«Gli uomini assomigliano più alla storia che ai loro padri»

Ernst Bloch (Ludwigshafen, 8 luglio 1885Tubinga, 4 agosto 1977) è stato uno scrittore e filosofo tedesco di ideologia marxista, nonché teologo dell'ateismo.

Vita e opere

Nato in una famiglia di origine ebraica del Palatinato, si laureò in filosofia nel 1908 con una tesi intitolata Disquisizioni critiche su Rickert e il problema dell'epistemologia moderna. Nel 1913 si sposò con la scultrice Else von Stritzky (che morì nel 1921). Ad Heidelberg conobbe Max Weber, mentre a Berlino frequentò Bertolt Brecht, Kurt Weill e Theodor W. Adorno, tra gli altri. Nel 1922 si sposò con la pittrice Linda Oppenheimer. Da questo matrimonio nacque sua figlia Mirijam nel 1928, anno in cui si dissolse il matrimonio.

Nel 1933, all'avvento del nazismo in Germania, emigrò prima in Svizzera, poi in Austria, in Cecoslovacchia e in Francia, finché non si stabilì negli Stati Uniti d'America, dove scrisse la sua opera principale, "Il principio speranza", un'opera non a caso permeata dallo spirito della filosofia americana, da Emerson a James. Nel 1948 Bloch accettò l'incarico di professore all'Università di Lipsia, nella Repubblica Democratica Tedesca, e qui volle portare il suo contributo di filosofo marxista al fine di creare una società socialista.

Tuttavia entrò presto in conflitto con il regime della RDT, che vedeva in lui un fautore del revisionismo rispetto all'ortodossia marxista e che cercò nel 1957 di isolarlo come un "tentatore della gioventù", costringendolo a lasciare la docenza. Nel 1961 fuggì, passando per Berlino Ovest, a Tubinga, dove ottenne una cattedra universitaria.

Ne Il principio speranza (pubblicato in tre volumi dal 1953 al 1959), Bloch sosteneva che speranza e utopia sono elementi essenziali dell'agire e del pensare umano. Egli intendeva così porre in luce il contenuto utopico del pensiero di Karl Marx, che viene ad assumere, nell'interpretazione di Bloch, una peculiare tensione messianica. Bloch tentò di stabilire un collegamento fra marxismo e cristianesimo, poiché in quest'ultimo riconosceva un significato utopico, come speranza di una redenzione, che il marxismo avrebbe trasformato in una prospettiva rivoluzionaria.

Al tempo stesso egli interpretava il materialismo storico marxiano alla luce di elementi filosofici a esso estranei, quali il naturalismo del pensiero rinascimentale e le filosofie della natura di Wolfgang Goethe e di Friedrich Schelling, per pervenire a una nozione di materia come "possibilità di tutte le figure che sono latenti nel suo grembo", e dunque come tensione e apertura al futuro e al possibile.

Contestò la linearità del concetto di progresso e insieme ridefinì il concetto di tempo:

«Rappresentare la storia universale come una successione di periodi è senza dubbio molto più facile che rappresentarla nella contemporaneità di luoghi e nella pluralità delle sue voci; questo concetto topografico esige, infatti, perlomeno quando si presenta come storico-universale, un multiversum, anche nel tempo». (da Sul progresso con il titolo originale Differenzierungen im Begriff Fortschritt, "differenziazione sul concetto di progresso").

Nel suo stile prevale un tono elevato e magniloquente, simile a quello di un profeta biblico, tuttavia punteggiato dal gusto del paradosso e da guizzi d'ironia. Tali registri stilistici rispecchiano la sua vicinanza giovanile e familiare tanto alle letture bibliche quanto all'espressionismo e alle avanguardie artistiche.

Altre opere importanti di Bloch sono: "Spirito dell'utopia" (1918); "Thomas Münzer come teologo della rivoluzione" (1921); "Tracce" (1930); "Soggetto-Oggetto, Delucidazioni su Hegel" (1949); "Avicenna e la sinistra aristotelica" (1952); "Ateismo nel cristianesimo" (1968); "Il problema del materialismo: storia e sostanza" (1972); "Experimentum Mundi" (1975).

Il pensiero

Da pacifista convinto, rifugiatosi allo scoppio la prima guerra mondiale in Svizzera, Bloch scrisse qui la sua prima importante opera Spirito dell'utopia (1918) dove espone il piano generale della sua ricerca filosofica. La guerra sta dimostrando nei fatti come la cultura europea ha fatto fallimento. bisogna quindi per costruire una vita nuova elaborare un nuovo concetto utopico

«intraprendendo la costruttiva via della fantasia, invocando ciò che non c'è ancora, cercando e costruendo nell'azzurro il vero, il reale, là dove il puro dato di fatto scompare - incipit vita nova»

L'utopia

Questo programma sarà ripreso cinquant'anni più tardi nell'opera Ateismo nel Cristianesimo (1968) dimostrazione questa della rilevanza centrale nel suo pensiero del concetto di utopia. L'utopia di cui tratta Bloch rimanda solo genericamente al significato che il termine assumeva negli autori rinascimentali poichè per lui l'utopia non vuole intendere un contenuto utopistico vale a dire impossibile perchè privo di una qualsiasi base reale, senza un'effettiva possibilità di realizzazione, ma un contenuto utopico, non chiaramente determinabile di per sè, ma possibile, indicante la strada da percorrere per raggiungere un obiettivo lontano ma conseguibile; se si parlasse in termini politici, l'utopia di Bloch potrebbe essere assimilata a un programma politico a lunghissima scadenza.

L'utopia ha una doppia valenza: è presente in noi, come la completa realizzazione di un uomo che non è mai ancora nato, l' homo absconditus, ed è esterna a noi come la patria, dove ancora non siamo mai stati ma che sentiamo come nostra, come fine del nostro cammino.

Giustamente il marxismo ha contestato il socialismo utopistico rilevandone il carattere ideologico e alla fine facente il gioco della reazione, opponendovi un socialismo scientifico concretamente indirizzato alla realizzazione dei bisogni dell'uomo, ma i socialisti commetterebbero un errore fatale se si privassero dell'elemento utopico lottando per necessari ma insufficienti obiettivi se esclusivamente economici.

Il socialismo deve fare proprie le più profonde e ampie aspirazioni dell'uomo nei campi dell'arte, della religione, della filosofia che sono quelle che lo rendono completo nella sua umanità e che gli consentono di vedere il futuro come nuovo e di sperare di realizzarlo storicamente.

Il concetto di materia

Abbastanza semplice sulla base del materialismo storico opporre qui a Bloch l'obiezione che queste manifestazioni "spirituali" della vita dell'uomo di cui egli rivendica l'importanza primaria non sono alla fine che semplici sovrastrutture della strutture economiche materiali, infingimenti che alterano l'essenzialità del reale.

Consapevole di questa obiezione Bloch nell'opera Storia e contenuto del concetto di materia [1] dà una ridefinizione del concetto marxiano di materia.

Rprendendo alcuni testi di Marx dove il concetto di materia non è inteso meccanicisticamente ma è visto come «impulso vitale, forza espansiva...tormento della materia» [2] Bloch risale al concetto aristotelico di materia come potenza rilevandovi due connotazioni:

  • quella per cui viene definita come il complesso delle concrete possibilità oggettive
  • quella per cui può essere identificata come l'insieme delle potenzialità che si agitano, vivono in embrione in tutto ciò che ancora non è nato, realizzato.

Il primo significato caratterizza la corrente fredda del marxismo che punta l'obiettivo delle sue conquiste badando solo a ciò che è realmente conseguibile sulla base dei condizionamenti economici: in questo modo il marxismo fissa realisticamente le speranze dell'uomo sui piedi della realtà, avviandosi alla realizzazione di un utopia concreta

Nel suo secondo significato la materia si riferisce a ogni tipo di aspirazione e di realizzazione dei più profondi e vitali interessi dell'uomo dando vita a quella corrente calda del marxismo come programma politico proiettato verso un futuro dove si realizzaeranno i bisogni più nobili dell'umanità.

Questo nuovo concetto di materia amplia il significato del marxismo oltre il limite politico come rivalutazione di ogni aspetto della vita spirituale come l'arte, la filosofia, la religione ecc.

Il principio speranza

Quest'opera scritta durante l'esilio negli Stati Uniti, pubblicata in tre volumi nel 1954-59, Bloch, mostra come la coscienza anticipante dell'uomo, la sua capacità di anticipare i progetti più alti mettendo in moto lo sviluppo storico, si manifesti anche nelle piccole forme storiche quali i sogni e le aspirazioni che caratterizzano la vita quotidiana, il mondo fantastico delle favole, i racconti dei films e degli spettacoli teatrali, le utopie sociali fino alle concezioni religiose, filosofiche.

In tutte queste forme della coscienza anticipante dell'uomo la speranza è l'elemento fondamentale, che non è qualcosa di puramente soggettivo ma elemento reale dello sviluppo concreto dell'essere. L'essere non è infatti ontologicamente definibile nella sua immediata staticità e cristallizzazione ma il vero, vitale essere è il non-essere-ancora. Dall'analisi della natura della coscienza anticipante dell'uomo emerge chiaramente il non-ancora come la sua verità più profonda

Note

  1. ^ L'opera, pubblicata solo nel 1972, fu redatta durante gli spostamenti di Bloch a Vienna, Parigi e Praga per sfuggire ai nazisti
  2. ^ Cfr. K. Marx, Sacra famiglia


In Italia il pensiero di Ernst Bloch ha particolarmente influenzato l'opera di Ernesto Balducci.

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