Alleanza Democratica (Italia)
Alleanza Democratica (AD) era un partito politico italiano, di centrosinistra, fondato il 15 luglio 1993, dopo un processo avviato il 18 ottobre 1992 con "Verso l'Alleanza Democratica", dalla confluenza dell'Unione dei Progressisti 18 ottobre, dei Popolari per la Riforma di Mario Segni e del PRI guidato da Giorgio Bogi.
A sua volta l'Unione dei Progressisti 18 ottobre era stata fondata pochi giorni prima, l'11 luglio, con l'adesione di cattolici, come Pietro Scoppola; laici, come Giuseppe Ayala (ex PRI) e Paolo Battistuzzi (ex PLI); ambientalisti, come Giovanna Melandri di Legambiente e membro della Direzione Nazionale del PDS; esponenti della sinistra riformista, come Willer Bordon, Ferdinando Adornato (entrambi ex PDS), Giorgio Benvenuto, Giorgio Ruffolo (entrambi ex PSI).
Il partito nacque come risposta alla voglia di rinnovamento politico che iniziava a serpeggiare nell'Italia scossa dagli scandali politici di Tangentopoli. L'idea dominante era quella di dar vita a un'ampia coalizione di centrosinistra, ma la mancata adesione del maggiore partito di sinistra, il PDS, ridimensionò la portata dell'evento. Tale ruolo di aggregazione venne invece ricoperto l'anno successivo dalla coalizione dei Progressisti.
Dopo breve tempo dalla nascita del partito si verificarono le prime importanti defezioni.
Il 29 settembre Mario Segni abbandonò AD per lanciare un proprio progetto politico di aggregazione delle forze centriste, concretizzato il 5 novembre con la creazione del Patto di Rinascita Nazionale, detto anche Patto Segni.
Il 30 gennaio 1994, su proposta di Giorgio La Malfa, che il 22 gennaio aveva assunto nuovamente la segreteria del PRI, il Consiglio Nazionale del partito decise di lasciare AD e di schierarsi con il Patto Segni. Giorgio Bogi per reazione uscì dal PRI e diede vita, insieme a Giuseppe Ayala e Libero Gualtieri, a un nuovo soggetto politico, Sinistra Repubblicana, collocato in AD.
Alleanza Democatica aderì poi alla coalizione dei Progressisti, nell'ambito della quale partecipò alle elezioni politiche del 1994, in cui ottenne 10 deputati e 6 senatori. Nella quota proporzionale per la Camera dei Deputati presentò una propria lista, che ottenne l'1,2% dei voti e nessun seggio.
Alle successive elezioni per il Parlamento Europeo del 12 giugno si presentò in coalizione con il PSI ottenendo l'1,8% dei voti e 2 deputati eletti, entrambi del PSI.
La doppia sconfitta elettorale provocò le dimissioni (poi rientrate) di Willer Bordon da coordinatore e il progressivo declino del partito che per risollevarsi partecipò alla creazione di nuove aggregazioni con altre formazioni politiche moderate di centrosinistra.
Il 26 marzo 1995, AD diede vita, insieme ai Socialisti Italiani e al Patto Segni, alla coalizione del Patto dei Democratici, che si presentò alle elezioni regionali ottenendo complessivamente il 4,2% dei voti e 33 consiglieri regionali (in gran parte socialisti).
In occasione delle elezioni politiche del 1996, entrò a far parte dell'Unione Democratica di Antonio Maccanico, nell'ambito della coalizione dell'Ulivo.
Nel giro di pochi mesi AD scomparve dalla scena politica e i suoi aderenti confluirono nel partiti di centrosinistra: Giovanna Melandri rientrò prima delle elezioni del 1996 nel PDS; Giorgio Bogi e la sua Sinistra Repubblicana confluì nei DS; Giorgio Benvenuto diede vita all'associazione Riformatori per l'Europa, aderendo poi ai DS. Ferdinando Adornato invece si spostò nell'area di centrodestra, sino ad aderire successivamente a Forza Italia.
Alleanza Democratica, guidata da Willer Bordon, il 1° marzo 1997 decise di confluire nell'Unione Democratica. Willer Bordon fu poi nel 1998 tra i fondatori dell'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro e nel 1999 dei Democratici.