Giulio Douhet

generale e teorico della forza aerea italiano
«Giulio Douhet è forse unico nella storia del pensiero militare italiano, così avaro di talenti e di personalità di spicco. Il suo torto maggiore fu di nascere nel paese sbagliato»

Giulio Douhet (Caserta, 30 maggio 1869Roma, 15 febbraio 1930) è stato un generale italiano, teorico della guerra aerea, contemporaneo degli altri sostenitori del bombardamento strategico Billy Mitchell e Sir Hugh Trenchard. Nel 1921 pubblicò il trattato Il dominio dell'aria che ebbe una grande influenza sui contemporanei.

Giulio Douhet

Biografia

Giulio Douhet, (Giulio Felice Giovanni Battista all'anagrafe[2]) nasce da una famiglia di origini savoiarde. Il padre, ufficiale farmacista del Regio Esercito, fu costretto a trasferirsi in Italia a Caserta dopo la cessione del 1860 di Nizza e Savoia.

A vent’anni frequenta l’Accademia Militare di Modena da cui esce col grado di sottotenente dei bersaglieri. Si iscrive anche al Politecnico di Torino laureandosi in ingegneria.

La sua carriera militare fu travagliata. Nel 1911 durante la guerra italo-turca per il controllo della Libia gli venne assegnato il compito di scrivere un rapporto sull'uso dell'aviazione da guerra. In esso teorizzò che l'unico uso efficace era il bombardamento da alta quota. In effetti, il primo impiego bellico di aeroplani della storia fu condotto dagli Italiani nel corso di quel conflitto e il primo bombardamento fu messo in pratica il 1° novembre 1911 dalla sezione aviazione del Battaglione specialisti del Genio che bombardò le posizioni turche di Ain Zara.[3]Il 27 giugno del 1912 la legge numero 698 istituiva il Servizio Aeronautico, presso la Direzione Generale Genio ed Artiglieria e creava il Battaglione Aviatori con reparti di aeroplani e scuole di volo a Torino. Douhet, promosso maggiore, divenne il comandante del battaglione dal 13 novembre 1913 e lo organizzò in squadriglie perfettamente autonome dal punto di vista organizzativo e logistico, dotandole di aviorimesse smontabili, automezzi e carri officina.

Lo stesso anno promosse una iniziativa per la raccolta di tutti i cimeli aeronautici militari italiani che si erano ormai accumulati dal 1884, epoca dei primi aerostieri del Genio. L'iniziativa portò alla realizzazone del primo museo aeronautico in Italia, costituito acquisendo la sede del Museo storico del Genio a Roma presso Castel Sant'Angelo. È lo stesso museo che dopo molto spostamenti e vicissitudini adesso è ospitato presso Vigna di Valle.[4]

Scrisse il libro Regole per l'uso degli aeroplani in guerra, uno dei primi manuali di dottrina sulla materia, ma le sue teorie vennero viste come troppo radicali. Dopo un episodio in cui venne accusato di aver ordinato alla Caproni senza autorizzazione la costruzione di grossi bombardieri trimotori basati sul prototipo Ca.31, già precedentemente bocciato da un superiore,[3] venne allontanato dall'aviazione e destinato alla fanteria, con incarico ad Edolo alla stato maggiore della 5ª Divisione, in quel momento in retroguardia sul fronte dell'Adamello.

Allo scoppio della prima guerra mondiale, Douhet iniziò ad invocare un massiccio investimento nella costruzione di aerei da bombardamento, per ottenere il controllo dell'aria e privare il nemico delle difese. Propose la costruzione di cinquecento bombardieri in grado di lanciare 125 tonnellate di bombe al giorno. Scrisse ai superiori e ai vertici politici per promuovere le proprie idee e criticare l'incompetenza in materia degli alti comandi. L'atteggiamento critico riguardo alla conduzione della guerra da parte del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, il generale Cadorna, gli procurò l'ostilità delle alte gerarchie. Una lettera diretta a Leonida Bissolati, molto critica nel contenuto verso lo Stato Maggiore, venne intercettata e ne conseguì un processo militare per diffusione di notizie riservate. Douhet venne conseguentemente condannato a un anno di carcere militare che espiò nel forte di Fenestrelle.[1]

Dopo la battaglia di Caporetto che screditò il suo avversario Cadorna, scontato il periodo di pena (che trascorse in cella a scrivere sull'argomento che ormai lo ossessionava), tornò in servizio. Douhet venne proposto da Armando Diaz per un incarico al commissariato generale per l’aeronautica del Ministero delle armi e munizioni, ma lasciò di nuovo polemicamente il servizio quando entrò in conflitto con Ferdinando Maria Perrone dell'Ansaldo su questioni relative alle commesse.[5]Riuscì poi ad ottenere una revisione del processo che portò all'annullamento della condanna subita e la promozione a generale mentre nel frattempo continuava a scrivere.

In precedenza, nel 1920, mentre era un colonnello in congedo, fondò la Unione nazionale ufficiali e soldati e, sulla scorta di analoghe iniziative già attuate in Francia ed in altri Paesi coinvolti nella "Grande Guerra", propose di erigere monumenti ai caduti della "Grande Guerra" in ogni città d'Italia e - primo in Italia[6] - di onorare i caduti italiani le cui salme non furono identificate con la creazione di un monumento al milite ignoto a Roma, presso il monumento a Vittorio Emanuele II.[5][7]

Nel 1921 pubblicò Il dominio dell'aria, il suo libro più noto, che ebbe molta fortuna all'estero[8]. Tale saggio fu oggetto di attento studio, particolarmente da parte dei fautori della nascente specialità dell'aeronautica militare come Billy Mitchell negli Stati Uniti[9]. Le forze armate britanniche invece non prestarono apparentemente attenzione al libro e gli autori inglesi ritengono sia stato Hugh Trenchard, il padre della Royal Air Force il primo teorico del bombardamento strategico, poi di fatto attuato durante la seconda guerra mondiale, sotto le direttive di Sir Arthur Travers Harris.[10][11] Lo stesso anno, grazie anche alle sue amicizie all'interno del neonato Partito nazionale fascista, Douhet venne richiamato in servizio e nominato maggior generale ricevendo l'incarico di Capo dell'Aviazione,[12] ma presto abbandonò il lavoro troppo burocratico per dedicarsi interamente allo studio. Douhet , scrittore e polemista brillante, scrisse anche due brevi opere che oggigiorno verrebbero classificate come fantapolitica : " La vittoria alata" e " La guerra del 19 " Nella prima si immagina un finale alternativo della prima guerra mondiale : gli Imperi Centrali sono costretti alla capitolazione non da una sconfitta sui fronti terrestri bensì da un offensiva aerea strategica . Nel secondo , collocato temporalmente negli anni trenta del xx secolo, si immagina una guerra tra Francia e Belgio da un lato e la Germania ( riarmatasi ). Vince la Germania che ha giocato il tutto su di una forte aviazione strategica e sugli attacchi ai centri urbani del nemico . Corerentemente con se stesso Douhet anche nelle opere di fiction riteneva necessaria e sufficiente per il conseguimento della vittoria una forte aviazione strategica ( Fonte : Ferruccio Botti/ Virgilio Ilari " Il pensiero militare italiano dal primo al secondo dopoguerra , Roma, USSME,1985 , Ferruccio Botti / Mario Cermelli " La teoria della guerra aerea in Italia dalle origini alla seconda guerra mondiale ( 1884-1938)" Roma, USSMA, 1989 )


Template:Link img Morì nel 1930 colpito da un infarto, mentre coltivava rose nel suo giardino. È sepolto, insieme alla moglie, Teresa (Gina) Casalis che gli sopravvisse e morì nel 1960. La tomba dove riposano assieme è a Roma al Cimitero del Verano. La vedova vi fece scolpire la seguente iscrizione:[2]

«Anima e cuore di soldato italiano spirito colto geniale e lungimirante fin dai primi tentativi dell’aviazione intravide l’ineluttabile avvento delle armate del cielo e per la patria una ne invocò strenuamente con gli scritti e con la parola sprezzando ogni personale interesse. Di ogni ideale umano e patriottico profondamente pervaso primo in Italia e fuori il culto del milite ignoto propose. Doveva triste destino del genio chiudere la vita perché le sue idee fossero attuate e fosse proclamato maestro MCMXXX – La vedova orgogliosa»

Nel 2008 un articolo sulla rivista della Associazione Arma Aeronautica denuncia lo stato di degrado della tomba. L'articolo porta al lancio di iniziative per il restauro.[13]

A Giulio Douhet sono intitolate vie e piazze a Roma, Firenze e Caserta. L'Aeronautica Militare gli ha intitolato la Scuola Militare Aeronautica Giulio Douhet di Firenze.

La dottrina sul dominio dell'aria

Obiettivo dei bombardamenti incendiari, chimici e batteriologici dovevano essere, secondo Douhet, non tanto le forze armate avversarie, ma soprattutto le popolazioni civili e le città densamente popolate.
In altre parole: bombardamento strategico e non bombardamento tattico, trascurando altresì le possibilità della guerra aeronavale. Corollario di siffatta teoria doveva essere la costituzione di un'Arma Aerea indipendente a fianco dell'Esercito e della Marina. Incidentalmente si osserva che Douhet era scettico sulle possibilità di difesa antiaerea, sia a mezzo caccia sia tramite artiglieria e, conseguentemente, non riteneva si dovesse investire negli aeroplani da caccia.[14][15][9]

A questo proposito i concetti fondamentali della dottrina di Douhet sono facilmente desumibili da alcune citazioni dirette del suo trattato:

«Basta immaginare ciò che accadrebbe, fra la popolazione civile dei centri abitati, quando si diffondesse la notizia che i centri presi di mira dal nemico vengono completamente distrutti, senza lasciare scampo ad alcuno. I bersagli delle offese aeree saranno quindi, in genere, superfici di determinate estensioni sulle quali esistano fabbricati normali, abitazioni, stabilimenti ecc. ed una determinata popolazione. Per distruggere tali bersagli occorre impiegare i tre tipi di bombe: esplodenti, incendiarie e velenose, proporzionandole convenientemente. Le esplosive servono per produrre le prime rovine, le incendiarie per determinare i focolari di incendio, le velenose per impedire che gli incendi vengano domati dall'opera di alcuno. L'azione venefica deve essere tale da permanere per lungo tempo, per giornate intere, e ciò può ottenersi sia mediante la qualità dei materiali impiegati, sia impiegando proiettili con spolette variamente ritardate.»
«Immaginiamoci una grande città che, in pochi minuti, veda la sua parte centrale, per un raggio di 250 metri all'incirca, colpita da una massa di proiettili del peso complessivo di una ventina di tonnellate: qualche esplosione, qualche principio d'incendio, gas venefici che uccidono ed impediscono di avvicinarsi alla zona colpita: poi gli incendi che si sviluppano, il veleno che permane; passano le ore, passa la notte, sempre più divampano gli incendi, mentre il veleno filtra ed allarga la sua azione. La vita della città è sospesa; se attraverso ad essa passa qualche grossa arteria stradale, il passaggio è sospeso.»
«Ed, in ordine al conseguimento della vittoria, avrà certamente più influenza un bombardamento aereo che costringa a sgombrare qualche città di svariate centinaia di migliaia di abitanti che non una battaglia del tipo delle numerosissime che si combattono durante la grande guerra senza risultati di apprezzabile valore.»

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Le teorie di Douhet furono (e tuttora sono) oggetto di studio e controversia da parte degli storici militari e degli studiosi di strategia dagli anni venti del ventesimo secolo fino ad oggi.[16][1][17][18]Gli studiosi hanno analizzato le principali campagne militari dalla seconda guerra mondiale fino ai recenti avvenimenti dei Balcani, dell'Afghanistan e dell'Iraq. Tutti riconoscono l'imprescindibilità del potere aereo, non tutti concordano che una campagna militare possa essere decisa solamente dall'aviazione.

Le teorie di Douhet vennero subito criticate in Italia, tanto da portarlo allo scontro con l'establishment militare (anche se forse l'ostilità era più diretta all'uomo - e ai gruppi di interesse che lo sostenevano - che non alle teorie che egli promuoveva).[10] Oggi può sembrare che la storia gli abbia dato ragione, infatti nella seconda guerra mondiale la guerra aerea si è svolta nel modo che lui preconizzava (si veda ad esempio l'effetto strategico del bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki).[10] Tuttavia ad una analisi attenta si scopre che forse i suoi detrattori non avevano torto.[15] I bombardamenti aerei a tappeto e la distruzione di quasi tutte le città non sono bastati a piegare la Germania e solo lo spettro di una totale distruzione nucleare ha portato il Giappone alla resa.

Né le guerre successive al 1945 hanno confermato incontrovertibilmente le teorie del Douhet. [15]Infatti la netta superiorità aerea delle forze delle Nazioni Unite non impedì che la guerra di Corea si trascinasse per oltre tre anni con ingenti costi umani e materiali. Né il bombardamento strategico assicurò la vittoria agli U.S.A. nella guerra del Vietnam. Per contro in altre campagne (guerra dei Sei Giorni, guerra delle Falkland) si è rivelata decisiva l'azione dell'aviazione tattica ovvero della componente aeronavale.[19]

Quindi le visioni apocalittiche di Douhet si sono dimostrate nello stesso tempo corrette e fuorvianti.[10] Corrette nel profetizzare una nuova forma di guerra di cui l'umanità avrebbe volentieri fatto a meno, fuorvianti nel suggerire che l'uso del bombardamento aereo indiscriminato sarebbe stato il metodo decisivo per vincere le guerre del futuro.[15] Resta aperto il problema etico di una condotta di guerra che mira esplicitamente alla uccisione di civili inermi, vecchi, donne e bambini per colpire il potenziale economico del nemico ed influire sul morale delle sue truppe.[20]

Note

  1. ^ a b c Gianni Rocca, I Disperati - La tragedia dell'Aeronautica Italiana nella seconda guerra mondiale, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1991, ISBN 88-04-44940-3.
  2. ^ a b Maurizio Piva, la tomba dimenticata di Giulio Douhet, in Aeronautica, Associazione Arma Aeronautica, Data pubblicazione marzo 2008. URL consultato il 10-11-2008.
  3. ^ a b (EN) A. D. Harvey, Bombing and the Air War on the Italian Front, 1915-1918, in Air Power History, CBS Interactive Inc., 2000. URL consultato il 07-11-2008.
  4. ^ Aeronautica: Museo Storico accesso=09-11-2008, su arte.go.it, http://www.arte.go.it.
  5. ^ a b Università degli studi di Firenze, Il soldato ignoto, il Piave ed altre canzoni (PPT), in Corso di Storia Militare, Data pubblicazione 20-05-2008. URL consultato il 03-11-2008.
  6. ^ Umberto Maiorca "Il soldato senza nome che unì l’Italia" in Storiadelmondo n. 11, 30 giugno 2003
  7. ^ Pietro Trivelli, [idrassegna=715 Una sola memoria per vincitori e vinti], su sissco.it, Il Messaggero, Data pubblicazione 05-11-2002. URL consultato il 02-11-2008.
  8. ^ Cfr. R. De Felice, Mussolini, vol. IV, Einaudi, Torino 1965, p. 39.
  9. ^ a b (EN) Alfred F. Hurley, Billy Mitchell crusader for Air Power, Bloomington, IN, Indiana University press, p.76, ISBN 9780253201805.
  10. ^ a b c d (EN) Giulio Douhet, su everything2.com, Data pubblicazione 02-06-2005. URL consultato il 30-10-2008.
  11. ^ (EN) Brett Holman, The Douhet dilemma, in Airminded - Airpower and British society, 1908-1941, airminded.org, Data pubblicazione 07-04-2007. URL consultato il 30-10-2008. che cita Malcolm Smith, A matter of faith’: British strategic air doctrine before 1939, in Journal of Contemporary History, 15 (1980), pp. 423-42.
  12. ^ Il generale Douhet e il generale Mitchell, in Le schede, Portale dell'Aeronautica Militare. URL consultato il 02-11-2008.
  13. ^ Antonio Daniele, Lettere al direttore (PDF), su istitutonastroazzurro.org, Istituto del Nastro Azzurro, Data pubblicazione set-ott 2008, 5. URL consultato l'11-11-2008.
  14. ^ Ferruccio Botti, Mario Cermelli, La teoria della guerra aerea in Italia dalle origini alla seconda guerra mondiale (1884-1939), Roma, USSMA, 1989.
  15. ^ a b c d (EN) Colonel John F. Shiner, Reflections on Douhet the classic approach, in Air University Review, Office of Air Force History, Data pubblicazione gen-feb 1986. URL consultato il 30-10-2008.
  16. ^ (FR) Patrick Facon, Le bombardement stratégique, Monaco-Paris, Éditions du Rocher, coll. L'Art de la Guerre, 1995.
  17. ^ Georg W. Feuchter, La guerra aerea, Firenze, Sansoni, 1968.
  18. ^ Raffaele Giacomelli, Il Terrorismo Aereo Nella Teoria e Nella Realtà (Supplemento Storico al Volume XXV De L'Aerotecnica), Roma, Ass.Ital.d'Aerotecnica, 1945.
  19. ^ Sven Lindqvist, (trad. Giorgetti Cima C.), Sei morto! Il secolo delle bombe, Milano, Ponte alle Grazie, 2005, ISBN 8879287613.
  20. ^ (EN) James Turner Johnson, Bombing, Ethics of, su encyclopedia.com, Highbeam encyclopedia, on-2000. URL consultato il 30-10-2008.

Bibliografia

  • Giorgio Bonacina, Obiettivo: Italia - I bombardamenti aerei delle città italiane dal 1840 al 1845, Milano, Mursia, 1970, ISBN 88-425-3517-6.
  • Ferruccio Botti, Virgilio Ilari, Il pensiero militare italiano dal primo al secondo dopoguerra 1919-1949, Roma, USSME, 1985.
  • Ferruccio Botti, Mario Cermelli, La teoria della guerra aerea in Italia dalle origini alla seconda guerra mondiale (1884-1939), USSMA, 1989.
  • Basil Collier, Storia della guerra aerea, Milano, Mondadori, 1973.
  • George W. F. Hallgarten, (trad. Sergi P.), Storia della corsa agli armamenti, Roma, Editori Riuniti, 1972, ISBN 8835904153.
  • Amedeo Mecozzi, Guerra agli inermi ed aviazione d'assalto, Roma, Libreria dell'orologio, 1965.
  • (EN) Peter Paret, Gordon A. Craig, Felix Gilbert, Makers of Modern Strategy: From Machiavelli to the Nuclear Age, Princeton, New Jersey,USA, Princeton University Press, 1986, ISBN 9780691027647.
  • AA.VV., (a cura di Peter Paret), Guerra e strategia nell'età contemporanea, Genova, Marietti, 2007, ISBN 9788821194054.

Onorificenze

Voci correlate