Andrea Doria (nave da battaglia 1913)
[[{{{1}}} {{{2}}}|{{{1}}} {{{2}}}]] La nave da battaglia Andrea Doria con la gemella Caio Duilio faceva originariamente parte della Classe Duilio, nata come derivazione del tipo Conte di Cavour.
Varata nel 1913 la nave svolse un'intensa attività dopo la fine della prima guerra mondiale operando nel 1920 in missione politico-militare nelle acque albanesi e dalmate in occasione dei fatti di Fiume. Nel 1923 ha partecipato all'occupazione di Corfù a seguito della crisi italo-greca per gli eccidi di Janina.
Tra il 1937 e il 1940 venne sottoposta a radicali lavori di riammodernamento, eseguiti presso i cantieri di Trieste, e in questa nuova configurazione partecipò al secondo conflitto mondiale.
Entrata a far parte della Marina Militare Italiana, dove svolse anche il ruolo di nave ammiraglia andò in disarmo nel 1956.
Nome
La nave porta il nome dell'ammiraglio e uomo di stato genovese Andrea Doria. In precedenza il nome Andrea Doria era stato dato nella Regia Marina ad una corazzata costruita anche questa, all'Arsenale della Spezia, che varata nel 1885 era entrata in servizio nel 1891 e nel 1895 fece parte della formazione navale che partecipò all'inaugurazione del Canale di Kiel. Posta in disarmo l'1 maggio 1911 venne utilizzata a Taranto come nave caserma fino al 1915 quando, scoppiata la prima guerra mondiale venne trasferita a Brindisi e adibita a difesa costiera. Al termine della guerra nel 1919 venne radiata definitivamente.
Successivamente il nome Andrea Doria verrà dato ad un incrociatore lanciamissili entrato in servizio negli anni '60 ed andato in disarmo nel 1992. A questa unità, in un ideale passaggio di consegne, il 3 agosto 1964, venne consegata la bandiera di combattimento a nome dell'equipaggio dell'Andrea Doria andata in disarmo nel 1956.
Prossimamente un'altra unità della MMI, prenderà il nome Andrea Doria. Costruita nel cantiere di Riva Trigoso, lo stesso dove era stato costruito l'incrociatore degli anni '60, è stata varata il 14 ottobre 2005. L'unità dovrebbe entrare in servizio nel 2008 e farà parte della nuova Classe Orizzonte.
La ricostruzione
[[{{{1}}} {{{2}}}|{{{1}}} {{{2}}}]] Il progetto, che seguì la falsariga di quelli per la ricostruzione delle precedenti Cavour, risentì della concomitante costruzione delle Littorio.
La nave venne modificata nella pianta dello scafo (inserimento di una sezione aggiuntiva di 10 metri di lunghezza), nelle sovrastrutture (concentrate a mezza nave), nell'apparato motore (potenziato di più del 250%) e nell'armamento.
Le modifiche allo scafo, all'apparato motore e a buona parte delle sovrastrutture furono le stesse delle Cavour, così come anche la ristrutturazione dell'armamento principale (eliminazione della torre centrale da 305, ri-tubazione dei rimanenti cannoni da 305mm in 320 mm), mentre l'armamento secondario fu ispirato, in buona parte, a quello delle Littorio. Così rispetto alle Cavour mancano le sei torrette binate da 120mm intorno al ridotto centrale, sostituite da 4 torri trinate concentrate ai fianchi delle torri principali di prua. Tutt'intorno al ridotto sono invece sistemati i 10 pezzi antiaerei da 90/50. Si può notare come questa soluzione fosse molto avveniristica, in quanto la minaccia aerea alle corazzate non era tenuta in grande considerazione negli ambienti militari dell'epoca, come sarà invece pochi anni dopo. Tuttavia l'ottimo pezzo da 90mm vedeva le sue prestazioni inficiate da un affusto non adatto, il che rese l'intuizione iniziale della minaccia un'occasione in buona parte mancata.
Decisamente interessante era la protezione subacquea, denominata cilindri assorbitori modello Pugliese dal nome dell'ingegnere e generale del Genio Navale che la progettò. Tale protezione, la cui efficacia rimane controversa e non è stata né confermata né smentita dalle vicende belliche, consisteva in due lunghi cilindri deformabili, che posti lungo la murata, all'interno di una paratia piena, avevano il compito di assorbire, disperdendola all'interno del cilindro, la forza dell'onda d'urto provocata dall'esplosione di un siluro o di una mina.
Utilizzo bellico
Rientrata in servizio il 15 luglio 1940, venne usata principalmente come scorta pesante dei convogli italiani verso la Libia. Nel dicembre 1941 partecipò alla prima battaglia della Sirte e dal marzo 1942 la rimase a Taranto partecipando alla difesa antiaerea della base. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 raggiunse Malta con il resto della squadra navale, ritornando in Italia nel giugno del 1944.
Nel dopoguerra
Al termine della guerra entrata a far parte della Marina Militare Italiana, insieme alla gemella Caio Duilio, fu una delle 2 navi da battaglia concesse all'Italia dalle condizioni del trattato di pace. Venne sottoposta a lavori di ammodernamento fino al 1949. Dal 10 novembre 1949 al maggio 1953 fu sede del Comando in Capo delle Forze Navali, sostituendo nel compito di ammiraglia della flotta proprio la gemella Caio Duilio. Utilizzata come nave da addestramento fino al 16 settembre 1956, l'1 novembre 1956 venne messa in disarmo e successivamente, tra il 1957 e il 1958 demolita.
In un ideale passaggio di consegne, a nome dell'equipaggio della nave andata in disarmo, il 3 agosto 1964 venne consegnata la bandiera di combattimento alla nuova Andrea Doria un incrociatore lanciamissili che avrebbe prestato servizio nella Marina Militare fino al 1992.
Collegamenti esterni
- Scheda sintetica dell'unità sul sito della Marina Militare Italiana - Almanacco storico
- Scheda sintetica dell'unità dopo la ricostruzione sul sito della Marina Militare Italiana - Almanacco storico
- Corazzata Andrea Doria - Plancia di comando