Occitania (regione storica)

regione storico-linguistica nella Francia meridionale e in piccole aree di Italia e Spagna

L'Occitania (in occitano Occitània [utsi'tanjɔ], [uksi'tanjɔ]) è l'area geografica dell'Europa, comprendente larga parte della Francia meridionale, in cui, accanto alle lingue ufficiali, è parlata fin da epoca storica la lingua occitana.

Il territorio dell'Occitània

Tale entità - caso emblematico di nazione-non nazione o, secondo taluni autori, nazione proibita[1] (ovvero esistente come realtà che va al di là degli stati legalmente costituiti che il suo territorio attraversa) comprende il sud della Francia (fino al confine del Massiccio Centrale), parte della Spagna (Valle d'Aran e zone circoscritte della Catalogna) e, in Italia, parte delle valli occitane del Piemonte a ridosso delle Alpi Cozie e delle Alpi Marittime.

Distribuzione geografica

La mappa dell'Occitania è raffigurata qui a destra. Occitano a tutti gli effetti è considerato anche il comune calabrese di Guardia Piemontese. È invece errata l'attribuzione all'area di lingua occitana:

Storia

Alla fine del XII secolo la Francia non era la compagine statale che è attualmente: numerose regioni appartenevano all'Inghilterra, la Bretagna era un reame autonomo, la Provenza faceva parte del Sacro Romano Impero Germanico. Parte delle regioni nelle quali era diffusa la lingua occitana costituiva un'insieme di feudi autonomi che per alcuni decenni (fra il XII e il XIII secolo) integrarono, insieme ai territori d'Aragona, uno stato economicamente prospero e forte, guidato dal re Pietro II d'Aragona e appoggiato dalla Santa Sede nella persona di papa Innocenzo III.

 
Bandiera occitana

È importante sottolineare come in queste regioni era diffusa un'eresia cristiana, il catarismo, con una propria organizzazione ecclesiastica, parallela a quella ufficiale romana presente sul territorio. I catari erano ovviamente avversati dalla Santa Sede.

Agli inizi del XIII secolo sovrano d'Aragona era Pietro II vassallo della Santa Sede e apertamente sostenuto dal papato per aver ripetutamente sconfitto i musulmani nella penisola iberica. Fu sempre molto tollerante nei confronti degli eretici. La costituzione di un'unica amministrazione centralizzata sulle terre dove vivevano i catari era per costoro un sogno che si stava trasformando in realtà.

Purtroppo, la prematura scomparsa di Pietro II segnò l'apice della parabola càtara. La tattica militare che lo rese famoso per avergli permesso di sbaragliare gli invasori berberi risultò inadeguata a battere le truppe di Filippo II di Francia: nel difendere infatti i territori occitani dall'invasione delle truppe reali francesi, guidate da Simone IV di Montfort, Pietro II, che nel frattempo aveva valicato i Pirenei, subì una tremenda sconfitta perdendo egli stesso la vita in combattimento.

Note e bibliografia

  1. ^ a b Sergio Salvi, Occitania, Luigi Colli Editore, Cuneo, 1998

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