Influenza e fortuna del pensiero di Nietzsche
L'influenza e fortuna del pensiero di Nietzsche è stata eterogenea e si può con una certa approssimazione suddividere in vari periodi. Esponenti tanto della sinistra quanto della destra tentarono ben presto di trarre a proprio vantaggio il lavoro del filosofo tedesco. Nel 1937, Georges Bataille si pronunciò contro ogni sorta di consimile strumentalizzazione, posto che il pensiero di Friedrich Nietzsche era intrinsecamente inconciliabile con ogni misera semplificazione, ed a fortiori mal si prestava al sostegno di una qualche ideologia fautrice della supremazia di un principio a scapito di ogni altro.[1] [2]

«Amici, non ci sono amici!» gridò il saggio morente.
«Nemici, non ci sono nemici!» grido io, il pazzo vivente.
(Umano, troppo umano, aforisma 376, explicit)
La fortuna del pensiero di Nietzsche si è rivelata un affare complesso e piuttosto confuso. Molti tedeschi scoprirono ad un certo momento i suoi appelli per un individualismo più grandioso e per lo sviluppo della personalità espressi in Così parlò Zarathustra, ma reagirono in modi opposti. Ebbe un certo seguito tra i tedeschi di sinistra negli anni 1890; nel 1894-1895, i loro connazionali conservatori volevano mettere al bando la sua opera come sovversiva. Verso la fine del XIX secolo le idee di Nietzsche erano comunemente associate ai movimenti anarchici e sembrano effettivamente averli influenzati, specie in Francia e negli Stati Uniti.[3]
Al tempo della Prima guerra mondiale, viceversa, si era fatta la fama di fonte del militarismo di destra tedesco. L'Affare Dreyfus offre un altro esempio della sua fortuna: gli antisemiti francesi di destra etichettarono gli intellettuali di sinistra ed ebrei che difendevano Alfred Dreyfus con il titolo di "nietzscheani".[senza fonte]
Forse la più grande eredità politica di Nietzsche si ritrova nei suoi interpreti del XX secolo: nomi del calibro di Martin Heidegger, Pierre Klossowski, Georges Bataille, Michel Foucault, Gilles Deleuze (e Félix Guattari), e Jacques Derrida. Gli ultimi scritti di Foucault, ad esempio, adottano il metodo genealogico di Nietzsche per sviluppare teorie anti-fondazioniste [4] sul potere che divide e frammenta invece che unire le società politiche (concetto caro alla tradizione della teoria politica liberale). Deleuze, senza dubbio il più insigne fra gli interpreti di Nietzsche, usava la tanto deprecata tesi della volontà di potenza in tandem con le nozioni marxiane di esubero di materie prime e con le idee freudiane del desiderio di articolare concetti come la "metafora del rizoma" [5] ed altri "sconfinamenti" dal potere statuale com'è tradizionalmente concepito.
Nietzsche e l'anarchismo
Durante il XIX secolo, Nietzsche era frequentemente associato ai movimenti anarchici, con buona pace del fatto che nei suoi scritti egli paia mantenere un giudizio sfavorevole sugli anarchici. [6] Forse potrebbe essere il riflesso di una associazione — comune nel periodo esaminato — tra le sue idee e quelle di Max Stirner, autore di un'opera che si sarebbe dimostrata influente negli ambienti dell'anarco-individualismo. I due pensatori erano sovente equiparati dagli "anarchici letterari" francesi e le interpretazioni anarchiche delle idee di Nietzsche sembrano aver avuto rilievo anche negli Stati Uniti d'America. [7]
Nietzsche ed il fascismo
Hitler visitava spesso il museo di Weimar dedicato a Nietzsche, e si faceva ritrarre fotograficamente mentre ostentava la contemplazione del busto del filosofo.
Il nazismo ravvisava grandi affinità con:
- le idee di Nietzsche comprendenti attacchi alla democrazia, al cristianesimo, alle forme di governo parlamentariste;
- l'annuncio (contenuto in La volontà di potenza) dell'avvento di una razza dominante destinata a divenire il "signore della Terra";
- l'esaltazione della guerra, il credo della razza padrona e dell'Übermensch.
I nazisti mutuarono il punto di vista di Nietzsche sulle donne dicendo: "Il loro regno è la cucina ed il loro ruolo nella vita è generare figli ai guerrieri tedeschi", il che in effetti parafrasa il "vero" Nietzsche:
«L'uomo deve essere preparato per la guerra e la donna per la procreazione del guerriero, ogni altra cosa è follia.»[8]
Note
- ^ Georges Bataille, "Nietzsche and Fascists" in Acéphale, January 1937
- ^ Political Liberalism,di John Rawls, Pubblicato da Columbia University Press, 1993 ISBN 0231052480, 9780231052481, pag. 12 (It is no longer a society united in its basic moral beliefs but in its political conception of justice, and this justice is the focus of an overlapping consensus of reasonable comprehensive doctrines.)
- ^ O. Ewald, "German Philosophy in 1907", in The Philosophical Review, Vol. 17, No. 4, Jul., 1908, pp. 400-426; T. A. Riley, "Anti-Statism in German Literature, as Exemplified by the Work of John Henry Mackay", in PMLA, Vol. 62, No. 3, Sep., 1947, pp. 828-843; C. E. Forth, "Nietzsche, Decadence, and Regeneration in France, 1891-95", in Journal of the History of Ideas, Vol. 54, No. 1, Jan., 1993, pp. 97-117
- ^ Foundationalist Theories of Epistemic Justification (Stanford Encyclopedia of Philosophy)
- ^ Deleuze, Gilles and Félix Guattari. 1972. Anti-Œdipus. Trans. Robert Hurley, Mark Seem and Helen R. Lane. London and New York: Continuum, 2004. Vol. 1 of Capitalism and Schizophrenia. 2 vols. 1972-1980. Trans. of L'Anti-Oedipe. Paris: Les Editions de Minuit. ISBN 0826476953.
- ^ In Al di là del bene e del male (6.2:126) li apostrofa come "cani anarchici".
- ^ O. Ewald, "German Philosophy in 1907", in The Philosophical Review, Vol. 17, No. 4, Jul., 1908, pp. 400-426; T. A. Riley, "Anti-Statism in German Literature, as Exemplified by the Work of John Henry Mackay", in PMLA, Vol. 62, No. 3, Sep., 1947, pp. 828-843; C. E. Forth, "Nietzsche, Decadence, and Regeneration in France, 1891-95", in Journal of the History of Ideas, Vol. 54, No. 1, Jan., 1993, pp. 97-117; see also Robert C. Holub's Nietzsche: Socialist, Anarchist, Feminist, an essay available online at the University of California, Berkeley website.
- ^ William Lawrence Shirer The Rise and Fall of the Third Reich: A History of Nazi Germany, 1960 Pages 99-101.
Bibliografia
(EN)
- John Moore, I Am Not A Man, I Am Dynamite!: Friedrich Nietzsche and the Anarchist Tradition (Paperback), a cura di John Moore, Autonomedia, p. 160, ISBN 1-57027-121-6. URL consultato l'8 maggio 2007. Formato sconosciuto: Paperback (aiuto)
(DE)
- Steven Aschheim: Nietzsche und die Deutschen. Karriere eines Kults. Stuttgart 1996 (engl. Orig. 1992)
- Richard Krummel: Nietzsche und der deutsche Geist. Bibliographie, 4. Bde., Berlin 1998; 2006
- Georg Lukács: Von Nietzsche zu Hitler – oder: Der Irrationalismus in der deutschen Politik. Frankfurt 1966
- Manfred Riedel: Nietzsche in Weimar. Ein deutsches Drama. Leipzig 1997
- Bernhard Taureck: Nietzsche und der Faschismus. Ein Politikum. Leipzig 2000
- Ferdinand Tönnies: Der Nietzsche-Kultus (1897). Neu hg. v. G. Rudolph, Berlin/DDR 1990