Cammino neocatecumenale

itinerario religioso cattolico

Il Cammino Neocatecumenale è un itinerario di formazione cattolica nato in Spagna nella metà degli anni sessanta del Novecento su iniziativa del pittore Kiko Argüello e di Carmen Hernández. È un itinerario di fede che si prefigge la riscoperta del battesimo.

La Vergine del Cammino, icona del Cammino Neocatecumenale

Storia

Le origini

Nei primi anni Sessanta, Francisco (Kiko) Argüello (nato a León, in Spagna) era un pittore ateo di idee vagamente sartriane[1][2][3][4][5][6][7][8]. La sua conversione al cristianesimo sarebbe dovuta ad un periodo di crisi esistenziale durante il quale l'incontro con l'estetica e la filosofia spiritualista di Henri Bergson gli avrebbe aperto la strada al dubbio religioso. Negli anni successivi, la scoperta dell'impegnativa spiritualità di Charles de Foucauld fu un momento di svolta nel suo percorso interiore che lo indusse ad abbandonare il suo stile di vita per andare a vivere nella baraccopoli di Palomeras Altas, alla periferia di Madrid, dove vivevano famiglie di gitani e quinquilleros[9] emarginati.

Impegnatosi nell'evangelizzazione dei baraccati di Palomeras Altas, in un contesto sociale caratterizzato da forte marginalità e degrado, vi incontra Carmen Hernández (laureata in chimica e associata per alcuni anni all'Istituto Misioneras de Cristo Jesús) e dal 1964 al 1967 collabora con lei elaborando una "sintesi kerigmatico-catechetica" ispirata al Concilio Vaticano II e fondata su un connubio tra Parola di Dio, Liturgia ed esperienza comunitaria che sarà la base dottrinale del futuro Cammino Neocatecumenale.

Secondo la Hernández, l'Argüello le avrebbe confidato in quegli anni esperienze mistiche in cui avrebbe avuto apparizioni mariane[10] nelle quali Maria, madre di Gesù, lo esortava a dar vita a «comunità come la Sacra Famiglia di Nazaret».

Kiko racconta che l'allora arcivescovo di Madrid, Casimiro Morcillo (1904-1971), venuto a conoscenza dei piccoli gruppi che si stavano formando nelle baraccopoli, li invitò ad estendere quell'esperienza ad alcune parrocchie delle città di Madrid e di Zamora. L'esperienza delle parrocchie cittadine, generalmente benestanti, era però diversa da quelle degli emarginati delle baracche. Molti cittadini non avevano evidenti bisogni materiali e le catechesi venivano vissute come conferenze di teologia, come occasioni di crescita intellettuale e non, come nelle intenzioni degli iniziatori, come un cammino di conversione e di kenosis (vedi anche alla voce Giovanni della Croce) dove, gradualmente, la spiritualità dell'uomo vecchio si spogliasse per poter essere rivestita della Nuova creazione nello Spirito Santo. Per tali motivi, gli iniziatori pensarono ad un percorso di riscoperta del Battesimo (denominato neo-catecumenato post-battesimale) finalizzato alla preparazione spirituale degli adulti, con l'ambizione di rispondere ai cambiamenti sociali di quegli anni.

Nel 1968 Kiko e Carmen furono invitati in Italia da mons. Dino Torreggiani (1905-1983), fondatore della congregazione religiosa Servi della Chiesa, il quale scrisse una lettera di presentazione[1][11] per il cardinale Angelo Dell'Acqua (1903-1972), allora vicario di Paolo VI. Andarono a vivere nelle baracche del Borghetto Latino a Roma e avviarono il Cammino nella parrocchia di Nostra Signora del Santissimo Sacramento e Santi Martiri Canadesi, nel quartiere Nomentano, ed in seguito in molte altre parrocchie della città. Da Roma il movimento si diffuse successivamente in molte altre diocesi di Italia e del mondo.

Nell'aprile del 1970, a Majadahonda, nei pressi di Madrid, Kiko e Carmen, insieme ad altri responsabili e parroci, si posero il problema circa l'identità delle comunità che si stavano formando nelle parrocchie. Da tale riflessione furono definite le caratteristiche fondamentali del Cammino Neocatecumenale come movimento organizzato e strutturato sul territorio.

Natura e missione della comunità neocatecumenale

In quell'occasione, i seguenti capisaldi furono fissati dagli iniziatori, insieme con i parroci che avevano accolto il Cammino e altri catechisti e responsabili.

  • La nascita di ogni singola comunità, che segue l'annuncio del Kerigma, è interpretata come la Chiesa che, ogni volta, scaturisce dalla Buona Novella, Chiesa intesa dunque come Corpo Mistico di Cristo, Comunità dei Santi.
  • Gli aderenti al Cammino sono chiamati ad essere "sacramento di salvezza" all'interno della parrocchia, in cammino verso una fede matura, sostenuti dal Tripode: Parola di Dio, Liturgia, Comunione fraterna.
  • Il Cammino è detto neocatecumenato o catecumenato, rispettivamente a seconda del caso che l'adulto sia già battezzato o meno[12] e si ispira al catecumenato antico (con tappe come gli Scrutini battesimali, l'Iniziazione alla preghiera, la Traditio Symboli, la Redditio, ecc.).
  • Compito della comunità è rendere visibile un nuovo modo di vivere il Vangelo, tenendo presenti le esigenze degli uomini contemporanei.
  • Gli aderenti al Cammino sono chiamati a non distruggere niente, a rispettare tutto, presentando il frutto di una Chiesa che si rinnova.
  • Le comunità sono tenute a rimanere all'interno delle parrocchie, e sono tenute alla comunione con il parroco che le ospita.

Alcuni anni più tardi, quando il Cammino era già diffuso in molte diocesi italiane, i responsabili furono convocati dalla Congregazione del Culto Divino per presentare il loro itinerario di riscoperta del Battesimo[13]. L'allora Segretario della Congregazione, mons. Annibale Bugnini, e gli esperti che lo coadiuvavano rimasero stupiti del valore di questa nuova realtà ecclesiale[14]. Dopo due anni di studio della prassi del Cammino, la Congregazione pubblicò sulla sua rivista ufficiale la breve nota Praeclarum exemplar di apprezzamento dell'opera delle comunità neocatecumenali[15]. È in questi anni che viene scelto, su proposta della stessa Congregazione, il nome di Cammino Neocatecumenale ovvero catecumenato post-battesimale.

Struttura del Cammino

Il Cammino Neocatecumenale, rifacendosi al catecumenato antico, si struttura come un itinerario comunitario a tappe, ispirandosi all'idea originaria di «fare comunità cristiane come la Sacra Famiglia di Nazaret che vivano in umiltà, semplicità e lode e dove l'altro è Cristo».

Il percorso neocatecumenale prende inizio da un ciclo di catechesi, che si distende sull'arco di due mesi, in cui viene preparato il Kerygma, cioè l'annuncio della Resurrezione di Gesù, "Dio fatto uomo", morto sulla croce per la salvezza dell'umanità, per il riscatto di ognuno dal peccato e dal male. Al termine di questo "primo annuncio", se il numero di partecipanti lo consente, viene avviata una nuova comunità che è invitata ad intraprendere il suo cammino di crescita e maturazione in seno alla parrocchia, alimentata dal tripode Parola di Dio-Liturgia-Comunità. Nella metafora neocatecumenale, la neonata comunità è paragonata ad un embrione appena concepito che inizia il processo che lo porterà a diventare un organismo completo e, poi, concluso il periodo di gestazione, al parto.

La prima fase, il pre-catecumenato post-battesimale, è un tempo di "kenosis", cioè di scoperta dell'umiltà, di abbandono delle idolatrie e delle certezze quotidiane. La prima tappa di questa fase è denominata genericamente "Primo Passaggio" ed è concentrata nella scoperta della Croce, cioè nell'individuazione di quegli aspetti ciascuno della propria personalità e della propria storia personale che provocano stati di angoscia e sofferenza nell'intimo. Segue la tappa denominata dello Shemà, in cui si meditano le Scritture bibliche e l'aderente "si apre" all'ascolto della Parola di Dio come ispirazione e termine di paragone per la propria vita. Completa la fase del pre-catecumenato la tappa del "Secondo Passaggio", in cui ciascun aderente viene invitato a riconoscere e ad individuare i propri idoli, cioè tutti quei beni, materiali o spirituali, su cui l'aderente fonda le proprie "sicurezze".

Rivivendo le tappe del "Primo" e del "Secondo Scrutinio battesimale", che costituiscono la prima parte del battesimo, si passa al "catecumenato post-battesimale", che è un tempo di combattimento spirituale per acquistare la semplicità interiore dell'uomo nuovo che, come nello Shemà ebraico, «ama Dio come unico Signore, con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze» e che, come nel Vangelo, «ama il prossimo come se stesso». I neocatecumenali sostengono che la Chiesa, intesa come Comunità dei Santi, li soccorra, nel combattimento interiore, attraverso la consegna graduale di armi spirituali:

Dopo la seconda fase, si apre la fase della riscoperta dell'"elezione", "cardine di tutto il neocatecumenato", tempo di illuminazione, dove i neocatecumeni apprendono a "camminare nella lode". Questo tempo culmina con il rinnovo delle promesse battesimali durante la Veglia Pasquale che è tipicamente presieduta dal Vescovo.

Le attività del Cammino Neocatecumenale sono interamente autofinanziate: ogni aderente, dopo il Secondo Scrutinio, è invitato a versare la decima (10%) delle proprie entrate economiche alla propria comunità di riferimento. Gli introiti derivanti dalle decime - che rimangono del tutto anonime - vengono utilizzati per il fabbisogno della comunità stessa, per il sostenimento delle famiglie neocatecumenali in missione all'estero, per il sostenimento di quegli aderenti che si trovino temporaneamente in periodi di difficoltà economica, per finanziare i seminari Redemptoris Mater o, come nel caso della Domus Galileae per la costruzione di nuovi edifici religiosi.

Responsabili del Cammino

Attualmente l'équipe responsabile internazionale del Cammino Neocatecumenale è composta dagli iniziatori Kiko Argüello e Carmen Hernández, affiancati da un sacerdote, padre Mario Pezzi[16].L'équipe internazionale nomina il collegio elettivo (da ottanta a centoventi membri, nominati a vita[17]).

Dall'équipe responsabile internazionale dipendono le équipes dei cosiddetti "catechisti itineranti" (ad oggi circa settecento) responsabili, per conto dell'équipe internazionale, del Cammino Neocatecumenale nelle varie nazioni o regioni del mondo. Contribuiscono a formare le prime comunità neocatecumenali e a mantenere regolari contatti con i vescovi delle diocesi in cui operano; le équipes itineranti mantengono un legame costante con i responsabili internazionali del Cammino (in occasione delle "convivenze degli itineranti"), visitano periodicamente le comunità neocatecumenali da loro catechizzate e curano lo sviluppo del Cammino nel territorio loro assegnato, nella fedeltà al carisma degli iniziatori.

Queste équipes di "catechisti itineranti" per l'evangelizzazione sono formate da uomini o donne celibi, da coppie sposate e da un sacerdote (che abbia ottenuto il permesso dal proprio vescovo o dal proprio superiore religioso). Essi si offrono liberamente, lasciando casa, lavoro e amicizie e facendosi disponibili ad andare gratuitamente in qualunque parte del mondo nella precarietà e confidando nella Provvidenza. I "catechisti itineranti" restano uniti alla propria parrocchia e comunità neocatecumenale, alla quale ritornano periodicamente. Inoltre sono liberi di interrompere in qualsiasi momento la propria esperienza missionaria.

Le "équipes itineranti" si recano in un'altra diocesi, su invito del Vescovo locale e di almeno un parroco interessato, per avviare il Cammino Neocatecumenale in una parrocchia. Le équipes sono formate, abitualmente, secondo lo schema (coppia, celibe, presbitero oppure celibe, nubile, presbitero), generalmente attraverso un sorteggio tra quanti hanno completato (o quasi) tutte le tappe del Cammino e si sono offerti volontari.

Attività missionaria

Di fronte alla situazione di forte secolarizzazione del Nord Europa e vaste aree del mondo, Kiko e Carmen hanno dato l'avvio all'esperienza delle "Famiglie in missione", per fondare col Cammino la Chiesa in paesi dove essa è inesistente ("Implantatio Ecclesiae") o per aiutare a rafforzare le comunità lì presenti. Queste famiglie restano unite alla propria comunità neocatecumenale, inserita nella parrocchia di origine, e sono sostenute dalla stessa comunità e dalla parrocchia per quanto concerne le spese per viaggi, affitto delle case, sostegno morale, lettere, preghiere, etc. La più recente partenza di duecento famiglie in missione è avvenuta il 12 gennaio 2006, alla presenza di papa Benedetto XVI[18], portando così ad oltre cinquecento le "famiglie in missione" nel mondo.

All'opera di evangelizzazione, iniziata dalle famiglie in diverse zone, si è ben presto affiancata anche quella di sacerdoti missionari, con la creazione, in diverse diocesi e dietro esplicita richiesta dell'ordinario del luogo, di un seminario Redemptoris Mater, seminari diocesani, internazionali, missionari (attualmente sono 67) in cui vengono accolte gran parte delle vocazioni al sacerdozio nate in seno al Cammino.

Un'altra iniziativa significativa è stata la costruzione e la gestione della Domus Galilaeae sul monte delle Beatitudini in Galilea, opera inaugurata da papa Giovanni Paolo II nel 2000 durante il suo storico viaggio in Terra Santa, che in quell'occasione celebrò l'Eucarestia con decine di migliaia di giovani, giunti in pellegrinaggio da tutto il mondo. La Domus Galilaeae è luogo di incontro e ritiro dei fratelli delle comunità neocatecumenali durante il pellegrinaggio in Israele che viene compiuto in occasione della conclusione dell'itinerario neocatecumenale. È diventato anche un luogo di incontro tra cristiani ed ebrei, in occasione delle visite che molti ebrei fanno in questo luogo.

Il Cammino Neocatecumenale nel mondo

Il Cammino è oggi presente in tutti i continenti, in più di 900 diocesi, per un totale di oltre 40.000 comunità in 6.000 parrocchie. Numerosi sono anche i seminari "Redemptoris Mater", se ne contano 73, sparsi in tutto il mondo. Il movimento è diffuso principalmente in Europa e nel continente americano. In generale, ogni comunità è composta da un numero compreso tra i venti e i cinquanta membri, ma nella maggior parte dei casi tale cifra varia tra i trenta e i quaranta membri.[senza fonte]

Il maggior numero di comunità, a livello mondiale, si trova in Italia. In Europa, altri paesi dove il Cammino è particolarmente diffuso sono la Spagna, la Polonia, il Portogallo, la Croazia e Malta. Nel continente americano è presente principalmente in Brasile, Messico, Colombia, Argentina, Venezuela.

Altri paesi dove il Cammino sarebbe in espansione sono le Filippine in Asia e l'Australia in Oceania. La presenza del movimento sembrerebbe in crescita nel continente africano.

Il Cammino, pur avendo una struttura propria con responsabili "vita natural durante"[19], non ha un patrimonio proprio[20].

In Rwanda, nell'ottobre del 1994, il sacerdote Justin Furaha[21] ed altre decine di persone tra sacerdoti, laici e suore appartenenti al Cammino, furono uccisi durante il genocidio ruandese in quanto cristiani appartenenti all'etnia Tutsi.

Statistica delle Comunita in Europa e America Latina

  Colombia 2.000
  Costa Rica 350
  Cuba 50
  Ecuador 570
  El Salvador 500
  Guatemala 800
  Honduras 440
  Messico 3.200
  Nicaragua 300
  Panamá 200
  Paraguay 500
  Perú 960
  Puerto Rico 130
  Repubblica Domenicana. 560
[[File:Template:Naz/United States of America|class=noviewer|Template:Naz/United States of America (bandiera)|20x16px]] Stati Uniti di America
  Uruguay 200
  Venezuela 1.100
Nazione Comunita
  Albania 22
  Andorra 20
  Austria 38
  Belarus 11
  Belgio 30
  Bulgaria 10
  Croazia 250
  Cipro 5
  Repubblica Ceka 40
  Danimarca 7
  Inghilterra 35
  Estonia 5
  Finlandia 6
  Francia 60
  Georgia 6
  Germania 50
  Grecia 6
  Irlanda 25
  Italia 10,000
  Israele 15
  Latvia 9
  Lituania 20
  Lussemburgo 1
  Malta 100
  Monaco 4
  Olanda 40
  Norvegia 4
  Polonia 1,000
  Portogallo 300   Romania 50
  Russia 5
  San Marino 5
  Scozia 2
      Serbia, Bosnia & Macedonia 30
  Slovacchia 65
  Slovenia 40
  Svizzera 35
  Spagna 7,000
  Svezia 10
  Turchia 8
  Ucraina 45
  Ungheria 40
  Il numero piu' alto di comunita' trovati in Europa (e nel Mondo) stanno in Italia. Altri nazioni en Europa come Spagna, Polonia, Portogallo, Croazia e Malta hanno numeri alti di comunita' anche loro. La densita piu' alta di comunita' nel mondo si trova a Malta (con 100 comunita su un'isola nazione di solo 400,000 Maltesi); Guam viene nel secondo posto con 35 comunita (La popolazione Cattolica del'isola e' solo di 115,000). Andorra ha 20 comunita in una popolazione di 70.000 persone.  
   
 Ci sono altri nazioni con tante comunita, tra cui troviamo le Filippine, con piu` di 700 comunita. In Australia ci sono una cinquantina (50) di comunita'. Le comunita in Africa stanno crescendo velocemente e adesso ci sono piu' di 800. Il Cammino Neocatecumenale e' anche presente nel Medio Oriente. Il Libano ha le piu` comunita nella regione, circa 50. L'Egitto, l'Israele, il Giordano, Gli Emerati Arabi Uniti, il Kuwait e l'Iraq hanno le comunita anche loro.

Statistica delle Comunita in Europa e America Latina

 + |   Colombia  
 + | 2.000 
 + |- 
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 + Il numero piu' alto di comunita' trovati in Europa (e nel Mondo) stanno in Italia. Altri nazioni en Europa come Spagna, Polonia, Portogallo, Croazia e Malta hanno numeri alti di comunita' anche loro. La densita piu' alta di comunita' nel mondo si trova a Malta (con 100 comunita su un'isola nazione di solo 400,000 Maltesi); Guam viene nel secondo posto con 35 comunita (La popolazione Cattolica del'isola e' solo di 115,000). Andorra ha 20 comunita in una popolazione di 70.000 persone.  
 +  
 + Ci sono altri nazioni con tante comunita, tra cui troviamo le Filippine, con piu` di 700 comunita. In Australia ci sono una cinquantina (50) di comunita'. Le comunita in Africa stanno crescendo velocemente e adesso ci sono piu' di 800. Il Cammino Neocatecumenale e' anche presente nel Medio Oriente. Il Libano ha le piu` comunita nella regione, circa 50. L'Egitto, l'Israele, il Giordano, Gli Emerati Arabi Uniti, il Kuwait e l'Iraq hanno le comunita anche loro.

Riconoscimenti nel mondo cattolico

Il Cammino Neocatecumenale gode del favore di molti ecclesiastici ed ha raccolto numerosi elogi ed incoraggiamenti[22]; il più famoso è quello di papa Giovanni Paolo II che in una lettera[23] a mons. Paul Josef Cordes[24] del 30 agosto 1990, scrisse:

«avendo preso visione della documentazione da Lei presentata, accogliendo la richiesta rivoltami riconosco il Cammino Neocatecumenale come un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni. Auspico, pertanto, che i Fratelli nell'Episcopato valorizzino e aiutino - insieme con i loro presbiteri - quest'opera per la nuova evangelizzazione, perché essa si realizzi secondo le linee proposte dagli iniziatori, nello spirito di servizio all'Ordinario del luogo e di comunione con lui e nel contesto dell'unità della Chiesa particolare con la Chiesa universale[25]»

Il 29 giugno 2002, un primo riconoscimento venne dal Pontificio Consiglio per i Laici che approvò ad experimentum, per un periodo di cinque anni, una prima versione dello Statuto[26].

Dopo quasi sei anni di confronto tra gli iniziatori del Cammino e le autorità pontificie, si pervenne ad una versione finale dello Statuto, approvato definitivamente l'11 Maggio 2008, con Decreto del Pontificio Consiglio per i Laici, il quale sancisce

«l'approvazione definitiva dello statuto del Cammino Neocatecumenale debitamente autenticato dal Dicastero e depositato in copia nei suoi archivi. Ciò nella fiducia che queste norme statutarie costituiscano linee guida ferme e sicure per la vita del Cammino e che esse siano di aiuto ai Pastori nel loro paterno e vigile accompagnamento delle comunità neocatecumenali nelle Chiese particolari.[27]»

Critiche

Ciononostante il Cammino presenta degli aspetti problematici che hanno dato luogo a molteplici discussioni all'interno della Chiesa cattolica[28]. Già nel 1983 lo stesso Giovanni Paolo II in un discorso ai neocatecumenali aveva detto: «Celebrate l'Eucaristia e, soprattutto, la Pasqua, con vera pietà, con grande dignità, con amore per i riti liturgici della Chiesa, con esatta osservanza delle norme stabilite dalla competente autorità, con volontà di comunione con tutti i fratelli (...) Il ministero della riconciliazione... è affidato a voi, Sacerdoti. Siatene ministri sempre degni, pronti, zelanti, disponibili, pazienti, sereni, attenendovi con fedele diligenza alle norme stabilite in materia dall'Autorità ecclesiastica... in piena adesione al ministero e alla disciplina della Chiesa, con la confessione individuale, come ripetutamente raccomanda il nuovo Codice di Diritto Canonico (...) Non chiudetevi in voi stessi, isolandovi dalla vita della Comunità parrocchiale o diocesana (...) Pertanto le norme giuridiche, come anche quelle liturgiche, vanno osservate senza negligenze e senza omissioni»[29].

La polemica intraecclesiale tra parte del mondo cattolico ed il Cammino Neocatecumenale riguarda principalmente due punti:

  1. liturgico: cambiamenti sostanziali rispetto alla prassi liturgica comunemente accettata dalla Chiesa (per esempio le lunghe «monizioni» da parte di laici che rischierebbero di sostituire l'omelia del celebrante, l'«uso di una mensa addobbata posta al centro della chiesa invece dell'altare dedicato in presbiterio», la Comunione «seduti», etc)
  2. pastorale: La segretezza sul contenuto delle catechesi (che non sono state ancora ufficialmente pubblicate, poiché ancora in esame presso le Congregazioni vaticane), la durata effettiva del Cammino (talvolta vent'anni e più), la maggiore importanza data ai catechisti laici piuttosto che ai sacerdoti, etc;

Risposte del Cammino Neocatecumenale

I neocatecumenali affermano che le celebrazioni e le catechesi sarebbero aperte a tutti, e che sussisterebbe finalmente la comunione con altri movimenti ecclesiastici[30]; insistono poi sulla devozione mariana[31] e dichiarano che la "minore importanza dei sacerdoti" sarebbe dovuta al fatto che essi possono frequentare il Cammino come tutti gli altri fratelli, pur avendo una formazione specifica e la vocazione di essere pastori del gregge. I neocatecumenali si difendono poi accusando calunnie, equivoci (causati soprattutto dal fatto che le catechesi vengono esposte sempre oralmente e quindi col rischio di essere citate direttamente dal linguaggio parlato), inimicizie o asserendo la compatibilità della prassi del Cammino con il Magistero Pontificio e la Tradizione della Chiesa e ricordando le ripetute dichiarazioni di apprezzamento ricevute dagli ultimi Papi e da molti Vescovi e Cardinali[32]. È infatti la gerarchia cattolica stessa a dover valutare quanto e come il Cammino abbia le caratteristiche di itinerario di formazione alla fede.

Nei seguenti paragrafi vengono presentate alcune delle osservazioni da parte di esponenti del clero e della gerarchia[33] relative ai primi tre punti.

Osservazioni da sacerdoti

Una prima documentata critica al Cammino[34] venne nel 1983 dal sacerdote, ingegnere edile e teologo mons. Pier Carlo Landucci (1900-1986), di cui è attualmente in corso la causa di beatificazione. Secondo Landucci, nel Cammino Neocatecumenale «non c'è alcuna posizione dottrinale o pratica cattolica che non sia gravemente deformata. Il tutto presentato con impressionante grossolanità e confusione teologica e biblica, congiunte all'ostentato atteggiamento di acuta riscoperta e di suggestionanti prospettive di personale, elitario impegno e sacrificio».

Un'altra documentata critica agli aspetti dottrinali, liturgici e pastorali del Cammino venne lungo gli anni novanta dagli scritti del teologo e filosofo passionista Enrico Zoffoli (1915-1996), che ha scritto diversi libri[35] confrontando i testi originali delle catechesi in uso nel Cammino ed il Magistero pontificio (vedi bibliografia). Nel suo "Dizionario del Cristianesimo", alla voce Neocatecumenali riassumeva[36]: «il loro fondo dottrinale è gravemente compromesso da errori che colpiscono i dogmi fondamentali del Cristianesimo qual è stato interpretato e proposto dal Magistero dei Papi e dei Concili. Si nega la Redenzione, il carattere sacrificale della morte di Cristo e, quindi, il "Sacrificio dell'altare", con il relativo culto eucaristico (transustanziazione, adorazione...); si sostiene l'unico sacerdozio di Cristo, annullando la distinzione essenziale tra "sacerdozio ministeriale" e "sacerdozio comune", restando perciò soppressa la Gerarchia, fondata su questa distinzione. Si nega il dovere e la possibilità dell'imitazione di Cristo; si altera gravemente la nozione di peccato, della Grazia, del libero arbitrio...; si fantastica "un perdono" concesso a tutti da Dio e che implica il rifiuto dell'inferno (...). È certo che la dottrina fondamentalmente errata del movimento costituisce una gravissima minaccia per tutti». In una lettera[37] Altre pubblicazioni critiche nei confronti del Cammino vengono dai sacerdoti don Elio Marighetto e don Gino Conti (vedi bibliografia), e da altri ambienti della Chiesa cattolica[38], basate sia su testimonianze che sull'analisi dei testi delle "catechesi segrete" (così soprannominate poiché per lungo tempo solo i catechisti neocatecumenali sarebbero stati al corrente della loro esistenza).

Osservazioni dalla gerarchia ecclesiastica

Altre critiche al Cammino provengono dalla gerarchia ecclesiastica[39].

Nel novembre 1986, il vescovo di Brescia Bruno Foresti già rilevava[40] tra le comunità neocatecumenali:

  • una «visione pessimistica dell'uomo»;
  • un «clima di soggezione psicologica» ed un'«atmosfera di esclusivismo»;
  • «un certo discredito per la religiosità degli altri»;
  • una «scarsa attenzione» sulla «disciplina relativa all'amministrazione dei sacramenti»;
  • l'eccessiva dipendenza dei sacerdoti neocatecumenali dal Cammino e la loro «comune disattenzione ai richiami del Vescovo».

Nel 1995, il cardinale di Firenze Silvano Piovanelli accusava[41] «rigidità e chiusure» che avevano portato a «tensioni molto acute» nelle parrocchie dove il Cammino era presente, chiedendo ai neocatecumenali di «interrogarsi sul proprio modo di esprimersi e di presentarsi», di superare «la tentazione di credersi migliore degli altri», evidenziando il «contrasto» tra i «recenti documenti del Magistero» e la norma del Cammino di celebrare la Messa festiva il sabato sera.

Il 22 febbraio 1996, il cardinale Salvatore Pappalardo, come ultimo atto di governo dell'arcidiocesi di Palermo, vietò[42] agli aderenti del Cammino la celebrazione di Messe «precluse agli altri fedeli»; scrisse inoltre che «il Cammino, da solo, non è la Chiesa» chiedendo pertanto che il Cammino «non si distacchi dalle liturgie eucaristiche comuni».

Nel 1996 Basil Hume, arcivescovo di Westminster e presidente della Commissione Episcopale dell'Inghilterra e del Galles, si rifiutò[43] di ordinare preti quindici seminaristi di formazione neocatecumenale. La motivazione fu che tali seminaristi, una volta ordinati, avrebbero avuto come punto di riferimento i capi delle loro comunità anziché il proprio vescovo[44].

Nel 1997 Mervyn Alban Alexander, vescovo di Clifton (Inghilterra), proibì[45] il Cammino Neocatecumenale nella sua diocesi dichiarando che catechesi ed evangelizzazione del Cammino non erano «né benefici né appropriati per la diocesi».

L'arcivescovo di Catania, mons. Luigi Bommarito, scrisse nel dicembre 2001 una lettera molto critica rivolta proprio ai membri del cammino neocatecumenale.[46]

Approvazione degli Statuti e Direttorio Catechetico

All'inizio del 1997 Giovanni Paolo II chiese ai responsabili del Cammino una regolazione statutaria[47], in cui il Papa ricorda che i neocatecumenali hanno già iniziato il processo di stesura dello Statuto. Giovanni Paolo II, dopo l'approvazione dello Statuto nel 2002, confermerà che «...gli Statuti devono costituire per il Cammino Neocatecumenale una "chiara e sicura regola di vita", un punto di riferimento fondamentale affinché questo processo di formazione, che ha come obiettivo di portare i fedeli ad una fede matura, possa essere realizzato in un modo confacente alla dottrina e alla disciplina della Chiesa» ([48]). Una prima versione degli Statuti del Cammino Neocatecumenale fu respinta all'inizio del 1999 (il giurista neocatecumenale padre Javier Sotil, rettore del Redemptoris Mater di Brasilia, nel maggio 1999, durante una convivenza al Centro Neocatecumenale internazionale di Porto San Giorgio con Kiko Argüello e Carmen Hernández, annunciava che la bocciatura era stata «provvidenziale» perché aveva dato modo di «pensare e ripensare, consultare tante persone per preparare una seconda bozza che è qui pronta» [49]). Lo Statuto venne finalmente approvato nel 2002 per un periodo ad experimentum scaduto a giugno 2007 (l'intervento di Kiko Argüello alla consegna dello Statuto del Cammino Neocatecumenale il 29 giugno 2002 comincerà con: «siamo contentissimi che dopo tutto il travaglio di questi anni si sia potuti arrivare alla approvazione dello Statuto»)[50].

Il decreto di approvazione[51] del Pontificio Consiglio per i Laici recitava infatti: «Tenuto conto dei numerosi frutti spirituali apportati alla nuova evangelizzazione dalla prassi del Cammino Neocatecumenale - accolto e valorizzato nei suoi oltre trent'anni di vita in molte Chiese locali - segnalati al Pontificio Consiglio per il Laici da numerose lettere raccomandatizie di cardinali, patriarchi e vescovi; dopo attento esame del testo degli Statuti, frutto di un laborioso processo di collaborazione tra gli iniziatori del Cammino Neocatecumenale e il Pontificio Consiglio per i Laici, che si è avvalso del contributo apportato nell'ambito delle competenze loro proprie da diversi dicasteri della Curia Romana (...) il Pontificio Consiglio per i Laici DECRETA l'approvazione "ad experimentum" per un periodo di cinque anni degli Statuti del Cammino Neocatecumenale...»

Nei discorsi e omelie di Giovanni Paolo II del 29 giugno 2002 e dei giorni successivi, non appare alcuna menzione dell'approvazione degli Statuti[52], nonostante Kiko Argüello abbia ringraziato personalmente il Papa per aver «voluto in prima persona questa approvazione»[53]; solo nel settembre successivo il Papa ne parlerà precisando che «spetta ora ai Dicasteri competenti della Santa Sede esaminare il Direttorio catechetico e tutta la prassi catechetica nonché liturgica del Cammino stesso. Sono certo che i suoi membri non mancheranno di assecondare con generosa disponibilità le indicazioni che loro verranno da tali autorevoli fonti»[54].

Lo Statuto rinviava ad un Direttorio Catechetico che raccoglie la tradizione orale e indica la prassi del Cammino[55]; il materiale raccolto per la creazione del Direttorio (quattordici volumi) è tuttora in fase di esame da parte delle congregazioni vaticane. Si trattava perciò di un'approvazione parziale (oltre che temporanea), poiché durante l'arco di validità dello Statuto ad experimentum il Direttorio contenente le catechesi e la prassi del Cammino (non scindibili dal Cammino stesso) non è stato pubblicato.

Lo Statuto del Cammino Neocatecumenale viene approvato in forma definitiva l'11 maggio 2008, giorno di Pentecoste[56]. Il Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, cardinale Stanislaw Rylko, consegna il nuovo testo agli iniziatori del Cammino Neocatecumenale, Kiko Arguello e Carmen Hernandez, il 13 giugno 2008, giorno di Sant'Antonio da Padova, francescano portoghese, Dottore della Chiesa.

Queste le parole del Cardinal Rylko, alla domanda su quale significato abbia questa approvazione, per la Chiesa e per il Cammino stesso: «Significa la conferma da parte della Chiesa dell’autenticità, della genuinità del carisma che sta alla loro origine nella vita e nella missione della Chiesa. In modo particolare, questo riguarda il Cammino che ha ormai lunga storia nella Chiesa, più di 40 anni, e porta nella vita della Chiesa tanti frutti, tante vite cambiate in profondità, tante famiglie ricostruite, tante vocazioni religiose, sacerdotali e tanto impegno a favore della nuova evangelizzazione. Quindi, è un momento di grande gioia per la Chiesa, un momento di grande gioia per la realtà ecclesiale che riceve questo riconoscimento» [57] [58].

Liturgia

Ciò che maggiormente pare preoccupare la gerarchia ecclesiastica sono gli abusi in campo liturgico[59]. I neocatecumenali sostengono che sia Giovanni Paolo II sia l'allora cardinale Joseph Ratzinger abbiano personalmente celebrato la Messa con le comunità neocatecumenali ma, come per gli elogi e gli incoraggiamenti, tali eventi non sono in sé giuridicamente normativi[60]. A distanza di quasi ventitre anni dalla raccomandazione di osservare «le norme liturgiche» «senza negligenze e senza omissioni»[61], il 1 dicembre 2005 la Congregazione del Culto divino, a firma del cardinale Francis Arinze, ha inviato una lettera[62] a Kiko Argüello, Carmen Hernández e padre Mario Pezzi per comunicare le «decisioni del Santo Padre» a proposito delle liturgie del Cammino Neocatecumenale, raccomandando di seguire «i libri liturgici approvati, senza omettere né aggiungere nulla»[63] e richiedendo, fra le altre cose[64]:

  • che «almeno una domenica al mese» le comunità del Cammino partecipino alla Messa della parrocchia;
  • che le «eventuali monizioni» previe alle letture della Messa siano «brevi»;
  • che l'omelia sia «riservata al sacerdote o al diacono»;
  • che il modo di ricevere la Santa Comunione diventi entro «un tempo di transizione (non più di due anni)» (ossia entro dicembre 2007) lo stesso di tutta la Chiesa.

Sul sito ufficiale del Cammino è presente un'interpretazione[65] di Giuseppe Gennarini (responsabile del Cammino per gli Stati Uniti e per i rapporti con la stampa.

La lettera del cardinale Arinze segue di pochi giorni l'incontro di Argüello, Hernández e padre Pezzi prima con la Congregazione del Culto Divino e subito dopo con papa Benedetto XVI[66]. Gli iniziatori del Cammino invieranno il 17 gennaio successivo una lettera[67] di risposta a papa Benedetto XVI, dichiarandosi «contentissimi delle "norme"» ricevute ed esprimendo «gratitudine», dichiarando che «ogni èquipe di catechisti itineranti parlerà con il Vescovo di ogni Diocesi per concordare» la partecipazione dei neocatecumenali alla Messa parrocchiale «almeno una volta al mese», e ringraziando per «i due anni»[68] concessi per adeguarsi al «modo della distribuzione della Comunione»[69].

In una catechesi tenuta ai neocatecumenali di Madrid il 22 febbraio 2006, Kiko Argüello comunque sostiene[70] che la lettera di Arinze conterrebbe concessioni e conferme «alla Messa del Cammino che si celebra ogni domenica da più di trent'anni[71]».

Gli Statuti approvati ad experimentum nel 2002, oltre a rinviare ad un Direttorio Catechetico per quanto riguarda gli aspetti dottrinali, non entravano nel merito delle particolarità liturgiche del Cammino Neocatecumenale.

Gli Statuti approvati dalla Chiesa in forma definitiva nel 2008, entrano nel merito delle particolarità liturgiche del Cammino Neocatecumenale specificandone le concessioni.

I fuoriusciti

Critiche al cammino neocatecumenale provengono da alcuni fuorisciti dal movimento. Le critiche riguardano principalmente:

  • presunti casi di plagio psicologico [72] [73]
  • una presunta tendenza ad incoraggiare matrimoni endogamici che riguarderebbe gli aderenti non sposati[74][75] (alcuni ex-neocatecumenali parlano di un presunto "obbligo di endogamia" che, tuttavia, non risulta dall'analisi dei documenti del Cammino, ad esempio non se ne fa mai menzione nello Statuto né nelle oltre mille pagine che costituiscono gli Orientamenti alle Équipes di Catechisti[76] né nell'intero sito Web ufficiale del movimento);
  • la struttura dottrinale e rituale ritenuta eccessivamente rigida e accusata di essere orientata a scoraggiare i dubbi religiosi degli aderenti [77] facendo leva sui sensi di colpa e le paure [78].

Terminologia tipica del Cammino

Tra i componenti del Cammino si è formata da tempo una terminologia tipica, spesso legata alle catechesi e ai discorsi del fondatore, o a particolari celebrazioni o eventi.

  • Il termine "sperimentare" indica l'avere una esperienza palpabile di qualcosa nel contesto di una situazione vissuta. Gran parte del Cammino si basa sulla esperienza personale del fedele rapportata a Dio. Spesso questo è indicato come la "storia che Dio fa con te", il progetto e la relazione che intercorre tra l'esistenza di un uomo e Dio.
  • Con il termine "lontani" ci si riferisce a chi è lontano dalle leggi di Dio, apostata, pagano o idolatra, non necessariamente estraneo alla chiesa stessa.
  • Con il termine "convivenza", si indica un ritiro spirituale di uno o più giorni, nel quale i partecipanti "con-vivono", cioè stanno insieme in un clima di preghiera e di condivisione allo scopo di alimentare la comunione fraterna nella propria comunità, condividere l'esperienza di vita alla luce della Parola di Dio e, mediamente una volta l'anno, incontrare i propri catechisti nelle tappe che caratterizzano lo svolgersi del catecumenato post-battesimale.
  • Il termine "alzarsi" viene utilizzato per indicare gli individui o la famiglia sentono il desiderio di offrire la propria vita per il Vangelo e quindi, in occasione di opportuni incontri fatti con gli iniziatori del cammino, con i propri catechisti o in comunità, a seguito di un appello generale[79] si alzano rendendosi visibili ai fratelli mostrando apertamente la propria disponibilità in risposta alla chiamata di Dio. Questa disponibilità sarà poi vagliata dalla Chiesa in opportuni incontri vocazionali.
  • Secondo il racconto di fuorisciti dal movimento, all'interno del Cammino Neocatecumenale sarebbe inoltre in uso il termine "figlie di Israele [80]" con riferimento alle donne nubili aderenti al Cammino. Ciò tuttavia non risulta dall'analisi dei documenti del Cammino (ad esempio non se ne fa mai menzione nello Statuto né nelle oltre mille pagine che costituiscono gli Orientamenti alle Équipes di Catechisti[76]) né tale espressione compare mai nell'intero sito Web ufficiale del movimento.

Recenti Sviluppi

Famiglie in Missione (1/2006)

Il 12 di gennaio 2006, duecento famiglie Neocatecumenali che sono state mandate da Kiko ad evangelizzare la Francia, il Belgio, la Germania, la Cina, l'Australia e altri paesi, hanno incontrato il Papa Benedetto XVI, che ha dato un saluto speciale e una benedizione ai membri del Cammino e alle famiglie appena mandate nella Missione.

Attualmente, ci sono più di 500 famiglie Neocatecumenali nel Mondo.[81]

Una lettera al Papa (1/2006)

Nel 17 gennaio 2007, Kiko Argüello, Carmen Hernández e Padre Mario Pezzi hanno mandato al Papa Benedetto XVI una lettera[82] dove hanno manifestato il loro apprezzamento per la concessione di un periodo di due anni per la transizione.

Incontro del Papa con il Clero (2/2007)

Giovedì, 22 febbraio 2007, il Santo Padre, Papa Benedetto XVI, ha incontrato il clero di Roma. Il Papa ha parlato brevemente del Cammino Neocatecumenale mentre stava rispondendo ad una domanda di Padre Gerardo Raul Carcar che ha chiesto un consiglio su come poter integrare i movimenti per sviluppare un ministero reale di unità nella Chiesa Universale.

Il Papa ha risposto:

«In ogni caso, Io ho conosciuto i Neocatecumenali fin dall'inizio. È stata una strada lunga, con complicazione che esistono fin'oggi, pero abbiamo trovato una forma ecclesiale che ha già migliorato la relazione tra il Parroco e il Cammino. Stiamo andando avanti cosi! Lo stesso fu detto per gli altri Movimenti.»

Il Papa ha dato due indicazioni per aiutare i movimenti a crescere: rispetto per il carisma e integrazione con il servizio della Chiesa. [83]

Lettera dai Vescovi della Terra Santa (2/2007)

Tre giorni dopo, il 25 di febbraio, i vescovi Cattolici della Terra Santa hanno scritto una lettera di invito per il Cammino Neocatecumenale.[84]

Il Capo Melchita invita il Cammino Neocatecumenale

Nel marzo del 2007, Abuna Elias Chacour (Arcivescovo Melchita dell'Archeparchia di Acca -San Giovanni d'Acri; Tolemaide-) in Galilea, Israele, ha proposto la fondazione di un nuovo ramo del Cammino Neocatecumenale per lavorare specificamente nella Chiesa Orientale, "Ho pregato e ho cercato qualcuno o qualche comunità per predicare la buona notizia nelle mie parrocchie."

Abuna Elias Chacour ha, inoltre affermato: "Noi conosciamo l'albero dai suoi frutti, e dopo di diversi mesi di lavoro eccezionale nelle diverse parrocchie della diocesi Melchita Cattolica, il vostro gruppo ha dato frutti eccellenti.... Sarò felice di considerare anche un settore del Cammino Neocatecumenale da far entrare nella nostra Chiesa"

Padre Rino Rossi, ha ricevuto la lettera con grande gioia e ha detto a ZENIT che "Abbiamo anche noi il senso di urgenza di cui ha parlato l'Arcivescovo Chacour di evangelizzare "le pietre vive" nella terra del Signore."[85]

Adesso è stato annunziato che un Seminario Redemptoris Mater del Rito Melchita aprirà in Terra Santa nel 2008.

Voci correlate

Collegamenti esterni

Siti e testimonianze sul Cammino

  • Sito ufficiale del Cammino Neocatecumenale.
  • Statuto del Cammino Neocatecumenale, dato in Vaticano l'11 maggio 2008, solennità di Pentecoste.
  • Domus Galilaeae.
  • Cammino Neocatecumenale presentato sul sito ufficiale della Congregazione per l'Evangelizzazione dei popoli (Propaganda Fide).
  • Decreto di approvazione dello Statuto da parte del Pontifico Consiglio per i Laici.
  • Discorso del Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici sull'approvazione dello Statuto.

Principali fonti critiche

Bibliografia

Testi delle catechesi del Cammino

La stessa esistenza dei ciclostilati delle catechesi di Kiko e Carmen, in dotazione ai più importanti catechisti del Cammino fin dai primissimi anni Settanta, è stata nascosta per molti anni anche agli stessi aderenti al Cammino[86] (alcuni testi in italiano sono reperibili qui). Tra i testi:

  • Orientamenti alle Équipes di Catechisti per la fase di conversione, edizione ciclostilata del Centro Neocatecumenale «Servo di Jahvè in san Salvatore», p.za S. Salvatore in Campo, Roma, 1982 (il testo originale è del febbraio 1972), 373 pagine;
  • Orientamenti alle Équipes di Catechisti per lo «shemà» (appunti presi dai nastri degli "shemà" fatti da Kiko e Carmen ad alcune Comunità di Roma e Madrid nel 1974, pp. 110);
  • Orientamenti alle Équipes di Catechisti per la Convivenza della Rinnovazione del primo Scrutinio battesimale (appunti tratti dalle catechesi di Kiko e Carmen a Madrid nel 1972, con aggiunte del 1986, pp. 192);
  • Konwiwencja (edizione ciclostilata in lingua polacca degli Orientamenti per la Convivenza), Warszawa, 1983.

Testi favorevoli

  • Ezechiele Pasotti (a cura di), Il Cammino Neocatecumenale secondo Paolo VI e Giovanni Paolo II, edizioni Paoline, 1993.
  • Piergiovanni Devoto, Il neocatecumenato. Un'iniziazione cristiana per adulti, editore Chirico, Napoli, 1994.
  • Blázquez Pérez Ricardo, La Nuova Evangelizzazione, editore Grafitalica, 2000.
  • Blázquez Pérez Ricardo, Guai a me se non annunciassi il vangelo. Iniziazione cristiana e nuova evangelizzazione, edizioni Grafite (collana "Biblioteca Neocatecumenale"), 1997.

Testi critici

  • Enrico Zoffoli, I neocatecumenali - chi sono - quale il loro "credo" - cosa pensarne, edizioni Segno, Udine, 1990.
  • Enrico Zoffoli, Magistero del Papa e catechesi di Kiko. Confronto a proposito del «Cammino Neocatecumenale», edizioni Segno, Udine, 1992.
  • Enrico Zoffoli, Eresie del Cammino Neocatecumenale, edizioni Segno, Udine, 1992.
  • Enrico Zoffoli, Catechesi neocatecumenale e ortodossia del Papa, edizioni Segno, Udine, 1992 (ristampato con approvazione ecclesiastica datata 28 febbraio 1995).
  • Enrico Zoffoli, Verità del Cammino Neocatecumenale, edizioni Segno, Udine, 1996.
  • Gino Conti, Neocatecumenali al bivio. Sussidio per una scelta (fra Catechismo della Chiesa Cattolica e catechismo di Kiko Argüello), edizioni Segno, Udine, 1996.
  • Gino Conti, Un segreto svelato. Note di commento al testo "Orientamenti alle equipes di catechisti per la fase di conversione", edizioni Segno, Udine, 1997.
  • Elio Marighetto, I segreti del Cammino Neocatecumenale, edizioni Segno, Udine, 2001.

Note e documenti

  1. ^ a b Cfr. Il Cammino Neocatecumenale. Intervista a Kiko, di Luc Baresta, tratta da France Catholique, datata 22/02/2004, riportata sul sito Catechumenium:
    Luc: «Quali sono i momenti principali della sua conversione?».
    Kiko: «Ho cominciato da giovane la mia carriera di pittore in Spagna, dove sono nato. Professionalmente prometteva bene. La mia pittura era definita "moderna" all'epoca, avevo una clientela ed ho anche ottenuto un premio nazionale di pittura. Fino al momento che ho abbandonato tutto per andare tra i poveri».
    Luc: «Come spiega questo voltafaccia?».
    Kiko: «Era il primo effetto di una crisi personale che era iniziata durante i miei studi alle Belle Arti di Madrid, all'Accademia San Fernando. Mi sono reso conto che la fede che la mia famiglia, cattolica, aveva cercato di trasmettermi veniva meno. Delle domande che si originavano da una problematica esistenziale, mi perseguitavano. Chi sono? Perché vivo?
    Partecipando ad un gruppo teatrale delle Belle Arti, sono entrato in contatto con il pensiero di Sartre in alcune sue opere: "A Porte Chiuse", "Le Mosche". Ne emergeva che la nostra aspirazione alla giustizia è vana dal momento che il mondo in cui viviamo è irrimediabilmente assurdo. Ho cercato di vivere in questa situazione di ateismo, sotto un cielo che appariva chiuso. Per compensazione mi sono immerso nell'Arte. Però, nonostante il consenso che incontravo, nella stampa e alla televisione, ho provato il tormento di una perenne insoddisfazione; il mondo aveva per me il sapore della cenere. Dentro di me mi dicevo ogni mattina: Perché vivere? Per dipingere? E perché dipingere? Per i soldi? E i soldi per ottenere che cosa se nulla mi soddisfaceva? Ho pensato pure a suicidarmi.
    In questa crisi di senso e di speranza un certo aiuto mi è venuto da un'altra corrente di pensiero, quella di Henri Bergson, che aveva rotto con il razionalismo e dava grande importanza all'intuizione. Sorpreso scoprii che, in fondo, il mio intuito artistico non accettava l'assurdità dell'esistenza. In particolare ciò che mi dava la bellezza che potevo percepire nelle cose. Ma allora, se l'assurdo non è la verità, se esiste una ragione d'essere...».
  2. ^ Cfr. Il Cammino Neocatecumenale. Intervista a Kiko tratta da France Catholique, datata 22/02/2004, riportata sul sito Camino Neocatecumenal.
  3. ^ Cfr. Kiko Argüello: "La fede è incontro", tratto da Zenit, agenzia cattolica di informazione internazionale.
  4. ^ Cfr. Testimonianza di Kiko Argüello, tratta dal sito Camino Neocatecumenal.
  5. ^ Cfr. J.P.Sartre, l'anti-teista senza speranza, per un resoconto della posizione del Cammino Neocatecumenale rispetto alla filosofia del pensatore francese.
  6. ^ Enrico Zoffoli, uno dei più tenaci oppositori del Cammino Neocatecumenale verso la fine degli anni Ottanta, accusava invece questo movimento di essere eccessivamente influenzato dalla filosofia di Sartre. Cfr. Lettera di p. Enrico Zoffoli ai vescovi di alcune principali diocesi d'Italia.
  7. ^ Cfr. El sermón de Kiko Argüello, articolo di El Pais che contiene anche un breve resoconto della storia del movimento.
  8. ^ Cfr. KIKO "PINTARA" LA BODA, articolo di El Mundo che contiene anche un breve resoconto della storia del movimento.
  9. ^ Il termine indicherebbe, secondo il racconto dell'Argüello, una categoria sociale di emarginati che viveva nella baraccopoli, aveva fama di vivere di piccoli furti, ed era generalmente considerata assimilabile ai gruppi di etnia gitana
  10. ^ Cfr. intervento di Carmen Hernández del 28 giugno 2002 alla consegna dello Statuto del Cammino Neocatecumenale: «allora, in quel bar di Palomeras Altas io guardavo Kiko così, perché venivo da grandi sofferenze e lui mi sembrava un giovanotto in pieno cursillismo ... e mi dice che aveva avuto una visione della Madonna che gli aveva detto di fare comunità come la Sacra Famiglia di Nazaret».
  11. ^ Cfr. Kiko, Dossetti e "le ironie della sorte" (Catechumenium.it)), articolo sul ruolo che mons. Dino Torreggiani ebbe nell'ispirazione dei fondatori del Cammino.
  12. ^ Cfr. Statuto del Cammino Neocatecumenale, rispettivamente titolo II e titolo IV. L'utilizzo del termine catecumenato indica la preparazione al battesimo per un adulto non battezzato, mentre con catecumenato post-battesimale il Catechismo della Chiesa Cattolica (al n. 1231) identifica «l'ambito proprio del catechismo».
  13. ^ La Congregazione aveva infatti pubblicato il 6 gennaio 1972 l'«Ordo Initiationis Christianae Adultorum», più conosciuto con la sua sigla latina OICA o italiana RICA, per l'amministrazione del sacramento del battesimo agli adulti. L'iniziazione cristiana degli adulti era caduta in disuso poiché fino a tempi recenti il battesimo veniva amministrato ai bambini nella primissima infanzia.
  14. ^ Cfr. Giuseppe Gennarini, in Statuto - Commenti giuridici ed ecclesiali allo Statuto, pag. 103: "...Rimasero impressionati nel vedere che ciò che stavano elaborando da alcuni anni sul catecumenato per gli adulti, lo Spirito Santo, partendo dai poveri, lo stava già mettendo in opera". Cfr. Annibale Bugnini, in La Riforma Liturgica, pag. 579, nota 26: "Un gruppo seriamente impegnato, quello delle comunità neocatecumenali aveva già iniziato a impostare una formazione cristiana dei battezzati... Il merito di questo gruppo sta nell'aver capito l'importanza dello spirito del catecumenato per formare cristiani veri".
  15. ^ Cfr. Notitiae, n. 95-96, luglio-agosto 1974, pp. 229-230
  16. ^ Padre Mario Pezzi è un ex-comboniano che aderì al Cammino nel 1970. Dal 1992, dopo essere stato espulso dalla Congregazione dei Comboniani e per poter continuare a seguire il Cammino, è incardinato nella diocesi di Roma.
  17. ^ Cfr. art. 35 dello Statuto. L'elenco dei membri del collegio elettivo è depositato presso il Pontificio Consiglio per i Laici, ed è aggiornato ogni cinque anni a causa dei membri che per morte, rinuncia o motivi gravi abbiano cessato di farne parte.
  18. ^ Discorso di papa Benedetto XVI nell'udienza concessa alle famiglie neocatecumenali in partenza per la missione (12 gennaio 2006).
  19. ^ Cfr. art. 34 dello Statuto
  20. ^ Cfr. Statuto del Cammino Neocatecumenale, art. 4 § 1. La raccolta delle offerte delle 17.500 comunità del Cammino va alla Fondazione "Famiglia di Nazaret" per l'evangelizzazione itinerante, con sede a Roma, ed a cui è intestata la Domus Galilaeae. Lo stesso Statuto prevede che il Vescovo diocesano, su richiesta dell'Équipe Responsabile internazionale del Cammino, possa «erigere una fondazione autonoma diocesana, con personalità giuridica, regolata da statuti propri, che sarà riconosciuta anche in sede civile» per sostenere altre attività del Cammino.
  21. ^ Cfr. Il caso del genocidio in Ruanda.
  22. ^ Per esempio, l'arcivescovo di Firenze, il cardinale Ennio Antonelli, è solito partecipare alle "convivenze" di inizio anno della Diocesi; a Colonia, alla Giornata Mondiale della Gioventù, ha voluto incontrarsi con i giovani del cammino della sua Diocesi, esprimendo gioia nel vedere che «la Chiesa si sta rinvigorendo grazie al Cammino Neocatecumenale»[senza fonte]. Una rassegna di interventi di Paolo VI e Giovanni Paolo II tra il 1974 ed il 2000 è presente sul sito ufficiale del Cammino.
  23. ^ Lettera "Ogniqualvolta" di papa Giovanni Paolo II a mons. Paul Josef Cordes (30 agosto 1990).
  24. ^ Paul Josef Cordes, vicepresidente del Pontificio Consiglio per i Laici dal 1980 al 1995, fu incaricato personalmente da Giovanni Paolo II di seguire il Cammino Neocatecumenale.
  25. ^ in Acta Apostolicae Sedis, 82/1990, 1513-1515, con una nota redazionale che precisava che «l'intento del Santo Padre, nel riconoscere il Cammino neocatecumenale come valido itinerario di formazione cattolica, non è quello di dare indicazioni vincolanti agli ordinari del luogo, ma soltanto di incoraggiarli a considerare con attenzione le comunità neocatecumenali, lasciando tuttavia al giudizio degli stessi ordinari di agire secondo le esigenze pastorali delle singole diocesi».
  26. ^ Statuto del Cammino Neocatecumenale (29 giugno 2002), in formato PDF. Il Cammino aveva precedentemente tentato, senza successo, di ottenere lo status di prelatura personale (notizia riportata da Sandro Magister).
  27. ^ Decreto di approvazione definitiva degli Statuti del Cammino Neocatecumenale, dal sito Zenit.
  28. ^ Le prime accuse di eresia vennero già alla fine degli anni settanta da parte di alcuni sacerdoti canadesi, legati però non alla Chiesa cattolica ma ad alcune frange scismatiche del mondo tradizionalista.
  29. ^ In L'Osservatore Romano, 11 febbraio 1983, pag. 1 e 2.
  30. ^ Cfr. intervento di Kiko Argüello al convegno a Rocca di Papa il 31 maggio 2006.
  31. ^ Kiko Argüello considera la Madonna sua musa ispiratrice per l'iniziazione del Cammino; ha disegnato numerose icone che la raffigurano e numerosissimi sono i canti ad essa dedicati.
  32. ^ Ancora nel 2006, l'iniziatore del Cammino, Kiko Argüello, affermerà che i vescovi «non capiscono» di avere necessità del Cammino. Presentando il Cammino Neocatecumenale in occasione dell'incontro di Papa Benedetto XVI con i movimenti ecclesiali e le nuove comunità del 3 giugno 2006, Kiko infatti osservò: «ma quanto è difficile, Santo Padre, che le istituzioni capiscano che hanno necessità dei carismi!» (cfr. anche Commento all'intervento di Kiko Argüello).
  33. ^ Esistono comunque numerose pubblicazioni, testimonianze e prese di posizione anche da parte di laici (cfr. collegamenti esterni a siti critici) ed ex-neocatecumanali, poiché, secondo quanto consigliato dal Codice di Diritto Canonico ("obblighi e diritti di tutti i fedeli", can. 212, §3), «in modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, i fedeli hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l'integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l'utilità comune e la dignità della persona».
  34. ^ Il movimento neocatecumenale. Esposizione e giudizio di mons. P. C. Landucci, in Sì sì no no, 31 gennaio 1983, testo riportato e introdotto qui (pagina che erroneamente indica le iniziali di Landucci in "G.C." anziché "P.C.").
  35. ^ Le osservazioni di Zoffoli sul Cammino Neocatecumenale non sono mai state realmente contestate dalla gerarchia ecclesiale o dalle congregazioni vaticane, ad eccezione degli inviti a non anticipare il giudizio della Chiesa con i suoi scritti. Nel 1995 il cardinale Camillo Ruini, Vicario di Roma e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ricevendo un libro di Zoffoli sui neocatecumenali, rispose infatti invitandolo «fermamente a non sostituirsi agli Organi competenti e a non emettere, sia pure con buone intenzioni, giudizi personali e prematuri su temi che riguardano l'ortodossia di realtà ecclesiali, o addirittura del Santo Padre» (Vicariato di Roma - Prot. N. 385/95, 8 aprile 1995).
  36. ^ Enrico Zoffoli, Dizionario del Cristianesimo, edizioni Segno, 1992, pag. 338.
  37. ^ Lettera di Enrico Zoffoli a Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, 22 febbraio 1994. Fanzaga è stato a lungo un estimatore del Cammino.
  38. ^ Per esempio dai Carismatici francescani.
  39. ^ Oltre a quelli citati, altri vescovi e cardinali hanno espresso perplessità e critiche, fra i quali i vescovi Lorenzo Bellomi (Trieste, 1 marzo 1989, testo riportato qui), Arduino Bertoldo (Foligno, 1-8-1995; Lettera ai parroci, ai presbiteri e ai catechisti delle comunità neocatecumenali della diocesi), Pietro Nonis (Vicenza, 18-12-1996; Lettera "Centralità della parrocchia"), Benito Cocchi (Modena, 2002), Giulio Sanguineti (Brescia, 25-12-2003), e i cardinali Giovanni Saldarini (Torino, 17-5-1995; Lettera sui neocatecumenali), Giacomo Biffi (Bologna, 31-3-1996), Carlo Maria Martini (Milano, 29-10-1999), Ersilio Tonini (5-6-2006), e le Conferenze Episcopali dell'Umbria (2-3-1986), della Puglia (1-12-1996; Nota pastorale sul Cammino Neocatecumenale) e della Basilicata (1-3-1998).
  40. ^ Bruno Foresti, Comunicazione al consiglio presbiterale, IX assemblea, pubblicato nella Rivista della diocesi di Brescia, 1/1987; il testo è riportato qui. Nello stesso testo Foresti ricorda che nei Capitoli Generali di alcune congregazioni religiose (fra cui i Padri Comboniani) si dichiarava l'incompatibilità dell'appartenenza ai loro istituti con l'appartenenza alle comunità neocatecumenali.
  41. ^ Silvano Piovanelli, lettera Sul Cammino Neocatecumenale, Firenze, 25 marzo 1995, pubblicata in Il Regno - Documenti, 15/1995, pagg. 491-493.
  42. ^ Salvatore Pappalardo, Cammino Neocatecumenale, diocesi e parrocchia, in il Regno, n. 9/1996.
  43. ^ Cfr. Adista n. 67/1996 e Jesus del gennaio 1997.
  44. ^ Cfr. anche seminari "Redemptoris Mater".
  45. ^ (EN) Testo del decreto di mons. Mervyn Alban Alexander, vescovo of Clifton (gennaio 1997).
  46. ^ Lettera al Cammino Neocatecumenale di mons.
  47. ^ Discorso di Giovanni Paolo II agli aderenti al Cammino Neocatecumenale (24 gennaio 1997)
  48. ^ Discorso di Giovanni Paolo II agli iniziatori, catechisti e presbiteri del Cammino Neocatecumenale, 21 settembre 2002
  49. ^ Cammino Neocatecumenale: storia, struttura, tappe
  50. ^ L'intervento di Kiko Argüello alla consegna dello Statuto del Cammino Neocatecumenale
  51. ^ Decreto di approvazione ad experimentum del Cammino Neocatecumenale.
  52. ^ Cfr. Omelia del 29 giugno 2002, Angelus del 30 giugno 2002, Udienza generale del 3 luglio 2002, Angelus del 7 luglio 2002.
  53. ^ Cfr. intervento di Kiko Argüello alla consegna dello Statuto del Cammino Neocatecumenale (29 giugno 2002). Nello stesso intervento Kiko riafferma che «con questo Statuto il Papa con coraggio offre ai vescovi ed alle conferenze episcopali un modo di iniziazione e di catecumenato postbattesimale».
  54. ^ Cfr. discorso di Giovanni Paolo II agli iniziatori, catechisti e presbiteri del Cammino Neocatecumenale (21 settembre 2002).
  55. ^ Cfr. articoli 2, 9, 11, 16, 19, 28 e 29 dello Statuto del Cammino Neocatecumenale. Ciononostante sulla stampa anche cattolica è stato talvolta detto erroneamente che era stato approvato anche il Direttorio Catechetico; per esempio da Saverio Gaeta, caporedattore di Famiglia Cristiana: «insieme con lo Statuto viene di fatto ratificato il testo degli "Orientamenti alle èquipe di catechisti", che rappresenteranno le linee guida della catechesi neocatecumenale» (in Famiglia Cristiana, anno LXXII, n. 27, 7 luglio 2002, pag. 14). La consegna dei testi degli Orientamenti alle Congregazioni vaticane cominciò nel 1977.
  56. ^ http://www.camminoneocatecumenale.it/it/Statuto%20del%20Cammino%20Neocatecumenale%2013-6-2008.pdf
  57. ^ http://www.cardinalrating.com/cardinal_224__article_7143.htm
  58. ^ http://papaboys.wordpress.com/2008/06/14/consegnato-questa-mattina-dal-cardinale-rylko-il-decreto-di-approvazione-definitiva-dello-statuto-del-cammino-neocatecumenale
  59. ^ Un elenco sintetico delle questioni dottrinali e dei «ventidue abusi liturgici» del Cammino a confronto del Magistero pontificio è contenuto in Giovanni Apostoli, Enciclica "Ecclesia de Eucharistia" e catechesi di Carmen Hernández e Kiko Argüello a confronto. I responsabili del Cammino parlano di "variazioni" nella liturgia, senza precisare che in campo liturgico le variazioni non formalmente autorizzate sono abusi.
  60. ^ Peraltro non è provato che in quelle specifiche celebrazioni siano presenti almeno i maggiori abusi liturgici contestati ai neocatecumenali (per esempio sul modo di ricevere la Comunione). Una Notificazione della Congregazione per il Culto Divino sulle celebrazioni nei gruppi del Cammino Neocatecumenale del 19 dicembre 1988 aveva infatti concesso soltanto un indulto sul momento dello scambio della pace e la Comunione sotto le due specie ma «sempre con pane azzimo» (secondo quanto già previsto dal Messale Romano), ribadendo che le Messe dei gruppi, nelle forme approvate dal documento Eucharisticum Mysterium del 25 maggio 1967, avvengano sempre informando «abitualmente» e «ad casum» l'Ordinario del luogo, senza la cui autorizzazione non possono essere celebrate.
  61. ^ Giovanni Paolo II, in L'Osservatore Romano, 11 febbraio 1983, sopra citato.
  62. ^ Lettera a Kiko Argüello, Carmen Hernández e padre Mario Pezzi del cardinale Francis Arinze (1 dicembre 2005). Il primo commento apparso sulla stampa è di Andrea Tornielli, "La Messa è una sola: adeguatevi", su Il Giornale del 22 dicembre 2005.
  63. ^ Questa raccomandazione compare sia in apertura che in conclusione della lettera.
  64. ^ Cfr. "Spiegazione della lettera passo per passo".
  65. ^ Intervista a Giuseppe Gennarini sulla lettera di Arinze del 1 dicembre 2005.
  66. ^ Tali incontri sono avvenuti l'11 novembre (con la Congregazione) ed il 19 novembre 2005 (udienza privata dal Papa).
  67. ^ Lettera a papa Benedetto XVI di Kiko Argüello, Carmen Hernández e padre Mario Pezzi (17 gennaio 2006).
  68. ^ Nel testo della lettera di Arinze con le "decisioni del Santo Padre" il termine utilizzato è «non più di due anni» («si dà al Cammino... un tempo di transizione (non più di due anni)»); nel testo della lettera di Argüello, Hernández e Pezzi il termine utilizzato è invece «i due anni» («...ringraziarLa per la benevolenza... nel confermare lo spostamento del gesto della pace e i due anni per adeguare il modo...»).
  69. ^ Cfr. anche "Cronologia delle reazioni alla lettera del cardinale Arinze".
  70. ^ Catechesi di Kiko per la Quaresima 2006. Nel testo Kiko afferma inoltre di aver ottenuto le cinque variazioni alla liturgia che non aveva fatto in tempo ad ottenere da Giovanni Paolo II, e che sarebbe stata «la stampa» a non capire, presentando la lettera come una «bastonata» al Cammino. Quanto al modo della distribuzione della Comunione, Kiko conferma l'interpretazione che aveva fornito nella lettera del 17 gennaio 2006: «...e per la Comunione ci dà due anni». Quando Kiko parla di celebrazione "la domenica", intende la Messa "domenicale" celebrata il sabato in tarda serata dalle comunità neocatecumenali. «Anche se il sabato sera appartiene già alla Domenica (Primi Vespri) ed è permesso di compiere il precetto domenicale con la Messa prefestiva, è necessario rammentare che è il giorno della Domenica in se stesso che merita di essere santificato perché non sia "vuoto di Dio"» (bollettino della XI Assemblea del sinodo dei Vescovi).
  71. ^ Nel 2008 il Cammino Neocatecumenale festeggerà il suo quarantennale, invitando papa Benedetto XVI. Secondo le tradizioni neocatecumenali, le Messe del Cammino di "ogni domenica" sono le liturgie celebrate il sabato in tarda serata.
  72. ^ La tela del ragno di Augusto Faustini
  73. ^ [http://www.internetica.it/neocatecumenali/testimonianze-ex.html Testimonianza di fuorisciuti
  74. ^ cfr. Adista (’agenzia di stampa internazionale) n. 27 del 5 aprile 2003, "Passati per il Cammino. Intervista a una coppia di ex neocatecumenali". Cfr. anche Adista n. 59 del 4 settembre 2004, "Il movimento neo-catecumenale predica l'odio in famiglia. Una lettera a Lopez Trujillo". Monsignor Alfonso López Trujillo non ha mai risposto pubblicamente alla lettera di Augusto Faustini.
  75. ^ Testimonianza di un'esperienza indiretta, del Sig. Augusto Faustini
  76. ^ a b Testi degli Orientamenti per le Equipe dei Catechisti, dal sito Alterinfo
  77. ^ [http://www.internetica.it/neocatecumenali/testimonianze-ex.html Testimonianze di ex
  78. ^ I meccanismi psicologici del condizionamento mentale all'interno delle comunità neocatecumenali
  79. ^ In una catechesi a Perugia del 27 settembre 2006, Kiko Argüello ha raccontato di aver «chiesto famiglie che si offrano al Signore e alla Chiesa per la nuova evangelizzazione… per andare ad evangelizzare il mondo. Si sono alzate 1.500 famiglie! Le abbiamo contate dopo… 1.500 famiglie!»
  80. ^ In questo caso il termine "Israele" vuole indicare simbolicamente l'intero Cammino Neocatecumenale o la Chiesa, non lo stato di Israele.
  81. ^ Benedetto XVI invia in missione duecento famiglie di comunità neocatecumenali (12-Gen-2006).
  82. ^ From the bottom of our hearts...: letter by Kiko Argüello, Carmen Hernández, father Mario Pezzi to pope Benedict XVI (17-Jan-2006).
  83. ^ Lenten meeting with the clergy of Rome: Address of his Holiness Benedict XVI;
  84. ^ :::Fratelli e Sorelle del Cammino Neocatecumenale
    1. La pace e l'amore di Nostro Signore Gesù Cristo siano sempre con voi.
    Noi, Ordinari Cattolici di Terra Santa, vi rivolgiamo questa lettera all'inizio della Quaresima, nel quadro del Piano Pastorale comune per quest'anno, che ha come tema la catechesi e l'educazione religiosa nella parrocchia.
    Fratelli e sorelle del Cammino, siete benvenuti nelle nostre Diocesi. Ringraziamo Dio per la grazia che il Signore vi ha data e per il carisma che il Santo Spirito ha effuso nella Chiesa tramite il vostro ministero della formazione post-battesimale. Siamo riconoscenti per la vostra presenza in alcune delle nostre parrocchie, per la predicazione della Parola di Dio, per l'aiuto offerto ai nostri fedeli nell'approfondimento della loro fede e nel radicarsi nella loro propria chiesa locale, in "una sintesi di predicazione kerygmatica, cambiamento di vita e liturgia" (Statuti, Art 8)
    In seguito alla Lettera che il Papa Benedetto XVI vi ha indirizzato il 12.1.2006, e a quella della Congregazione del Culto Divino del 1.12.2005, vi domandiamo di prendere posto nel cuore della parrocchia nella quale annunciate la Parola di Dio, evitando di fare un gruppo a parte. Vorremmo che poteste dire con S. Paolo: "Mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero" (I Cor 9, 19).
    Il principio al quale dobbiamo tutti insieme restare fedeli e informare la nostra azione pastorale dovrebbe essere ”una parrocchia e una Eucaristia”. Il vostro primo dovere perciò, se volete aiutare i fedeli a crescere nella fede, è di radicarli nelle parrocchie e nelle proprie tradizioni liturgiche nelle quali sono cresciuti da generazioni.
    In Oriente, noi teniamo molto alla nostra liturgia e alle nostre tradizioni. È la liturgia che ha molto contributo a conservare la fede cristiana nei nostri paesi lungo la storia. Il rito è come una carta d'identità e non solo un modo tra altri di pregare. Vi preghiamo di aver la carità di capire e rispettare l'attaccamento dei nostri fedeli alle proprie liturgie.
    2. L'Eucaristia è il sacramento di unità nella parrocchia e non di frazionamento. Chiediamo pertanto che le celebrazioni Eucaristiche, in tutti i riti orientali, nonché nel rito latino, siano sempre presiedute dal parroco, o, nel caso del rito latino, in pieno accordo con lui. Celebrate l'Eucaristia con la parrocchia e secondo il modo della Chiesa locale. "Là dove c'è il vescovo, lì c'è la chiesa", ha scritto S. Ignazio di Antiochia. Insegnate ai fedeli l'amore per le loro tradizioni liturgiche e mettete il vostro carisma al servizio dell'unità
    3. Vi chiediamo inoltre di mettervi seriamente allo studio della lingua e della cultura della gente, in segno di rispetto per loro e quale strumento di comprensione della loro anima e della loro storia, nel contesto della Terra Santa: pluralismo religioso, culturale e nazionale. Inoltre, nei nostri Paesi, Palestina, Israele, Giordania, tutti sono alla ricerca della pace e della giustizia, una ricerca che fa parte integrante della nostra vita di cristiani. Ogni predicazione dovrebbe guidare i nostri fedeli negli atteggiamenti concreti da assumere nel diversi contesti della vita e nella stessa situazione di conflitto che continua in Palestina: atteggiamento di perdono e di amore per il nemico, da un lato, e dall'altro, esigenza dei propri diritti: specialmente la dignità, la libertà e la giustizia.
    Vi chiediamo di predicare un Vangelo incarnato nella vita, un Vangelo che illumini tutti gli aspetti della vita e radichi i fedeli in Gesù Cristo Risorto e in tutto il loro ambiente umano, culturale e ecclesiale.
    Domandiamo a Dio di colmare i vostri cuori della sua forza e del suo amore, e di darvi la grazia affinché possiate colmare i cuori dei fedeli del suo amore e della sua forza.
    Gerusalemme, 25 febbraio 2007
    † Michel Sabbah, Patriarca Latino di Gerusalemme
    † Elias Shakour, Arcivescovo Greco Melchita Cattolico di Acri, Haifa, Nazaret e di tutta la Galilea
    † George El-Murr, Arcivescovo Greco Melchita Cattolico di Filadelfia, Petra e della Giordania
    † Paul Sayyah, Arcivescovo Maronita di Haifa e della Terra Santa ed Esarca Patriarcale Maronita di Gerusalemme, dei Territori Palestinesi e della Giordania
    † Fouad Twal, Vescovo Coadiutore Latino, Gerusalemme
    † Kamal Bathish, Vescovo Ausiliare Latino, Gerusalemme
    † Selim Sayegh, Vicario Patriarcale Latino per la Giordania
    † Giacinto-Boulos Marcuzzo, Vicario Patriarcale Latino per Israele
    † Pierre Melki, Esarca Patriarcale Siro-Cattolico di Gerusalemme, di Terra Santa e della Giordania
    † George Bakar, Esarca Patriarcale Greco Melchita Cattolico di Gerusalemme.
    Rafael Minassian, Esarca Patriarcale Armeno Cattolico di Gerusalemme, di Terra Santa e di Giordania
    La fonte è estratta integralmente da Accoglienza e indicazioni dei Vescovi cattolici di Terra Santa al Cammino Neocatecumenale (27-02-2007)
  85. ^ Melkite Leader Invites Neocatechumenal Way. Zenit News Agency
  86. ^ Cfr. Gino Conti, Un segreto svelato. Note di commento al testo "Orientamenti alle èquipes di catechisti per la fase di conversione", edizioni Segno, 1997, p. 14.
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