Francesco de Filos

scrittore e rivoluzionario italiano (1772-1864)
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Francesco de Filos, o Francesco Filosi, fu uno scrittore e giacobino trentino. Nacque il 2 Marzo 1772 a Mezzolombardo, in Trentino, in una famiglia agiata, che gli consentì di frequentare Ginnasio e Liceo a Bressanone, in Baviera e successivamente a Trento. Si distinse per la sua bravura ma fu anche sorvegliato dai professori per le sue idee liberali che diffondeva tra i suoi amici e compagni di studi. Trasferitosi ad Innsbruck per frequentare l'università venne influenzato dai pensieri del cavaliere inglese Hanson e diede vita, assieme ad alcuni compagni, ad un "club per la propagazione delle idee e delle istituzioni liberali" sul modello di analoghe organizzazioni Francesi e Inglesi.

Furono però traditi da uno studente meranese di nome Burger, il quale rivelò alla polizia austriaca che il club promulgava massime contrarie all'imperatore e stava programmando di liberare alcuni prigionieri francesi. Il 7 Agosto Filos assieme ad alcuni soci fu arrestato e condannato a tredici mesi di galera, scampando fortunatamente all'accusa di alto tradimento.

Uscito di prigione continuò gli studi fino al 1796, quando fuggi da Innsbruck per unirsi all'esercito di Napoleone Bonaparte che era giunto nei pressi del suo paese natale. Bonaparte era giunto in località Spini sulla sponda sinistra dell'Adige ed era deciso a saccheggiare la borgata di Lavis dopo che una compagnia di Kaiserjäger tirolesi avevano fatto fuoco contro le sue truppe. De Filos allora su esortazione del Municipio di Lavis si recò personalmente dal generale francese e con la sua eloquenza lo convinse a risparmiare il paese; per ringraziarlo il Municipio di Lavis lo nominò suo cittadino.

Successivamente si mise sotto la protezione del generale Vaubois e si stabilì a Brescia e con maniere accorte e gentili seppe ingraziarsi gli oppositori al dominio veneziano sulla città e lo stesso generale francese Gioacchino Murat.

Dopo la battaglia di Rivoli, vinta da Bonaparte, Filos accompagnò il futuro re di Napoli fino a Trento, dove seppe che gli imperiali occupavano ancora Mezzolombardo e il vicino San Michele all'Adige. Murat allora annunciò agli ufficlali presenti che con i 500 uomini del suo seguito intendeva, con un colpo ardito, liberare la borgata di Mezzolombardo. Il giorno successivo il generale avanzò per la via di Zambana con i suoi uomini ed i 2000 Croati misti ad Austriaci di guarnigione, vedendo le bandiere repubblicane, fuggirono fino al ponte sul fiume Noce.

Alla fine di Febbraio 1797 Francesco tornò a Brescia e partecipò alla rivolta del 17 Marzo contro la Serenissima, e si distinse pure nella liberazione della città di Salò dalle soldatesche venete. Avvenne però che i cosiddetti "conservatori" ricacciarono i rivoluzionari da Brescia. Allora i giacobini e le guardie civiche si diressero nuovamente verso la città ma lungo la strada trovarono ad attenderli gli abitanti della valle Sabbia, fedeli al Leone di S.Marco, supportati da un piccolo corpo di truppa tedesca. I repubblicani si dettero vergognosamente alla fuga e 50 di loro, tra i quali i figli delle principali famiglie di Brescia e lo stesso Filos, furono fatti prigionieri, condotti a Venezia e imprigionati.