Colli PL 2C Aerauto

auto volante Carrozzeria Colli

Il Colli PL 2C è un piccolo aereo da turismo con ali ripiegabili costruito nel 1946.

Il prototipo del Colli PL 2C "Aerauto" nel 1946

Progettato dall'ing. Luigi Pellarini, con la collaborazione dell'Ing. Amilcare Porro, venne realizzato dalla "Carrozzeria Colli" di Milano, già nota per le pregevoli trasformazioni di autovetture Alfa Romeo e Fiat, e presentato alla stampa nell'agosto del 1946.

Il velivolo era costruito interamente in metallo ed era dotato di ali ripiegabili che ne riducevano la larghezza a soli due metri, consentendo l'eventuale ricovero in una normale autorimessa. Inoltre, sfruttando la spinta dell'elica, era in grado di muoversi sulle strade per brevi percorrenze.

Spinto da un propulsore Walter Mikron della potenza di 60 CV, sistemato posteriormente alla carlinga, il "PL C2" era un aereo/auto biposto in grado di raggiungere la velocità di 190 km/h, con consumi paragonabili a quelli di un'automobile.

La "Carrozzeria Colli" prevedeva di metterlo in vendita al prezzo di 500.000 lire, proponendosi di risolvere in quel modo la difficoltà di spostamenti, nell'Italia del dopoguerra.

Sia l'azienda costruttrice che il progettista investirono ingenti risorse per lo sviluppo e la regolarizzazione del velivolo. Nel corso degli anni seguenti, l'originario progetto venne sviluppato dando origine alla seconda e più evoluta "Aerauto", la PL 3C, dotata di motore più potente, sempre un Walter Mikron ma da 80 HP. Incoraggiato dal collaudo positivo del prototipo, Pellarini creò una società, la Aernova, e si ingegnò per trasmettere i risultati delle prove precedenti sull'"Aer 1", che si differenziava dalle precedenti Aerauto per l'ala alta a gabbiano, il carrello fisso con ruota anteriore carenata e il motore Continental. L'ulteriore (e ultima) evoluzione dell'Aerauto fu la PL 5C, che vide la luce nel 1949, grazie alla collaborazione finanziaria di un gruppo di industriali, riuniti nella nuova società per azioni "Aerauto". Questa evoluzione dell'ibrido auto-velivolo venne costruito sempre dalla carrozzeria Colli, ma nei più ampi locali degli stabilimenti Magni Aviazione a Taliedo. La PL C5 era dotata di un motore più potente, un boxer quattro cilindri Continental da 125 HP, aveva una lunghezza di 6,30 m. e un'apertura alare di 9,80 m.. Capace di una velocità di crociera in aria di 160 km/h e su strada di 70 km/h, aveva un'autonomia di volo di 600 km. Dopo aver superato con successo i previsti collaudi con il pilotaggio dell'ing. Vaghi, l'Aerauto fu immatricolata I-AUTO, e tra il Natale del 1949 e i primi giorni del 1950, compì un giro dimostrativo in molte città italiane: un vero e proprio "Giro d'Italia"di 4000 km, di cui 1800 in volo, sponsorizzato dalla "Millefiori Cucchi", casa produttrice dell'omonimo liquore. Pilotata da Leonardo Bonzi e Maner Lualdi, l'Aerauto atterrava nelle zone periferiche e raggiungeva i centri città dopo aver ripiegato le ali, dimostrando a tutti le potenzialità di poter fungere da vera "Aerauto", metà aereo e metà automobile. Purtroppo, il velivolo non ebbe il seguito sperato: l'impossibilità di poter venire immatricolata come automobile per l'assenza della retromarcia e delle luci di posizione regolamentari fu un ostacolo insormontabile al suo sviluppo. Anche se la sua evoluzione era ormai alle fasi conclusive, il progetto Aerauto venne sospeso per essere definitivamente abbandonato nel 1953, dopo la rinuncia dell'Esercito Italiano che, in un primo tempo, aveva mostrato interesse al prototipo, alimentando le speranze del costruttore almeno per una fornitura militare. La società si sciolse e Pellarini, amareggiato per l'insuccesso, si trasferì in Australia. Tuttavia, il forte clamore mediatico, suscitato dalle prove dimostrative e dai giornali, portò alla "Carrozzeria Colli" una forte notorietà che contribuì non poco a far incrementare le vendite dei suoi prodotti automobilistici.

Dei due esemplari costruiti uno venne demolito, e l'altro rimase molti anni abbandonato in un hangar all'aeroporto di Bresso, finché non venne distrutto da un incendio negli anni 70.

Bibliografia

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  • "1949, fuga sull'Aerauto", articolo di G. Apostolo tratto dal periodico "Volare" - giugno 2008