Forze armate italiane
Le Forze Armate Italiane o, più semplicemente, Forze Armate (FF.AA.) sono l'insieme delle forze militari della Repubblica Italiana.
Forze Armate | |
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Le forze armate sono composte da Esercito (forza terrestre), Marina Militare (forza navale), Aeronautica Militare (forza aerea) e Arma dei Carabinieri (forza di gendarmeria e polizia militare).
Struttura e Organizzazione
Al vertice delle forze armate si trova il Presidente della Repubblica che, come sancisce l'articolo 87 della costituzione della Repubblica Italiana, "ha il comando delle forze armate". Egli presiede il Consiglio Supremo di Difesa, organo di indirizzo generale per la difesa dello Stato, e si avvale di appositi consiglieri militari per le questioni inerenti le forze armate. L'indirizzo materiale delle Forze Armate dipende però dal Governo Italiano, attraverso il Ministero della Difesa e lo Stato Maggiore della Difesa. Le singole forze armate attuano poi gli indirizzi generali attraverso i propri Stati Maggiori, ad eccezione dell'Arma dei Carabinieri, per i quali opera il Comando Generale, con analoghe funzioni. In modo autonomo, pur appartenendo all'Esercito, opera il Comando Generale della Guardia di Finanza.
- L'attuale Comandante in Capo è il onorevole Giorgio Napolitano.
- L'attuale Ministro della Difesa è l'onorevole Ignazio La Russa.
- L'attuale Capo di Stato Maggiore della Difesa è il generale di squadra aerea Vincenzo Camporini.
- L'attuale Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa è il generale di corpo d'armata Domenico Villani.
Le quattro Forze Armate
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Stemma dell' Esercito Italiano
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Stemma della Marina Militare Italiana
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Stemma dell'Aeronautica Militare Italiana
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Stemma dell'Arma dei Carabinieri
Esercito
Nato come Regio Esercito, dall'unificazione dell'Armata sarda con gli altri eserciti preunitari, per decreto del 4 maggio 1861, l'Esercito Italiano è la prima forza armata dello Stato e contava, nel 2006 su un organico di 114.400 unità (di queste 85.000 fanno parte delle forze operative, mentre 27.000 sono assegnate alle unità di sostegno).
All'esercito appartiene anche il corpo della Guardia di Finanza, che fa capo ad un proprio Comandante Generale e che svolge funzioni sia militari che di polizia, dipendendo in questo dal Ministero delle Finanze.
Marina Militare
Nata come Regia Marina dall'unificazione della Marina sarda con le altre marine preunitarie, la Marina Militare è la seconda forza armata dello Stato, con un organico di 34.000 effettivi nel 2003. Ad essa sono affidati il controllo e la condotta delle operazioni navali nelle acque territoriali ed internazionali. A lei sono anche affidati il controllo e la condotta delle operazioni navali nelle acque territoriali ed internazionali. Ad essa è devoluto, inoltre, il compito di pattugliamento delle coste tramite il Corpo delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera.
Aeronautica Militare
Nata come Regia Aeronautica, l'Aeronautica Militare è la terza forza armata dello Stato, con un organico di 48.000 effettivi nel 2003. Ad essa sono devolute le operazioni di difesa e controllo aereo. In passato si è anche occupata del controllo del traffico aereo nello spazio aereo nazionale.
Arma dei Carabinieri
Nata come corpo dei Reali Carabinieri, l'Arma dei Carabinieri è la quarta forza armata dello Stato. Ha fatto parte dell'Esercito Italiano fino all'5 ottobre 2000, data di pubblicazione del Decreto Legislativo n. 297 che l'ha elevata al rango di forza armata. La dipendenza dal Capo di Stato Maggiore della Difesa riguarda, però solo gli aspetti di Polizia Militare e quelli riguardante il personale impiegato in operazioni fuori area. Per i rimanenti compiti di istituto, attuati dalla maggior parte dei circa 115.000 Carabinieri, l'Arma dipende da altri dicasteri dello Stato (Ministero degli Interni). A differenza delle altre forze armate, l'Arma dei Carabinieri non è comandanta da un Capo di Stato Maggiore, ma da un proprio Comandante Generale, retaggio dell'appartenenza dell'arma all'Esercito.
Alimentazione delle Forze Armate
Sino alla fine del XX secolo, l'alimentazione delle forze armate è avvenuto tramite il meccanismo della leva militare, che, attuando alla lettera il citato articolo 52 della Costituzione, rendeva obbligatorio per tutti i cittadini italiani maschi fisicamente idonei il servizio militare, da prestare in uno degli enti militari nazionali per un periodo di dodici mesi.
La sospensione della leva obbligatoria
Il 3 settembre 1999, il Consiglio dei Ministri approvò il disegno di legge che doveva avviare il processo per giungere alla fine della coscrizione obbligatoria.
Il provvedimento fu presentato alla Camera dei deputati l'8 ottobre 1999 quale disegno di legge n. 6433 "Delega al Governo per la riforma del servizio militare".
Nella relazione di accompagnamento si legge: Le forze militari [...] oltre al tradizionale e perdurante ruolo di difesa della sovranità ed integrità nazionale, sono chiamate ad una funzione più dinamica per garantire la stabilità e la sicurezza collettiva con operazioni di gestione delle crisi e di supporto della pace. Ciò implica la necessità di trasformare lo strumento militare dalla sua configurazione statica ad una più dinamica di proiezione esterna, con più rapidi tempi di risposta all'insorgere dell'esigenza ed una più completa e complessa preparazione professionale.
Il modello interamente volontario è quello che meglio risponde a questa nuova connotazione e funzione dello strumento militare. (...) Non si tratta, peraltro, di abolire la coscrizione obbligatoria, ma solo di prevederla in casi eccezionali, quali quelli di guerra o di crisi di particolare rilevanza, che richiedano interventi organici.
Tra l'altro non è possibile sottacere che il rilevante calo demografico in atto in Italia unito all'incremento del fenomeno dell'obiezione di coscienza rende sempre più difficile raggiungere contingenti di leva idonei a soddisfare le esigenze qualitative e quantitative delle forze armate. Difficoltà acuite sia dalla spinta alla regionalizzazione sia dalla riduzione a dieci mesi della durata del servizio militare che ha ridotto il periodo di reale operatività dei militari di leva, insufficiente per determinati settori o particolari sistemi d'Arma.
Per procedere alla trasformazione dello strumento militare, occorre innanzitutto definire le nuove dimensioni delle forze armate professionali, ovvero il punto di arrivo della connessa contrazione.
Pur tenendo ferma l'esigenza di rispettare gli impegni operativi assunti, il passaggio da un modello misto ad uno tutto professionale, composto da personale maschile e femminile, potrà permettere di conseguire una ulteriore riduzione quantitativa per il più alto coefficiente di utilizzo del personale tutto volontario e per il recupero discendente dal riordino del settore del reclutamento e della componente addestrativa e formativa. Partendo dall'attuale (anno 1999) livello di circa 270 mila uomini, l'insieme di questi fattori fa ritenere perseguibile, pur rispettando gli attuali impegni operativi assunti, una riduzione dello strumento militare interamente professionale a 190 mila unità, ovvero di ben 80 mila unità in meno della consistenza attuale.
Il processo che prese il via dal citato provvedimento normativo è stato completato. Adesso, le forze armate italiane sono costituite soltanto da personale volontario contraddistinto da alti livelli di specializzazione ed il personale femminile è ormai diventato parte integrante dello strumento militare, ricoprendo non solo ruoli logistici ma anche operativi, partecipando direttamente alle operazioni fuori area che, nel frattempo, hanno avuto luogo.
Spesa per la difesa
L'Italia è l'ottava potenza militare mondiale con una spesa militare annua di 40.060 miliardi di dollari.[1]
NATO
Dal 4 aprile 1949 l'Italia è parte della NATO, Organizzazione del Trattato Nord Atlantico, alleanza che compende 26 Stati, dei quali 21 sono membri anche dell'Unione Europea.
Operazioni
Dal secondo dopoguerra le forze armate italiane sono state impegnate, prevalentemente sotto l'egida dell'ONU, in operazioni di tipo PSO (peace support operations). Fra esse, da citare quelle di peace enforcement, attuate secondo il cap. VII della carta delle Nazioni Unite, e quelle di peace keeping, previste, invece, nel cap. VI della stessa carta. Dal 1952 ad oggi sono più di 100 i militari italiani caduti in missione di pace, nell'adempimento del loro dovere durante operazioni che si svolgevano fuori dai confini nazionali. Le forze armate italiane attualmente partecipano a 25 missioni che si svolgono in 18 paesi situati in tre continenti. Fra queste:
- 8 sono sotto egida ONU:
- 7 sono sotto Comando NATO:
- KFOR,
- HQ Skopje - Macedonia,
- HQ Sarajevo - Bosnia Erzegovina,
- HQ Tirana - Albania (Balcani),
- SNMC SG2 (mar Mediterraneo),
- ISAF (Afghanistan),
- ACTIVE ENDEAVOUR (mar Mediterraneo).
- 6 sono guidate dall'Unione europea:
- EUFOR ALTHEA,
- EUFOR PM (Bosnia Erzegovina),
- EUPOL Kinshasa - R.D. del Congo,
- EUSEC DR (Congo),
- EU AMIS (Sudan),
- EU BAM RAFAH (Striscia di Gaza).
Sono circa 7.600 i militari italiani impegnati nelle missioni e, più precisamente:
- Teatro balcanico: circa 2.250;
- Afghanistan: circa 2.100;
- Libano: circa 2.450;
- Bosnia: circa 550
- rimanenti missioni: circa 260
Festa delle forze armate
Il 4 novembre è la festa delle forze armate a ricordo della data di emissione del Bollettino della Vittoria con il quale venne annunciata nel 1918 la resa dell'Impero Austro-ungarico all'Italia che poneva fine alla prima guerra mondiale.
Reparti delle Forze Armate decorati di Medaglia d'Oro al valor Militare
1 Btg. Guardia di finanza - CEFALONIA CORFU' (settembre 1943)
19 Rgt. Artigl. "Venezia" - MONTENEGRO SANGIACCATO (dicembre 1943)
33 Rgt. Artigl. "Acqui" - CEFALONIA CORFU' (settembre 1943)
317 Rgt Fanteria "Acqui" - CEFALONIA (settembre 1943)
Note
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- www.difesa.it/Operazioni+Militari - operazioni militari sul sito ufficiale del Ministero della Difesa