Gesù
Gesù di Nazareth, conosciuto come il Cristo (in greco Χριστός, Christós), o Messia (in ebraico המשיח, Mashìach), che significano entrambe "unto", in relazione all'unzione che nel tempo dell'Antico Testamento si faceva ai re, è considerato il fondatore del Cristianesimo.
Gesù è la versione italiana del nome ebraico יהושע [pronuncia IPA: Yĕhošūa‘], attraverso il greco dei vangeli Ιησους (Iēsoûs) e il latino Iesus. Significa "Dio è salvezza".
Il nome Gesù non era raro duemila anni fa in Palestina, per questo spesso era seguito da un appellativo, come il nazareno, che specificava di quale Gesù si stesse parlando.
Vita di Gesù
La principale, ma non l'unica, fonte di notizie su Gesù sono i Vangeli.
Secondo i cristiani, i quattro Vangeli canonici e gli altri scritti del Nuovo Testamento raccontano fedelmente la vita e l'insegnamento di Gesù, e anche i numerosi fatti soprannaturali in essi riferiti, in particolare la sua resurrezione, sono realmente avvenuti.
Secondo alcuni la figura di Gesù è stata mitizzata dalla Chiesa primitiva, solo una parte delle parole che gli si attribuiscono sono state effettivamente da lui pronunciate, e i fatti soprannaturali sono frutto di invenzioni.
Alcuni giungono a mettere in dubbio l'esistenza di Gesù, non essendovi documenti coevi che ne provino l'esistenza storica (i primi manoscritti conosciuti che parlino della vita di Gesù risalgono alla seconda metà del II secolo).
Riferimenti antichi da fonti non cristiane
Il nome di Cristo viene citato anche dallo storico latino Tacito (56-123 d.C) negli Annali nel quindicesimo libro, quando narra della persecuzione dei cristiani ad opera di Nerone, nel brano afferma che i cristiani avevano avuto origine da Cristo, il quale era stato condannato a morte sotto Ponzio Pilato. Anche lo storico Svetonio, dell'eta di Adriano, ne parla nella sua Vita dei 12 Cesari. Egli infatti riferisce che i cristiani durante il regno di Claudio avevano provocato dei tumulti con i Giudei e perciò l'imperatore li aveva espulsi da Roma. Ne parla anche lo storico ebraico Giuseppe Flavio, anche se al testo originale sono state aggiunte probabilmente delle interpolazioni cristiane.
Le fonti evangeliche
Secondo il racconto degli evangelisti, Gesù nacque a Betlemme in Giudea (oggi in Cisgiordania), dopo che sua madre Maria lo concepì in modo miracoloso conservando la sua verginità, e avendo avuto dall'arcangelo Gabriele l'annuncio della sua nascita. Giuseppe, sposo di Maria, ne assunse la paternità legale. Questo avveniva durante il regno di Erode il Grande, probabilmente tra il 7 e il 4 AC.
Matteo e Luca riportano un'ampia genealogia che fa discendere Gesù dai patriarchi e dai re dell'Antico Testamento, sia da parte di Maria che da quella di Giuseppe. La genealogia è ripresa da Paolo in una lettera ai Corinti per ribadire che Gesù continuò e portò a termine la predicazione dei profeti e le loro opere adempiendo alla Scrittura, e che Gesù è l'ultimo e il prediletto fra tutti gli uomini (re e profeti) che Dio decise di inviare al popolo eletto.
I Vangeli riportano poche notizie dell'infanzia di Gesù, e nulla della sua giovinezza, della quale si sa solo che egli abitò a Nazareth in Galilea (oggi in Israele). Essi raccontano invece diffusamente la sua vita pubblica, che si svolse intorno al 30 d.C. lungo un arco di tre anni nei quali Gesù percorse tutta la regione della Palestina, in special modo la Giudea e la Galilea, predicando, insegnando e compiendo numerosi miracoli: guarì malati e indemoniati, moltiplicò il cibo, camminò sulle acque, e persino risuscitò morti. Un numero via via più vasto di discepoli lo seguì, e tra essi Gesù scelse dodici apostoli, che furono i suoi più stretti collaboratori; tra di essi aveva un ruolo eminente Simone, soprannominato Pietro, che dopo la morte di Gesù assunse la guida della Chiesa, prima a Gerusalemme e poi a Roma, ed è considerato dai cattolici il primo papa.
Gesù, secondo i Vangeli, predicava una dottrina fondata sull' amore perfino verso i nemici e i peccatori, condannava l'osservanza esteriore della legge mosaica, e affermava che la Legge si sintetizzava nell' amore verso Dio e il prossimo. Egli si identificò con il Messia atteso dagli Ebrei e, dapprima in modo velato e via via più scopertamente, si attribuì caratteri divini e infine si proclamò Figlio di Dio.
Per questo, ma anche temendo che Gesù si ponesse a capo di una rivolta antiromana che avrebbe provocato una violenta repressione, le autorità religiose ebraiche decisero di ucciderlo: catturatolo grazie alla delazione di Giuda Iscariota, uno degli apostoli, lo processarono per blasfemia ed ottennero dal governatore romano Ponzio Pilato la sua condanna a morte come agitatore politico. La condanna venne eseguita mediante la pena della crocefissione sulla collina del Golgota, appena fuori Gerusalemme.
I Vangeli e gli Atti degli Apostoli raccontano infine che, il terzo giorno dalla sua morte, Gesù risorse ed apparve vivo per diverse volte ai suoi discepoli nei quaranta giorni successivi, dopo di che ascese al cielo. I cristiani credono che egli sia tuttora vivo, in anima e corpo, e che lo sarà in eterno, avendo trionfato sulla morte.
I vangeli apocrifi riportano molte altre notizie sulla vita di Gesù, oppure aggiungono ulteriori particolari agli episodi narrati nei vangeli canonici, ma in genere sono ritenuti scarsamente attendibili. La Chiesa non riconosce loro valore storico.
Secondo i vangeli apocrifi Maria partorì Gesù in una stalla non perchè non trovasse posto in albergo ma perchè la scelse lei stessa: «Entriamo in questa grotta, perché è imminente ormai il tempo di partorire».
Un vangelo apocrifo (Storia di San Giuseppe falegname) fa dire a Gesù: «Mia madre mi ha generato in una grotta che non è lecito nominare né cercare: in tutto il creato non v'è uomo che la conosca ad eccezione di me, di mio Padre e dello Spirito Santo».
I vangeli canonici non parlano della presenza del bue e dell'asino, che invece sono presenti in quelli apocrifi. Un vangelo apocrifo dice che il bue e l'asino adoravano il Signore.
Appena nato Gesù, San Giuseppe andò a Betlemme a procurarsi del cibo. All'entrata della grotta scorse dei pastori che avanzavano discutendo tra di loro. Giuseppe chiese se avessero del cibo da vendere e risposero che non avevano niente ed erano giunti da molto lontano per verificare un grande avvenimento che gli era stato annunciato. E Giuseppe rispose che nella stalla avrebbero trovato quello che cercavano. I pastori raccontarono che la notte prima era apparso loro un angelo che aveva detto loro che era nato Cristo il Signore, il Salvatore di tutte le potestà dei cieli e degli uomini e che dovevano andare a trovarlo a Betlemme. I pastori adorarono Gesù poi se ne andarono.
Gesù secondo il Cristianesimo
A Gesù Cristo nel cristianesimo si attribuisce sia la natura umana che quella divina. Questa dottrina si è progressivamente definita nel primo millennio del cristianesimo soprattutto nei primi sette concili ecumenici; in questa voce se ne dà un breve sunto.
Secondo la dottrina cristiana, Gesù Cristo è la seconda persona della Trinità, cioè il Figlio (le altre due persone sono il Padre e lo Spirito Santo). Come tale è Dio, esiste dall'inizio dei tempi ed esisterà in eterno. In un determinato momento della storia, inoltre, Gesù si è incarnato, cioè ha assunto la natura umana, nascendo da Maria vergine, pur rimanendo allo stesso tempo Dio. Da quel momento e per sempre egli conserva entrambe le nature, umana e divina.
La morte di Gesù costituì un sacrificio di espiazione per i peccati di tutta l'umanità, in particolar modo il peccato originale, mentre la sua resurrezione ne sancì la vittoria sulla morte e annunciò la resurrezione per tutti gli uomini, come scrive San Paolo: "Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti." (1 Cor 1 Corinzi 15,20[1])
Inoltre, durante la sua vita terrena, Gesù fondò la Chiesa, nella quale si perpetua la sua presenza nel mondo secondo la sua parola: "dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro" (Mt Matteo 18,20[2]).
Gesù secondo l'Ebraismo
Sebbene storicamente il cristianesimo sia nato in ambito ebraico, l'ebraismo non riconosce in Gesù il Messia né tantomeno le caratteristiche divine che i cristiani gli attribuiscono. L'ebraismo ritiene inoltre che le profezie e i riferimenti all'Antico Testamento che si trovano nel Nuovo Testamento (che non è considerato canonico) non siano pertinenti.
L'ebraismo ortodosso ritiene che la venuta del Messia non si sia ancora manifestata.
Interessanti riflessioni sulla figura di Gesù sono state fatte da un punto di vista ebraico da Leo Baeck in un saggio pubblicato in Germania nel 1938 (in piena dittatura hitleriana): "Il Vangelo: un documento ebraico". In esso Baeck vuole dimostrare, attraverso l'analisi filologica dei vangeli, che questi, "ripuliti" dalle sedimentazioni paoline di carattere teologicamente antigiudaico, contengono il messaggio profondamente ebraico di Gesù.
Gesù secondo l'Islam
I seguaci dell'Islam onorano la figura di Gesù ma lo considerano un profeta. Nel Corano è ricordato con il nome di 'Īsà ibn Maryam, "Gesù figlio di Maria". Lo considerano infatti nato miracolosamente dalla vergine Maria ma non credono che egli sia Dio incarnato. Per influenza forse della dottrina docetista, i musulmani credono che Gesù sia stato assunto in cielo da Dio senza perciò morire e che al suo posto i Romani abbiano crocifisso un suo simulacro. Sotto vari aspetti Gesù è considerato fra i massimi profeti inviati da Dio all'umanità e, per concessione divina, in grado di guarire gli infermi e resuscitare i morti. Una tradizione messianica islamica vuole che Gesù tornerà sulla Terra alla fine dei tempi, annunciando il "Giorno della religione" ( yawm al-din ), ovvero il Giorno del Giudizio finale e che sarà visibile nella sua discesa dal cielo lì dove - nella moschea degli Omayyadi di Damasco - sorge per l'appunto il cosiddetto "minareto di Gesù" ( manār ‘Īsà ).
Rappresentazione di Gesù nell'arte
Nei primi secoli del cristianesimo non si hanno rappresentazioni dirette di Gesù, ma piuttosto simboli o immagini allegoriche, come il pesce (il cui acronimo in greco aveva un significato religioso) o il buon pastore, derivato dalla tradizione classica.
Nel periodo tardo antico, con la legalizzazione del culto cristiano, si diffondono rappresentazioni dirette di Cristo, inizialmente raffigurato come giovane imberbe. Successivamente questa raffigurazione scompare, e Gesù viene costantemente rappresentato fino ai giorni nostri come uomo barbuto e dai capelli lunghi. Probabilmente questa immagine fu ricalcata sul Mandylion, immagine di Cristo "non dipinta da mano d'uomo" che almeno dal VI secolo si conservava dapprima ad Edessa e poi a Costantinopoli fino a circa il 1200: alcuni ritengono che il Mandylion fosse lo stesso telo che oggi è chiamato Sacra Sindone e che, se autentico, costituirebbe una vera e propria "fotografia" di Gesù.
L'eta bizantina vede una fissazione dell'iconografia cristiana, anche a seguito della disputa sull'iconoclastia che porta ad una rigida codificazione della pittura di icone e su parete. Nell'Alto Medioevo la tradizione bizantina avrà una fortissima autorità anche in Occidente.
La più forte rottura fra Oriente e Occidente avrà luogo nel rinascimento (per Giorgio Vasari il pittore che tradusse la pittura dal greco al latino fu Giotto). In quest'epoca la figura di Gesù si laicizza e diventa il prototipo dell'uomo perfetto. Tale visione avrà il suo massimo esponente in Michelangelo, che però si concentrò anche sulla rappresentazione di Cristo morto nelle pietà. Da notare che il mezzo espressivo prediletto era la scultura su marmo, cioè una forma d'arte non tradizionale per la figurazione cristiana, più legata alla pittura.
Le rappresentazioni di Gesù più diffuse nell'ambito della Riforma protestante hanno di solito un carattere didascalico, mentre prevalgono in ambito cattolico, dopo il concilio di Trento, le rappresentazioni classicheggianti e patetiche al tempo stesso. Grande fortuna avranno ad esempio le raffigurazioni di Guido Reni di Cristo coronato di spine. Del resto, l'iconografia della Crocifissione è, per mole della produzione e qualità, argomento che merita una trattazione separata.
Altre rappresentazioni della vita di Gesù sono avvenute in forme particolari, come nel presepe - ricostruzione scenografica della natività di Cristo - che a Napoli ha trovato fin dal Settecento la culla di una propria scuola.
Per quanto riguarda la musica sacra, bisogna distinguere fra la musica utilizzata nella chiesa durante le funzioni religiose, nella quale i riferimenti a Gesù sono solitamente definiti dalla liturgia, e la musica da oratorio, una sorta di melodramma sacro che in alcuni casi si è ispirata direttamente alla vita di Gesù. Famose sono le cantate e le passioni di Johann Sebastian Bach, ispirate ai vangeli festivi del calendario luterano e l'oratorio di George Friedrick Haendel "il Messiah", composto per l'esecuzione teatrale.
Dal XX secolo la vita di Gesù è diventato anche un soggetto cinematrografico con esiti spesso controversi. I registi più noti che si sono occupati del tema sono Pasolini, Zeffirelli, Gibson. Famoso è anche il musical degli anni '70 "Jesus Christ Superstar".
La data di nascita e morte di Gesù
Il calendario gregoriano, attualmente in uso in Italia e nei paesi occidentali, conta gli anni a partire dalla nascita di Gesù. Tuttavia si riconosce oggi che vi fu un errore nel calcolo, per cui Gesù non sarebbe nato nell'anno 1 a.C. (non esiste l'anno zero), ma alcuni anni prima.
Secondo i Vangeli, Gesù nacque infatti verso la fine del regno di Erode il Grande, che morì il 13 marzo del 4 a.C.. La nascita di Gesù si festeggia il 25 dicembre, ma si tratta di una tradizione di alcuni secoli posteriore; la vera data di nascita è ignota ed esistono numerose ipotesi in proposito.
La morte di Gesù sarebbe invece avvenuta in un venerdì durante le festività della Pasqua ebraica mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, quindi in un anno compreso fra il 26 e il 36. Basandosi su questi elementi, le date più probabili sarebbero il 7 aprile 30 e il 3 aprile 33.
La tradizione indica in 33 anni la durata della vita di Gesù, contando trent'anni per la sua vita privata (Luca Luca 3,23[3]) e tre anni per la sua vita pubblica. Come si vede, essa fu forse di qualche anno più lunga (ma si ottengono esattamente 33 anni contando dal 4 a.C. al 30).
Voci correlate
- Cristianesimo
- Storia del cristianesimo
- Cristologia
- Dio
- Ipotesi sull'origine della data del Natale
- Ipotesi sulla data della morte di Gesù
- Vangelo
- Vangeli