Teutrante

re di Teutrania nella mitologia greca
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Nella mitologia greca, Teutrante o Teutra[1] figlio di Leucippe chiamata anche Lisippa, era il re di Teutrania, in Misia, il suo regno era tanto grande da arrivare sino a toccare la foce del Caico.[2]

Il mito

Il cinghiale

Teutrante, da giovane, partecipando ad una battuta di caccia, inseguì un enorme cinghiale. Alla fine, il re stava per ucciderlo quando l’animale iniziò a parlare, implorando pietà in nome di Artemide e poi trovando riparo proprio in un tempio della dea. Teutrante non esitò nel finire la bestia.

Artemide, allora, infuriata, lo fece ammalare di lebbra e lo costrinse a vagare in solitudine. Solo grazie alla madre, Leucippe, che placò la divinità portando con sé il veggente Poliido, che riuscì a medicare il re grazie a delle pietre che si trovavano nel luogo

La madre in segno di gratitudine non solo fece erigere una statua ma ordinò la creazione di un gigantesco toro d'oro, capace di emulare il suo predecessore,[3] e gridando di essere risparmiato.[4]

Auge e Telefo

Auge, figlia di Aleo e di Neera fu desiderata da Eracle e visto che non era consenziente, anche per paura del giudizio di suo padre fu violentata dal semidio, [5] da tale unione nacque un bambino la madre lo nascose intimorita nel tempio di Atena, ma il padre subito riuscì a trovarlo, a tal punto venne abbandonato sul monte Partenio[6][7] e allattato da una cerva e poi raccolto da alcuni mandriani che decisero di chiamarlo Telefo, proprio per via dell'insolita balia. Essi, non sapendo cosa fare del pargolo, lo portarono al loro signore, il re Corito. [8]

La donna fu venduta come schiava grazie a Nauplio a Teutra[9]

Una volta che Telefo diventò adulto, chiese all'oracolo di Delfi notizie sui suoi genitori: il responso fu di di andare a cercare Teutrante in Misia. Quando Telefo venne a corte, Auge era diventata la regina di Teutrania: ella gli rivelò l'identità del padre (Eracle), mentre Teutrante gli diede in sposa la figlia Argiope, rendendolo il proprio erede,[10] anche considerando l'assenza di figli maschi.

Pareri secondari

Secondo un'altra versione, Teutra aveva adottato, e non sposato, Auge che cercava rifugio nel suo regno. Telefo giunto con il suo amico Partenopeo sempre alla ricerca di sua madre qui invece trovò l'offerta del regno e di Auge come promessa sposa. Per ottenere entrambi doveva prima sconfiggere Ida, il figlio di Afareo, uno degli Argonauti, il quale stava preparando un assalto al regno della Misia. [11]

Ancora si racconta anche che Auge fu gettata in mare insieme al suo figlio, in tale versione fu lo stesso Teutra a ritrovare i due e sposo la donna adottando il bambino[12] Anche il luogo di nascita di Telefo è dibattuto[13]

Teutrante, in seguito partecipò alla guerra di Troia, trovando la morte per mano di Ettore.[14]

Interpretazione e realtà storica

Robert Graves individua nella parte del mito che concerne la caccia al cinghiale la traccia di alcune tradizioni:

  • Le pietre che avevano curato miracolosamente Teutrante si chiamavno antipate, ed erano facili da trovare nel monte Teutrante
  • Una tradizione della misia imponeva ad un uomo di impersonificare Adone (ucciso nel mito da Apollo ) travestirlo da cinghiale, animale in cui si era trasfornmato il dio, e dargli la caccia, soltanto se riusciva ad arrivare al tempio di Artemide (la sorella di Apollo), aveva salva la vita[15]

Voci correlate

Note

  1. ^ Anna Maria Carassiti, Dizionario di mitologia classica pag 315, Roma, Newton, 2005, ISBN 88-8289-539-4.
  2. ^ Pierre Grimal, Enciclopedia della mitologia 2a edizione pag 611, Brescia, Garzanti, 2005, ISBN 88-11-50482-1.
  3. ^ Anna Ferrari, Dizionario di mitologia pag 693, Litopres, UTET, 2006, ISBN 88-02-07481-X.
  4. ^ l'evento è raccontato in Pausania libro VIII, 12, 2
  5. ^ Pseudo-Apollodoro, Libro III 9, 1
  6. ^ Pseudo-Apollodoro, Libro II 7, 4
  7. ^ Wagner, in accordo con Licofrone, legge in questo passo un episodio dell'epoca di pestilenza a cui Aleo trovò la colpevolezza nel figlio di Auge
  8. ^ Secondo altri pareri fu Corito a dornargli il nome di Telefo e non i mandriani, vedi Apollodoro, I miti greci VII edizione pag 577, Milano, Arnoldo Mondadori, 2004, ISBN 88-04-41027-2. e Diodoro Siculo, IV, 33,11
  9. ^ Alcidamante (Odyss. 14-16
  10. ^ Pausania libro X, 28,4
  11. ^ Dopo averlo sconfitto ottenne anche la madre come sposa, ma i due non giaccero mai insieme. La donna oltre a cercare scuse per non farsi toccare meditava anche l'omicidio del proprio figlio ma alla fine il destino, sotto forma di serpente, fece confessare la donna e i due tornarono in patria come madre e figlio, così Igino, fabula 100.
  12. ^ Euripide, Telefo
  13. ^ Fra le tante ipotesi si veda Diodoro Siculo IV, 33 9-10 che racconta che il bambino nacque in una nave.
  14. ^ Omero, Illiade V, 705, ma probabilmente si tratta di un omonimo, come un altro Teutra padre di Assilo e ucciso da Diomede
  15. ^ Così racconta Graves in Robert Graves, I miti greci pag 510, Milano, Longanesi, ISBN 88-304-0923-5.

Fonti

Traduzioni delle fonti

  • Apollodoro, I miti greci VII edizione, Milano, Arnoldo Mondadori, 2004, ISBN 88-04-41027-2. Traduzione di Maria Grazia Ciani
  • Igino, Miti, Milano, Adelphi Edizioni, 2000, ISBN 88-459-1575-1. Traduzione di Giulio Guidorizzi

Moderna

  • Robert Graves, I miti greci, Milano, Longanesi, ISBN 88-304-0923-5.
  • Anna Ferrari, Dizionario di mitologia, Litopres, UTET, 2006, ISBN 88-02-07481-X.
  • Pierre Grimal, Enciclopedia della mitologia 2a edizione, Brescia, Garzanti, 2005, ISBN 88-11-50482-1. Traduzione di Pier Antonio Borgheggiani
  • Luisa Biondetti, Dizionario di mitologia classica, Milano, Baldini&Castoldi, 1997, ISBN 88-8089-725-9.
  • Angela Cerinotti, Miti greci e di roma antica, Prato, Giunti, 2005, ISBN 88-09-04194-1.
  • Anna Maria Carassiti, Dizionario di mitologia classica, Roma, Newton, 2005, ISBN 88-8289-539-4.

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