Andrea Zanzotto

poeta italiano (1921-2011)
Versione del 29 set 2004 alle 18:57 di Margherita (discussione | contributi) (Terminata bibliografia e inserimento immagine)

Template:Letteratura Andrea Zanzotto (Pieve di Soligo, Treviso, 10 ottobre 1921) è un noto poeta e scrittore italiano.

Andrea Zanzotto

Bibliografia

Nasce a Pieve di Soligno in provincia di Treviso nel1921, ed a Pieve di Solingo resterà sempre legato.

Inizia ad insegnare giovanissimo (a soli 16 anni) prima della Laurea in Lettere che consegue presso la Facoltà di Padova nel 1942.

Dopo la guerra visse per lunghi periodi in Francia e in Svizzera per poi rientrare in Italia nel suo paese natio (dove tuttora vive) e continuare l'insegnamento nella scuola media.

Nel periodo immediatamente seguente la laurea partecipa alla Resistenza occupandosi della stampa e della propaganda del movimento.

Nel 1950 partecipa al premio "San Babila" per la sezione inediti: la giuria è composta da Ungaretti, Montale, Quasimodo, Sinisgalli, Sereni che gli attribuiscono il primo premio per un gruppo di poesie, composte tra il 1940 e il 1948, che uscirà l'anno seguente col titolo Dietro il paesaggio.

Con un intervallo di soli tre anni escono: nel 1954 Elegia e altri versi e nel 1957 Vocativo.

Nel frattempo affianca all'attività di insegnante e poeta, quella di critico letterario, collaborando dal 1953 al 1957 a "La Fiera letteraria", e dal 1958 al 1965 a "Comunità".

Partecipa attivamente alla vita politica fatta al modo di un intellettuale impegnato ma alieno dei meccanismi di potere, seguendo con coerenza l'ideologia che era stata di Giustizia e libertà.

Dal 1963 la sua presenza di critico su riviste e quotidiani si intensifica: scrive per "Questo e altro", "L'Approdo letterario", "Paragone", "Nuovi Argomenti", "Il Giorno", l'"Avanti", il " Corriere della Sera", quotidiano del quale fino a pochi anni orsono era collaboratore esterno.

Scrive anche numerosi saggi critici, soprattutto su autori contemporanei come (Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Vittorio Sereni).

Nel 1964 pubblica il suo primo libro di prose, Sull'altopiano, le IX Egloghe e nel 1968 il poemetto La beltà.

Nel 1969 pubblica Gli sguardi, i fatti e senhal, scritto subito dopo lo sbarco dei primi uomini sulla luna, dimostrando ancora una volta quanto egli fosse attento al pulsargli della vita intorno e agli eventi e al loro concatenarsi.

Nel 1973 escono Pasque e, ancora a distanza di tre anni, nel 1976, la prima raccolta in dialetto Filò.

Nel dicembre 1978, nella collana "Lo Specchio", nella quale è uscita quasi tutta la sua opera fino a quel momento, viene pubblicato Il Galateo in Bosco, primo volume di una trilogia che riceverà il Premio Viareggio nel 1979.

Nel 1983 pubblica Fosfeni e nel 1986 Idioma.

Ha scritto anche alcune storie per bambini in dialetto, come La storia dello Zio Tonto, libera elaborazione dal folclore trevigiano e La storia del Barba Zhucon con immagini di Marco Nereo Rotelli che ha avuto la seconda ristampa nel gennaio del 2004, segno che Andrea Zanzotto, malgrado i suoi 83 anni, è ancora felicemente attivo.

Poetica

L'apparecchiatura poetica di Zanzotto è basata sulle scelte lessicali, sull'innovazione e deformazione ma soprattutto sulla costruzione del discorso. La sua poesia è prevalentemente autobiografica e cosparsa di profonde riflessioni filosofiche-esistenziali.

Il lessico utilizza sia la lingua infantile, sia gli inserti poliglotti creando in molti casi difficoltà di lettura e di decifrazione che creano spesso vera e propria incomunibilità. La lingua, secondo Zanzotto, è incapace di render conto dei gradi del vissuto, pertanto il poeta deve trovare una linea che divida la coscienza dall'incoscienza. Da qui nasce il tentativo di trovare un'autentica ed originaria dimensione, sia del dire che dell'essere, partendo da un "massiccio patrimonio linguistico" in uno stato di "regressione afasica". Così, spesso avviene che l'opposizione tra afasia e verbalizzazione venga rappresentata o dal vociferare babelico o, ad un altro estremo, dal silenzio.

Zanzotto non usa strutture metriche codificate, se non quando vuole esibirsi stilisticamente. Più che altro le sue sono pastiche di carattere formale dove prevale il gusto dell'esercizio tecnico.

Opere

(questa sezione è da sviluppare)