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«La Campagna è proporzionata alle caccie, all'uccellare mediante boschi, selve e dilettevoli colline vi è da pescare mediante l'Arno et altri fiumi. Fertilissima è la sua pianura, non più par si possa desiderare dalla Natura, moltiplicandovi il grano fino in 40 per staio, le biade tutte vi vengono felicemente. Per tre anni continui si semina il grano, o il terzo la segale, et all'ultimo mietuto che si è, subito vi si semina fagioli, o miglio con rapi per buoi. L'Invernata veniente si vanga, o si coltra per raccor l'estate fave, o fagioli con saggina, o vero si fa a poponi con altri ortaggi che piu vi è terreno, che in un anno da tre raccolte, cosa che rende stupore à Forestieri. I Monti e colline amene abbondano di tutto quello che al viver umano si ricerca di olio, di vino in particolare bianco, giallo, nero, vermiglio, di tutti i sapori, dolce, amarognolo, cotognino, di viola, mammola, subastringente, sottile, pieno, tutto odorifero. Frutte similmente d'ogni sorte per l'Estate, e per l'Inverno. Per tutto si trovano fonti di buone acque fino d'acque minerali di ferro et allume. Si dice acqua buona utilissima a molte infermità. Salutifera l'aria alla vita umana per tutto. Molti sono gli Artieri e Mercanti e da questo i Montevarchini mi credo sono chiamati Industriosi et ogni Giovedì si fa il Mercato da dirsi una gran Fiera.»
«Fa da 1300 anime, ma quasi tutte oziose fuor che dei vetturali o gente che campa su qualche piccolo mestiere; gli altri campano sul traffico e lavoro del mercato e ne fanno tanto per vivere nella settimana, nel corso della quale non fanno più altro [...]. Quel popolo come si disse è oziosissimo, guadagna tanto nei mercati a fare il sensale ed il porta che ne vive tutti gli altri giorni; fanno i calzolai e i vetturali e non vi è quasi altri mestieri; non vi sono spezierie altro che due cattive, nè traffico di panni, che tutto si fa in Figline.»

Montevarchi è un comune di 22.945 abitanti della provincia di Arezzo.

Geografia

Il comune di Montevarchi si trova nel Valdarno superiore, sulla riva sinistra dell'Arno. Il territorio, parte di un antico bacino lacustre preistorico, comprende il fondovalle, dove si trova il capoluogo, e una parte delle colline che si trovano fra l'Arno e il Chianti senese.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Lago pliocenico del Valdarno Superiore.

Clima

  Lo stesso argomento in dettaglio: Clima della Toscana e Stazione meteorologica di Montevarchi.

Storia

In una di queste colline, dove fino al 2002 si trovava un convento dei Cappuccini, si ergeva, in epoca precedente il Mille, il castello di Montevarchi, uno dei tanti presenti nella zona (fra gli altri Ricasoli, Caposelvi, Moncioni).

 
Ricostruzione del castello di Montevarchi in un settecentesco affresco di Palazzo Mari
 
Montevarchi nel 1666
 
Montevarchi secondo Francesco Fontani che la visitò e la descrisse nel 1827
 
Montevarchi a inizio secolo XX
  Lo stesso argomento in dettaglio: Castellare di Montevarchi.

I castelli, per la loro natura di struttura militare difensiva, sorgevano in luoghi non facilmente raggiungibili e quindi non si prestavano per lo svolgimento di attività commerciali. I commercianti e gli abitanti dei castelli si incontravano, allora, in luoghi deputati al mercato, chiamati "mercatali", che si trovavano nei pressi delle vie di comunicazione, non lontani dai castelli stessi.

Intorno al mercatale del castello di Montevarchi si aggregò il centro abitato che, nel XII secolo, prese il nome del castello stesso. Il castello ebbe fra i suoi signori i conti Guidi fino al 1273, anno in cui passò definitivamente a Firenze. E proprio ai conti Guidi, in particolare a Guido Guerra, si deve uno degli episodi più caratterizzanti dell'intera storia cittadina ovvero, come recita la leggenda, il dono alla chiesa, poi collegiata, di San Lorenzo della reliquia del Sacro Latte il cui culto e devozione segneranno nei secoli successivi la vita sociale ed economica dell'intera comunità.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Sacro Latte.

Successivamente, come luogo di confine fra i territori di Arezzo e Firenze, subì attacchi e devastazioni, soprattutto nel 1287, quando vi si rifugiarono alcuni guelfi aretini e i loro concittadini ghibellini vennero ad assalirli.

Nel 1338 fu dotato di una cinta muraria e ebbe una sua autonomia amministrativa.

Politicamente seguì le vicissitudini dello stato toscano formatosi intorno a Firenze. In tutto questo periodo restò un fiorente mercato di prodotti agricoli, seguendo la sua prima vocazione, ma divenne anche centro manifatturiero, specializzato nella produzione di seta e di lana. In età granducale, quando vennero definiti i confini della provincia di Arezzo, entrò a farne parte.

Dopo l'unità d'Italia ebbe un enorme sviluppo industriale, insieme ai comuni circostanti, dovuto alla disponibilità di energia ricavata dalla combustione di lignite estratta dai giacimenti presenti nella zona. Montevarchi divenne un distretto per la produzione di cappelli ed altri prodotti in feltro. Nel 1914 il forte sviluppo industriale e il facile approvvigionamento energetico portò la città anche a dotarsi di una linea tramviaria che la collegava all'interno e all'esterno con la frazione di Levane, e con le città vicine di San Giovanni Valdarno e Terranuova Bracciolini.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Tramvia Valdarnese.

Malgrado la disponibilità di energia non sia più un vantaggio competitivo e l'utilizzo del copricapo non abbia più la diffusione che aveva nel 1930, l'attività industriale legata alla moda resta tuttora una delle principali attività economiche della città. Attualmente l'elettricità è prodotta dalla diga idro-elettrica di Levane e dalla centrale termo-elettrica a metano di Santa Barbara.

Anche se l'inquinamento dovuto alla produzione dei cappelli (mercurio, acqua bollente con conseguente inquinamento termico) è visibilmente diminuito, fino a scomparire, gli effetti sono tuttora visibili. Un esempio è il torrente Dogana che divide la città in due; solo negli ultimi anni sono ricominciate a tornare le anatre, segno che le acque si stanno ripopolando. Altro segno positivo sono le analisi che hanno mostrato un livello di inquinamento basso, compatibile con la vita dei pesci.

Evoluzione demografica

 
Alunni di una scuola elementare di Montevarchi agli inizi del '900

Abitanti censiti[1]

Cultura

 
La Fattoria del Poggiolino di proprietà dei Del Zaccheria prima e dei Cerchi poi

Famiglie storiche di Montevarchi e del suo territorio

 
Alessandra Mari

Personalità legate a Montevarchi

 
L'ammiraglio Ernesto Burzagli quando era ancora un semplice sottotenente di vascello

Nati a Montevarchi anche, in ordine di età, il prelato cattolico Romano Rossi, dal 10 dicembre 2007 vescovo della Diocesi di Civita Castellana, il pianista Carlo Alberto Neri, il tenore Luca Canonici, il cantante Stefano Sani, la cantante e compositrice Donatella Milani, lo scrittore e giornalista Vanni Santoni.

Personalità relazionate a Montevarchi

 
Amerigo Vespucci: la madre era di Montevarchi[2]

Luoghi d'interesse

 
Montevarchi e le strade che lo circondavano nel 1580
 
Il Colle di Cennano, oggi dei Cappuccini, dove sorgeva il primo insediamento montevarchino e il suo castello
 
Guido Guerra VI dei Conti Guidi secondo Andrea della Robbia
 
Montevarchi e la sua campagna nel XVII secolo
 
Il Cassero, antica torre e posto di guardia delle mura cittadine
 
Il Comune di Montevarchi nel 1788
 
Famiglia di montevarchini alla fine dell' 800
 
Pianta catastale della città nel 1845

Nonostante sia piena di sbrodolature ed inesattezze storiche, la più bella descrizione di Montevarchi è quella dell' abate, e massone, Francesco Fontani che la visitò nel 1827. Mescolando il suo spirito di osservatore ai racconti su Montevarchi e i montevarchini sentiti in città scrive:

«In non molta distanza della sponda meridionale dell' Arno, rimpetto quasi а Terranuova, si incontra Montevarchi, una delle più ragguardevoli Terre del Valdarno superiore, e che merita l' attenzione dei curiosi.

Nei più remoti tempi un [sic] altra Terra, postata quasi a cavaliere dell'attuale sull'alto del Colle, godeva del medesimo nome, ed era riguardata come luogo di non lieve importanza. Varie sono l'opinioni che gli eruditi hanno esternato sulla prima costituzione di essa, e vi fu chi fino pensó che questa presistesse all' epoca del prolungamento della via Cassia rinnovato dall' Imperatore Adriano.

Certo che la predetta magnifica strada attraversava una parte del Valdarno di sopra, non già per la moderna pianura, ma sempre su per le cime delie Colline, e particolarmente dove esse confinano con le pendici delie montagne.

Non si ha memoria рerò la quale ci dia sicura notizia dell' antico Castello in quella età, e la prima carta antentica in cui si faccia di lui precisa parola è del 1191, segnata dall' Imperatore Enrico VI, e confermata poscia da un diploma dell' Imperator Federigo II dei 29 Novembre del 1220. Essa conferma ai Conti Guidi il possesso e dominio di molte tenute, giurisdizioni e corti di varj luoghi, e precisamente di Montevarchi, onde è duopo credere che e' sussistesse già intorno al mille, ed è probabile ch' ei fosse eretto da quei Conti e Marchesi, i quali a nome, e con l' autorità dell' impero tenevano ragione in varie parti d' Italia.

I pochi avanzi, che rimangono di lui non ci danno indizio alcuno di un' epoca anteriore, perlocbè tutto convincendoci della verità di quanto noi crediamo di aver potuto asserire ragionevolmente, non ci daremo pena di richiamare ad esame le ragioni di coloro cbe opinarono, ed opinano diversamente, indotti a ciò fare da prevenzione, o da troppo forse smodato affetto verso la Terra che fu prima loro nutrice.

Comunque siasi per altro circa l'esistenza, e pregj dell'antico superiore Castello, e qualunque si fosse di poi la cagione per cui, abbandonato appoco appoco, la popolazione scendesse al piano per ivi più agiatamente vivere, egli è fuor di dubbio che quantunque non si sappia il preciso tempo in che ciò avvenne, e per mezzo di chi, pure nel Secolo XIII esisteva la presente terra, al buon ordine e direzione della quale i Conti vi tenevano un loro rappresentante col titolo di Visconte, siccome avvertì già nei suoi spogli di Manoscritti Monsig. Borghini, deducendolo da una pergamena esistente nell' Archivio delle Riformagioni in Firenze.

Il medesimo critico indagatore degli antichi monumenti lasciò altresì scritto che il Conte Guido Guerra da Romena nel 1254 vendè ai Fiorentini Montevarchi, e che trenta anni dopo ne ratificó il contratto (per quella parte che gli spettava) il Conte Guido da Mutiliana. Diramatisi infatti nei tempi andati in più branche i piccoli dinasti del contado, bene spesso avveniva che la sola Terra o Castello apparteneva a molti individui, e ciò soleva renderne più facile l' acquisto a qualche potente vicino popolo, il quale ambisse di dilatare i propri confini.

Opportunissimo era questo si fatto luogo al comune di Firenze, il quale teneva intesa la mira ad aprirsi la strada per soggiogare Arezzo, Città a se [sic] nemica, e siccome fautrice del partito Imperiale, anzi asilo dei Ghibellini, manteneva sempre in agitazione e timore la parte Guelfa. Cotanti impegni di fazioni infatti cagionarono di continuo immensi guasti e malori ai popoli del Valdarno. Montevarchi fu più di una volta esposto agli assalti, alle rapine, e agli insulti delle masnade che si muovevano ai danni, ed all' esterminio del Fiorentino Governo.

Terribili singolarmentelarmente poi furono le sue sciagure nel 1288, quando i Guelfi, al tempo del Vescovo Guglielmino d'Arezzo, cacciati dalla Città, e quà [sic] rifugiatisi cercando ajuto dai loro amici, si tirarono addosso il nemico furore, e la campagna adiacente alla terra si vide posta a fuoco e fiamma, senza che si potesse porre ostacolo alla ferocia dei Ghibellini, che, superbi di piccoli acquisti, si ripromettevano in breve compiuta ed universale la vittoria del loro partito in Toscana.

In peggiori circostanze ancora si trovò Montevarchi nell' anno appresso, perciocchè (siccome narra il vecchio Ammirato) gli Arretini [sic] credendo opportuno il non dare ai Guelfi tempo da poter premunirsi e raccoglier forze, eglino i primi nel mese di marzo si posero in marcia, e "con tre mila pedoni, e con trecento cavalieri vennero infino a Montevarchi, mettendo a fuoco, e a ruba ciò che incontravano, e non contenti d' ardere il borgo, fecero prova di espugnar la Terra, combattendola per tutto un dì intiero, e certi di essi trascorsono in fino a S. Donato in Collina, sette miglia presso Firenze, mettendo fuoco nelle case e capanne dei Contadini".

A cotanti mali successe è vero consecutivamente qualcbe breve intervallo di quiete, e la Terra cominciava alquanto a riaversi dai sofferti danni, ma torbidi troppo e pieni di travagli erano quei tempi per non potere ripromettersi una tranquillità durevole e costante.

Correva infatti l' anno 1312, e l' Imperatore Enrico VII avendo presa in Roma la Corona Imperiale scorreva per la Toscana superiore deliberato di volersi insignorire di Firenze, che teneva il partito della Chiesa. Da Arezzo dunque, avendo mosse le armate, scese frettoloso in Valdarno "e la prima cosa che egli acquistò (scrive il medesimo Ammirato) fu il Castello di Caposelve in sull' Ambra, il quale era dei Fiorentini. Poi pose il campo a Montevarchi.... e a quello fece dare di molti assalti prima che coloro che il difendevano mostrassero segno di timore alcuno. Ma avendo incominciato a vuotar l' acqua de' fossi per riempirgli di terra; e veggendo quei di dentro che i Fiorentini non avevano il potere, o non si curavano di soccorrergli, e avendo le mura assai basse, il Terzo giorno si resono all'Imperadore".

Anco in tale occasione molto soffrì la Terra, anzi a tal fu ridotta che puó dirsi con sicurezza come essa non potè più emergere pienamente da quello stato di languidezza in che la posero le guerre fino a tantochè, soggettato finalmente Arezzo al Fiorentino dominio, e cessati in Toscana i furori delle Fazioni, i popoli di questa bella parte d' Italia si fecero più mausueti, ed abbandonate l' armi con più utile loro e di tutto l' universale, si dettero all' esercizio delle pacifiche Arti, e del Commercio.

Alla sicurezza e vantaggio del traffico molto, come ognun sa, contribuisce il locale, dove possa questo esercitarsi: e basta dare un [sic] occhiata a Montevarchi, ed a' suoi vaghi contorni per sincerarsi che questa Terra, assai ben popolata, è quanto altra mai di Toscana opportunissima al medesimo.

Situata essa sulla strada che da Arezzo conduce a Firenze, mezzo miglio in circa lontana dall' Arno, circondata da una deliziosa campagna, fertile, ed ubertosa quanto desiderare si possa, non manca di alcuno di quei generi cbe sono necessarj alla vita, anzi ne abbonda sì fattamente da poterne ad altri concedere senza pericolo di disperderne a scapito proprio.

Comoda alle due Città di Firenze e d'Arezzo, ed a tutti i villaggi e Castelli del Casentino, della Chiana e del Mugello serve come di centro all' opportunità delle loro reciprocbe contrattazioni, dalle quali essa ritrae, e può ritrarre utili della maggiore considerazione. La stessa dovizia forse è quella cbe le ritarda certi profitti, e che non anima con tutta la necessaria energia, ed in tutta la sua estensione l' industria, che è la creatrice, e la promotrice essenziale dell' Arti. Contuttociò qualora si osservi attentamente la Terra, ognuno manifestamente ben vede che vi regna l'opulenza, e mercè di questa la prosperità, ed il lusso.

La forma del suo recinto tende quasi all' Ovale. II Rendi in alcune memorie, ch'ei lasciò manoscritte de' pregi della sua patria, con bizzarria sì, ma non senza una certa verità disse che potea questa rassomigliarsi nella sua figura a una nave, la cui prua fra scirocco e mezzogiorno guarda Arezzo, e con la poppa fra maestro e tramontana riguarda Firenze.

Le mura che la circondano sembrano essere le stesse dalle quali fu cinta dapprima sul terminare del Secolo XIII venuta appena che fu in pieno potere della Fiorentina Repubblica. Si veggono queste condotte a merli, interstiziate da alcune torrette o baluardi, e due più alte Torri le servirono un tempo per ispecial sua difesa.

Quella di esse che sussiste tuttora, e che dicesi comunemente "la Rocca", potrebbe anche nell' età nostra essere opportuna a difendere per alcun tempo la Terra; l'altra però fu demolita in gran parte, ed incorporata nell'edifizio ove più modernamente ebbe sede un Monastero di Religiose. La predetta Rocca forse è l' unica fabbrica la quale, oltre le mura, ci dia indizio dell' epoca della prima edificazione della Terra, la quale semhra peró fabbricata di recente, perchè modernamente restaurata, ed abbellita pressochè nel totale de' suoi edifizj.

Se in molti di essi si fosse più avuto riguardo al solido, che a quel falso brillante il quale colpisce ma non soddisfa, Montevarchi porterebbe il vanto sopra molti altri luoghi del Valdarno superiore ancora per l'eleganza del suo materiale.

La maggior piazza farebbe assai più vaga comparsa se il loggiato che in parte la cinge fosse stato condotto con maggior proprietà di disegno, d' esattezza, e di simetrìa [sic].

Fra le fabbricbe Sacre è degna d' essere riguardata con attenzione la Prepositura che è bella, sebben moderna anzichenò, e che risente alquanto di un certo caricato ne' suoi ornati, il quale non può per altro gran fatto dispiacere agli intendenti.

Bella pure è la fabbrica del Convento, come della Chiesa di S. Francesco, dove all' Altar maggiore si ammira la celebre Tavola lavorata con arte ed ingegno da Alessandro Filippi, comunemente detto Sandro Botticello, che fu rammentata con lode pur dal Vasari

Architetture religiose

 
La Pietà nella Chiesa del SS. Redentore
 
Via Roma, la via centrale di Montevarchi
File:Elep (8).JPG
L'Elephas Meridionalis al Museo Paleontologico cittadino
 
Villa Galeffi oggi di proprietà pubblica e sede del Museo Ernesto Galeffi

Chiese parrocchiali

Oratori

Monasteri

Conventi

Ospedali di carità

Architetture civili

Palazzi Pubblici

Residenze private

Cinema e Teatri

Giardini e orti botanici

Musei

  • Museo Paleontologico
  • Museo di Arte Sacra della Collegiata di San Lorenzo
  • Museo di arte contemporanea Ernesto Galeffi

Frazioni e località

 
L'ingresso all'antico castello di Caposelvi

Fonte: Comune di Montevarchi, 2008

Feste e ricorrenze

 
Martirio di San Lorenzo

La festa propria della città è quella del patrono San Lorenzo, il 10 agosto.

Manifestazioni e fiere

  Lo stesso argomento in dettaglio: Festa del Perdono (Montevarchi).

La prima domenica di settembre si tiene la Festa del Perdono e, il lunedì successivo, una fiera. Il secondo sabato di ogni mese si tiene in Piazza Varchi il Mercatale, con mostra e vendita di prodotti tipici della zona e prodotti da agricoltura biologica. Di grande interesse sono nei mesi di aprile e maggio le feste del Perdono del Pestello, della Ginestra e del Rione S. Andrea.

Gemellaggi

 
Kitzingen

Montevarchi è gemellato con:

Sport

 
Ciclisti della società Aquila a inizio secolo

Ciclisti montevarchini:

Eventi ciclistici: Il 26 maggio 2001 la 7^ tappa del Giro d'Italia 2001 si è conclusa a Montevarchi con la vittoria di Stefano Zanini.

 
La squadra di basket di Montevarchi campione provinciale nel 1938

Calciatori montevarchini:

La società Montevarchi Calcio Aquila 1902 è attualmente in Serie D.

L'ASD Audax Montevarchi svolge un'attività di puro settore giovanile e milita in Seconda Categoria con il nome Audax Montevarchi-Mercatale.

Pallacanestro

La squadra di pallacanestro, Fides Montevarchi, milita nel campionato di B/2.

Pallavolo

La squadra di pallavolo, il Volley Arno, fondata nel 1989, milita attualmente nel campionato regionale di Serie D femminile.

Amministrazione

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Note

  1. ^ Dati tratti da:
  2. ^ Leone Ugo Masini, Montevarchi attraverso i secoli, Firenze, Bemporad Marzocco, 1960, pag. 140

Altri progetti

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