Contro l'amore
Contro l'amore: una polemica è saggio scritto dalla sociologa Laura Kipnis, che analizza la moderna concenzione dell'amore e delle coppie a lungo termine. Malgrado già dal titolo si presagisca lo stile polemico con cui viene trattato l'argomento, le tesi esposte non sono in realtà contro l'amore in senso assoluto, ma solo contro alcuni degli aspetti e degli ideali delle relazioni moderne.
Argomentazioni principali
La fallacia del presupposto di fondo
L'autrice sostiene che la maggior parte dei problemi delle moderne relazioni a lungo termine, sono dovuti ai falsi presupposti insostenibili in eterno su cui esse sono basate, ovvero:
- l'amore dura in eterno;
- il partner è l'unca fonte di soddisfacimento per la maggior parte dei nostri bisogni;
- per decine di anni si può amare e fare sesso con una sola persona tenendo vivo il desiderio.
- impegnandosi abbastanza è possibile conciliare l'irrazionalità dell'amore romantico (l'innamoramento, la passione) alla razionalità delle coppie di lunga data.
L'autrice sostiene che quando inevitabilmente queste convinzioni si scontrano con la realtà, invece di concludere che ad essere sbagliata sia questa concezione dell'amore, siamo portati a pensare o che «abbiamo sbagliato persona, dobbiamo trovare quella giusta» (ragionamento che porta alla monogamia seriale, in cui di solito non si fa altro che replicare la stessa situazione), o che «quello che non va siamo noi, non la società» (ragionamento che ci spinge a conformare i nostri desideri più intimi alle aspettative della società).
La logica del lavoro nell'amore
Una delle convinzioni della società contemporanea è che dobbiamo impegnarci per mantenere viva la passione ("che gioia", commenta l'autrice): ma questo introduce la logica del lavoro nel campo dei sentimenti. L'autrice cita in proposito Adam Phillips:
Alcune delle affinità col lavoro indicate dall'autrice:
- l'idea dell'impegno continuo
- la sequela di regole e divieti
- il sesso diventa come un "timbrare il cartellino"
- la routine e l'alienazione, come per gli operai in una catena di montaggio
- quando le cose non vanno bene, siamo portati a pensare che "non ci stiamo impegnando abbastanza"
- quando il desiderio è scemato, il partner geloso lavora come un poliziotto che vigila sul rispetto della fedeltà
I lavoratori privi di passioni sono produttivi per la società
Inoltre l'autrice sostiene che le persone private delle passioni sono più produttive per la società: non vivono un innamoramento che divorerebbe il loro tempo, le loro energie e i loro pensieri, e sono più propense a cercare appagamento nel consumismo, ovvero «non pensano a scopare ma a consumare».
La monogamia a lungo termine è efficace in questo fenomeno di controllo e annichilimento delle passioni: produce persone annoiate, le abitua ad accettare la sottomissione (verso il partner) anche nell'ambiente domestico, ha una azione di controllo contro l'insorgere di nuove passioni (gelosia e ricatto), inoltre porta molte persone a vivere il lavoro come una fuga dalla vita familiare.
Diversamente, le persone che riscoprono l'innamoramento e compiono adulterio, pongono tutto il resto in secondo piano, collocano continuamente la nuova fiamma al centro dei loro pensieri, sacrificano tutte le altre attività (ad esempio dandosi malati al lavoro), e il sesso e la relazione portano via tutte le loro energie mentali e fisiche.
L'autrice invita a domandarsi tra questi due scenari, posto che il primo è quello più utile alla «società della produzione», quale sia quello più utile alla felicità delle persone.
La relazione moderna: una «Coppia cameratesca»
L'autrice nota che la tendenza ad organizzarsi in gruppi permanenti o semipermanetni di due persone la ritroviamo nella maggior parte della popolazione terrestre, ma tuttavia le tipologie di questi raggruppamenti a due variano enormemente da cultura a cultura; l'autrice trova quindi curioso che nella società occidentale contemporanea, che si suppone sia molto libera ed emancipata, ci sia una schiacciante predominanza di una particolare tipologia: la «coppia cameratesca».
L'autrice, applicando l'Ipotesi di Sapir-Whorf alla struttura del linguaggio della coppia moderna, si chiede quale visione della realtà emerga da esso: ella osserva che l'unità discorsiva ricorrente, è il divieto; avendo raccolto centinaia di interviste in proposito, l'autrice riporta nel testo un campione delle risposte ricevute alla domanda: «quali sono gli obblighi posti dalla vita di coppia?». Il risultato è una interminabile sequela di imposizioni (pp. 87-95), che a detta dell'autrice[1], appaiono inizialmente divertenti, ma si rivelano via via sempre più irritanti per il lettore.
L'autrice sostiene che uno dei paradossi della coppia moderna è la coesistenza dell'ideale dell'«essere se stessi» ed il suddetto regime di divieti e cambiamenti a cui dobbiamo abituarci per vivere insieme; insomma uno dei diritti fondamentali dell'uomo, la libertà di sviluppare liberamente la propria personalità, è anche ciò che renderebbe impossibile andare d'accordo col partner.
Proposte alternative
(da fare)
Analisi dell'istituzione dell'amore moderno
Il potere di normalizzazione della coppia moderna
(da fare)
L'adultero
(da fare)
Alcuni paragoni con le società passate
(da fare)
Quesiti posti
(da fare)
Film citati
(da fare)
Bibliografia
- Contro l'amore: una polemica (Laura Kipnis, 2005, Einaudi, ISBN 88-06-17133-X)
Opera origninale: Against love: a polemic (2003, Pantheon Books, ISBN 0-375-42189-0)
Collegamenti esterni
- (EN) Style: An Interview with Laura Kipnis: Jeffrey J. Williams intervista l'autrice su Contro l'amore