Teatro della Pergola
Il Teatro della Pergola è il teatro storico di Firenze ed uno dei più antichi e ricchi di storia di tutta Italia. Contrariamente a quanto si crede è il teatro che prese il nome dalla via in cui sorge e non viceversa, esisteva infatti un pergolato d'uva nel '500 ma più avanti nella strada, vicino agli edifici dell'Ospedale di Santa Maria Nuova e all'Oratorio di San Tommaso d'Aquino.
Storia
Il teatro fu eretto con una struttura lignea nel 1656 da Ferdinando Tacca (figlio dello scultore Pietro Tacca) su incarico dell'accademia degli Immobili, presieduta dal Cardinale Giovan Carlo de' Medici, e fu inaugurato durante il carnevale del 1657 con l'opera buffa Il Podestà di Colognole di Giovanni Andrea Moniglia. I lavori furono ultimati nel 1661 quando il teatro celebrò le nozze del futuro Granduca Cosimo III con lo spettacolo Ercole in Tebe di Giovanni Antonio Boretti.
Fu il primo teatro ad ordini di palchi sovrapposti, mentre fino ad allora (come al Teatro Olimpico di Vicenza) si era sempre seguita la tradizione romana delle gradinate decrescenti semicircolari. Si sperimentò per la prima volta anche la forma ovale, di maggior resa acustica. Il teatro era in struttura lignea e dotato di un ampio palcoscenico con un elegante arcoscenico; gli ordini di palchi erano tre, sorretti da una loggia aperta sulla platea dove le panche fisse formavano due settori delimitati da balaustre e destinati a tenere separato il pubblico maschile da quello femminile. Al centro della sala di forme mistilinee si affacciava il palco col trono del Cardinale protettore e dei suoi ospiti.
Il teatro nei decenni successivi fu interessato a varie trasformazioni: nel 1688 (progetto di Filippo Sengher), con la chiusura dello spazio colonnato, si ricavò un quarto ordine di palchi; dopo che nel 1718 gli Accademici Immobili avevano definitivamente riscattato la proprietà dell'immobile dall'Arte della Lana, fu ripresa un'intensa attività teatrale a pagamento e fra il 1753 e il 1755 si procedette a importanti lavori di ristrutturazione su disegno di Giulio Mannaioni (le strutture lignee della sala furono sostituite da strutture in muratura); nel 1789, sempre su progetto del Mannaioni e direzione lavori di Luca Ristorini, si aggiunse un quinto ordine di palchi; nel 1804, su progetto del Ristorini e sotto la direzione dell'architetto Giuseppe Salvetti, venne realizzata nel fabbricato posto sul lato est del teatro la sala da musica oggi denominata "il Saloncino"; nel 1855-1857 venne eseguito un nuovo piano di restauro e adattamento redatto dall'architetto Gaetano Baccani, che portò fra l'altro alla realizzazione dei nuovi ambienti dell'ingresso e del vestibolo al teatro, del caffè e del foyer.
Con questo intervento si può dire che il Teatro della Pergola raggiunse l'aspetto definitivo col quale sostanzialmente è giunto ai nostri giorni, eccezion fatta per il IV e V ordine di palchi che invece vennero demoliti nel 1912 per creare un loggione nuovo capace di portare la capienza del teatro a 1350 spettatori. Sempre in questa occasione vennero rinnovate le decorazioni del teatro: gli stucchi dorati, opera di Gino Papini, nella galleria di accesso al "Saloncino" e i bassorilievi e le nuove pitture dell'ingresso realizzati rispettivamente da Giovanni Giovannetti e Michele Garinei. Dopo essere stato dichiarato dal Ministero della Pubblica Istruzione "monumento di interesse nazionale" (1925), nell'ottobre del 1942 esso venne ceduto dall'Accademia degli Immobili al neo costituito Ente Teatrale Italiano per la cultura popolare, che ancora oggi ne è il proprietario.
Ebbe così inizio una nuova fase della vita del teatro che lo ha riportato a essere uno dei protagonisti delle iniziative teatrali fiorentine e nazionali. A questo ultimo periodo risalgono altri importanti lavori di ristrutturazione e adeguamento alle nuove esigenze e normative di legge sulla sicurezza.
Nel 1946, su progetto dell'architetto Nello Baroni e dell'ingegner Simonetti, il teatro è interessato a lavori di revisione generale, al rinnovo degli arredi e alla trasformazione del palco reale.
Nel 1967, su progetto dell'architetto Luigi Caliterna, il Teatro della Pergola, a seguito anche dei danni causati dall'alluvione del 1966, è stato sottoposto a un pesante intervento di tipo strutturale: opere generali di consolidamento comprendenti la sostituzione delle capriate lignee delle coperture della sala e del palcoscenico con capriate in acciaio, il consolidamento delle fondazioni e delle murature portanti; il rifacimento in cemento armato del loggione; il rifacimento totale della platea sia nella struttura portante che nel suo rivestimento e nelle poltrone; l'innalzamento dei piani di calpestio dei palchi e dei corridoi laterali; il rifacimento integrale dei solai e dei pavimenti dell'atrio di accesso, del foyer e del guardaroba; lo smantellamento e il rifacimento delle strutture portanti del palcoscenico.
Dopo la ripresa delle sue attività nel dicembre del 1967 la Pergola ha continuato la sua intensa e qualificata attività teatrale fino ai nostri giorni, quando si sono resi necessari nuovi lavori di adeguamento che nel 1988 sono stati inseriti nel piano triennale della Regione Toscana con finanziamenti FIO. Sotto la direzione dell'architetto Enrico Nespiga per la parte architettonica e dell'ingegner Giancarlo Troise per la parte impiantistica sono stati infine realizzati il rifacimento della gradinata e delle poltroncine del loggione, l'adeguamento dell'impianto termico e di quello elettrico.
Oggi, con il recupero all'attività teatrale sia del Saloncino che di altre sale poste sotto il piano della platea, il teatro ha ampliato le sue potenzialità. Grazie alle sue caratteristiche funzionali oltre che per quelle formali ed estetiche, il teatro della Pergola conferma anche oggi un ruolo di primo piano nel panorama degli spazi teatrali non solo fiorentini, ma anche toscani e italiani.
Descrizione
All'interno gli ordini di palchi sono sorretti da colonne, con al centro il grande palco granducale, numerose sono le dorature, gli stucchi e gli intagli che con i velluti rosati danno all'insieme una notevole eleganza. E presente anche una sala più piccola, il ridotto.
Il pavimento curiosamente godeva di un sistema di leve e macchinari per sollevarsi fino al livello del palcoscenico e creare un unico grande salone da ballo. Antichi sono anche i camerini e le sale di prova, e sul retro si conservano ancora i resti di una strada settecentesca con gli androni di alcuni piccoli negozietti che servivano gli attori e i musicisti di scena.
Nel seminterrato esiste un piccolo museo con numerosi cimeli. È attualmente gestito dall'Ente Teatrale Italiano.
Rappresentazioni
In questo teatro nacque il genere del cosiddetto melodramma, dal quale si sviluppò la vera e propria opera lirica. Nel Settecento era uno dei migliori teatri italiani ed il granduca Pietro Leopoldo lo frequentava assiduamente. Numerose furono le prime importanti, dalle musiche di Luigi Cherubini o di Christoph Willibald Gluck, oppure, nell'Ottocento, il Macbeth di Giuseppe Verdi, nel Novecento l'Orfeo ed Euridice di Joseph Haydn.
Curiosità
- Nel 1834 Antonio Meucci installò nel teatro il primo telefono della storia, per comunicare tra i vari ambienti del teatro[1].
Note
Voci correlate
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