Piero Colobini

militare italiano

Piero Colobini (Gorizia, 14 febbraio 1914Mali Spadarit, 10 marzo 1941) è stato un militare italiano, ufficiale del 7° Reggimento Alpini, Medaglia d'oro alla memoria.

Compì gli studi elementari e medi a Gorizia conseguendo il diploma di ragioniere presso l'Istituto Tecnico. Nel 1936 si iscrisse all'Università di Trieste nella facoltà di scienze economiche commerciali. All'inizio della Seconda guerra mondiale lasciò il suo posto di impiegato al Municipio di Gorizia e gli studi per accorrere alle armi.

Frequentò il corso allievi ufficiali a Bassano del Grappa; appena ottenuta la nomina a sottotenente degli Alpini, venne trasferito sul fronte occidentale con il Battaglione Alpini Feltre del 7° Reggimento Alpini, Divisione Pusteria, dove partecipò ad alcune importanti azioni.

Intervenuto l'armistizio con la Francia, nell'ottobre 1940 fu inviato sul fronte greco-albanese, mentre era in corso l'operazione di ripiegamento e contenimento della pressione avversaria. Il 13 febbraio 1941, grazie al proprio coraggio, si guadagnò una croce di guerra al valor militare sul campo assaltando e conquistando una postazione ben munita.

Cadde alla testa dei suoi Alpini una nebbiosa mattina di primavera sul monte Spadarit, a pochi metri dalla vetta, difesa da tre ordini di reticolati e da un avversario ben trincerato e deciso, riuscendo ad aprire ad altri la via della conquista.

Per questa azione venne decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria, con la seguente motivazione:

«Comandante di un plotone di fucilieri, malgrado le forti perdite, guidava il reparto all'attacco di una munita posizione con indomito spirito aggressivo. Giunto in prossimità delle posizioni nemiche, preparava i suoi uomini all'assalto finale ed invitandoli a serrarsi intorno a lui si slanciava avanti per un ultimo balzo. Davanti ai reticolati intatti, nell'ordinare ai suoi Alpini di svellerne i picchetti con le mani, dandone l'esempio, rimaneva gravemente ferito una prima volta. Si aggrappava allora ai reticolati e, continuando ad incitare i suoi uomini, lanciava invettive contro il nemico riparato nelle trincee, invitandolo a combattere all'aperto, finché ferito una seconda volta mortalmente, riusciva a gridare all'avversario che la vittoria era ormai dei suoi Alpini.»

I suoi resti mortali furono inumati nel Sacrario del Cimitero Centrale di Gorizia il 20 maggio 1962. Porta il suo nome la sezione di Gorizia dell'Associazione Nazionale Alpini.


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