Occitania (regione storica)
L'Occitania (in occitano Occitània [utsi'tanjɔ], [uksi'tanjɔ]) è l'area geografica dell'Europa, comprendente larga parte della Francia meridionale, in cui, accanto alle lingue ufficiali, è parlata fin da epoca storica la lingua occitana.

Tale entità - caso emblematico di nazione-non nazione o, secondo taluni autori, nazione proibita[1] (ovvero esistente come realtà che va al di là degli stati legalmente costituiti che il suo territorio attraversa) comprende il sud della Francia (fino al confine del Massiccio Centrale), parte della Spagna (Valle d'Aran e zone circoscritte della Catalogna) e, in Italia, parte delle valli occitane del Piemonte a ridosso delle Alpi Cozie e delle Alpi Marittime.
Distribuzione geografica
Questi - aggiornati al 1998 - i principali dati che restituiscono un sia pure sommario quadro di insieme del non stato costituito dalla realtà occitana[1]:
- Superficie: 196.640 km² circa
- Popolazione: 12.000.000 di abitanti
- Capitale: Tolosa (650.000 abitanti)
- Lingua nazionale: lingua occitana (o occitanico, occitan) parlato da circa il 10% della popolazione
- Situazione politica:
La mappa dell'Occitania è raffigurata qui a destra. Occitano a tutti gli effetti è considerato anche il comune calabrese di Guardia Piemontese. È invece errata l'attribuzione all'area di lingua occitana:
- di alcune valli piemontesi (Valle dell'Orco, Valli di Lanzo, bassa Valle di Susa), le quali sono invece di area storico-linguistica francoprovenzale;
- di un certo numero di comuni liguri, stabilita in base ai criteri della L.N. 482/1999;
- del Principato di Monaco, la cui lingua nazionale, il monegasco, è un dialetto della lingua ligure.
Storia
Alla fine del XII secolo la Francia non era la compagine statale che è attualmente: numerose regioni appartenevano all'Inghilterra, la Bretagna era un reame autonomo, la Provenza faceva parte del Sacro Romano Impero Germanico. Parte delle regioni nelle quali era diffusa la lingua occitana costituiva un'insieme di feudi autonomi che per alcuni decenni (fra il XII e il XIII secolo) integrarono, insieme ai territori d'Aragona, uno stato economicamente prospero e forte, guidato dal re Pietro II d'Aragona e appoggiato dalla Santa Sede nella persona di papa Innocenzo III.
È importante sottolineare come in queste regioni era diffusa un'eresia cristiana, il catarismo, con una propria organizzazione ecclesiastica, parallela a quella ufficiale romana presente sul territorio. I catari erano ovviamente avversati dalla Santa Sede.
Agli inizi del XIII secolo sovrano d'Aragona era Pietro II vassallo della Santa Sede e apertamente sostenuto dal papato per aver ripetutamente sconfitto i musulmani nella penisola iberica. Fu sempre molto tollerante nei confronti degli eretici. La costituzione di un'unica amministrazione centralizzata sulle terre dove vivevano i catari era per costoro un sogno che si stava trasformando in realtà.
Purtroppo, la prematura scomparsa di Pietro II segnò l'apice della parabola càtara. La tattica militare che lo rese famoso per avergli permesso di sbaragliare gli invasori berberi risultò inadeguata a battere le truppe di Filippo II di Francia: nel difendere infatti i territori occitani dall'invasione delle truppe reali francesi, guidate da Simone IV di Montfort, Pietro II, che nel frattempo aveva valicato i Pirenei, subì una tremenda sconfitta perdendo egli stesso la vita in combattimento.
Note e bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Occitània
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Occitània