Massimiliano I d'Asburgo
Massimiliano I d'Asburgo (Wiener Neustadt, 22 marzo 1459 – Wels, 12 gennaio 1519) fu imperatore del Sacro Romano Impero dal 1493 alla sua morte.
Massimiliano I | |
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Imperatore del Sacro Romano Impero | |
In carica | 1508 – 1519 |
Predecessore | Federico III |
Successore | Carlo V |
Nascita | Wiener Neustadt, Austria, 22 marzo 1459 |
Morte | Wels, Alta Austria, 12 gennaio 1519 |
Casa reale | Casa d'Asburgo |
Padre | Federico III |
Madre | Eleonora del Portogallo |
Consorte | Maria di Borgogna e Bianca Maria Sforza |
Figli | Filippo Margherita |
Giovinezza: il Wunderkind
Massimiliano d'Asburgo nacque nel castello imperiale della città di Wiener Neustadt, figlio del Sacro Romano Imperatore Federico III e di sua moglie Eleonora d'Aviz. I due imperatori, che si amavano molto[1], contavano particolarmente sulle capacità del loro unico figlio maschio sopravvissuto che decisero di chiamare Massimiliano, in onore di un santo balcanico. Federico ed Eleonora avevano avuto un figlio prima di Massimilano, Cristoforo, e ne ebbero uno dopo, Giovanni, entrambi morti in tenera età.
Non solo i genitori, ma tutto l'impero poneva in Massimiliano le più grandi speranze: era considerato infatti come un bambino inviato da Dio, destinato a realizzare grandiose imprese. Subito attorno alla nascita di Massimiliano furono create le più svariate leggende, che contribuirono a diffondere l'amore popolare e la fama di cui godette il giovane erede al trono. [2]
Massimiliano trascorse i primi anni di vita nella città di Wiener Neustadt dove crebbe con rigore. A fianco delle sue passioni, i duelli e i tornei, Massimiliano era costretto ad assistere a lunghe lezioni che lo portarono ad imparare in breve tempo il tedesco ed il latino, nonché l'italiano e il francese. La corte asburgica non amava l'ostentazione del lusso e Massimiliano crebbe secondo le antiche usanze dei suoi antenati, lontano da raffinatezze ed eleganza.[3]
Ben presto, nel 1467, morì Eleonora, rimpianta da tutta la corte ed in particolare dal marito: Ferdinando infatti non si volle più sposare lasciando il futuro della dinastia nelle mani dell'unico suo figlio maschio sopravvissuto e di un lontano cugino, Sigismondo, conte del Tirolo.
Da subito, Massimiliano si presentò come un ragazzo vivace, che adorava il combattimento ed allo stesso tempo era attirato dall'arte e dalla cultura. Fisicamente era molto simile al padre: non era molto alto, aveva il naso aquilino tipico degli Asburgo, ed era piuttosto robusto.[4] Caratterialmente invece padre e figlio erano completamente differenti: Federico amava la quiete e la tranquillità, mentre Massimiliano era sempre attivo e instancabile: con la caduta dell'Impero Romano d'Oriente e l'uccisione di Costantino XI Paleologo ad opera dei turchi di Maometto II, l'indignazione di Massimiliano fu tale che si recò a Roma e chiese a papa Paolo II di ufficializzare un ordine cavalleresco da esso stesso creato, con il quale avrebbe conservato l'unità del mondo cristiano.[5]
Il matrimonio e la reggenza in Borgogna
Matrimonio con Maria di Borgogna
La situazione dell'Impero e dell'imperatore nella seconda metà del Quattrocento si presentava problematica: Federico III era perennemente alla ricerca di finanziamenti che spesso i litigiosi rappresentanti degli stati tedeschi rifiutavano di concedergli. Si decise allora di trovare una sposa per l'erede al trono che portasse una ricca dote; la scelta cadde sulla figlia del duca di Borgogna Carlo il Temerario, nemico dei francesi come Federico e signore del più ricco territorio d'Europa: la Borgogna infatti era all'ora al suo massimo splendore. Il duca di Borgogna controllava le Fiandre, l'Artois, il Brabante, la Piccardia, la Franca Contea. Inoltre governava su vasti territori lungo il Reno ed in Olanda, oltre a possedere le contee di Lussemburgo e Limburgo. Pur essendo formalmente molto legato alla Francia, il duca Carlo era completamente indipendente ed aspirava addirittura ad una corona, che sperava di ottenere dall'Imperatore.
Federico III e Carlo I si incontrarono a presso Treviri, ma il loro accordo sfumò a causa dell'incertezza dell'imperatore.[6] Intanto però Massimiliano e la figlia del duca, Maria, si erano visti ed avevano avuto l'opportunità di conoscersi e di piacersi.[7]
Di lì a qualche anno tuttavia Carlo il Temerario morì in battaglia sotto le mura della città di Nancy, appena conquistata dalle sue truppe e Maria si trovò ad essere l'unica erede di tutta la fortuna paterna. Circondata da nemici, primi fra tutti gli agenti ed i nobili al servizio del re di Francia Luigi XI, Maria si chiuse con pochi servitori fedeli nella città di Gand, attendendo l'arrivo di Massimiliano e dell'esercito imperiale. Nel giugno 1477 Massimiliano giunse a Gand e il 18 luglio 1477 sposò Maria; in breve, alla testa del suo esercito, riportò l'ordine in terra borgognona sconfiggendo Luigi XI, che aveva tentato di organizzare rivolte nelle Fiandre per ribaltare l'autorità dei giovani sposi, nella battaglia di Guinegatte del 17 agosto 1479.
Negli anni che seguirono Massimiliano continuò a combattere per l'integrità dei territori del suocero; intanto, nel 1478 e nel 1480 erano nati i suoi due figli, Filippo e Margherita. Ma a distanza di due anni dalla nascita di Margherita, una tragedia si abbattè su Massimiliano: sua moglie Maria, durante una battuta di caccia, era caduta da cavallo ed aveva riportato gravi emorragie interne. Trasportata subito subito a Bruges, morì il 27 marzo 1482, rimpianta da tutta la corte ed in particolare da Massimiliano, che si trovava ora ad essere reggente per i figli, senza possedimenti propri.
La difficile reggenza del Re dei Romani
Morta Maria, le varie città sotto il controllo di Massimiliano colsero l'occasione per ribellarsi all'autorità del duca d'Austria; gli stati dei Paesi Bassi in particolare strinsero patti con la Francia che culminarono con il trattato di Arras del dicembre 1482, il quale sanciva una pace militare ed economica tra le due parti. Inoltre Massimiliano fu costretto ad inviare a Blois, dove risiedeva la Corte francese, la figlia Margherita come pegno di pace. La giovane principessa fu trattata con tutti gli onori e fu promessa in sposa al nuovo re di Francia, il giovane Carlo VIII.[8]
Nel 1486 Massimiliano ricevette il titolo di Re dei Romani da suo padre Federico III. Il titolo lo designava come erede universale dell'imperatore alla sua morte. Alcune fonti affermano che Federico fosse contrario alla nomina del figlio mentre lui era ancora in vita; questa ipotesi non ha tuttavia alcun riscontro realistico e storico. Certo è invece, che tra padre e figlio vi fossero numerose incomprensioni e che i due fossero spesso in disaccordo tra loro.[9]
Tornato in Borgogna e dopo anni di continue ribellioni e sfide all'autorità del duca d'Austria da parte delle città borgognone, Massimiliano decise la convocazione dei rappresentanti delle principali città per giungere ad un accordo. Così, nell'inverno 1488, scelse come città adatta per la situazione Bruges. Vi giunse con tutta la sua Corte, lasciando però fuori dalle mura cittadine le sue truppe, che avrebbe fatto entrare in un secondo momento. Ma gli abitanti di Bruges, approfittando dell'occasione, bloccarono i cancelli cittadini impedendo l'entrata dell'esercito del reggente: Massimiliano si trovò così prigioniero della cittadinanza, senza nessun tipo di protezione o di garanzia. La popolazione di Bruges arrivò ad eliminare alcuni membri della Corte di Massimiliano e a minacciare di consegnarlo al re di Francia.[10] Ben presto tuttavia giunse la notizia dell'imminente arrivo dell'esercito imperiale inviato da Federico III; la ribelle Bruges decise quindi di lasciare libero Massimiliano.
Seguirono anni di violenti scontri tra i nobili borgognoni, desiderosi di essere indipendenti, e Massimiliano, che si conclusero con una vittoria del reggente: Alberto di Sassonia, uno dei più fedeli feudatari di Massimiliano, conquistò e ridusse all'impotenza Bruges e Gand, i due fulcri della rivolta, mentre il più accanito avversario dell'autorità asburgica, Filippo di Kleve, fu irrimediabilmente sconfitto nel 1492.[11] Finalmente Massimiliano potè dare il via ai negoziati per la pace, che si conclusero con il trattato di Senlis del 23 maggio 1493, che gli assicurava il controllo dell'Artois e della Franca Contea.
L'elezione e le prime campagne
Il 19 agosto 1493, presso Linz, si spense in grande solitudine l'imperatore Federico III. Massimiliano, Re dei Romani, venne subito investito del potere imperiale. Suo primo atto fu quello di lasciare la Borgogna affidandola a suo figlio Filippo, che ne ottenne la piena sovranità, riconosciuta anche dal popolo. Filippo venne accolto a Lovanio con tutti gli onori e vi pose la sua Corte. Massimiliano intanto, che aveva ottenuto in eredità dal cugino Sigismondo, detto il Danaroso, il ricco territorio del Tirolo ed era riuscito a cacciare il re ungherese Mattia Corvino dall'Austria, tornò a Innsbruck, sua residenza prediletta.[12] Lo stesso anno della morte del padre, Massimiliano aveva sposato Bianca Maria Sforza, figlia del duca di Milano Galeazzo Maria Sforza, nella speranza di poter avere altri eredi. Bianca tuttavia si dimostrò ben presto incapace di avere figli.
Le tensioni con la Dieta e la breve esperienza italiana
Una volta eletto, Massimiliano decise di aderire alla Lega di Venezia, che vedeva la Spagna, lo Stato Pontificio e i maggiori stati italiani combattere contro la calata dei francesi di Carlo VIII in Italia. Per organizzare un esercito e scendere in Italia, Massimiliano aveva bisogno di denaro e decise così di convocare una Dieta composta dai Grandi Elettori, i rappresentanti delle città imperiali e i Principi imperiali che avrebbe dovuto votare per fornirgli i sussidi necessari alla guerra. Con la convocazione della Dieta di Worms Massimiliano intendeva ottenere il denaro necessario a finanziare la sua impresa ma anche un rinnovamento dell'apparato statale, che ottenne con la celebre Riforma imperiale.
Ottenuti i finanziamenti, l'imperatore scese in Italia per due volte, nel 1495 e nel 1498, senza ottenere, in entrambi i casi, risultati rilevanti.[13]
Tornato in territorio imperiale, Massimiliano continuò i lavori della Dieta di Worms, che aveva approvato, oltre all'introduzione di una tassa (il gemeiner Pfennig) per fornire a Massimiliano i mezzi finanziari necessari per le guerre in Italia e contro l'Impero Ottomano, il cosiddetto Landfrieden perpetuo, con lo scopo di mettere fine alle guerre private, sulla cui vigilanza era chiamato a vegliare un tribunale apposito, il Reichskammergericht (Corte camerale imperiale).
La guerra svizzera
La Confederazione delle città svizzere, che formalmente faceva parte dell'Impero, non volle riconoscere le decisione della Dieta di Worms (né aveva voluto inviare propri rappresentanti alla dieta, con l'eccezione della città Berna). Inoltre, si erano verificate in quei mesi numerose incomprensioni tra i sostenitori dell'imperatore e i membri della Confederazione svizzera, che avevano portato a scontri armati tra i soldati svizzeri e i lanzichenecchi imperiali.[14] Nel mese di febbraio 1499 gli svizzeri colsero l'occasione, fornita da un pretesto, di attaccare le truppe imperiali.
Ben presto i contingenti svizzeri sconfissero le truppe sveve dell'imperatore e penetrarono nei territori del Liechtenstein sino al lago di Costanza. Quelle svizzere erano spesso solo incursioni, dato che i soldati tendevano a ritirarsi poco dopo nei loro confini: tuttavia incontrarono soldati imperiali numerose volte e li sconfissero nella maggior parte dei casi in modo totale.[15] Agli inizi d'aprile Massimiliano, convocata una dieta a Magonza, dichiarò guerra alla confederazione. Ambedue le parti presero a saccheggiare il territorio del nemico lungo il Reno. Le truppe asburgiche penetrarono nel Thurgau, ma appena vennero a contatto con gli svizzeri subirono una pesante sconfitta: le continue vittorie svizzere portarono Massimiliano a cambiare lo scenario di guerra spostando il grosso del suo esercito nella Val Monastero, dove pensava di poter cogliere una importante vittoria sugli svizzeri impreparati. Tuttavia, nella battaglia della Calva, gli imperiali subirono un'ulteriore sconfitta da parte dell'esercito svizzero che uccise all'incirca cinquemila uomini. Questa, seguita da altre battaglie tutte negative per l'Impero, portarono Massimiliano a stipulare la pace con gli svizzeri, che venne siglata il 22 settembre presso Basilea. In seguito la Svizzera fu riconosciuta dall'imperatore come indipendente.
La politica dei matrimoni
I figli: Filippo e Margherita
Sfortunato sul piano bellico, Massimiliano seppe fare la fortuna della sua Casa tramite una brillante politica matrimoniale, che ebbe come risultato l'ingrandire enormemente i territori controllati dall'Impero.
Il primo dei felici matrimoni organizzati da Massimiliano fu quello del suo unico figlio maschio ed erede Filippo, denominato, per il suo aspetto fisico, il Bello, con Giovanna, la figlia del re di Aragona Ferdinando II. Dopo alcune trattative, Massimiliano e Ferdinando siglarono un accordo il 5 novembre 1495: Giovanna sarebbe divenuta duchessa di Borgogna.[16] E mentre Filippo sposava Giovanna, la sorella Margherita sarebbe andata in sposa al fratello della nuova duchessa di Borgogna, don Giovanni, principe delle Asturie ed erede del regno del padre Ferdinando e della madre Isabella di Castiglia. Giovanna raggiunse Filippo ad Anversa e i due, innamorati l’uno dell’altra[17], celebrarono il matrimonio il 21 ottobre 1496. Don Giovanni e Margherita si sposarono invece in Spagna nella primavera del 1497. Anch’essi, innamorati, ebbero una vita matrimoniale felice, sino alla morte di Giovanni, che avvenne improvvisamente appena sei mesi dopo la cerimonia.[18]
Dall’unione di Filippo e Giovanna, che divennero nel 1500 legittimi ed unici eredi dei re spagnoli, nacquero numerose figlie ma anche due dei futuri imperatori del Sacro Romano Impero, Carlo, che visse i suoi primi anni in Borgogna e Ferdinando, che crebbe in Spagna.[19]
I nipoti: Carlo e Ferdinando
Nel 1501, quando suo nipote Carlo aveva solo un anno, Massimiliano si impegnò per assicurargli un grande matrimonio. Dopo aver consolidato il dominio degli Asburgo in Spagna, era ora necessario spostare le attenzioni verso la tradizionale nazione avversaria degli Asburgo: la Francia. Così, nell'estate del 1501, presso Lione, i rappresentanti del re francese Luigi XII guidati dal cardinale d'Amboise, e quelli dell'imperatore con a capo Guglielmo di Croy, decisero che Carlo, duca di Borgogna, avrebbe sposato la figlia del re di Francia, Claudia, che gli avrebbe portato come dote il ducato di Bretagna, quello di Milano e il regno di Napoli. Quando ci fu un nuovo incontro nel 1505 presso Hagenau, Luigi XII rifiutò di concedere la mano della figlia al nipote dell'imperatore, dando in sposa a Claudia al suo erede, il duca d'Angoulême Francesco, il futuro re Francesco I. Rotti così definitivamente i contatti diplomatici con i francesi, Massimiliano inoltrò trattative di matrimonio con il re d'Inghilterra Enrico VIII, che si conclusero con la promessa di matrimonio tra Carlo e la sorella del re, Maria. Tuttavia, nel 1514, Carlo e Massimiliano subirono un ulteriore voltafaccia: Enrico VIII decise di rompere la promessa matrimoniale e di concedere sua sorella in sposa all’ormai anziano e vedovo re francese Luigi XII.
Se con Carlo i progetti di Massimiliano naufragarono, andò meglio con l’altro nipote, Ferdinando. Nel 1515 l’imperatore fece giungere ad Innsbruck, dove risiedeva abitualmente, la figlia del re di Ungheria Ladislao, la principessa Anna; qualche anno prima, infatti, Massimiliano e Ladislao avevano stabilito che Anna avrebbe sposato uno dei nipoti dell’imperatore. Carlo, maggiorenne, decise di opporsi a questa prospettiva, mentre il tutore e nonno del giovane Ferdinando, non accettò che il nipote divenisse consorte della principessa Anna. Così Massimiliano, pur di non far cadere l’accordo, accettò di sposare egli stesso Anna se entro un anno uno dei nipoti non si fosse rassegnato.[20] Ma nel 1516 morì il nonno di Ferdinando, Ferdinando d’Aragona, e così il giovane acconsentì a sposarsi con Anna. Il matrimonio fu celebrato solo nel 1521, a Vienna quando Massimiliano era già morto da tre anni.
Intanto Massimiliano aveva anche deciso di adottare ufficialmente come nipote l’unico figlio ed erede del re Ladislao, Luigi di Boemia, che sposò sua nipote Maria. Il destino volle però che Luigi annegasse durante battaglia di Mohács nel 1526 mentre combatteva contro i turchi, lasciando come eredi del suo regno la sorella Anna ed il genero Ferdinando, che furono proclamati regina e re d’Ungheria. I disegni di Massimiliano si erano completamente avverati: gli Asburgo governavano allora sull’Impero, sulla Spagna, compresi i domini americani, e sull’Ungheria, formando la più grande potenza europea del secolo.
La politica matrimoniale di Massimiliano, forse il suo capolavoro diplomatico, fu immortalata dalla celebre frase latina: Bella gerant alii, tu felix Austria nube, che tradotta: "Mentre gli altri fanno la guerra, tu, Austria fortunata, ti sposi."
La nuova campagna d’Italia: la Lega di Cambrai
In seguito alla morte di Alessandro VI e al breve pontificato di Pio III, gli equilibri italiani erano nuovamente precari: la Repubblica di Venezia aveva approfittato della debolezza del papato per espandere il suo controllo sui terriori della Romagna ed il nuovo papa, Giulio II era deciso a riottenere quelle terre. Tuttavia il papa era consapevole che, da sole, le sue truppe non avrebbero potuto essere in grado di sconfiggere l'esercito veneziano e così inviò richieste di aiuto ai grandi sovrani europei.
Francia e Impero accettarono la richiesta del pontefice e il 22 settembre 1504 stipularono a Blois un triplice trattato per prevedere la spartizione futura dei domini Veneziani, per riconoscere l'investitura di Luigi XII a duca di Milano e per concordare i dettagli per il matrimonio di Carlo d'Asburgo e della figlia del re francese. Il rinnovo del trattato nel 1505 spinse Venezia a restituire al papa alcune città romagnole, tenendo solo Rimini e Faenza. Ma Giulio II, nel 1507, chiese che fossero restituite tutte le città romagnole: questa volta ricevette un netto rifiuto.
L'intervento di Massimiliano: la disfatta contro Venezia
Da anni Massimiliano attendeva di essere incoronato a Roma dal pontefice: finalmente ne aveva l'occasione.[21] Così, sfruttando come pretesto il proprio viaggio d'incoronazione a Roma, entrò nel 1508 con un esercito nel territorio della Repubblica veneta. Conquistò Verona, e Vicenza gli aprì trionfalmente le porte.[22] Tuttavia, gli uomini e il denaro richiesti dall'imperatore alla dieta di Costanza, non erano giunti se non in piccola parte. Così Massimiliano venne sconfitto ripetutamente dall'esercito veneziano comandato da Bartolomeo d'Alviano, che si spinse sino alla conquista di Pordenone, Gorizia, Trieste e dell'intera Istria, territoro fondamentale per l'Impero, perché unico sbocco sul mar Mediterraneo.[23]
Massimiliano dovette chiedere una tregua e si ritirò nella città imperiale di Trento dove, il 4 febbraio 1508, si autoproclamò Imperator romanus electus (Imperatore Romano Eletto), mettendo fine alle incoronazioni imperiali eseguite dal pontefice a Roma. Intanto Luigi XII aveva rotto l'accordo stipulato con Massimiliano e tra la Francia e l'Impero erano sorte numerose dispute, risolte poi con una pace stipulata nel 1508 presso Cambrai: l'imperatore rinunciava così alla riconquista della Gheldria, Luigi smetteva di minacciare la Borgogna e riceveva in cambio il ducato di Milano.
La Lega di Cambrai: nascita e disfacimento
Intanto Giulio II aveva convinto ad entrare nel conflitto, che prevedeva il completo annientamento dello stato veneziano, anche la Spagna. I rappresentanti dei vari sovrani che sarebbero intervenuti militarmenti decisero che l'Italia sarebbe così stata spartita: al re di Francia sarebbero andate Cremona, Bergamo, Brescia; a Massimiliano il territorio veneto della Serenissima con Friuli e Istria; la Spagna avrebbe ottenuto le città portulai della Puglia; il ducato di Ferrara e i Gonzaga di Mantova avrebbero acquistito zone limitrofe ai loro confini mentre il duca di Savoia avrebbe ottenuto il controllo dell'isola di Cipro.
Nel 1509 il conflitto ebbe inizio: in breve tempo il re di Francia attraversò le Alpi e si scontrò con l'esercito veneziano nella battaglia di Agnadello. Con un esercito di circa 40.000 uomini e cinquanta cannoni, Luigi XII colse una grande vittoria, annientando completamente l'esercito veneziano e ottenendo il controllo del Veneto sino a Mestre. Massimiliano intervenne troppo tardi e le sue truppe non furono di nessun aiuto ai francesi, che avevano già sconfitto l'avversario. In ogni caso però gli imperiali occuparono Feltre, Belluno, Trieste e Riva del Garda, già abbandonate dalla guarnigione veneziana.
Ma la riscossa di Venezia non tardò a giungere: il 16 luglio 1509 i veneziani riuscirono a strappare Padova agli imperiali. Massimiliano, da Trento, decise di scendere a Padova per riprendere il possesso di quella città: l'esercito però impiegò un mese per arrivare in Veneto e intanto il conte Niccolò di Pitigliano aveva provveduto a fortificare Padova. L'assedio durò due settimane, durante le quali i veneziani respinsero gli attacchi dei lanzichenecchi che, pur essendo riusciti a far breccia nelle mura, non furono in grado di prendere la città. Al termine della seconda settimana, Massimiliano dovette ritirarsi verso il Tirolo.
Morte e eredità
Massimiliano morì a Wels (Alta Austria) ed alla sua morte il titolo imperiale passò a suo nipote Carlo, dato che suo figlio Filippo, re consorte di Castiglia era morto nel 1506. Negli anni precedenti Massimiliano aveva nominato l’unica figlia, Margherita d'Asburgo, tutrice in favore dei nipoti Carlo e Ferdinando, che sarebbe divenuto anch’esso Sacro Romano Imperatore.
Ascendenza
Massimiliano I d'Asburgo | Padre: Federico III d'Asburgo, Imperatore del S.R.I. |
Nonno paterno: Ernesto I d'Asburgo, duca |
Bisnonno paterno: Leopoldo III d'Asburgo, duca |
Bisnonna paterna: Verde Visconti | |||
Nonna paterna: Cimburga di Masovia |
Bisnonno paterno: Siemowit IV di Masovia | ||
Bisnonna paterna: Alessandra di Lituania | |||
Madre: Eleonora d'Aviz |
Nonno materno: Edoardo d'Aviz, re del Portogallo |
Bisnonno materno: Giovanni I d'Aviz, re del Portogallo | |
Bisnonna materna: Filippa di Lancaster | |||
Nonna materna: Eleonora d'Aragona |
Bisnonno materno: Ferdinando di Trastamare, re di Aragona | ||
Bisnonna materna: Eleonora d'Alburquerque |
Matrimoni e figli
Massimiliano si sposò due volte, prima con:
- Maria di Borgogna (1457-1482), dalla quale ebbe:
- Filippo d’Asburgo, (1478-1506) detto il Bello - divenuto marito di Giovanna di Castiglia, meglio conosciuta come Giovanna la Pazza. I due furono prima duchi di Borgogna, poi eredi al trono di Spagna (dal 1500).
- Margherita d'Asburgo, (1480-1530) - moglie dell'infante Giovanni d'Aragona e Castiglia, erede al trono di Spagna e, più tardi, di Filiberto II di Savoia, signore della Savoia.
Rimasto vedovo alla morte improvvisa di Maria di Borgogna a causa di una caduta da cavallo, Massimiliano decise di risposarsi per aumentare i suoi eredi:
- Bianca Maria Sforza (5 aprile 1472 - 31 dicembre 1510), figlia del duca di Milano e nipote di Ludovico il Moro, dalla quale non ebbe figli.
Note
- ^ Federico III infatti, alla morte di Eleonora nel 1467, non si sposò più. (Wheatcroft, p.74)
- ^ Andrew Wheatcroft, Gli Asburgo, pp.74-75
- ^ Wheatcroft, p.75
- ^ Guido Gerosa, Carlo V, p.28
- ^ Wheatcroft, p.75-76
- ^ Wheatcroft, p.77
- ^ Gerosa, p.20
- ^ Margherita fu trattenuta in Francia e considerata come la futura regina fino al momento in cui Carlo decise di prendere in moglie Anna di Bretagna (1491). Margherita, ferita e delusa, tornò presso il padre e sposò Giovanni d'Aragona e Castiglia e poi Filiberto II di Savoia. (Gerosa, pp.26-27)
- ^ Wheatcroft, p.78
- ^ Tra i membri della Corte assassinati dalla gente di Bruges ci fu il tesoriere di Massimiliano, Pierre Lanchals. Durante il periodo di prigionia di Massimiliano, gli abitanti della città di Gand proposero addirittura di far uccidere il reggente.(Gerosa, p.24; Wheatcroft, pp.271-272)
- ^ Gerosa, p.27
- ^ Wheatcroft, p.78
- ^ Gerosa, p.31
- ^ I lanzichenecchi furono istituiti proprio da Massimiliano nel 1487 su modello dei soldati mercenari svizzeri.
- ^ Gerosa, p.31
- ^ Gerosa, p.33
- ^ Gerosa, pp.34-35
- ^ Sulla morte di Giovanni vi sono numerose ipotesi ma quella più frequentemente riportata dagli stoirci parla di una logorazione causata da eccessi sessuali. (Gerosa, pp.34-35; Wheatcroft, p.80)
- ^ I due fratelli, nati rispettivamente a Gand (Paesi Bassi) nel 1500 e ad Alcalá de Henares (Spagna) nel 1503, crebbero distanti, tanto che si conobbero solo nel 1518. (Wheatcroft, p.80)
- ^ Wheatcroft, p.81
- ^ Wheatcroft, p.84
- ^ Girolamo Arnaldi, L'Italia e i suoi invasori, pp.130-131
- ^ Il comandante mercenario Bartolomeo d'Alviano, che sconfisse le truppe di Massimiliano in varie battaglie, venne infine insignito del titolo di signore di Pordenone.
Bibliografia
- Girolamo Arnaldi, L'Italia e i suoi invasori, Bari, Laterza, 2004.
- Guido Gerosa, Carlo V, Cles, Mondadori, 1989.
- Andrew Wheatcroft, Gli Asburgo, Bari, Laterza, 2002.
Galleria
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Collegamenti esterni
- (IT) Breve biografia di Massimiliano I, su melegnano.net.