all'Atlantico, i feudi lucani furono considerati pura fonte di reddito e i nuovi baroni prestarono scarsissimo interesse al miglioramento delle condizioni economiche e sociali dei propri possedimenti. Nella seconda metà del XVI secolo la Basilicata conobbe un periodo di relativa tranquillità e in quest'epoca si sviluppò una notevole attività artistica, legata alla committenza delle grandi famiglie baronali e religiosa. Nella vita sociale e politica della regione si ebbe l'emergere di una nuova classe intermedia, per lo più appartenente a importanti famiglie locali, ed impegnata a rappresentare i baroni, i vescovi e gli abati nell'attività di amministrazione e gestione dei feudi. Contemporaneamente le comunità locali formarono le prime "Università".

Quando a Napoli scoppiò la rivolta di Masaniello, nel 1647, una sollevazione popolare generalizzata coinvolse tutta la regione, che aderì alla Repubblica, ma la rivolta venne quindi repressa. Nel 1663 venne creata una nuova provincia per la Basilicata, per assicurarne un maggiore controllo, con capoluogo a Matera.

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Giacinto Albini, eroe dell'unità nazionale

Età napoleonica e risorgimento

Sull'onda dei fatti del 1799, Avigliano fu il primo comune (ancor prima di Napoli) a piantare l'albero della libertà e a proclamare la Repubblica Napoletana; da lì i moti si estesero in tutta la regione, animati dalla "Organizzazione democratica" guidata dagli aviglianesi Michelangelo e Girolamo Vaccaro, ma l'insurrezione venne repressa. Durante la successiva occupazione napoleonica, il progetto di distribuite in piccoli lotti le terre demaniali venne abbandonato: le richieste di cambiamento, in particolare per la riforma agraria, rimasero inascoltate. La regione partecipò blandamente ai moti del 1848. La voglia di cambiamento e di innovazione fece aderire la migliore parte della società lucana ai fatti che portarono alla unificazione piemontese nel 1860, anche se un recente revisionismo storico ha portato a valutare negativamente quel coinvolgimento. Tra i principali artefici della svolta sabauda si menzionano Giacinto Albini con Nicola Mignona Governatori del Governo Prodittatoriale: Albini, in particolare, fu il principale artefice dell'insurrezione lucana e nominato poi Governatore della Provincia. Sono inoltre da ricordare Carmine Senise, Capo di Stato Maggiore delle Forze insorte, Pietro La Cava, Florino Del Zio, Ferdinando Petruccelli della Gattina, Giacomo Racioppi e infine Francesco Scardaccione, che fu il primo Presidente della Provincia di Basilicata (1861). Come per la Repubblica Napoletana, anche in questo caso vi fu un precoce proclama in un comune lucano, Montemurro: il 14 agosto 1860, infatti, nella casa di campagna della famiglia Marra, ancor prima che Garibaldi smuovesse i suoi Mille, venne proclamata l'Unità d'Italia. Dopo l'annessione le mancate riforme promesse e la creazione di vasti latifondi, che presero il posto degli antichi feudi, favorirono la nascita di moti di resistenza contro il nuovo Regno d'Italia, attraverso il fenomeno del cosiddetto brigantaggio, in realtà una vera e propria guerra civile che interesso tutta la regione ed ebbe migliaia di morti, deportati e dispersi tra i contadini lucani, animata in particolare dal noto brigante legittimista Carmine Donatelli detto Crocco, di Rionero in Vulture.

Storia contemporanea

Le cattive condizioni economiche e ambientali, con la presenza di zone malariche, e la mancanza di infrastrutture, di lavoro, e di aiuti statali, come nel resto del mezzogiorno, portarono ad un vasto fenomeno di emigrazione. Solo negli anni trenta del Novecento si realizzarono l'acquedotto e importanti vie di comunicazione.

Il 23 novembre 1980 la Basilicata fu sconvolta da un grave terremoto che colpì buona parte del territorio regionale.

Nel 2003 la decisione del governo nazionale di trasferire tutte le scorie nucleari delle ex centrali atomiche in una salina di Scanzano Jonico ha provocato un'intensa protesta, con una manifestazione oceanica cui parteciparono oltre 100.000 persone (pari a circa un quinto della popolazione lucana) che ha portato nel gennaio del 2004 al ritiro del decreto.

Città e comuni principali

Di seguito vengono riportati i primi 12 comuni della regione, ordinati per popolazione residente, anno 2007 (dicembre), da 10.000 ab. in su. Fonte ufficiale Istat.[2].[3]

Posizione Stemma Città Popolazione
(ab)
Provincia Altitudine
(m.s.l.m.)
Superficie
(km²)
File:Potenza (PZ)-Stemma.png Potenza 68.013 PZ 819 173
File:Matera-Stemma.png Matera 60.171 MT 401 387,40
File:Pisticci-Stemma.png Pisticci 17.877 MT 364 231
File:Melfi-Stemma.png Melfi 17.295 PZ 530 205,15
File:Policoro-Stemma.png Policoro 15.860 MT 25 67
  Lavello 13.793 PZ 313 132
  Lauria 13.541 PZ 430 175
File:Provincia di Potenza-Stemma.png Rionero in Vulture 13.519 PZ 643 53
File:Bernalda-Stemma.png Bernalda 12.203 MT 127 126
10° File:Venosa-Stemma.png Venosa 12.143 PZ 415 169
11° File:Stemma Avigliano.gif Avigliano 12.018 PZ 827 84
12° File:Montescaglioso-Stemma.png Montescaglioso 10.123 MT 365 176

I comuni più estesi

Di seguito vengono riportati i primi 12 comuni della regione, ordinati per estensione del territorio comunale.

Pos. Comune Prov. Sup. (in km²)
1 Matera   Matera 387
2 Irsina   Matera 262
3 Pisticci   Matera 231
4 Ferrandina   Matera 215
5 Stigliano   Matera 209
6 Genzano   Potenza 207
7 Melfi   Potenza 205
8 Tricarico   Matera 177
9 Montescaglioso   Matera 176
10 Lauria   Potenza 175
11 Potenza   Potenza 173
12 Venosa   Potenza 169

Dialetto Lucano

  Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetto lucano.

Istruzione

  Lo stesso argomento in dettaglio: Università degli Studi della Basilicata.

Economia

Di seguito la tabella che riporta il PIL ed il PIL procapite[4] prodotto nella Basilicata dal 2000 al 2006:

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Prodotto Interno Lordo
(Milioni di Euro)
8.808,0 9.054,0 9.393,4 9.557,2 9.947,5 10.138,8 10.539,3
PIL ai prezzi di mercato per abitante
(Euro)
14.670,3 15.130,4 15.731,6 16.011,5 16.668,1 17.031,4 17.781,9

Agricoltura

Nelle zone interne del materano è sviluppata la coltura di cerealicola: frumento, granturco, orzo e avena, di cui la regione è la maggior produttrice nazionale. Sulle colline a ridosso del Metapontino invece c'è una fiorente coltivazione di vigneti, mentre nella piana sono molto sviluppate le piantagioni di alberi da frutto: susine, pesche, pere, kiwi e agrumeti.

Allevamento e Pesca

L'allevamento è suddiviso per zone, infatti nella zona del materano abbiamo quello di ovini, suini, caprini mentre quello dei bovini è per lo più praticato nelle zone montuose del potentino e nei grandi pascoli del melfese. La pesca è poco sviluppata, ed è solo limititata alla costa Jonica.

Materie prime

La regione è ricchissima di idrocarburi, particolarmente metano (nella Valle del Basento) e petrolio, in Val d'Agri, dove è situato il più grande giacimento dell'Europa continentale.

Industria

L'industria della regione è basata sulle attività di piccole e medie imprese: industrie alimentari (oleifici, aziende vinicole, pastifici), tessili ed industrie della lavorazione del marmo. Di rilevanza lo stabilimento Fiat di Melfi mentre a Matera è presente l'industria del mobile. A Potenza esistono stabilimenti chimici mentre nella Valle del Basento sono presenti impianti di produzione tessile.Nel Metapontino, infine, vi è una grande presenza di aziende agricole con produzione industriale soprattutto di fragole e alberi da frutto.

Turismo

Il turismo è basato su due tipologie: storico-culturale per quanto riguarda le città della Magna Grecia (Metaponto, Policoro, Nova Siri); le città d'epoca romana (Venosa, Grumentum); città medioevali (Melfi, Miglionico, Tricarico); Preistorica e barocca (I Sassi di Matera).Turistico-balneare per quanto riguarda le due coste tirreniche (Maratea) e ioniche (Metaponto, Pisticci, Scanzano Jonico, Policoro, Rotondella, Nova Siri).

Infrastrutture e trasporti

Il territorio montuoso ha sempre reso difficili le comunicazioni nella regione, un problema che ancora persiste: i collegamenti ferroviari sono scarsi e la regione è dotata soltanto di un piccolo aeroporto attualmente oggetto di studi per l'ampliamento.
Le uniche arterie importanti sono la S.S. Basentana (Potenza - Metaponto), S.S. Jonica ( Metaponto - Nova Siri), S.S. 655 Bradanica, Raccordo Autostradale Potenza-Sicignano, l'A3 (Lagonegro - Lauria).
La Basilicata è quasi completamente priva di ferrovie; tuttavia vi sono importanti stazioni ferroviarie come Potenza centrale, Melfi, Metaponto, Maratea, Policoro.

Aeroporti

Ferrovie

Porti

Strade ed Autostrade

Popolazione

La popolazione è concentrata per lo più nei grossi centri, infatti il 56% abita nei 12 centri più grandi della regione, il 27% invece vive nei centri medi, cioè quelli compresi tra i 5.000 e i 9.999 abitanti, il restante 17% vive nei piccoli comuni. È in atto un forte spopolamento dei comuni dell'entroterra, soprattutto nel materano, infatti alcuni comuni che trent'anni fa raggiungevano all'incirca i 10.000 abitanti (Tricarico, Montalbano Jonico, Irsina e Stigliano) hanno perso dal 25 al 40 % della loro popolazione originaria. Questo spopolamento avviene anche in molti comuni montani del potentino (Lagonegro, Latronico, Moliterno, Marsiconuovo, ecc.).

Fanno registrare, invece, un segno opposto le quattro zone maggiormente sviluppate della regione dove si registra un notevole incremento demografico (Policoro, Scanzano Jonico, Bernalda e Marconia nel Metapontino; Melfi, Lavello e Rionero in Vulture nel Melfese; Marsicovetere, Tito e Pignola nella Val d'Agri- area metropolitana di Potenza).La città di Matera, invece, sta avendo un notevole incremento demografico dovuto sia al polo del salotto che alle attività sorte per il grande afflusso di turisti dovuto all'interesse per la città che ha il cinema americano.

Nel 2006[5] i nati sono stati 4.958 (8,4‰), i morti 5.667 (9,6‰) con un incremento naturale di -709 unità rispetto al 2005 (-1,2‰). Le famiglie contano in media 2,6 componenti. Il 31 dicembre 2006 su una popolazione di 591.338 abitanti si contavano 6.726 stranieri (1,1%).

Emigrazione

L'emigrazione su larga scala ha fatto sì che la popolazione lucana crescesse soltanto del 12% nel ventesimo secolo, il tasso di crescita più basso in Italia. La Basilicata è ancora oggi una delle regioni più povere del Paese, ma la sua economia è cresciuta in maniera significativa negli ultimi 20 anni, anche grazie alla scoperta del petrolio, tant'è che oggi il suo Pil procapite è il più alto del Sud Italia. Ma dopo un'interruzione negli anni novanta è ripresa in modo significativo l'emigrazione sia verso regioni più ricche, sia interna in cui si spopolano i centri più piccoli e si popolano i due capoluoghi e le altre città più popolose.

Politica

  • Presidente della Regione: Vito De Filippo (DL)
  • Vice presidente: Vincenzo Folino (DS) (con delega alle Attività produttive, Poitiche dell'imprese e Innovazione tecnologica)
  • Assessori:
    • Antonio Potenza(Udeur) (con delega Salute, Sicurezza e Solidarietà Sociale, Servizi alla Persona e alla Comunità )
    • Roberto Falotico (DL) (con delega Agricoltura, Sviluppo Rurale, Economia Montana)
    • Vincenzo Santochirico (DS) (con delega Ambiente e territorio, Politiche della Sostenibilità)
    • Antonio Autilio (IdV) (con delega a Formazione, Lavoro, Cultura e Sport)
    • Innocenzo Loguercio (SDI) (con delega a Infrastrutture, Opere Pubbliche e Mobilità)
  • Presidente del Consiglio Regionale: Maria Antezza (DS)

Aree protette

  Lo stesso argomento in dettaglio: Parchi della Basilicata.

La regione Basilicata ospita nel suo territorio nove aree protette, di cui due parchi nazionali, il Pollino e il Val d'Agri, due parchi regionali (Parco naturale di Gallipoli Cognato - Piccole Dolomiti Lucane e Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano), e sei riserve naturali minori. Le zone sottoposte a protezione occupano circa il 30% della dell'intera superficie regionale.[6]

Cucina e gastronomia

La regione è caratterizzata da tanti piccoli paesi, borghi e centri rurali spesso separati da barriere geografiche, determinando la necessità di cucinare e mangiare quello che si produceva sul posto, secondo le tecniche messe a punto in loco. E ancora oggi, le ricette più comuni, passando da una zona all'altra, da un paese all'altro assumono connotazioni differenti, e vengono realizzate con materie prime differenti.

Le ricette che fanno largo uso di carni bianche, carni di agnello, uova, spezie locali come il peperoncino piccante e tutta una serie di verdure coltivate o, molto spesso, spontanee. I primi piatti comprendono tutte le varietà di pastasciutta accompagnata dal ragù. Per i secondi sono spesso utilizzate carni ovine.

Tra le specialità locali ci sono gli "gnummarieddi", involtini di interiora di animale e la famosa lucanica (come fu definita dai Romani questa specialità lucana), diventata, in molti dialetti del nord Italia luganega, un tipo di salsiccia il cui nome deriva proprio dalla parola Lucania.

Uno degli ingredienti tipici della cucina lucana, specialmente in Val d'Agri è il rafano. Viene grattugiato sulla pasta fatta in casa o impiegato come ingrediente della "rafanata", una frittata preparata con questo tipo di radice.

Un'altra specialità caratteristica della Regione sono i peperoni (chiamati in dialetto, a seconda delle zone, pupacc', p'pruss o puparul') "cruschi", cioè croccanti. Sono peperoni rossi essiccati che vengono scottati nell'olio d'oliva, spesso accompagnati dal baccalà o utilizzati come condimento nella pasta.

Prodotti alimentari tipici

Tra i formaggi, ottenuti attraverso la trasformazione del latte locale secondo tecniche tradizionali, spiccano il pecorino di Filiano e di Moliterno, il caciocavallo Podolico e una notevole e variegata produzione casearia

Le aree montuose consentono di produrre e stagionare salumi tra i più tipici della tradizione meridionale: rinomati quelli di Tricarico e Picerno. In questi territori si sta sempre più affermando la produzione di miele di ottima qualità.

Tra i vini il più famoso e apprezzato è l'Aglianico del Vulture, un vino DOC presente in Basilicata fin dall'VIII secolo a.C. Nella stessa zona di produzione di questo vino, nel nord della regione sgorgano acque minerali effervescenti naturali. Nella zona della val d'Agri è presente la seconda produzione vinicola DOC Terre dell'Alta Val d'Agri. Altra area di produzione vinicola è il Materano che ha ottenuto il riconoscimento della DOC con la denominazione Matera DOC.

Si producono anche oli di oliva extravergini di qualità superiore tra i quali quello ottenuto dall'oliva majatica di Ferrandina.

Grande pregio hanno le produzioni orticole fra cui il fagiolo di Sarconi e il peperone di Senise IGP e la melanzana rossa di Rotonda. Fragole, uva da tavola, pesche e albicocche vengono coltivate nelle pianure costiere, le pomacee nelle valli che degradano al mare. I frutti di bosco e le castagne caratterizzano le aree interne che ascendono ai monti. La tradizione artigianale delle genti contadine ha tramandato tecniche di trasformazione e conservazione degli ortofrutticoli sott'olio extravergine di oliva.

La lavorazione artigianale della pasta produce forme originali dal grano duro locale. Tra i prodotti da forno risalta il pane di Matera, che ha ottenuto il riconoscimento della IGP.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Prodotti agroalimentari tradizionali della Basilicata.

Patrimoni dell'umanità UNESCO

Siti archeologici

Musei

Musei archeologici

Altri musei

Amministrazioni

Galleria immagini

  Lo stesso argomento in dettaglio: Basilicata/Galleria immagini.

Sport

  Lo stesso argomento in dettaglio: Sport in Basilicata.

Principali impianti sportivi

Altri impianti sportivi hanno una capienza inferiore ai 1.000 posti.

Principali società sportive

Calcio:

Ciclismo:

Basket

Rugby:

Voci correlate

Personalità di origine lucana

  Lo stesso argomento in dettaglio: Nativi della Basilicata.

Di seguito è riportato un elenco di importanti personalità e personaggi storici di provenienza e di discendenza lucana in ordine alfabetico:

Altri progetti

Note

  1. ^ Art. 131 Cost.
  2. ^ + - Le statistiche sono quelle ufficiali estrapolate dal sito [1] aggiornate a dicembre 2007. Per gli aggiornamenti verificare che si tratti di dati ufficiali successivi a tale data.
  3. ^ Superficie dei comuni lucani [2]
  4. ^ Dati Istat - Tavole regionali
  5. ^ Fonte dal sito: demo.istat.it
  6. ^ documento della Regione Basilicata

Collegamenti esterni

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