Oscar Wilde

poeta, aforista e scrittore irlandese (1854-1900)
«iesco a resistere a tutto, fuorché alle tentazioni.»
«olo gli emarginati lo piangeranno, perché solo degli emarginati è il lutto.»

Oscar Fingal O'Flaherty Wills Wilde (Dublino, 16 ottobre 1854Parigi, 30 novembre 1900) è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo irlandese.

Oscar Wilde nel 1889

Biografia

Origini e rapporto con i genitori

 
Oscar Wilde

Oscar era figlio di due personaggi di notevole prestigio sociale ma singolari nel carattere: il padre, Sir William Wilde era un celebre oftalmologo irlandese, egli dopo aver fondato un ospedale a Dublino (il St Mark) e pubblicato diverse opere ritenute per molto tempo importanti nel campo medico[1] potè annoverare fra i suoi illustri pazienti, il re Oscar I di Svezia, e al culmine della carriera era diventato oculista personale della regina Vittoria nel 1863. Scrisse libri sull'archeologia e di folklore[2]Egli sciupò tutto quello che aveva guadagnato con le proprie forse per la passione per le donne, fino a quando ciò gli procurò un’accusa di stupro ai danni di una ragazza diciannovenne, tale Mary Travers,[3] ciò avvenne nel 1862, l'epoca in cui Oscar aveva otto anni. Tale processo, che sembrava annunciare quello che in seguito subirà il figlio, si risolse in una condanna al risarcimento danni; la somma pattuita era di 2000 sterline.[4]

La madre, Jane Francesca Elgee, di origini italiane, nata il 27 dicembre 1821[5] poetessa d’ispirazione byroniana conosciuta come sotto il nome di “Speranza”, presa dal suo motto “Fidanza, speranza, costanza”.[6]possedeva un carattere ribelle che mise al servizio della causa dell’irredentismo irlandese. Aveva fondato un salotto letterario a Dublino ed in seguito uno a Londra[7] anche lei dovette subire un processo, ma la sentenza fu assai mite. Era un’abile conversatrice, dotata di una voce espressiva ed i suoi ricevimenti erano avvenimenti importanti nella società dublinese. Alla nascita di Oscar si racconta che lei non fosse affatto felice desiderando invece una figlia.[8]

Oscar Wilde aveva poco in comune col padre, ma molto con la madre, cui somigliava sia nell’aspetto, che nella voce e nelle eccentricità. Fin da bambino, ereditò dalla madre una passione quasi morbosa per la letteratura. Le sue abilità oratorie sembravano invece provenire dal medico.[9] Altro lato del carattere in comune era l’indifferenza alle cose che gli stavano intorno come nel caso del processo subito, dove il padre scrisse in seguito un libro sull’accaduto (il Lough Corrib) [10], confermato dal commento di Oscar in seguito dove si vantava di aver ereditato un nome così importante.[11]

Il precoce e lungo distacco dalla famiglia lo indurrà probabilmente a riversare tutti i suoi interessi e le emozioni sui compagni di corso. Verosimilmente da questo nascerebbe il suo rapporto ossesivo per la giovinezza che ricorre in tante sue opere e che lo condusse, nella vita, a circondarsi di giovani, tenendo all'abitudine di sua madre di nascondersi l'età, come durante il processo all’Old Bailey, affermando di avere trentanove anni mentre ne aveva quaranta. L’accusatore in quell'occasione si propese in un attacco a Wilde su questa contraddizione esibendo un certificato di nascita e sostenendo l’inattendibilità della sua deposizione.[12]

Durante i suoi compleanni Oscar era sovente scherzare e vestirsi di gramaglie, affermando di sentirsi in lutto, per la morte di un altro dei suoi anni.[13]

Da parte di madre discende da Charles Robert Maturin, famoso per aver scritto un romanzo dal titolo “Melmoth the Wanderer”, Oscar risulterà in seguito legato a tal parente arrivando ad adottare il nome di Sebastian Melmoth, appena libero dalla prigione.[14] Al momento della nascita di Wilde suo padre aveva 39 anni e sua madre 28, ma sua madre sperava di avere una figlia.[15]

Il nome

La coppia ebbe tre figli, il maggiore si chiamò William Robert Kingsbury Wills Wilde (nato il 26 settembre 1852) e alla minore venne dato il nome di Isola Francesca Emily Wilde (nata il 2 aprile 1857), mentre il nome completo di Oscar era Oscar Fingal O’Flahertie Wills Wilde. La madre era molto precisa e teneva molto ai dettagli, infatti il nome di Oscar (Costanza lo chiamava Oscár) era infatti un insieme di riferimenti:

  • Oscar e Fingal da leggende irlandesi
  • Kingsbury, per omaggiare la famiglia della madre
  • O’Flahertie derivava dalla vecchia parentela del padre, attraverso sua madre

Per via di questo nome Oscar cambiava firma e modo di farsi chiamare, come quando all'università scelse il nome di Wills Wilde.[16]

Più volte partecipò alla discussione in cui si difese di un accusa da parte degli inglesi dove affermavano che il cognome “Mac” era più importante di quelli di “O’”, egli si difese affermando che dimenticava gli “O Wilde”.[17]

Nel corso della sua vita usò anche altre firme:

  • O.FO.F.W.W., Durante le sue partecipazioni alla rivista Kottabos, (negli anni del College)
  • C.3.3., Firma inventata durante il tempo di prigionia[18]
  • Sant’Oscar di Oxford, elaborata poco prima della sua morte[19]

Si arrabbiava se qualcuno gli facesse notare che si chiamava in realtà solo Oscar Wilde,[20] o ancora peggio solo Oscar.[21] successivamente venne chiamato anche "Grey Crow" (corvo grigio).

Infanzia

 
Statua di Oscar Wilde Dublino Merrion Square (Archbishop Ryan Park)

Oscar nacque quando i genitori risiedevano al numero 21 di Westland Row, un luogo modesto, anche se loro volevano nascondere questa informazione pensando al cambio di residenza effettuato dopo poco: infatti si trasferirono nella ricca Merrion square e desideravano che si sapesse che il loro figlio era nato in un luogo importante.[22]

Battezzato il 26 aprile 1855 dove per l’avvento la madre chiese, anche se ricevette un rifiuto, al Sir William Hamilton di fargli da padrino, ma del suo battesimo, forse fonte di ispirazione della sua opera "l'importanza di chiamarci Ernesto", e dei suoi primi anni di incontro con la fede cattolica lo stesso Oscar ammetterà di non avere alcun ricordo.[23] Nei primi anni della sua vita le notizie certe giunte sino a noi non sono molte, era fuggito di casa una volta, una volta giocando con suo fratello si ruppe un braccio[24]E si divertiva a pescare.[25]

Fra le sue amicizie di gioventù si annovera quella di Edward Carson, conosciuto d’estate nelle spiagge di Dungarvan, diventato in seguito famoso per essere colui a cui si imputa la divisione del regno dell’Irlanda[26]

Un esempio del carattere di Wilde bambino lo ritroviamo quando lui e suo fratello si trovarono affidati ad una bambinaia: in sua assenza i loro vestiti presero fuoco, mentre Wilde applaudiva contento, il fratello maggiore gridò aiuto, subito la donna arrivò spegnendo il fuoco, al che Oscar pianse perché l’interessante spettacolo era finito.[27]

Studi

 
Iscrizioni che ricordano la casa dove ha soggiornato lo scrittore Oscar Wilde. Dublino tra il 1855 e il 1878

Oscar Wilde venne educato a casa fino a nove anni; successivamente studiò alla Portora Royal School a Enniskillen (contea di Fermanagh) dal 1864 al 1871 seguendo le orme di suo fratello maggiore.[28] Nel 1866 vinse un premio grazie al quale non dovette poi sostenere gli esami in quell’anno. L’anno seguente, nel 23 febbraio 1867 sua sorella Isola morì, all'età di 8 anni[29]in seguito ad un emorragia cerebrale, a lei Oscar dedicò una poesia, “Requiescat”. Si dimostrò un fratello dedito alla memoria della ragazza andando spesso a far visita alla tomba.[30]

Poi, fino al 1874, studiò al Trinity College di Dublino e vinse la Berkeley Gold Medal, il premio più alto della scuola per i suoi studi sul greco,[31]Oscar si vantò a lungo dell'esame sui "Frammenti dei poeti comici greci di Meineke" che sostenne[32]

Nel 1873 grazie ad un esame sostenuto Oscar Wilde ebbe una borsa di studio, questi i suoi voti:[33]

Esame Voto
Tucidide Orale 8
Tacito Orale 7 ½
Composizione in prosa greca 5
Traduzione dal greco 7[34]
Tragici greci 7
Commediografi latini 7
Traduzione in prosa latina 6
Demostene 5
Storia antica 7
Poesia greca 5
Composizione in versi greci I
Greco orale 6
Latino orale 5 ½
Traduzione da poeti latini 4
Composizione inglese 6[35]
Grammatica latina e greca 4

Di quegli anni è l'aneddoto secondo cui Wilde nei primi anni in cui prese la decisione di diventare poeta stesse leggendo una poesia e nell’udirla un ragazzo lo derise, Oscar si arrabbiò arrivando a sfidarlo e anche se tutti, visto i suoi trascorsi, non credevano nelle possibilità dello scrittore mostrò, con sorpresa generale, di possedere delle doti anche come pugile.[36]

Wilde lesse con particolare interesse l’annuncio del 17 marzo 1874 dove il college di Magdalen aveva bandito il concorso che assegnava due borse di studio, della durata di 5 anni con assegnazione di un compenso (95 sterline erogati ogni anno), l’esame lo sostenne con successo il 23 giugno dello stesso anno.

Qui alla fine non potè rinunciare ancora alle richieste sportive, provò dunque la barca, svogliatamente si mise ai remi per la "Eights Week", finì in seguito con il lamentarsi di un'altra squadra la "Varsity Eight".[37] Partecipò dunque a qualche piccola regata e saltuariamente si dilettava come pugile, anche se afferma che per l'atletica e le varie gare che si sostengono all’aperto riferì che fra tutte l'attività preferita era il domino.[38] Per le sue affermazioni arrivava spesso a litigare con chi invece amava praticare lo sport: si racconta in tal senso che una volta lo gettarono nella polvere su di una collina, qui rialzatosi subito commentò che la vista era incantevole da quel luogo.[39]In seguito si ruppe il braccio partecipando ad un gioco senza importanza.[40]

In quegli anni vi era un processo che destava interesse nei giovani e soprattutto in Oscar, egli affermava che avrebbe tanto voluto essere imputato in un processo, quasi a presagire il futuro.[40]

All'università

 
Oscar Wilde studente

Continuando gli studi si ritrovò al Magdalene College di Oxford. Gli anni di studio, grazie alla guida di due maestri come il professore e scrittore John Ruskin all'epoca 55enne e titolato con "Slade professor of Fine Art" e Walter Pater 35enne, docente nel Brasenose college, i cui testi hanno influenzato la vita di Oscar,[41] anche se anni più tardi sminuì il suo valore come scrittore,[42] arrivando forse a chiedersi in seguito alla sua morte se fosse mai stato vivo.[43] In seguito ricorderà, lucidamente, l'esperienza a Oxford, insieme a quella del carcere, come le esperienze che più caratterizzarono e sconvolsero la sua esistenza, infatti gli anni trascorsi all’università di Oxford vennero in seguito paragonati dallo stesso autore ad un fiore rispetto al resto della sua vita.[44]

Per quanto riguarda gli alloggi ne ebbe diversi, il primo al Magdalen numero 1,2 Pair Right in Chaplain’s[45] e poi Ground Floor Right in Cloitets alla fine ebbe dimora in Kitchen Stairs, i Pair Left. A scuola aveva una particolare predisposizione alla lettura veloce, per scommessa lesse 3 volumi e in seguito dovette anche spiegarne dettagliatamente la trama, e solitamente in pochissimo tempo capiva qualunque intreccio di qualunque romanzo.[46]

All’università riuscì, senza perdere il suo fervore ribelle, ad eccellere nello studio dei classici, lo attirava a sè il mondo greco in particolare. L'espressione ellenica per la bellezza pervase Oscar, grazie al quale scoprì la propria vocazione per l'estetismo che seguì a lungo. La sua opera preferita era l’Agamennone di Eschilo, Grazie ad una pubblicazione di un'edizione commentata ad opera di un'altro suo professore, (1868)[47] tanto che non mancherà anche in futuro occasione di citare parte dell’opera. In tale epoca iniziò a scrivere le su prime poesie. la sua bravura gli permise di continuare i voti degli anni passati mostrando ancora di non privilegiare i poeti latini, proprio come Mahaffy prima di lui.[48]

Grazie all'amicizia di Bodley Courtenay Oscar entrò nella Loggia di Apollo il 23 febbraio 1875[49] (la prima proposta da parte dell’amico fu venti giorni prima), il costume tipico di stampo massonico era composto da:

  • Pantaloni alla zuava
  • Marsina
  • Cravatta bianca
  • Calze di seta
  • Scarpe di vernice

Durante la cena accennò a quella che poi sarà la stesura della Salomè.[50]

L'abbigliamento di Oscar appariva in ogni caso sempre molto particolare, tanto che un giorno un cronista si interessò a lui chiedendogli della stranissima giacca che portava quel giorno, al che Wilde riferì che quella giacca, la quale sembrava cambiare colore a seconda della luce e il cui dorso ricordava per forma quello di un violoncello era stato eseguito successivamente ad un suo sogno. Appena sveglio Wilde ricordandosi quale vestito avesse sognato ne fece uno schizzo e lo portò da un sarto a cui chiese di crearla secondo tali indicazioni.[51]

Crogiolava nel vestirsi in quel modo e andava alla ricerca di complimenti; una volta in conversazione con Margaret Woods alludeva sottilmente al vestito che indossava in quell'occasione quando commentò di essere triste perché anche se amava la bellezza era condannato ad avere una schiena simile. La ragazza, scrittrice ammirata dallo stesso Wilde per “A village tregedy”, gli rispose con freddezza suggerendogli di arruolarsi: in quell’ambiente la schiena verrebbe raddrizzata.[52] Anche il suo alloggio appariva esagerato, pieno di cose inutili, di cui come egli stesso affermava poteva disfarsi di tutto tranne che di un vaso che contenesse almeno un giglio.[16]

I viaggi
 
Wilde ai tempi del viaggio in Grecia, con costume del luogo

Oscar decise di viaggiare per tutta l'Italia nell’estate del 1875 ,[53] in compagnia di William Goulding e dell’uomo di chiesa, il reverendo John Pentland Mahaffy, suo tutor in anni passati, famoso per il suo pensiero conservatore.[31] che non sempre sposerà le idee di Wilde.[54] Durante il viaggio ammirò i dipinti di Tiziano, fra cu l’Assunta e dopo un piccolo riposo a San Miniato (Firenze)[53] dove, il 15 giugno, gli venne l’ispirazione per un'altra poesia, che verrà ripresa e modificata più volte in seguito.[55]Continua a viaggiare e fa visita alle città di Bologna, Venezia, Padova e Verona, sarebbe dovuto andare anche a Roma, ma dato le sue spese eccessive dovette tornare all'università; in tale occasione scrisse “Rome Invisited”, opera che piacque molto a Hunter Blair.[56]

Nell’agosto dello stesso anno conobbe il suo primo amore: Florence Balcombe, in quell’epoca Wilde aveva 20 anni mentre la ragazza 17, anche se si parlava di una possibile infatuazione per una sua cugina, tale Eva.[57]Di questi tempi anche la sua attrazione verso gli uomini, scriveva lettere “stranamente dolci” ai suoi amici e come scrisse André Raffalovich nel suo libro: Wilde soleva affermare che mentre altri provavano il piacere nell’atto lui provava estasi nell’ascolto delle storie degli omosessuali.[58] Violet Troubridge, un amica di Oscar, le fece vedere un suo lavoro, un pastello che aveva intitolato “Giorni sprecati”, qui mostrava il doppio volto di un ragazzo attraverso il mutare dei giorni; Oscar allora prese da qui ispirazione per un sonetto, pubblicato inizialmente sul Kottabos nel 1877, per poi ripubblicarlo ma con una piccola modifica: il protagonista da uomo divenne una donna.[59]

Negli studi fece infuriare all’esame di teologia il sacerdote William Archibald Spooner già infastidito dal suo ritardo[60]

Il 1876 è l'anno in cui gli muore il padre,[28] e in quegli anni riuscì a pubblicare (1876-1879) sette liriche e 13 poesie. L'anno successivo, nelle vacanze primaverili Oscar partì di nuovo in compagnia dei suoi vecchi amici a cui si aggiunse George Macmillan. Insieme andarono Genova e Torino, mentre Mahaffy il cui obiettivo finale era quello di dissuadere il ragazzo dalle idee cattoliche, cercando di persuaderlo nel suo intento di recarsi a Roma, era sordo alle richieste di Mahaffy, ma lo convinse con uno stratagemma: si finse convinto del rifiuto di Oscar affermando che non voleva un simile compagno nel viaggio, questo tolse ogni dubbio a Wilde che accettò il vecchio invito.[61] Fecero sosta a Ravenna, che il caso volle in seguito essere sorteggiata come tema per il premio Newdigate: Oscar in quell’occasione decise di descrivere il suo ingresso nella città con cavallo e sole alto.[62]

 
Monumento alla memoria di Sir William Wilde e di sua moglie nel cimitero di Mount Jerome a Dublino.

In seguito al lungo viaggio in Grecia dove capitarono alcune disavventure conclusesi positivamente,[63]dopo essersi imbarcato per Napoli giunse infine a Roma, qui accolto da Hunter Blair, che continuava la sua lotta dell’anima di Wilde, portandolo dal Papa Pio IX, riuscì ad incontrarlo privatamente e appena lasciato le stanze papali, tutto felice, si mise subito al lavoro e nell’albergo scrisse un altro sonetto che inviò allo stesso Papa in copia.[64] Blair stesso approfittò della situazione e inviò un altra copia al direttore del “The Month”, il titolo in lingua italiana fu Graffiti d'Italia. Nella capitale conobbe una ragazza che frequentò: Julia Constance Fletcher che veniva da una tormentata storia d’amore.[65]La ragazza, scrittrice, dedicò a Wilde il personaggio chiamato “Claude Davenant” protagonista dei suoi libri, infatti molti atteggiamenti tipici di Wilde si riscontrano nel ragazzo,[66] mentre Oscar in seguito le dedicò “Ravenna”.

Per via della lunga vacanza arriva in ritardo al college venendo sospeso dagli studi, gli vietarono la residenza per il periodo del trimestre rimasto e privato di tutti i benefici e se avesse ritardato la partecipazione anche a quello successivo avrebbero ritirato probabilmente la Demyship.[67] Oscar rimase deluso e indignato a lungo per tale decisione, anche dopo anni dall'evento[68] cercò ogni possibile cavillo a cui appellarsi senza trovarlo. Wilde decise di scrivere una lettera il 4 maggio per ottenere uno sconto sulla pena pecuniaria imposta per la sospensione ciò porterà alla decisione finale del 15 ottobre 1877 di non infliggerli ulteriore condanna.

Wilde a quei tempi si sentiva povero, colpevolizzava tale stato dell'impossibilità di un suo matrimonio con Florence Balcombe come avrebbe voluto, anche se in realtà aveva sempre speso più di quello che guadagnava. Cercò quindi conforto e risorse economiche in sua madre, ma la donna facendogli i conti in tasca (aveva ricevuto in eredità dal padre alcune proprietà) rispose che era felice di sapere che suo figlio poteva vivere in tranquillità economica per anni.[69]

Tuttavia due volte dovette presenziare davanti al tribunale per pagare dei debiti: (16 e 30 novembre del 1877 ), due volte tanto vicine che Oscar stesso le confuse.[70]

Il 13 giugno 1877 morì Henry Wilson, suo fratellastro, Oscar si aspettava tanto dall’eredità ma rimase deluso, ebbe la somma di 100 sterline e la parte dell’abitazione di Illaunroe (i due erano comproprietari) ma solo a patto che per almeno 5 anni non diventasse cattolico.[71]

L'amicizia con Walter Pater

In quel periodo scrisse per il Dublin University Magazine dove ebbe alcuni piccoli screzi con il direttore, Keningale Cook, [72] e inviò una copia dell'articolo pubblicato a Pater a cui rispose volendolo conoscere. In seguito quando continuò lo scambio di missive con dei sonetti da lui scritti gli chiese se fosse possibile che si cimentasse nella prosa, compito ben più arduo a suo dire.[73] Durante i primi incontri fra i due il comportamento di Oscar fece preoccupare il suo amico Bodley, in quanto Hardinge, suo conoscente, riceveva lettere con firme equivoche da parte di Pater e anche in seguito continuò a sospettare una possibile relazione amorosa fra i due.[74]Gli atteggiamenti di Pater, che amava circondarsi di giovani ragazzi con aspetto femminei era noti al tempo.[75]

Di lui Oscar in seguito penserà che avesse paura della propaganda e che aveva vissuto troppo,[76]che parlava sempre a bassa voce tanto che più che ascoltarlo bisognava origliarlo [77] tutto ciò anche se lo chiamava nelle lettere a lui indirizzate come “grande maestro”.[78]

L'Estetismo e la fine dell'università

La figura dell’esteta fu riconosciuto più volte dall’Oxford and Cambridge Undergraduate’s Journals già dal 26 aprile del 1877, anche se il movimento in realtà era più antico, anche della parola “Estetica” che fu coniata in precedenza dal filosofo Baumgarten. Lo Stesso Wilde menzionò che già nei simposi di Platone era considerato Agatone esteta di quei tempi.[79] Fra i suoi autori preferiti che rappresentavano il movimento vi era Théophile Gautier, ma Wilde approvava anche coloro che mostravano avversità alla corrente esteta, bastava che le critiche fossero condotte con intelligenza[80] A quei tempi però la sua opera preferita era Aurora Leigh di Elizabeth Barrett Browning di cui parlava benissimo.[81]

 
Wilde nel 1882

In seguito si definì socialista, anche se intendeva con tale termine genericamente un odio verso ogni tirannia,[82] andando avanti con il tempo associava sempre di più il termine "socialismo" con quello dell’esteta, definendo godimento, bellezza il socialismo.[83]

Oscar anni dopo, giunto negli USA, giudicò l’estetismo come una scienza, che studiava il bello e che si poteva trovarlo in ogni cosa, stesso la ricerca del bello costituiva il fondamento dell'esteta.

Wilde all'inizio s’avvicinò alla religione cattolica, come potrebbe testimoniare i muri della sua casa all'epoca: oltre a possedere una madonna di gesso, erano state appese foto di Pio IX e del cardinale Manning,[84] In seguito, nell’aprile del 1878 Wilde si confessò con un reverendo molto abile con la parole di quel tempo, che alloggiava presso il Brompton Oratory di Londra, H. Sebastien Bowden, anche lui tentò di portarlo verso la fede cattolica, scrivendogli in seguito una lettera dove lo pregava di rispondergli venendolo a trovare, [85]un giovedì come concordato il reverendo ricevette poi una visita, non Wilde ma in vice sua arrivò un pacco contenente dei gigli, il suo rifiuto.[86] Alla fine affermò di non avere alcuna religione e di essere protestante irlandese.[87]

 
Wilde in tenuta da college

Ad Oxford, Wilde scandalizzò i professori con il suo atteggiamento irriverente nei confronti della religione, e venne deriso per il suo abbigliamento eccentrico. Attirarono l'attenzione in modo particolare la sua collezione di piume e i suoi pantaloni alla zuava di velluto.

Il 31 marzo 1878 Wilde riuscì a consegnare la sua opera "Ravenna". In quei giorni Wilde si ammalò probabilmente di sifilide, malattia forse contratta da una prostituta[88]Una poesia, forse la taedium vitae, fu utilizzata a scopi commerciali in quei tempi: infatti un libraio, approfittando della diceria, supponeva che quella poesia era indirizzata alla donna responsabile del contagio della sifilide.[89]

Nel giugno dello stesso anno Oscar si presentò per il "Final Schools", dove consegnò il compito mezz’ora prima dello scadere del tempo.[90]

La commissione l’11 giugno composta dall’oratore ufficiale, dal docente di poesia e altri tre membri della congregazione stabilì che il vincitore fu Oscar Wilde, prima di lui il premio fu affidato in tempi recenti al solo Sewell nel 1825. Nella lettera della madre dove affermava che il figlio avesse 22 anni, mentre risultava averne 23, si congratulava con lui.[91]Wilde doveva leggere la poesia, consuetudine era a tal duopo l'assegnazione dell'aiuto di un docente (in tal caso venne scelto J.C. Shairp, docente di poesia già membro della commissione) lui aveva il compito di fornire consigli e apporre migliorie alla poesia da citare, Oscar ascoltò tutti i suoi consigli con attenzione per poi non ascoltarne alcuno.[92] La lettura avvenne il 26 giugno e L’Oxford and Cambridge Undergraduate’s Journal per l’occasione rilasciò encomi per l'evento, commenti positivi che in seguito vennero ritirati.[93]Ottenne, in seguito, un doppio “I” ("primo") davanti agli esaminatori del Final Schools, in tal sede si parlò di Aristotele e del suo ipotetico pensiero su Walt Whitman, sbalordendo i professori.[74]

A Neuville fu ospite di una famiglia, dove amava raccontare ai figli, fra cui Helena che chiamava invece chiamare “signorina Nelly” e altri due più piccoli storie palesemente assurde che cercava di far apparire reali.[94]

Aveva ancora l’esame di teologia da superare e a novembre tornò ad Oxford per superarlo il 22 del mese, e ricevuto il diploma di Bachelor of Arts partì alla volta di Londra. Riuscì dunque a vincere l'Oxford Newdigate Prize per il poema Ravenna prestigioso riconoscimento studentesco già assegnato a letterati poi divenuti insigni tra cui gli stessi Ruskin e Matthew Arnold.

A seguito di tale successo vennero scritte a caratteri d’oro le sue iniziali nell’albo della scuola, ma in seguito quando ci fu il processo e la condanna si decise di cancellarle, solo molto tempo dopo vennero nuovamente inserite.[95]

Dopo gli studi

Alla ricerca di una borsa di studio

 
Statua di Oscar Wilde e Eduard Vilde in Tartu costruita nel 1999

L’esitazione che aveva nei confronti di Florence Balcombe portò la ragazza ad accettare la proposta di matrimonio di Bram Stoker, l’autore di Dracula. (il matrimonio avvenne il 4 dicembre 1878), Wilde non poteva offrirle molto e doveva aspettare com’era consuetudine all’epoca che fossero trascorsi due anni dall’insorgere della sifilide.Egli anche dopo anni continuava a corrispondere con una sua amica affermando che i suoi sentimenti non erano cambiati.[96]

Fece domanda al Trinity per ottenere una "fellowships" ma al momento del concorso, durante la prove scritta Oscar notò che le domande erano scritte in maniera discutibile, cosa che comunque non gli consentì di passare l'esame.[97] Wilde continuò la ricerca di una borsa di studio, non volendo seguire il consiglio della madre di cercare una ereditiera cosa che invece suo fratello cercò di fare invano[98] preferendo applicarsi per ad una a lui congeniale, quella sull’archeologia come scritto ad una lettera a A.H. Sayce, docente di Filologia comparata a Oxford.[99]

Grazie all’aiuto di Frank Benson riuscì a portare in scena come desiderava la rappresentazione teatrale dell’ Agamennone dell’Eschilo il 3 giugno 1880 e affermò che in seguito sarebbe stato di grande aiuto per la rappresentazione, elargendo consigli e istruzioni, anche se tale versione non trova riscontro nei commenti di Benson[100]

Il 4 settembre 1879 Wilde scrisse mantenendo l'anonimato per l'Athenaeum, qui effettuò recensioni di una partedell' Enciclopedia Britannica, nei pezzi scelti si notava la collaborazione di R.C. Jebb con cui Wilde non concordava su molti punti[101]

Oscar continuava intanto a stupire la gente con le sue stravaganze: una volta l’attrice Louise Jopling lo incontrò con serpente attorcigliato al collo[102] e sapeva rispondere a tono ad ogni offesa a lui rivolta, celebre quella volta quando si recò in teatro uno spettatore al vederlo si rivolse a lui in tono offensivo e Wilde rispose sereno <<É incredibile come sia semplice farsi conoscere a Londra>>[103] Si compiaceva di essere noto affermando quando fosse stato facile diventarlo[104]

La casa

 
Una delle prime case dove abitò Oscar Wilde(Dublino tra il 1855 e il 1878). In seguito cambierà molte volte residenza e città, finendo a Londra prima vicino al Tamigi[105], poi a Chelsea

Vendute le case di Bray e ricavandone 2.800 sterline e sperando nella fortuna avuta da Shakespeare[106] riuscì a trovare agli inizi del 1879 una casa a Londra insieme al suo amico Frank Miles al numero 13 di Salisbury Street. L’abitazione era trasandata, vecchia, buia, mentre agli occhi di Oscar sembrava romantica e non perse tempo dandole anche un nome: Casa del Tamigi onorando il fiume che si osservava affacciandosi.[105]

L’edificio era composto da tre piani, ad Oscar toccò il secondo e ai suoi libri il primo, non perse tempo e decorò la sua parte di gigli, porcellane cinesi e pannelli bianchi. Fra le altre cose si poteva ammirare statuette di Tanagra, tappeti greci, un dipinto di Edward poynter che ritraeva Lillie Langtry e mobili costosi.[107]In seguito si trasferì a Tite street a Chelsea, ma non finì ancora di cambiare residenza per via dei litigi con il suo coinquilino.

L'incontro con Lillie Langtry

 
Louise Jane Goode Romer Jopling Rowe ( 18431933) pittrice, assidua frequentatrice di Wilde e Langrty che invitava ai suoi ricevimenti[108]

La prima volta che Oscar vide Lillie Langrty fu in occasione di un ricevimento in onore di Lady Sebright, a detta di tutti i presenti la sua nobiltà e bellezza la fecero notare più di ogni altra ragazza presente[109][110]

Ogni personalità presente si interessò a lei, chi le chiese di posare per un quadro e chi per una statua, se negava tale piacere le cantavano una serenata e lo stesso fece Wilde pensando di averla infastidita e chiedendo in tal modo scusa.[111] molti la paragonarono a Elena di Troia,[112] o Cleopatra

Wilde appassionato tanto da quella ragazza da avere anche molte suo foto a casa, conobbe quella che definì come <<la più bella donna d’europa>>[113]dopo una sua partecipazione in un teatro. Alla Wilde ragazza apparve come un ragazzo dagli occhi grandi, con un viso semplice, con cui entrò subito in confidenza[114]

Wilde e il suo compagno di appartamento Miles volevano immortalarla come più potevano grazie alle loro abilità con la matita e con la penna,[115] e tradendo un suo famoso detto dove affermava che non bisognerebbe mai pronunciare il nome di una donna, alla pari del nome segreto di Roma[116] finì con il nominarlo così spesso da far credere a tutti che i due fossero amanti.[117]

Oscar le dava dei consigli su come vestire che lei non sempre seguiva[118] la ragazza coinvolse Wilde e Miles nella sua posizione economica non florida chiedendo anche consiglio su quale attività poter intraprendere, ma i consigli furono scartati.[119]

Nel 1880 ci fu l’incontro con l’attrice Helena Modjeska che si lamentava di questo Oscar Wilde che in realtà non aveva fatto nulla se non parlare, [120] secca la riposta di Wilde <<Parlare è di per sé, una sorta di azione spiritualizzata>>[121] Riuscì quindi ad incuriosirla, tanto che accettò l’invito e conobbe, come sperato da Wilde, da Langrtry e Louise Jopling, e in quell’occasione Wilde non mancò di offrire a tutte un giglio dell’Annunciazione.[122] La madame riscontrò in Wilde la capacità di farle da guida ma senza mai corteggiarla un perfetto accompagnatore.[123]

L'incontro con Sarah Bernhardt

 
Sarah Bernhardt (1844-1923) foto di Napoleon Sarony, l'attrice che Oscar Wilde ha sempre voluto che recitasse in un suo dramma[124]

Un altro incontro importante nella vita del ragazzo irlandese fu quello con l'attrice Sarah Bernhardt, che riuscì ad impressionare già al suo primo incontro. In quell’occasione gli fece compagnia l’attore Forbes-Robert Norman: lui gli offrì una semplice gardenia, Oscar un tappeto di fiori[125] Il ragazzo irlandese aveva quasi paura di lei, del suo rapporto con i soldi che buttava senza ritegno,[126] e di come appariva come una <<pallida fiamma>> in occasione del tè[82] Wilde desiderò di poterla avere come protagonista in uno dei suoi drammi, vedendola perfetta per interpretare il ruolo della regina Elisabetta[124]

L'incontro con James McNeill Whistler

(inglese)
«Oscar: "How I wish I had said that." Whistler: "You will, Oscar, you will."»
(italiano)
«Oscar: "Come vorrei averlo detto io".Whistler: "Lo dirai, Oscar, lo dirai"»

Il 5 maggio 1880 Wilde recensì una mostra di James McNeill Whistler, famoso pittore dell'epoca, e nell'occasione fu pieno di complimenti per la sua “ragazza d’oro[127]” Da li iniziò una conoscenza fra i due fatta di incontri e scontri, a proposito di questo loro rapporto scriverà poi Ellen Terry, che considerava entrambi gli uomini più illustri dell’epoca per la loro audacia e per altre capacità che neanche riusciva a descrivere degnamente.[128]

«Soltanto chi non ha immaginazione inventa[129]»

Oscar non perdeva occasione per migliorare le frasi di Whistler facendole proprie, William Schwenck Gilbert con l'aiuto delle abilità pittoriche di George du Maurier pubblicò su Punch diverse caricature di Oscar, giocando sul termine "Wilde-wild" (in inglese wild significa selvaggio) sui gigli e sulla sua capigliatura. Un giorno mentre Oscar chiacchierava con Maurier si avvicinò Whistler chiedendo chi dei due avesse inventato l’altro,[130] la risposta che avrebbe voluto dare Maurier, arrivò in seguito grazie a Wilde nel Trilby, dove scrisse che insieme avevano in realtà inventato lui. [131]

Celebre lo scambio di battute con Gilbert intercorso una sera al Haymarket Theatre

«Gilbert: <<Vorrei saper parlare come lei. Terrei la bocca chiusa e sosterrei che è una virtù.>>Oscar: <<Quale egoismo! Potrei negare a me stesso il piacere di parlare, mai negherei agli altri quello di ascoltare>>[132]»
 
James McNeill Whistler (10 luglio 183417 luglio 1903) Autoritratto del 1872, uno degli amici-nemici di Wilde

In seguito il loro dialogo divenne sempre più aspro, un duello all’ultima battuta, dove Whistler abituato a graffiare, ferire e anche uccidere riportava facile vittoria su Oscar che parlare per sedurre.

Fra i tanti dialoghi una volta commentavano un articolo uscito sul Punch dove venivano presi in giro pensando che i due parlassero di talune attrici al che Wilde gli scrisse che era ridicolo perché nei loro incontri i due parlavano solo di loro, ma Whistler ribattè affermando che non era vero: negli incontri si parlava solo di lui, infine la battuta finale di Wilde fu <<parlavamo di te ma io pensavo a me stesso>>.[133]

In un suo storico congresso, anche perché uno dei pochi nella sua vita, che prese poi il nome di Mr “Whistler’s Ten O’Clock”, [134] si divertì a prenderlo in giro in tutti modi, dalle sue proposte per l’abbigliamento al movimento dell’estetismo. Wilde ribattè definendolo, fra le altre cose un capobanda ungherese.[135] Dopo diverso tempo Wilde aiutò Whistler.

Prime opere e viaggi

Nella vita di Wilde mancava, dopo la carriera studentesca, un luogo dove sentirsi a suo agio. Era irlandese, ma per il fervore culturale la sua città non poteva essere che Londra o Parigi. Tanti paesi poi destavano la sua attenzione: C’era poi la Grecia, il paese dell’anima, l’Italia, il paese dell’arte, l’America, quello del progresso, l’Africa, quello della natura. C’erano, inoltre, un’infinità di luoghi popolati dal gran mondo aristocratico di cui si riteneva parte, in ragione della sua capacità di conversare o dell’eleganza dei suoi modi e dei suoi abiti. O, all’opposto, c’erano luoghi immorali, frequentati da ragazzi audaci e sfrontati, egli da entrambi era attratto. Divenne presto un esponente dell'Estetismo, il movimento inglese di fine '800 che sosteneva un'arte fine a se stessa.

Dopo aver passato un pò di tempo con la madre Wilde trovò nuova residenza al terzo piano di Charles Street che si trovava vicino a Grosvenor Square. Dalla metà degli anni '80 divenne collaboratore fisso per il Pall Mall Gazette e il Dramatic View.

Conquistò la società conformista del tempo vittoriano con le sue stravaganze, i suoi eccessi, i suoi scandali. Il 7 maggio del 1879 Willie e sua madre raggiunsero Oscar a Londra, finendo dopo vari cambi di residenza ad abitare al 146 di Oakley Street (Chelsea), qui Lady Wilde aprì un salotto londinese dove i suoi figli attraevano il pubblico, diventò famoso al punto di attirare l’attenzione del principe del Galles dove disse <<Non conosco il signor Wilde, e non conoscere il signor Wilde significa non essere conosciuti>>.[136]

 
scena tratta dal cartone di Keller da "the Wasp of San Francisco depicting Oscar Wilde" in occasione della sua visita nel 1882

Viaggiò insieme al suo amico Rennell Rodd nel 1879 in Belgio dove incontrando il poeta olandese Jacques Perk 1858 – 1881, lo definì poeta nel cuore in una delle sue poesie.[137]Due anni dopo sempre con lui visitò la Loira.

Nel 1881 in occasione della pubblicazione del volume intitolato Poems ("Poesie") comprese che era diventato un personaggio scomodo: all’Oxford Union, dove una copia dell'opera fu inviata dallo stesso Wilde sperando in una ammissione alla prestigiosa biblioteca venne recensita da Oliver Elton e Henry Newbolt dove parlavano di immoralità, inconsistenza e affermando che l’opera fosse colma di plagi di autori più importanti.[138] In seguito si espresse L’Oxford and Cambridge Undergraduate’s Journal affermando che non era ostilità all’opera ma all’autore.[139] Il concetto stesso di immoralità lo perseguitava, il padre di Frank Miles, suo coinquilino, non vedeva bene tale convivenza e ingiunse al figlio di percorrere una strada differente, ciò porto alla rottura dei rapporti con Wilde che abbandonò la casa[140]

Divenne presto popolare per la sua lingua sferzante, per i suoi modi stravaganti e per la versatile intelligenza. La notorietà dello scrittore irlandese si accrebbe per merito del giornale umoristico “Punch”, che pubblicò numerose caricature del rappresentante di questa nuova moda dell’ estetismo, a tal punto che, nel 1881, il librettista William Schwenck Gilbert e il musicista Arthur Seymour Sullivan composero un’operetta dal titolo Patience, in cui facevano la parodia degli esteti.

Oscar Wilde negli USA

Un impresario teatrale, Richard D’Oyly Carte, propose a Wilde un giro di conferenze negli Stati Uniti, con l’intenzione di mostrare da vicino al pubblico americano uno degli esteti che l’opera prendeva in giro.[141] Dispiaciuto di non poter assistere alla prima di Vera in quanto la rappresentazione venne posticipata a data di destinarsi per la spiacevole coincidenza di un attentato proprio nel regno della Russia, Wilde senza altri indugi si preparò per la partenza, con un nuovo vestito con colbacco e pelliccia, che fece infuriare Whistler. [142]

Partito il 24 dicembre 1881[143] e attraversato l'oceano, con la nave Arizona, attraccò a New York il 2 gennaio 1882. Egli non fece in tempo a sbarcare che subito i giornalisti gli porsero mille domande, trovando la risposta che cercavano in uno dei passeggeri: infatti Wilde durante il viaggio ammise di essere rimasto deluso dall’Atlantico, saputo questo, il giorno dopo tale notizia fece il giro del mondo.[144]

 
Walt Whitman 1887 in New York, da George C. Cox. Oscar ebbe un doppio II agli Final Schools, quando parlo di Aristotele e di Whitman. Negli USA avrà l'onore di incontrarlo.[74]

Iniziò dunque la sua tournée di conferenze, che durò fino al 27 dicembre 1882, in America fu considerato una curiosità, veniva studiato da testa a piedi da chi lo intervistava.[145]. Anche nel nuovo continente non mancarono personaggi ostili a cui Wilde contribuì nel fomentare le accuse rivoltegli, come quando rispose Edmund Gosse che dopo avergli chiesto, al primo incontro se l’avesse deluso lui affermò che i letterati non deludono, ma le loro opere si.[146] mentre il direttore di Atlantic City Thomas Bailey Aldrich evitò l’incontro con ogni mezzo.[147] Le sue conferenze divertirono gli americani, i quali si appassionarono alle arguzie ed alle bizzarrie del personaggio, ridevano alle sue battute, e, ancor più fragorosamente, della serietà con cui considerava la propria missione. Durante il periodo americano Wilde rilasciò interviste, proclamò il suo credo artistico ancora abbozzato,[148] e visitò alcune glorie americane tra cui Walt Whitman, che lo volle incontrare e per l’occasione gli inviò una lettera[149]felice di poter incontrare una persona che ammirava,parlò a lungo, anche in segreto[150] e che in seguito non nascose di essere stato baciato da lui.[151], il generale Ulysses Simpson Grant, Louisa Alcott, Henry Wadsworth Longfellow,a cui proferì solo complimenti anche se in seguito ritirò tutto affermando che può piacere solo a chi non conosce nulla di poesia.[152]con il rammarico della mancata visita a Ralph Waldo Emerson, scomparso proprio nel 1882.

Durante il tour americano decise di farsi scattare molte foto da Napoleon Sarony, per un totale di 27 foto. [153]

Trovò un rivale ostinato in Archibald Forbes, un altro personaggio ben voluto dallo stesso Carte che proprio in quel periodo costui, un giornalista proveniente dalla Scozia girava gli USA per fare conferenze a Baltimora. Osteggiò in tutti i modi Oscar, offendendolo nel suo modo di vestire, insinuando che prendesse dei soldi a serata.[154] Incontrando, in verità, poco dopo visi amici irlandesi che gli offrirono 2.000 sterline, ma rifiutò cordialmente il dono offertogli. [155]

Un'altro attacco dell'epoca questa volta Wilde lo ricevette dal suo vecchio amico Bodly, in un articolo apparso sul New York Times del 21 gennaio 1882, anche se l'articolo non fu firmato.[156]

 
Foto che ritrae Oscar Wilde a New York

Appena giunto a Washington Henry James non gli diede importanza, cosa che fece invece la figlia del giudice Edward G. Lo Ring trovandolo molto più divertente dello stesso James[157]Quando andò a trovarlo nell’albergo Wilde parlò della sua visione del mondo, della non importanza dei luoghi in cui si trovasse, come se la casa la portasse con se, cosa che offese non poco James che un attimo prima aveva detto che gli mancava Londra.[158] James si scriveva in continuazione con la moglie di Henry Adams che mal vedeva Wilde,[159] ma Wilde nella sua innocenza non sospettava affatto del suo rancore e nel corso del suo viaggio ringraziò più volte James come nell’occasione della conoscenza con Daisy Miller a Luoisville.[160]

Nella Music Hall di Boston la sera del 31 gennaio si presentarono, oltre a Julia Ward Howe, 60 ragazzi, tutti studenti di Harvard che per l’occasione si erano tinti alcune ciocche di capelli di bianco, ognuno di loro recava un girasole, Oscar allora si vestì in maniera del tutto normale. .[161]

Molto diversamente andò a Rochester, il 7 febbraio, dove gli studenti decisero di far confusione in ogni modo, tanto che dovette intervenire la polizia e la conferenza fu sospesa prima che finisse.[162]Al “sesso incerto” di Wilde come affermava la moglie Henry Adams, [163] si aggiunse il portatore di “oscenità” della direttrice del Women’s Journal T,W. Higginson, ma a tutto ciò Wilde non badava, proclamandosi <<indistruttibile>>.[164] Dal 13 maggio, dopo aver meditato sui prossimi ipotetici viaggi, fu la volta del Canada in cui rimase a lungo tornando infine a New York il 14 ottobre,

Dal Niagara alle truffe

I viaggi di Oscar continuarono, di fronte al Niagara affermò che tale spettacolo sopravivrebbe a ogni critica, ma alla fine era solo acqua che cadeva.[165] Dopo l'incontro con gli irlandesi, decise di parlare anche della <<Niobe delle nazioni>>, dove sperava in un ritorno dell'indipendenza.[166]Si ricordò sempre di sua madre di cui mostrò una foto durante le conferenze, anche se evitò di parlarne più del dovuto, in occasione del commemorare i tanti scrittori irlandesi, in quanto la critica, secondo il suo parere, non poteva affrontare l’amore.[167]

Oscar Wilde fu anche vittima di alcune situazioni incresciose estranee al suo modo di pensare: a Moncton per un errore del suo agente rischiò la prigione[168] mentre a New York fu vittima di una truffa perfettamente organizzata da un not truffatore del posto[169]

Il ritorno in Europa

 
L'immagine proviene dal libro "Oscar Wilde, Volume 1 "His Life and Confessions" di Frank Harris, 1916, in New York City

Degli ultimi tempi celebre è un episodio in cui inciampò in un manichino e iniziò a scusarsi con esso scambiandolo per una persona viva, glielo fecero notare ma lui non si scompose affatto: continuo a dialogare su San Francisco e altro riuscendo a fingere completamente il dialogo e le sue riposte.[170]

Non mancò di far compagnia ad un gruppo di minatori, dove in un casinò lesse <<Si prega di non sparare al pianista; fa del suo meglio>>, frase che colpì molto l’immaginario di Wilde, in quanto si parlava di “pena di morte”. [171]Qui riuscì a far appassionare di cultura persone che non sapevano nulla di letteratura, ad esempio quando gli lesse di benvenuto Cellini gli chiesero perché non l’avesse portato con se e quando cercò di far capire che non poteva perché era morto da tempo la risposta fu <<chi gli ha sparato>?> Di questa impresa si vantò con il suo amico Whistler, dove in una lettera scrisse:

«Ho già civilizzato l’America – il reste seulement le ciel»

.

In tutto le conferenze fruttarono 18.215,69 dollari, di cui 7.005,06 erano spese sostenute nei viaggi, dei soldi rimasti a Wilde toccarono la metà. [173] Dopo aver terminato tutta la serie di conferenze non tornò immediatamente a casa, rimanendo nel paese per altri due mesi e mezzo. In questi tempi cambiò innumerevoli volte abitazione, dal Fifth Avenue Hotel al Brunswick al 48 dell’11° strada Ovest a Greenwich Villane, sorprendendo sua madre per il denaro che le inviò e della sua pausa dai viaggi.[174] dato che era certa una sua partenza per l'Australia.[175]

Il vero motivo del suo tentennamento, di cui evitò di parlarne con la madre per evitare allarmismi inutili era un attacco di malaria [176] Lillie Langtry arrivò negli USA dopo poco e Wilde fu felice di accoglierla e di farla immortalare dal fotografo Sarony.[177] Vide la Langtry esibirsi al Wallack’s Theatre il 6 novembre in un opera di Tom Taylor, Wilde in una recensione fu prodigo di complimenti anche per il teatro, ben sapendo che Steele Mackaye era stato artefice di numerosi accorgimenti, come le sedie pieghevoli, sperando in un suo coinvolgimento.[178] Costui aveva molto in comune con Wilde, perché aveva portato un aria innovativa nel teatro, ma non in scena, anche se scriveva con poco successo, bensì dietro le quinte con le sue invenzioni teatrali. Mackaye voleva mettere in scena le due opere di Wilde: Vera e la duchessa di Padova che stava scrivendo, il che, a parer suo, li avrebbe resi immortali [179] e credeva che insieme al suo amico avrebbero potuto conquistare il mondo.[180]

 
Lillie Langtry, uno degli amori di Oscar Wilde

Per quanto riguarda "Vera" si mise in contatto con l’attrice Marie Prescott, mentre per la "duchessa" aveva contattato Mary Anderson, quando il 27 dicembre 1882 lasciò l’americana i giornali definirono la sua avventura americana un fallimento.[181]

Il matrimonio

Le donne di Oscar

Non riuscì più a tornare a Londra, voleva viaggiare ancora e decise di andare in Francia, a Parigi, dove con l'aiuto di Robert Harborough Sherard[184] Si incontrarono quasi ogni giorno salutandosi con baci sulle labbra, notizia che alimentò i pettegolezzi su di lui.[185] A Parigi Wilde si dedicò al lavoro anche se amava scherzarci sopra con Sherard: infatti una volta disse che per tutta una mattina riuscì soltanto a levare una virgola da una sua poesia e che nel pomeriggio la rimise.[186]

In quei mesi decise di abbandonare il suo vecchio stile, i suoi lunghi capelli, la sua nuova acconciatura, molto corti con piccoli riccioli, volutamente ripresa dagli imperatori romani,[187] ma non mancarono malignità al riguardo[188]Tornato a Londra dove nessuno più lo riconosceva e tutti erano concordi, con sua delizia perchè bisogna sempre stupire, che dimostrava meno anni di quelli che aveva,[189] ormai sembrava, ed era cambiato tanto al punto che fu vittima di una nuova satira di Punch, dove finsero di metter in vendita girasoli, gigli,vecchie piume e parrucche, insomma tutte le vecchie caratteristiche di Wilde.[190]

Tornato, pensava al matrimonio, sia per sfuggire ai moralisti che per salvarsi dagli usurai, dopo Florence Balcombe e Lillie Langtry, ora posava gli occhi su Violet Hunt. Tale era la figlia di Alfred William Hunt, una ragazza con cui voleva unire il suo cervello alla sua bellezza. Con lei, in passato, avrebbe voluto visitare l’Africa e anche se rifiutò l’invito, in seguito se ne vantò in continuazione.[191] Poi il pensiero si spostò a Charlotte Montefiore, e anche in questo caso ci fu un rifiuto, al che la risposta dello scrittore fu <<peccato con la mia intelligenza e il vostro denaro avremmo fatto grandi cose insieme>>, avvenuta tramite bigliettino, venne subita strappata anche se le parole rimasero a lungo.[192]

 
Robert Harborough Sherard, uno dei più grandi amici di Oscar Wilde che curò diverse biografie sullo scrittore.[184]

L'incontro con Constance Lloyd

 
Constance Lloyd la moglie di Oscar WIlde

A Maggio del 1881 accompagno sua madre a casa di loro amici e qui conobbe Constance Lloyd, una ragazza di 3 anni più giovane di lui, alta 1,70,[193] che riusciva a leggere Dante in italiano. La ragazza impressionò talmente tanto Oscar che appena usciti di casa disse a sua madre che pensava di sposarla.[194] Del loro primo incontro avvenuto il 6 giugno 1881, ne narrò con il fratello affermando che di lui le piacquero i suoi modi naturali di fare, e il fatto che dialogandoci dava l'impressione di essere di un livello superiore rispetto agli altri.[195]

Per recuperare un po’ di soldi e in attesa della prima americana di Vera accettò un piccolo giro di conferenze, esso iniziò da Londra dove raccontò, fra le altre cose, il suo viaggio in america, qui narrò di come all’inizio nel Texas lo chiamavano capitano e alla fine, nel Messico, generale,[196], anche se si sentì offeso solo quando fu chiamato professore. Aspro fu l’articolo di Labouchere, dove annunciò il declino di Wilde in un articolo a 3 colonne[197] la sua risposta fu che se per annunciare il fallimento si scriveva un articolo di 3 colonne non esisteva alcuna differenza fra fama e oblio.[198]

Tornato per poco tempo in America, il 2 agosto del 1883, per vedere la sua tragedia, in un viaggio dove si rise con lui e di lui[199]nuovamente si recò in Europa dove riprese il suo giro di conferenze, interrotto per l'occasione. Durante le due date che tenne a Dublino ebbe il piacere di incontrare nuovamente Constance, e il 25 novembre si fidanzarono,[200] dopo alcuni dissidi con i parenti di lei e lettere di auguri da parte di parenti[201] ebbe molte difficoltà a coprire i debiti non riuscendoci in tempo per il matrimonio e nell’arredare casa.[202]

La vita coniugale

Il matrimonio era previsto per aprile ma fu poi spostato al 29 maggio 1884, il luogo scelto fu la chiesa di Saint James Paddington [203]Dopo la luna di miele sembrava già dispiaciuto della scelta,[204] non aveva ritegno per i soldi e li sprecava, come nel caso delle 50 sterline regalate dalla zia per il matrimonio e spese per due cucchiai.[205]

Per quanto riguarda l'affinità di coppia l'inizio fu promettente: Oscar si lamentava scherzosamente che anche se la moglie era così bella non poteva esserne geloso, e per strada venivano chiamati Amleto e Ofelia,[209] mentre i due novelli sposi ebbero difficoltà nell’alloggiare in quanto la casa non fu pronta in tempo. Wilde litigò con la prima società costruttrice (Green) , e non aveva alcuna volontà nel pagargli il compenso, [210] grazie poi all’aiuto di Godwin[211] e il costruttore Sharpe, riuscirono alla fine ha costruire la casa, pronta al numero 16 di Tite Street nel 1 gennaio 1885.[212] I coniugi Wilde però prima di poterci entrare dovettero pagare anche i vecchi costruttori che nel frattempo avevano anche esposto denuncia. Gli introiti della ragazza non bastavano a coprire tutte le grandi spese.

La casa era composta da 4 piani, senza contare il seminterrato dove si trovava la cucina, mente si potevano ammirare due incisioni nelle pareti dell’atrio: Diana e le sue ninfe al bagno e “Apollo e le Muse”, nella sala da pranzo un tappeto Morris di colore verde-azzurro ricopre parte del pavimento, nella biblioteca una poltrona un tavolino orientale ma mancavano sedie. Al primo piano vi erano le due camere da letto, quella di Oscar divenne poi la camera dei bambini[213] Aveva scelto l’east end in quanto a sentire lui in quel luogo non si portava la maschera.[214] La moglie ascoltava cosa avesse da dire suo marito anche nel modo di vestire a volte con successo,[215]

Wilde era in cerca di lavoro, visto che le ultime conferenze non avevano sortito l’effetto sperato e vedendosi negato il posto di ispettore scolastico e nel frattempo la moglie era incinta , il suo corpo gonfio e sempre in preda alla nausea, con disprezzo del marito.[216]

Cyril nacque il 5 giugno 1885 ed dopo pochi mesi nacque anche Vyvyan il 5 novembre 1886,[217] (ma dichiararono il 3 novembre) [218]

Dopo la nascita di Vyvyan, Constance e Oscar iniziarono a non essere più la coppia felice di un tempo, lei lo riprendeva ad ogni errore e smascherava le sue piccole bugie[219] Wilde dal canto suo continuava a voler bene ai suoi due figli mentre frequentava anche uomini come Henry Marillier.

L'incontro con Robert Ross

 
Oscar Wilde, fotografo sconosciuto

Nel 1886 conobbe Robert Ross, che sedusse Oscar,[220] a quei tempi il ragazzo era molto giovane, il 25 maggio aveva compiuto appena 17 anni,[221] e veniva chiamato da Oscar San Roberto di Philllmore[222] per la sua capacità di riuscire a indurre in tentazione le persone.[223] Robert fu picchiato da alcuni ragazzi dopo aver recitato alcune poesie di Wilde, ed essere stato gettato in una fontana da dei compagni di classe come richiesto dal professore Arthur Tilley l’ 8 marzo 1889, ed essersi ammalato di polmonite[224] e di malattia cerebrale, anche se in seguito ebbe le sue scuse. Per conflitti familiari (aveva rivelato alla sua famiglia le sue preferenze sessuali che non furono gradite) dovette abbandonare la casa e Wilde lo ammonì perché la giovinezza è sempre colma di promesse.

Ross non era il suo unico amico del tempo, frequentava anche André Raffalovich, ai tempi dello scandalo che coinvolse Lord Arthur Somerset[225]L’amicizia fra i due finì grazie ad una battuta infelice, e forse voluta, di Constance.[226] Altri ragazzi che Wilde invitò a casa sua furono Richard Le Gallienne (17 anni nel 1883) e Bernard Berenson che lo rifiutò.

File:Constance+cyril.jpg
Constance in compagnia di Cyril, il primogenito di Wilde

Nel frattempo, sentendosi trascurata, Constance cercò di mettersi in mostra parlando a delle riunioni delle femministe.[227]

La capacità di recensire libri di Wilde non passò inosservata: Thomas Wemyss Reid era nel febbraio 1887 direttore del “Leeds Mercury”, a quel tempo decise che Oscar, visto le sue abilità, gli sarebbe stato di grande aiuto in una nuova testata giornalistica. Nella sua rivista “The Lady’s World: A Magazine of Fashion and Society” si parlava di femminismo e volle un parere di Wilde, lo ottenne e ne fu colpito positivamente[228] assumendolo. Il 18 maggio 1887 Oscar iniziò la collaborazione, con lo stipendio di 6 sterline ogni settimana[229] Wilde, nel cercare collaborazioni importanti non esito nel chiedere alla regina Vittoria una delle sue poesie, ma lei rifiutò affermando di non averle mai scritte. Esortato dalla signora Craik[230] Wilde propose ed ottenne dopo qualche discussione che il nome della rivista cambiasse in “The Woman’s World” nel novembre 1887, Wilde poteva contare sull’aiuto di Arthur Fish. [231] All’inizi puntuale (il suo lavoro iniziava alle 11 del mattino) aveva preso l’abitudine di andarsene sempre prima e sempre meno fino a quando ci andava due volte alla settimana per un ora,[232] probabilmente perché non riusciva a rimanere più tempo senza fumare (vi era il divieto di fumo negli uffici), per tutto il tempo che vi rimase, Wilde si arrabbiò una volta sola e la moglie lo aiutò pubblicando due articoli. Nel 1889 Wilde ormai stanco, lasciò l’incarico.

Gli incontri

 
"A conversation with Oscar Wilde" - Statua di Maggi Hambling - Adelaide Street, vicino a Trafalgar Square, Londra

Non finirono gli incontri di personaggi che destavano l’interesse di Wilde:

  • John Gray, uno fra i più “abietti” personaggi di cui Wilde si circondò come lo definì Bernard Shaw[234]anche se di umili origini (il padre era un falegname e lasciò la scuola a13 anni), non è sicura la data in cui conobbe Wilde in quanto entrambi poi mentirono sul loro incontro, avvenuto almeno nel 1889, le prove che si hanno di questi primi incontri sono una cena dove fu testimone Frank Liebich[235] e l’incontro con Ricketts che aveva pubblicato un opera dell’emulo di Wilde, aveva scritto una favola (il grande verme) che piacque molto d Oscar. [236]
  • Lionel Johnson, che conobbe in occasione di un suo ritorno ad Oxford nel febbraio 1890, per via della messa in scena dello Strafford di Browing, dietro suoi suggerimenti. Egli in seguito scrisse ad un suo amico descrivendo quell’incontro, del fatto che gli avesse consumato tutte le sigarette e che si era innamorato di lui.[237]
  • John Barlas che in passato aveva minacciato di far saltare in aria il parlamento, venne arrestato e liberato grazie a Wilde, dove poi apprese le sue folle credenze[238]
  • Max Beerbohm che apostrofava Wilde come "divinità", lui lo definiva come la persona che possedeva <<l’eterna vecchiezza>>, scrisse in quegli anni Happy Hypocrite che parlava di un uomo e della sua maschera, un tentativo di imitazione dell’opera di Wilde che non lo rese felice[239] inoltre scrisse anche Zuleika Dobson altra opera che ricordava quelle di Wilde

Altre opere

Nel 1888 pubblicò Il principe felice e altri racconti, una raccolta di fiabe scritte per i suoi due figli Cyril e Vyvyan. Erano i tempi di Il ritratto di Dorian Gray, simbologia estetica, che fu pubblicato nel 1890che piacque tanto a sua madre,[240] ma poco alla gente tanto che Constance reclamava che ormai nessuno più li voleva frequentare[241]Litigò con George Curzon per l’accesso in un club,[242] ed ebbe lunghe discussioni con il St James's Gazette e solo alla fine i toni si calmarono.[243] Presso il pubblicò però ebbe una grande presa, Lionel Johnson che scrisse una poesia in latino per festeggiare tale opera lo consegnò ad un suo amico, un suo cugino, che lo lesse almeno 9 volte (forse 14) volle per forza incontrare Wilde e Lionel acconsentì di accompagnarlo: fu il primo incontro fra Oscar e Lord Alfred Douglas.

Il ritorno in Francia

Oscar Wilde volle tornare in Francia nelle capitale, li costituiva <<il grande evento dei salotti letterari parigini>> come scrisse l’Echo di Paris dell'epoca, voglioso di fare nuove conoscenze. Prima ci fu l'incontro con Emile Zola, i due si incontrarono l’11 marzo 1891 a Parigi, dove ebbe modo di conoscere ed apprezzare la sua ricerca quasi ossessiva nella documentazione, necessaria per scrivere una buona opera,[249] ma a cui Wilde in seguito contrappose alcune riserve.[250]Volle conoscere anche Marcel Proust ma riuscì solo a vederlo di sfuggita, e alla fine il suo unico commento riguardò la bruttezza della casa.[251]

In un incontro a cena con Jean Moréas e con i suoi discepoli Wilde gli chiese più volte di recitare qualche verso lui rifiutò ogni volta e ogni volta uno dei suoi seguaci gli recitò una lode, questo comportamento lo fece infuriare e se ne andò. In seguito poi invitò tutti lui e i suoi compagni e parlò per tutto il tempo, definito dallo stesso Moréas come rompiscatole, Wilde invece si chiedeva ironicamente se fosse mai esistito o se fosse solo un mito.[252] Ebbe occasione anche di incontrare Stéphane Mallarmé, colui che non appariva mai al pubblico, conosciuto nel 24 febbraio 1891, amico di Whistler che preoccupato gli scriveva in continuazione parlando male di Wilde.[253] il pensiero di Oscar su Mallarmé si fece palese in un intervista: secondo Wilde Mallarmé quandoriusciva ad essere incomprensibile era perfetto, per questo doveva scrivere solo in francese e non in inglese, una lingua che capiva bene.[254]

Non sempre fu accolto amichevolmente, esempio è il caso di Marcel Schwob, traduttore delle opere di Wilde di cui non aveva molta stima, lo descrisse come un accanito consumatore di fumo (di importazione egiziana con piccole aggiunte di oppio) che per lui era come una droga [255] e assenzio, [256] ma Oscar si seppe prendere la rivincita a parole, riuscendo con una metafora a paragonarlo con un assassino e molestatore di donne innocenti.[257]

Si pensava che Wilde potesse fare un altra opera pericolosa come Dorian Gray[258] mentre Sherad minacciava chiunque si avvicinasse con brutte intenzioni a Wilde.

L'incontro con André Gide
 
André Gide (1869 - 1951)

André Gide incontrò Wilde il 26 novembre 1891, all'epoca lui aveva 22 anni, da quel giorni i due iniziarono a frequentarsi ogni giorno. Come in occasione del 6 dicembre quando a cena dalla principessa Ouroussoff disse che Wilde emetteva una luce, dei raggi,[259] ma in ogni caso fra i due non vi era alcun rapporto amoroso, anche se sospettato, anche perchè Wilde pensando alla sua Salome preferiva altra compagnia.

Gide a mente fredda pensava che questa amicizia gli avesse fatto solo del male, aveva perso frequentandolo l'abilità del pensare, in seguito inventò il personaggio di Ménalque nel quale riprese a descrivere un rapporto che andava oltre l'amicizia ma che non era amore. Wilde dal canto suo mal vedeva il concetto di discepolo e lo faceva con un racconto dove il dio fiume voleva piangere la morte di Narciso, lo amava si ma non per la bellezza del ragazzo ma perchè ogni volta che si affacciava poteva vedersi specchiato nei suoi occhi.[260]

E di questi tempi (si dice nel 1889)[261] l'idea di Wilde che l'arte per essere tale deve distruggere l'arte ponendo il racconto, a dimostrazione, di un uomo che costretto distrugge la statua della moglie morta, simbolo di tristezza passata per costruire una statua simbolo della gioia del momento.[262]

Il ritorno a Londra

 
marzo 1892, fotografia scattata dallo studio Alfred Ellis & Walery

Il 22 dicembre 1891 tornò a Londra per incontrare il fratello che nel frattempo aveva contratto un matrimonio fallimentare[263] egli poi fece pace con la moglie tornò in America e riprese a parlare male del fratello: i due non si parlarono mai più.

Alla prima della Lady Windermere decise che lui e alcuni dei suoi amici dovessero adornare il loro abito con un garofano verde, quasi ad evocare lo stile massonico, una setta, anche se in realtà non significava nulla, l'importante era farlo credere.[264] In quell’occasione si lamentò con Richard Le Gallienne per averlo trattato male nel suo nuovo libro, nella maniera di Oscar: nel non averlo nominato affatt.o[265]

Nello stesso tempo in cui Lady appariva in teatro Dorian Gray era nelle librerie, l'opera fu anche rivisitata in maniera paradossale da Brookfield[266]

Durante la preparazione della sua opera successiva, Una donna senza importanza, ebbe diversi screzi con Fred Terry, un attore con cui non andava d’accordo (voleva cambiare la parte che voleva recitare), cercando un punto di incontro notò che più volte Wilde parlava bene di Dickens, quindi si avvicinò a lui confessando che era bello poter parlare con qualcun altro che amasse tale scrittore e Wilde ribatté dicendo che non ne aveva mai letto nulla in vita sua. .[267] Infine andò in scena il 19 aprile 1893

Fu poi la volta della Salomè dove volle per la parte Sarah che Wilde la paragonò alla stessa Salomè, per lei il solo difetto era proprio che fosse un'altro il protagonista.[268] ma fu difficile farla rappresentare nei teatri, ciò causò un peggioramento delle condizioni di salute di Wilde e i medici lo obbligarono a smettere di fumare e a mettersi a dieta.

Wilde a casa di Blanche Roosevelt si fece leggere le mani da un noto chiromante dell’epoca (tale Cheiro )che senza sapere di chi fossero disse che la sua mano destra rivelava che a quarant’anni gli sarebbe crollato il mondo addosso, sarebbe stato esiliato da se stesso, questo anche se le mani erano quelle di un re. Wilde allora aveva 38 anni. Egli, da sempre superstizioso, appena ascoltato queste parole abbandonò senza dire una parola la casa.[269]

L'incontro con Alfred Douglas

La loro storia differisce a seconda di chi la racconta: Douglas narra che fu assillato da una corte eccessiva da parte di Wilde, l’altro che l’iniziativa fu tutta di Alfred.

Douglas nel 1892 si presentò a casa sua (i due si conoscevano poco prima di allora) per via di un ricatto a cui era sottoposto. Oscar, grazie al suo avvocato George Lewis, risolse il tutto.[270] I due cominciarono a frequentarsi ed amarsi, conobbe la madre Lady Bracknell che ne fece un personaggio di The Importance of Being Earnest. In seguito per disintossicarsi dagli ultimi insuccessi il 3 luglio 1892 andarono a Bad Homburg, dove conobbe altri parenti di Duglas a cui non sempre fece una buona impressione.[271]

Nel novembre 1892 Wilde si accorse che il ragazzo (il giovane Domiziano come lo chiamava)[272] era prodigo sopra ogni dire e questo gli causava difficoltà economiche, ma Alfred non si faceva scrupolo nel chiedergli lo stesso soldi, un piacere oltre ad un umiliazione. [273] Il ragazzo pazzo e brillante quando non era pazzo[274] portò alla conoscenza di Wilde il mondo della prostituzione giovanile, ragazzi che per pochi soldi si vendevano, fu nell’autunno del 1892 che fra i due quasi ci fu una competizione con questi incontri furtivi, i ragazzi aumentavano: Alfred Taylor (figlio di un industriale) , Sidney Mavor (futuro sacerdote), Maurice Schwabe e Freddy Atkins, erano coloro con cui mangiava e donava denaro (banchettare con le pantere, come dirà in seguito)[275]

Decadenza e gli amici in pena

Dal 1893 Wilde alloggiava in albergo dove con la scusa di lavorare incontrava i giovani, ma ne conobbe anche altri: Edward Shelley per un breve periodo anche se venne aiutato in seguito[276] e Alfreed Wood, di diciassette anni, che lo ricattò ricavandone 30 sterline. Gli incontri non furono poi molti se si considera l’arco temporale in cui essi si svolsero, Wilde accettava ogni rifiuto non voleva mai forzare le cose, per lui il solo frequentare quelle persone soddisfava la sua voglia di compiere atti riprovevoli, lo eccitava, ma così si avvicinava al precipizio e la buona stella che aveva anche dipinto a casa sua non poteva durare a lungo.[277] dal canto suo Douglas non gli interessava di nascondersi, entrava dall’entrata principale, voleva far sapere a tutti che era lui il ragazzo preferito da Oscar.[278] A maggio 1893 Wilde andò ad Oxford per incontrare Alfred e nell’estate dello stesso anno affittarono una casa a Goring-on-Thames, dove parlò a lungo con Theodore Wratislaw e Cyril con i suoi boccoli d’oro.[279]

Il tutto era aggravato dal "Criminal Law amendment Act" del 1885 (sezione 1, 1), un emendamento in cui si puniva fino ad un massimo di due anni di reclusione gli uomini che praticavano atti sessuali fra loro.[280]

Molti si erano dispiaciuti della situazione in cui si era cacciato Wilde, Max Beerbohm scriveva a Ross di come vedeva l’anima di Oscar persa [281] Vi era anche John Gray, preferito di Oscar prima di Douglas che ora si sentiva abbandonato, (poi in seguito corteggiato da Marc André Raffalovich, un uomo che ebbe molti dissapori con Wilde) e il suo amico Pierre Louys dispiaciuto che non potevano essere solo amici.[282] Louys lo andò a trovare in albergo, in quella circostanza venne anche Costance che pregò il marito di tornare a casa in lacrime cercando di sorridere alle battute del marito.[283]Poco dopo le risposte di Wilde alle domande di Pierre lo scioccarono (disse che si era sposato 3 volte nella vita una con una donna e due con due uomini).[284]

I litigi e l'allontanamento

 
Oscar Wilde e Lord Alfred Douglas al tempo della loro relazione

Dopo tanti litigi con Douglas, dopo tanti adii che si trasformarono in arrivederci, ci fu la richiesta di traduzione dal francese all’inglese di Salomé, che Oscar rivolse ad Alfred, egli accettò di buon grado ma il lavoro svolto venne considerato pessimo da Wilde.[285]

In questo periodo di tensioni ci fu il caso di Philip Danney, un sedicenne figlio di un colonnello che si trovava a casa di Robert Ross, egli scrisse a Douglas del ragazzo e subito i due lo raggiunsero. Costui sabato andò a letto con Douglas, domenica con Wilde e lunedì con una ragazza a spese di Douglas. Quando poi tornò a scuola vennero fatti degli accertamenti per comprendere la csusa del ritardo ingiustificato e venne scoperto tutto.[286] Subito il padre si rivolse alla polizia, ma sotto consiglio dell'avvocato e visto la reticenza dei ragazzi a fare il nome di Wilde si convinse che era meglio laciar perdere, visto che anche il figlio poi sarebbe finito in prigione.[287] Ross scelse allora di andare a Davos per fuggire allo scandalo che la famiglia non gli perdonava.[288]

In seguito ad un altro attacco d'ira Douglas, sotto suggerimento di sua madre, partì alla volta del Cairo[289] mentre Wilde si nascose a Parigi (aveva anche dato un indirizzo falso per sicurezza), pochi giorni dopo verso la fine del 1893, raccquistò serenità, applaudiva Paul Verlaine che recitava una poesia poco dopo uscito dalla prigione come ci racconta Emma Calvé.[290]

Nel 1894 Wilde si reca in visita a sua madre, ormai anziana, che tanto voleva una riappacificazione fra i due figli, come scriverà gli sarebbe bastate 8 parole per farlo.[291] Di questi tempi lo scritto "The Cardinal of Avignon" che non ebbe seguito, approfittando della lontananza di Douglas riuscì a finire il Un marito ideale, scrisse ance "Florentine Tragedy" e La Saint courtisane, voleva continuare a produrre ma il ritorno di Douglas pose poi fine alla sua inventiva.

In questi tempi aveva ritrovato anche la lucidità e la disponibilità al prossimo di un tempo:la madre di Nelly Sickert piangeva la morte del marito e credeva che mai più avrebbe sorriso, rifiutò più volte di incontrare Wilde eppure lui se ne andò solo quando lei sorrise di nuovo.[292]

Simili racconti erano comuni a quei tempi:

  • Una lettera anonima ringraziò Wilde per avergli salvato la casa[293]
  • Edgar Saltus racconta che in sua compagnia fu avvicinato da un uomo mezzo nudo e Wilde si tolse il cappotto e glielo regalò[294]
  • Gertrude Pearce (istruttrice di Vyvyan)[295] racconta invece dei mille modi con cui Wilde le fu d'aiuto

Gli ultimi lavori prima del processo

Wilde aveva avuto anche 3 figli fuori dal matrimonio[296] e il suo finì nel 1893. Pochi anni prima (1891) Wilde aveva conosciuto Lord Alfred Douglas (Bosie), un aristocratico, poeta non mediocre, che divenne allo stesso tempo il grande amore dello scrittore e la causa della sua rovina.

 
Oscar Wilde ai tempi del viaggio a New York, nel 1883. Foto scattata da Napoleon Sarony (1821-1896).
«L'unico modo per liberarsi di una tentazione è cedere ad essa»

Un'altra importante opera da citare è The Canterville Ghost (Il fantasma di Canterville, 1887) che ha per protagonista una famiglia americana trasferitasi in Inghilterra, dove fa i conti con lo spirito di un uomo malvagio che si aggira per la loro nuova casa; il fantasma vorrebbe a tutti i costi spaventarli, ma non ci riesce.

In Una donna senza importanza (1893) un figlio illegittimo è diviso tra suo padre e sua madre. Un marito ideale (1895) parla di ricatti, corruzione politica ed onore pubblico e privato. L'importanza di chiamarsi Ernesto (1895) è una commedia che vuole essere una satira nei confronti del mondo delle alte classi. Il titolo in inglese si basa sul gioco di parole fra il termine Ernest ("Ernesto") e l'aggettivo Earnest che significa "onesto", "sincero"; per mantenere il gioco di parole originale è anche stato tradotto "L'importanza di essere Franco". Affascinato dall'"Erodiade" di Mallarmé e dalla descrizione di due dipinti di Gustave Moreau, tra il 1891 e il 1892 Wilde scrisse (in francese) per Sarah Bernhardt la 'tragedia in un atto' "Salomé", che fu pubblicata nel '93 a Parigi e nel '94 a Londra, nella traduzione di Alfred Douglas e con le illustrazioni di Aubrey Beardsley. Il testo, che poté essere rappresentato in pubblico soltanto nel 1935, funse da base all'opera omonima di Richard Strauss (1905) e al film omonimo di Carmelo Bene (1972). Restarono incompiute le tragedie "A Florentine Tragedy" e "La Sainte Courtisane" pubblicate entrambe nel 1908.

Prima del successo teatrale Wilde produsse diversi saggi, molti dei quali furono pubblicati in maniera anonima. Chiunque può scrivere un romanzo in tre volumi. Richiede soltanto una completa ignoranza sia della vita che della letteratura, disse una volta.

I suoi maggiori lavori furono i dialoghi The Decay of Lying (1889) e The Critic as Artist (1890). In quest'ultima Wilde fa affermare al suo personaggio che la critica è la parte più alta della creazione, e che il critico non deve essere equo, razionale e sincero, ma deve avere un temperamento squisitamente predisposto alla bellezza.

Il processo Wilde

Il processo che coinvolse Wilde venne preceduto da un ravvicinamento con Douglas: egli per incontrare di nuovo il suo amato ricorse ad ogni stratagemma: prima convinse la madre a scrivergli e peggio dopo fece con Constance: convinse la moglie a chiedergli di far pace con l’amante.[297] Nonostante tutto, nel marzo 1894 Wilde rifiutò di incontrarlo, a questo punto Alfred minacciò il suicidio e questo fu il ricatto decisivo, che convinse Wilde all’incontro, da allora non fu mai più libero.

I primi screzi con il marchese

Il 1 aprile 1894 durante un pranzo al Café Royal ci fu l’incontro con il padre di Douglas (John Sholto Douglas, nono marchese di Queensberry)[298] a seguito del quale scrisse una lettera al figlio chiedendogli un aggiornamento sulla sua vita la risposta di Alfred lo fece infuriare.[299]

I rapporti si fecero sempre più aspri, il ragazzo partì per Firenze e solo dopo diverso tempo venne raggiunto da Wilde, le condizioni economiche di Oscar si fecero sempre più gravi, si rivolse per consiglio ad un nuovo avvocato perché Lewis era anche l’avvocato di Queensberry: C.O. Humphreys. Il 30 giugno ci fu l’incontro con il marchese a casa di Wilde,[300] tale episodio raccontato in maniera diversa dai due ne troverà una terza nel Profundis, Douglas sembrava divertito dall’episodio e ne voleva altri.

Nell’ottobre 1894 per assecondare il volere di Bosie Wilde si trasferì al Grand Hotel di Brighton, trasferitisi ancora Wilde si ammalò e Douglas si arrabbiò con lui al punto che Wilde debilitato decise comunque di fuggire, il 16 ottobre lesse in una lettera dell’amante parole che mai dimenticò.[301] Volle per questo rompere ogni rapporto, scrivere a Queensberry che mai avrebbe più rivisto il figlio, ma appena saputo della morte del fratello (Drumlanrig) cambiò ancora idea. Wilde e Douglas andarono ad Algeri[302] (città che voleva corrompere) e poi a Blida,[303] nel gennaio 1895 dove consumarono hascisc in quantità. Gidè gli suggerì di essere prudente, ma per lui l’essere prudente significava tornare sui suoi passi e non l’avrebbe mai fatto perché solo avanti si poteva andare.[304] Ritornò a Parigi dove Degas quasi come malaugurio gli parlò di prigione.[305]

L'accusa di calunnia

Wilde mal vedeva che un'altra persona (John Sholto Douglas ) gli potesse ordinare come comportarsi e neanche sopportare l’estrema moralità e ipocrisia dei suoi tempi. Questo gli causò situazioni anche imbarazzanti come nell’episodio di Aimée Lowther dove la sua allusione all’omosessualità fu palesemente non compresa da tutti i presenti[306]

Intanto la moglie ignorava la residenza del marito e chiese a Ross dei soldi (faceva da intermediario con Oscar), mentre Oscar agli inizi del 1895 rifiutò di ospitare nell' Avondale Hotel a Piccadilly l’ennesimo giovane che voleva Alfred,[307] al che Douglas cambiò albergo andando con il ragazzo. Il 28 febbraio ricevette un biglietto incomprensibile dal marchese di Queensberry, si consigliò con Humphreys che questa volta accettò di intentare la causa, l’unico problema rimasto erano i fondi che trovarono nella moglie del marchese e nell’altro figlio. In data 1 marzo 1895 recandosi alla centrale di polizia di Marlborough Street ottenne un mandato di cattura.

Il biglietto recitava (secondo R.E. Alton) A oscar Wilde ruffiano e sondomita o come disse in seguito che posa come un sondomita.

Il processo venne rimandato e nel frattempo con moglie e Douglas (il 7 marzo) assistettero alla prima di L'importanza di chiamarsi Ernesto, Constance non riusciva a smettere di versare lacrime[308]

In quella che si apprestava a divenire una guerra legale, persino la scelta degli avvocati fu dura, i due li spartirono, Queensberry aveva Carson i cui commenti di Wilde rispetto al suo vecchio amico furono riportati in maniera contrastante[309]e Gill dalla sua parte (il solo Lewis pere amicizia di Wilde decise di astenersi rinunciando al mandato) mentre Wilde schierava Humphreys, Clarke, Travers (il figlio del primo) e Matthews sotto suggerimento di Reggie Turner.[310]

I capi di accusa

Gli investigatori alla ricerca di tracce utili, riuscirono ad arrivare all’alloggio di Alfred Taylor, dove trovarono tutti gli indirizzi di tutti i ragazzi che Wilde stava frequentando (o aveva frequentato), molti di loro, si dice, furono rintracciati e obbligati ad accusare Wilde.[311]

Durante questo periodo Douglas convinse Wilde ad andare a Montecarlo, dove al tavolo di gioco perse molti soldi, alla fine furono cacciati dall’albergo dove risiedevano[312] Cercarono inutilmente di coinvolgere Frank Harris che prima secondo Douglas ma dopo anche secondo Wilde in quell’occasione non dimostrò affatto la sua amicizia.[313]

15 i capi di accusa che gli avvocati del marchese mossero a Wilde in difesa (tutte riguardanti la sodomia):

  1. Edward Shelley, per i rapporti intercorsi nel 1892 (febbraio – marzo)
  2. Sidney Mavor, quando depose affermò l’innocenza di Wilde
  3. Freddie Atkins, portato da Wilde a Parigi, non fu ascoltato
  4. Maurice Schwabe, si rifiutò di testimoniare
  5. Alcuni giovani, per i rapporti intercorsi nel 1892 (gennaio – febbraio) nomi non specificati
  6. Alfreed Wood
  7. Un altro ragazzo (nome non specificato, durante il soggiorno al Savoy Hotel)
  8. Un altro ragazzo (nome non specificato, durante il soggiorno al Savoy Hotel)
  9. Charles Parker, per i rapporti intercorsi nel 1892
  10. Ernest Scarfe, per i rapporti intercorsi nel 1892, conosciuto grazie a Taylor, si rifiutò di testimoniare
  11. Herbert Tankard, per i rapporti intercorsi nel 1892, si rifiutò di testimoniare
  12. Walter Grainger, un cameriere della casa di High Street di Oxfrod, 1893 (giugno)
  13. Alfonso Harold Conway, per i rapporti intercorsi nel 1892
  14. L’opera Dorian Gray
  15. Le massime su Chamaleon del dicembre 1894

Il processo continuò il 3 aprile 1895, il giudice era R. Henn Collins e si svolse all’Old Bailey

La difesa e il verdetto

Wilde dapprima interrogato da Clarke, in cui in risposta seppe descrivere abilmente il ricatto di Wood, Clibborn e Allen[314] e poi descrisse l’incontro poco amichevole avvenuto con il marchese: l’aula era sul punto di essere sgombrata tanto furono le risate che si elevarono durante la sua esposizione dei fatti.

Quando fu il turno di Carson iniziò smascherando la vera età di Wilde, poi parlò del Chamaleon e del Priest and the Acolyte. Quando continuando lesse alcuni brani dal Dorian Gray, al primo diede l’assenso al secondi disse che era di Shakespare e al terzo disse che lui non l’avrebbe mai letto in quel modo.[315] Al che si girò e osservò il soffitto e poi solo dopo un minuto si volse chiedendo scusa.[316]

Cercò, non riuscendoci, di far confessare a Wilde che l'opera Dorian Gray fosse piena di messaggi pericolosi e allora passò a parlare della frequentazione dei ragazzi, Wilde negò ogni rapporto di sodomia a quel punto Clarke lesse le lettere che il marchese aveva inviato alla moglie e al figlio per farlo passare come un isterico, nella lettura fece il nome di Rosebery, Gladstone e la stessa regna, valutato in seguito un grave errore.[317]

Carson espresse nella sua arringa la strenua difesa ad un padre preoccupato per il figlio, continuò fino a quando fu fermato dagli altri avvocati, si chiedeva a questo punto un patteggiamento sulla dichiarazione, cosa che alla fine non avvenne e si diede ragione alle parole di Queensberry (per il bene pubblico, così si disse). Il giudice stesso si congratulò con Carson e il marchese fu felice anche se aveva speso 30.000 franchi perché aveva fatto il bene di suo figlio.[318] Wilde accettò la sconfitta per evitare a Douglas la sofferenza di testimoniare contro suo padre.

Il nuovo processo: le reazioni

 
Robert Ross (25 maggio, 1869 – 5 ottobre, 1918), giornalista canadese molto amico di Wilde a lui sarà dedicato L'importanza di chiamarsi Ernesto[319]

Wilde andò al Cadogan Hotel e rifiutò di partire per Dover come gli avevano suggerito mentre Constance piangeva sperando partisse per l’estero, venne coinvolto anche George Wyndham, parente di Douglas, parlamentare, a nulla servì: alle 6.10 un mandato di cattura era già pronto per Wilde,[320] cosa attesa da Oscar che voleva osservare come in terza persona, come se fosse lettore di quest’opera l’andamento e il finale. Il capo d’accusa era l’aver commesso atti osceni insieme alla sodomia, Wilde era leggermente ubriaco e aveva una valigia mezza vuota sul letto.

Ross svenne e abbandonò l’amico solo perché la madre spese 500 sterline per aiutarlo, moltissimi quella sera attraversarono la manica.[321]

Percy voleva pagare da solo la cauzione, ma non fu rilasciato. L’ostilità verso Wilde del pubblico fu evidente: il nome sparì dai cartelloni pubblicitari, le sue rappresentazioni teatrali in seguito vennero sospese, anche negli USA l’attrice Rose Coghlan interruppe ogni rapporto (doveva di li a poco metter in scena a Woman of no Importance. In Francia la situazione era anche peggiore: Jules Huret il 13 aprile del 1895 in un articolo parlò di 3 amici di Wilde. Marcel Schwob e Jean Lorrain mentendo dissero di non essere in alcun modo suoi amici, mentre Rabbonire Catulle Mendès arrivò a sfidarlo a duello per tale affermazione[322] Fu vietata la vendita di fotografie che ritraessero Wilde. Alcuni come Willy (il marito di Colette) e Octave Mirbeau furono solidali con gli eventi accorsi a Wilde[323] Sara Bernhardt poi non comprò più i diritti di Salomé (la somma avrebbe aiutato Wilde).

La definizione di "Amore"

L’udienza iniziò il 6 aprile e nell’aspettarla Wilde dovette rimanere a Bow Street dove non parlava mai[324]

il giudice Sir John Bridge, che parlava di peccati peggiori in asoluto non volle concedergli la libertà provvisoria, le udienze successive l’11 e il 18.Lo difesero Travers e Edward Clarke che non volle compenso, mentre il pubblico ministero era Charles Gill. Qui i testimoni mentirono sull’età (la diminuirono per non essere punibili penalmente) come nel caso di Charles Parker, (o di suo fratello William Parker) si cercò di fare il meno possibile il nome di Douglas nel processo avvenuto il 26 aprile 1895.

Durante il controinterrogatorio Gill fu letta una poesia di Alfred Douglas, intitolata Two Loves, Due amori, al che venne chiesto a Wilde:

(inglese)
«What is the Love that dare not speak its name?»
(italiano)
«Cos’è l’amore che non sa pronunciare il proprio nome?»

Wilde si difese affermando che: l'Amore, che non osa dire il suo nome in questo secolo, è il grande affetto di un uomo anziano nei confronti di un giovane, lo stesso che esisteva tra Davide e Gionata, e che Platone mise alla base stessa della sua filosofia, lo stesso che si può trovare nei sonetti di Michelangelo e di Shakespeare... Non c'è nulla di innaturale in ciò.

La risposta di Wilde benché fosse ben costruita era fuori luogo, con quei ragazzi non ci fu l’amore che poteva trovare una volta nella vita. Max Beerbohm sentendo gli applausi in aula pensava ad un successo senza precedenti.[326]

Sidney Mavor convinto da Douglas disse di non aver fatto nulla, mentre Edward Shelley sembrava instabile e così venne giudicato. Rimase tuttavia il comportamento di Taylor al che quattro domande vennero poste alla giuria: due riguardavano Taylor e Wilde (i loro rapporti specifici con Atkinson, con Charles Parker e con i ragazzi conosciuti in albergo) due solo Taylor. I giurati allora si ritirarono per decidere, la loro riunione durò quasi 4 ore e decisero la non colpevolezza per la storia riguardante Atkinson .

Visto che non si giunse ad una decisione si chiese un nuovo processo e forse ad un nuovo giudice. In tanti chiesero di farla finita e di lasciare in pace Wilde, ma Lockwood, il vice procuratore generale disse di non poterlo fare: l’onore dei Rosebery era stato messo in gioco.[327]

Cauzione

Baron Pollock fisso la cauzione a 5.000 sterline, ma grazie al buon comportamento di Wilde venne abbassata a 2.500, che i suoi amici riuscirono a raccogliere, ed il 7 maggio Oscar venne rilasciato. Fuori non fu più facile: perseguitato dal marchese non poté dormire in albergo, aveva assunto degli uomini anche per pestarlo, l’unica strada che gli rimase fu pregare il fratello (sposato ora con Lily Lees) e madre che vivevano al 146 di Oakley Street,[328] mentre il fratello continuava a trattarlo male, promise alla madre che non sarebbe scappato.[329] In quei giorni ebbe la visita di alcuni amici come Percy che si commmosse.[330] e Harris che solo allora, per stessa ammissione di Wilde, comprese che non era innocente alle accuse.[331]

Preoccupato, Harris progettò una fuga coinvolgendo un suo amico ebreo che appena saputo del motivo concesse il prestito del suo Yacht gratuitamente, di questo seppero Ada Leverson e Yeats ma ugualmente Wilde decise di non fuggire.[332]Per Yeats invece quello era il momento in cui Wilde poteva dimostrare di cosa era capace[333]

Si trasferì dunque a casa dei Leverson dove fece il possibile per non dare fastidio, in questi giorni prima Constance poi Ada entrambe gli chiesero di non affrontare il processo e di fuggire ma Wilde fu ostinato,[334] il 21 maggio distribuì ai suoi amici quel poco di cui ancora disponeva.[335]

Sentenza definitiva

Il giudice, ora Sir Alfred Wills (non imparentato con i Wilde) separò i due processi in corso (quello di Wilde e quello di Taylor, ma fece iniziare prima il secondo) e mentre padre e figlio si picchiarono fino ad avere un occhio nero il processo iniziò.

Clarke rincuorato dalla testimonianza senza valore di Shelley e di Charles Parker, parlò affermando che data la natura di ricattatori se ci fosse qualcosa di oscuro nel passato di Wilde non si sarebbero fatti scrupoli al riguardo, quasi una prova della sua innocenza. Inoltre si parlava anche di quanto fosse provato dal lungo processo di quanto sia diventato mite e innocuo ma che al contempo ancora tanto poteva dare alla letteratura se libero.

Il 25 maggio durante il turno di Lockwood, Wilde ammirò quello che disse, come lo disse

«Ciò che si dice di un uomo non conta nulla. Conta chi è a dirlo»

Eppure Lockwood pensava, come poi disse a Clarke che l’avrebbe vinta Wilde.[336]

La giuria si espresse affermando la colpevolezza di Wilde tranne che per ciò che coinvolse Shelley, il giudice emettendo la sentenza ( <<Persone capaci di compiere simili cose sono chiaramente sorde ad ogni sentimento di vergona...È il peggior processo che io abbia mai presieduto>>>[337]) applicò il massimo della pena (che secondo lui era anche poco) 2 anni di reclusione ad entrambi. La reazione del pubblico furono grida “vergogna” rivolte alla sentenza

Le parole di Wilde furono “Mio Dio, mio Dio” e come taluni sostengono <<E io? Non posso dir nulla?>> Quasi svenuto venne portato in cella, Taylor poi fuggì in America.[338]

Le reazioni immediate, di prostitute e del marchese furono euforiche,[339] mentre i giornali decantarono la fine dell’estetismo, e pochi e si dimostrarono cordiali nel rispetto della persona. Anche gli amici di Wilde commentarono la sentenza, come Burne-Jones che si aspettava in un suicidio.

«La tragedia più orribile di tutta la storia della letteratura»

Arrivato ad Holloway rimase con la sola camicia indosso la veste grigia con le frecce, trasferito poi a Pentonville, dove lavorava 6 ore al giorno al mulino a ruota, dormiva senza materasso, dove scontare almeno 3 mesi prima di avere un qualunque contatto con l’esterno. Qui conobbe fame – insonnia e malattia (diarrea) erano secondo wilde dei castighi che la prigione gli riservò, stesso i secondini stavano male nel guardare le condizioni dei detenuti, era dimagrito di 10 chili, ma dissero che stava in perfette condizioni.[341]

Le visite

Richard Burdon Haldane era un membro della commissione di indagine delle carceri, decise di andare in visita a Wilde il 12 giugno 1895, sotto consiglio[342] la primi visita dello scrittore. In quell’occasione pianse perché Haldane riuscì a fare un analisi realistica della sua vita, chiese 15 libri da leggere che ottenne e rise. [343]

Il 4 luglio venne trasferito a Wandsworth, giorni dopo venne a fargli visita il fratello di Constance Otho Holland, avvertendolo che sua moglie stava pensando con il suo avvocato di procedere alla causa di divorzio contro di lui e che se non voleva perdere la famiglia doveva far qualcosa, allora Wilde scrisse una lettera a Hargrove (l’avvocato di lei) che lo convinse a desistere a patto che la donna andasse a vivere in America.[344] Questo interesse improvviso per la famiglia preoccupò Douglas.[345]

Il 26 agosto fu il turno di Robert Sherard, ebbe il permesso di portare una persona con se, ma non trovò nessuno che volesse fargli da compagnia in quell’incontro.Anche lui era preoccupato per Constance in quanto stavano per essere rese pubbliche, proprio per mano di Douglas altre lettere che lo riguardavano, Sherard in quell’occasione ebbe il compito da Oscar di firmarlo, ma ricevette minacce di morte dal ragazzo.[346]

Incontrato Ross ai tempi in cui era stato dichiarato bancarotta riuscì ad incontrarlo, disse che l’unico argomento che gli interessava era la morte. Il 21 settembre 1895 Wilde incontra Constance, la donna gli promise che una volta uscito di prigione, lo aspettava anche se cambiò il suo cognome in Holland.[347]

Gli venne quindi la dissenteria e con i visitatori Sherard e Otho mentre sia a Londra (da More Adey) che a Parigi si firmavano petizioni in cerca di una diminuzione della pena. L’adesione non avvenne in massa, fra gli altri rifiutarono Zola, Sardou e Jules Renard.[348]

Il trasferimento al Reading Gaol

Cadde facendosi male all’orecchio destro, per questo fu ricoverato due mesi nell’ospedale trattato male dai secondi della prigione.[349]

Il21 novembre venne trasferito al Reading Gaol,[350] in quell’occasione rimase ammanettato sotto la pioggia, venne deriso dalla folla accorsa a vederlo, un signore gli sputò contro, un evento di cui raccontò anche nel profundis e in ricordo di ciò piangeva ogni giorno. Qui gli tagliarono i capelli anche con il dissenso dell’artista[351]

Lavorava al giardino e aiutava il maestro della scuola. L’11 febbraio 1896 a Parigi andò in scena Salomè con successo di pubblico.[352]

Ormai si sentiva un detenuto come gli altri, e sollevato da questa condizione non desiderava più la morte come prima. [353]

Una volta condivise la pena con un prigioniero (si trattava di un mese di punizione) anche se era innocente per non addosargli tutta la condanna.[354]

Sognò quella che poi si rivelò essere la morte della madre[355] avvenuta il 3 febbraio 1896. Tutti gli oggetti personali di Wilde furono inviati da Lily Wilde a More Adey visto che fra i fratelli non correva buon sangue.[356] Il 19 febbraio incontrò di nuovo la moglie e riuscirono a baciarsi, i suoi figli come dirà in seguito Vyvian sapevano più di quanto lei potesse pensare.[357]

Reading Gaol: sofferenza

Altri incontri ci furono per Wilde: Sherard con More Adey e Sherard con Robert Ross, lui in quell’occasione lo vide invecchiato, con molti meno capelli e in preda alle lacrime, oltre all'ascesso all'orecchio, da cui continuava a perdere sangue,[358] aveva la gotta e un principio di anemia. Wilde fu deciso ed espresse il suo disgisto per Douglas (lo aveva chiamato sempre Bosie)[359]

Nella lettera che scrisse a Douglas si leggeva: <<L’idea che tu porti addosso o possegga qualcosa, qualunque cosa , avuta da me, mi ripugna in modo particolare.>>

E la sua risposta per giustificarsi con Ross fu: <<Io non avevo nulla con cui contribuire e Oscar contribuiva con tutto. Che differenza fa?[360]>>

Douglas a cui fu richiesto di non pubblicare più nulla che riguardasse Wilde, fu anche accusato di cercare lo scandalo per pubblicizzare le sue poesie e alla fine il testo venne pubblicato ugualmente anche se la dedica (indirizzata a Wilde) venne omessa nel 1896. La inviò a Mallarmè che rispose che la sua felicità nel conoscere la lingua inglese sarà massima quando riceverà una lettera di Douglas dove dirà che non vuole più inviargli nulla.[361]

Wilde scrisse allora che era un malato da curare e non un criminale da punire, si lamentava dell’orecchio non curato a sufficienza e della vita che stava andando persa e denunciava il suo stato di quasi follia. Il colonnello Isaacson (direttore del carcere) allegò a questa lettera l’attestato del medico O.C. Maurice dove si leggeva le perfette condizioni mediche di Wilde.[362]

(inglese)
«For each man kills the thing he loves»
(italiano)
«Poiché ogni uomo uccide l’oggetto che ama»

Frank Harris incontrò Wilde che si sentiva minacciato da Isaacson il quale lo puniva per ogni cosa. Al che inviò la sua petizione al ministero degli interni mentre il colonnello ancora inviava certificati medici che attestavano la salute perfetta, il ministero inviò una commissione.[349]

Reading Gaol: Alla scoperta dell'amicizia

Con difficoltà e grazie all’intervento di Ruggles-Brise il direttore venne trasferito e al suo posto arrivò J. O. Nelson che subito gli porse un libro che aveva appena finito di leggere.[354]

Voleva scrivere ma non gli era permesso farlo, non poteva denunciare i maltrattamenti subiti in passato, non poteva scrivere un libro, allora pensò di fingere di scrivere una lettera a Douglas (questo lo poteava fare) scrivendo di ciò che subì negli ultimi anni, per scriverla ci vollero 3 mesi.

Constance e Wilde diedero entrambi la colpa a Ross e Adey di intromettersi nella loro storia, anche se poi riconobbe che si erano mossi per amicizia, incontrò ancora la moglie di sfuggita quando Wilde firmò la cessione dei figli alla moglie e alcune clausole in cui avrebbe perso la rendita finanziaria se avesse dato in alcun modo scandalo in Europa.[367]

Ritornare a scrivere

In carcere lo scrittore decise di scrivere a Bosie una lettera di vero e proprio sfogo, il celebre De profundis la quale gli fu recapitata da un suo carissimo amico, Robbie Ross, che conservò astutamente l'originale consegnando a Lord Alfred una copia che egli strappò dopo averne letto solo poche righe. Nel 1909 Ross consegnò l'originale al British Museum di Londra sotto la condizione che non fosse resa pubblica prima di mezzo secolo. E' per questo che solo dal 1962 in poi abbiamo avuto la possibilità di leggere la versione integrale.

Wilde fu portato prima alla prigione di Wandsworth, a Londra, e poi al Reading Gaol (il carcere di Reading). Quando alla fine, dopo 19 mesi di detenzione, gli fu consentito di avere carta e penna, Wilde era ormai diventato incline a opinioni opposte riguardo alle possibilità dell'uomo di raggiungere la perfezione.

Fu in questo periodo che egli scrisse il citato De Profundis (1900). In esso confessò: Tutto nella mia tragedia è stato orribile, mediocre, repellente, senza stile. Il nostro stesso abito ci rende grotteschi. Noi siamo i pagliacci del dolore. Siamo i clown dal cuore spezzato. (De Profundis).

Successivamente Wilde scrisse anche La ballata del carcere di Reading, che esprimeva la sua preoccupazione per le disumane condizioni di prigionia. Anche in quest'opera, Wilde, fa sfoggio involontario di buon gusto "lamentando", e dando voce, non ai propri patimenti carcerari, ma alla preoccupazione per i figli dei prigionieri, costretti a subire tanto passivamente quanto fisicamente la loro stessa prigionia. A quel tempo infatti, quando veniva incarcerata una donna, di riflesso, i suoi bambini venivano incarcerati con essa. L'opera, considerata una delle migliori di Wilde, ebbe un enorme successo, ma i proventi furono assorbiti in gran parte dai debiti derivanti dal fallimento, e gli giovarono poco.

La fine

 
Particolare dei "baci" impressi sulla tomba di Wilde.

Wilde non riuscì mai più a riprendersi dalle conseguenze dello scandalo e dell'arresto, dopo i quali era diventato un paria, rifiutato da gran parte della "buona società" che lo aveva fin lì vezzeggiato.

Dopo il rilascio, avvenuto nel 1897, Wilde visse con il nome di Sebastian Melmoth a Berneval, vicino a Dieppe, poi a Parigi. Un tentativo di vivere assieme a Douglas, prima a Napoli, poi nel piccolo hotel Vittoria della "trasgressiva" Taormina, se non altro in modo finalmente aperto, fu stroncato dalle famiglie di entrambi, con l'efficace minaccia di cessare l'erogazione del piccolo sussidio di cui i due, privi di altre rendite, vivevano. Fu allora aiutato economicamente dalla nobildonna inglese Florence Trevelyan che anche ottenne per lui un vitalizio governativo di 70 sterline di cui Wilde non riuscì a godere.

File:Tumba de Oscar Wilde.JPG
Tomba di Oscar Wilde

Sul letto di morte Wilde si convertì al Cattolicesimo, prendendo una decisione che aveva rimandato a lungo. Morì di meningite il 30 novembre 1900, povero, con problemi di salute derivati dall'abuso di alcol, in un hotel economico di Parigi, "L'Hotel" in Rue des Beaux-Arts 13, all'età di 46 anni. Prima di morire chiese che gli venisse servita una coppa di champagne e le sue ultime parole furono: "Muoio sopra le mie possibilità".

Le sue spoglie riposano al cimitero di Père Lachaise, dopo essere state qui traslate dal cimitero di Bagneaux. Nel cimitero di Bagneaux, sulla sua tomba, gli amici che nonostante tutto gli erano rimasti fedeli anche negli ultimi difficilissimi anni, avevano fatto costruire un modesto monumento su cui avevano fatto incidere la frase (tratta dal libro di Giobbe) "Nulla osavano aggiungere alle mie parole, e su di loro stillava goccia a goccia il mio discorso". Nel cimitero di Père Lachaise, invece, riposa sotto un imponente monumento costruitogli da Jacob Epstein, raffigurante una sfinge. Negli anni, numerose estimatrici di Oscar Wilde si sono succedute dinnanzi a questo monumento lasciandovi, come traccia del loro passaggio, impronte di baci.

Wilde disse una volta ad André Gide:

«Volete sapere qual è stato il grande dramma della mia vita? È che ho messo il mio genio nella mia vita; tutto quello che ho messo nelle mie opere è il mio talento.»

Anni dopo la sua morte di Oscar Wilde Reggie Turner scriveva a Robert Sherard affermando che secondo lui mai si sarebbe scritto un libro che potesse essere considerato soddisfacente per contenere un personaggio talmente infinito come Oscar Wilde.[368]

Aspetto e carattere

 
Immagine presa dalla rivista caricaturista Punch "Fancy Portraits N° 37" dove ritratta Oscar Wilde

Oltre alle innumerevoli foto giunte sino a noi, innumerevoli sono le descrizioni che ci sono rimaste di lui, spesso rappresentato nel caricaturale ritratto di polemista, sardonico battutista e confezionatore di aforismi. Molte parodie sono state fatte su di lui, spesso per vendicarsi di torti subiti come nel caso di Francis Chaloner, personaggio creato da Rhoda Broughton, mai invitata da Wilde nei suoi incontri, dove lo descriveva come un uomo dalle membra flaccide e dalla testa botticelliana.[369]Si arrivò anche a commentare come si muoveva trovando, se si voleva trovare, qualcosa di sgradevole. [370]

Somigliava d’aspetto a suo fratello Willie, tanto che agli occhi inesperti i due si potevano confondere, ma non di carattere dove mancava lo spessore, più volte tentò la sua stessa strada fallendo[371] Anche se agli occhi dei bambini appariva come Pierrot[372]

La frase:

«I have nothing to declare except my genius[373]»

Descrive perfettamente il suo intero modo di vivere, quello di un uomo che fece dell’eccentricità un pregio. Il suo aspetto fisico nei dettagli viene descritto da chi visse insieme a lui: alto 1,88 cm, labbra spesse, corpo grosso con i capelli che sembravano neri anche se il suo vero colore era di una tinta sul marrone scuro[374] gli occhi blu, sguardo profondo, la sua andatura era oscillante e i denti sporgenti tanto che Edith Cooper lo paragonò ad un frutto che per quanto poteva apparire succoso era allo stesso tempo privo di grazia. [375] Appariva a tratti come se fosse impacciato e possedeva un modo di ridere che poteva dare fastidio.[376]Il suo accento irlandese, molto marcato all'inizio, si corresse durante la sua permanenza ad Oxford come descrisse l’attore Seymour Hicks,[377] mentre alle orecchie di Max Beerbohm sembrava avesse una tonalità da mezzosoprano,[378] e le sue frasi erano un misto di attenta preparazione e di spontaneità.[379]

 
Altra immagine caricaturale di Oscar Wilde, in cui si prende in giro varie passioni come la lingua francese che studierà.

La figura letteraria di Wilde è stata per molto tempo subordinata a quella biografica, egli è stato provocatore ed eccentrico nelle sue pose, umorista pungente e amabile conversatore.[380]Ebbe la sfrontatezza di dichiararsi socialista, di lasciar trasparire di essere omosessuale[381] e di farsi beffa della saggezza depositata nei luoghi comuni. Divenne simbolo della spregiudicatezza, negli scritti come nella vita. La sua condotta fu un affronto costante all’ipocrisia vittoriana, rispettando, e chiedendo lo stesso ai suoi interlocutori, sempre l'osservanza delle buone maniere.[382]E si divertiva a pescare.[383]

Quando poteva cercava anche di essere d’’aiuto al prossimo come quando in occasione di un inondazione nella città di Lambeth convinse Rennell Rodd a venire con lui per cercare di aiutare le persone in difficoltà: qui riuscì a far divertire tantissimo una vecchia signora costretta a letto.[384]Non faceva progetti sul futuro, non ci pensava, semplicemente viveva alla giornata.[157]

Richard Ellmann, curatore di una biografia che gli è valso il premio Premio Pulitzer affermava che non vi era traccia di crudeltà in lui e che non la comprendeva.[385]

Wilde come mecenate

«Ospite:<<Forse in paradiso potrò fare uscire un libro>>. Wilde: <<No, no. La non ci saranno editori>>»

Nel corso del suo giro di conferenza in America riuscì ad aiutare molti giovani artisti: John Donoghue, uno scultore, volendosi farsi conoscere da Wilde gli inviò un bassorilievo della figura che lo aveva ispirato per Requiescat. Wilde si interessò a lui, lo conobbe e riuscì a levarlo dalla povertà in cui viveva.[387]Lo scrittore irlandese non fu mai avaro di complimenti per i nuovi talenti, definendoli a volte come i migliori, nel loro genere, di tutto il paese e a volte il suo spirito convinse indecisi ad intraprendere l'attività letteraria.[388]Fu anche prodigo nell'elargire consigli alle modelle, senza mai chiedere nulla in cambio.[389] Altro personaggio che si sentì spinto da Wilde fu l'attrice di teatro Elizabeth Robbins.[390]

Critica letteraria

«Un tempo ti mettevano alla ruota adesso ti mettono sulla rotativa.[391]

Tutti si sono espressi su Oscar Wilde e sul suo modo di scrivere, anche chi come nel caso di Giulio Andreotti, ammetteva candidamente di non conoscere pressoché nulla dell’autore,[392] l' "artista martire" come lo definirà Hugues Rebell[393] dose ricalcata aggiungendo alla definizione di martire anche eroe e mentore in un paragrafo che non a caso ci chiama “il culto di Oscar”,[394] mostra nelle sue opere il suo semplice linguaggio, la facilità con cui veniva compreso anche fuori dal suo paese d’origine come sottolinea Jorge Luis Borges.[395] Nei suoi scritti Karl Beckson notò che qualunque fosse l’argomento trattato si leggeva del post-modernismo, riusciva sempre a presagire i tempi,[396] ma la sua abilità più che con la poesia veniva espressa con la prosa, per via delle sue frasi colorate e dell'immaginazione che nascevano dalle parole come nel 1925 espresse Osbert Burdett.[397]Mario Praz lo paragona più volte a Byron, ammettendo che entrambi davano una grande importanza all'arte che in mano loro diventava vita, notando che anche le loro opere meno riuscite avevano di fatto un identico impatto, superiore a quello che si poteva pensare, grazie alle loro personalità[398] e Wilde, massimo esponente dell'estetismo, aveva poco da offrire per contrastare la superiorità di Byron, solo la sua capacità di conversare in maniera brillante, riuscendo a strappare sorrisi.[399]

Arthur Nethercot parlava della coesistenza di un Wilde e di un Anti-Wilde, nella sua esposizione si ritrova a parlare sia del dandy, colui che voleva farsi conoscere a ogni costo, colui che proclamava l’estetismo che si frapponeva all’altra parte conosciuta da pochi: una persona normale sentimentale e penitente,[400] il paradosso è stato evidenziato da molti autori Il peccatore che è anche santo, il pagliaccio che ha visto la tragedia della realtà[401] del resto lui stesso ammetteva che concetti come il pianto di gioia erano per lui l’effetto drammatico della natura, cosa che amava esternalizzare nelle sue opere.[402] In fondo come notano altri autori, Wilde aveva due strade che percorse entrambe: la via del cinismo che si evolse nell’ ironia, e la ritroviamo nel suo teatro e nelle commedie, che ha portato l’inserimento a tanti aforismi, e lo spirito Idealistico che si ritrova nei dialoghi immaginari creati da lui, come si ritrovano nei suoi romanzi e nella prosa, quella prosa che seduce lo spettatore.[403]

A William Butler Yeats, che lo conosceva bene, sembrava un autore incompiuto, quasi vincitore del Graal,[404] mentre Walter Pater diceva che leggendo i suoi scritti si pensa più ad un ottimo parlatore che altro.[405]Secondo Renaud gli artefizi non gli si addicevano, Wilde otteneva i suoi risultati migliori con naturalezza.[406]


Cultura popolare

Il nome Oscar Wilde si diffuse, superando il confine della carta stampata già all’epoca del viaggio in America: furono creati dei valzer con i titoli di "non ti scordar di me di Oscar Wilde", il "giovanotto ciondolante" e "Oscar caro!" Oltre alle innumerevoli caricature su carta l’umorista Eugene Field arrivò a prendere, camuffandosi, le sue sembianze, ci fu anche una versione pirata della sua prima opera[407]Su Wilde sono state organizzate conferenze internazionali a distanza di quasi cento anni dalla sua morte,[408]in suo nome venne chiamato un filone d’argento (L’Oscar).[171]

Le sue frasi si vedono dappertutto sia stampate sulle T-shirt che marchiate sulle tazze di caffè rendendolo più popolare di quanto non fosse nell’epoca vittoriana[409]

Opere

Aforismi

Wilde non pubblicò mai una raccolta di aforismi: chi ne parla, quindi, li estrapola dall’intero corpus delle sue opere. Eppure proprio gli aforismi rappresentano la quintessenza del suo stile di vita, di pensiero e di scrittura. In vita, il pensiero di creare tale raccolta gli venne una volta, poco prima di recarsi in Francia, nel 1897, quando era ancora nel carcere di "Reading", ma a tale progetto non seguì mai una realizzazione.[410]L'idea di una raccolta di questo genere non apparteneva soltanto ad Oscar, infatti ne apparvero alcune, già prima del processo: Phrases and Philosophies for the use of the Young[411] e nella Prefazione del romanzo "The Picture of Dorian Gray" (datato 1891), che fu interamente composta di suoi aforismi[412]

Nella sua abilità nel riuscire ad esprimere con un aforisma una verità sono stati in molti a cimentarsi ma nessuno lo supererò mai.[413]

Poesia

  • Ravenna (1878)
  • Poemi (Poems) (1881), di tale raccoltà pubblicò 750 copie e grazie alla casa editrice Roberts Brothers arrivò anche negli USA. In realtà, non si trattava di composizioni originali: riprendevano, immagini e parole già utilizzate in passato da Byron, da Swinburne e anche da Shakespeare e non furono accolte con grande entusiasmo dalla critica.[414] Egli pose come emblema una Rosa e una Tiara, questo significava: cattolicesimo, paganesimo ma anche massoneria, una loro possibile convivenza, una rappresentazione della triplice anima di Wilde che voleva rappresentare nell'opera.
  • La sfinge (The Sphinx) (1894), ne stampò 250 copie ma in principio ne voleva stampare 3: una per se una per il Britsh Museum e un'altra per il paradiso, ma quella per il museo non era certo di stamparla.[415]
  • La ballata del carcere di Reading (The Ballad of Reading Gaol) (1898)

Opere teatrali

  • Vera o i nichilisti (Vera, Or the Nihilists) (1880), la trama narra di una giovane donna che vorrebbe porre fine alla vita dello Zar finendo poi per salvargli la vita, qui, secondo l’autore, l'intento è quello di far emergere il dissenso dei popoli di fronte alla tirannia ed esprimere la loro voglia di libertà, preoccupazione dell’autore per l’Europa dell’epoca, anche se in realtà il soggetto del dramma era ben altro, la passione.[416]L'opera era costituita da un prologo a cui seguivano 4 anni ambientati 5 anni dopo di esso, nel 1800. Per evitare ogni possibile attacco politico cambiò il nome ai due Zar protagonisti, per la documentazione necessaria si rivolse ad un rivoluzionario russo, suo amico, che si mise a disposizione:Sergej Mihailovič Kravčinsky.[417]
  • La duchessa di Padova (The Duchess of Padua) (1883),definita dallo stesso Wilde il capolavoro della sua giovinezza, in tale opera si narra la storia di Guido Ferrati figlio del precedente duca, ucciso da un personaggio misterioso e della sua ricerca di vendetta, che lo porterà di fronte proprio al nuovo duca, la moglie di costui la duchessa, innamorata di Guido arriva a compiere ciò che il suo amato non era riuscito a fare. Wilde in una lettera a Mary Anderson presentava la passione in senso negativo, una sorte di entità che possedeva i corpi e spingeva le persone a commettere atti criminali, ma quando essa si spegneva la persona vittima di tale artefizio poteva chiderne perdono, ottenendolo.[418]
  • Salomè (in francese) (1893, prima rappresentazione a Parigi nel 1896) che inizialmente WIlde avrebbe voluto chiamare "The Decapitation of Salome" come all’epoca raccontò a Maeterlinck[419] nel dramma il personaggio principale in realtà è Erode che superava le tentazioni che gli ponevano, completamente opposte. Gomez Carrillo vede nella protagonista una grande sofferenza unita ad amore e odio, il tutto condito con immoralità.[420] Decise di scriverlo in francese per conferire un toccò di colore in più, una lingua che non conosceva bene come l’inglese ma che amava l’unica lingua vera oltre al greco per lui.[421]
  • Il ventaglio di Lady Windermere (Lady Windermere's Fan) (1892) tratta di una ricattatrice divorziata che arriva a sacrificare se stessa per l'amore materno, qui offrì la parte della madre a Lillie Langrtry nel 1891, soltanto che la figlia le appariva troppo adulta per la sua età, anche se aveva 39 anni, Wilde sentendo ciò modifico i dialoghi, inserendo una battuta che ricordasse tale risposta dell'attrice[422]
  • Una donna senza importanza (A Woman of No Importance) (1893) in parte ripreso come ammette wilde da Family Herald[423] narra di un segreto che viene scoperto molto prima rispetto alle sue precedenti opere, dove di fronte ad une esteta come Lord Illingworth si contrappongono i vari giudizi femminili.
  • Un marito ideale[424] (An Ideal Husband) (1895) -
  • L'importanza di chiamarsi Ernesto[425] (The Importance of Being Earnest) (1895)La cui morale era che bisognava trattare con serietà le cose che non ci sembrano serie e al contrario trattare senza importanza tutto ciò che era serio nella vita.[426]
  • La santa cortigiana o La donna coperta di gioielli (La sainte courtisane or the woman covered with jewels) Opera incompleta; prima pubblicazione, nel 1908, in Collected Works (editore Methuen).
  • Una tragedia fiorentina(A Florentine Tragedy). Opera incompleta; prima pubblicazione, nel 1908, in Collected Works (editore Methuen). Tratta di un mercnte che trova sua moglie in compagnia di un nobile, lo sfida a duello e lo uccide per poi fare pace con la moglie.

Prosa

File:Una casa di Melograni.jpeg
Una casa di melograni (frontespizio)
  • Il fantasma di Canterville (The Canterville Ghost) (1887)
  • Il principe felice e altri racconti[427] (The Happy Prince and Other Stories) (1888) L’idea dell'opera gli venne quando incontrò Henry Marillier a Cambridge per assistere al suo spettacolo.[428] racconta di due amanti, uno più grande e l’altro più piccolo: una rondine ed una statua, il principe. La storia vede la rondine innamorarsi di una canna ma in seguito comprende di amare il principe dopo aver lavorato per lui, moriranno insieme durante il loro bacio. [429]

Gli altri racconti erano:

  • The devoted friend, dove un mugnaio tratta male l’amico Little Hans
  • The Nightingale and the Rose, che tratta di un sacrificio
  • The master dove un giovane voleva essere immolato alla stessa maniera di Gesù avendo anch’egli fatto dei miracoli
  • The remarkable Rocket, era invece un indagine effettuata sulla vanità
  • The Selfish Giant, scritto in un puro inglese come gli disse Pater una volta letto il racconto.
  • Il delitto di Lord Arturo Savile e altri racconti (Lord Arthur Savile's Crime and Other Stories) (1891)
  • Intenzioni (Intentions) (1891), prima con il titolo di "The Decay of Lying", completato per la prima stesura nel dicembre 1888 e pubblicato nel gennaio 1889 su Nineteenth Century, qui l’immaginazione aveva il potere di vincere sulla ragione,[430] si esprimeva il rifiuto della sincerità, l’espressioni dei paradossi, qui aveva esternato tutto ciò che pensava. In The Critic as Artist (1890) dava invece una risposta definitiva a Whistler dove cercò di superare le sue teorie, parlava del lavoro del critico letterario, definendo il suo modo di osservare tale lavoro: essi dovevano avere bene in mente tutta la letteratura per dare giudizi su un singolo libro, dovevano quando scrivevano mettere la propria anima nelle parole.[431]
  • Il ritratto di Dorian Gray (The Picture of Dorian Gray) (1891,)la cui prima apparizione è stata su Lippincott’s del 20 giugno 1890, dedicata in segreto a Wilde John Gray, tanto che arrivò a firmarsi nelle lettere Dorian, cosa che fece anche Ernest Dowson in seguito.[432] aveva da anni in mente questa idea e quando W.B. Maxwell pubblicò anni prima un opera che percorreva la stessa idea di base Wilde se ne lamentò dicendogli che non doveva rubare questa sua idea che gli aveva raccontato[433] Il nome di Basil Hallward invece derivava dal pittore Basil ward per cui Wilde aveva posato ed espresse il desiderio che il quadro potesse invecchiare al posto suo.[434]Arrivò a dire che i tre personaggi erano lati di se stesso: Basil quello che pensava di se stesso, Lord Henry quello che pensavano gli altri di se stesso mentre Dorian era quello che voleva essere.[435]
  • La casa dei melograni (A House of Pomegranates) (1891)
  • Poesie in Prosa (Poems in Prose) (1894)
  • L' anima dell'uomo sotto il socialismo (The Soul of Man under Socialism) - prima pubblicazione sulla rivista Pall Mall Gazette (1891); prima edizione libraria (1904), opera rivolta al futuro al contrario delle sue altre opere precedenti, Wilde pensava al socialismo come una cosa di bello, dove ognuno poteva fare quello che voleva, una sorta di individualismo.[436]
  • De profundis (1905)
  • Le lettere di Oscar Wilde (The Letters of Oscar Wilde) - Pubblicata nel 2000 sulla base di un testo scoperto nel 1960
  • Teleny (Teleny or The Reverse of the Medal) (Parigi, 1893) - l'attribuzione a Wilde è incerta

Film su Oscar Wilde

 
Illustrazione da The Canterville Ghost

Note

  1. ^ della sua "incisione di Wilde" se ne parla ancora oggi, ha pubblicato due studi: epidemic ophtalmia nel 1851 e aural surgery nel 1853 Diamant H, Hultcrantz M., history of otitis media, in Nord Medicinhist Arsb., 1996.
  2. ^ Irish popular superstitions 1852 opera dedicata alla moglie
  3. ^ La ragazza in seguito venne dichiarata pazza dalla moglie di Sir Wilde tramite corrispondenza ai colleghi del marito. Lady Wilde lettera a Mrs Olivecrona 1 gennaio e 23 marzo 1865
  4. ^ Richard Ellmann, Oscar Wilde Pag 122-123, Rocca san casciano, Mondadori, 2001, ISBN 88-04-47897-7. Traduzione di Ettore Capriolo
  5. ^ La madre come il figlio tendeva a nascondere la propria età, la data esatta fu ricavata dalla sua richiesta di finanziamento mossa alla Royal Literary Fund nel 1888
  6. ^ Dalle lettere di Lady Wilde lettere ad Henry Wadsworth Longfellow, 30 novembre 1875 e 11 maggio 1898 (Houghton)
  7. ^ Richard Ellmann, Oscar Wilde, London, Hamish Hamilton, 1987, pag 16
  8. ^ Sherard, Life Of Oscar Wilde Pag 5-6, London.
  9. ^ A Dublino si ricordavano le sue abilità oratorie fino al punto che solo una volta egli fu contrastato da un altro abile parlatore quanto lui, e in quell’occasione Sir William dimostrò le sue rimostranze facendo finta di addormentarsi e russare. Da Lady Wilde lettere 1852, 22 novembre 1854.
  10. ^ Terence De Vere White, The parents Of Oscar Wilde Pag 210-211, London, 1967, ISBN.
  11. ^ Richard Ellmann, Oscar Wilde pag 24', Rocca san casciano, Mondadori, 2001, ISBN 88-04-47897-7. Traduzione di Ettore Capriolo
  12. ^ Richard Ellmann, Oscar Wilde Pag 421, Rocca san casciano, Mondadori, 2001, ISBN 88-04-47897-7. Traduzione di Ettore Capriolo
  13. ^ Oscar Wilde, Detti e Aforismi quinta edizione Pag 218, Milano, BUR, 2004, ISBN 978-88-386-3917-3. traduzione di alberto Rossatti
  14. ^ Oscar Wilde, Detti e Aforismi quinta edizione Pag 20, Milano, BUR, 2004, ISBN 978-88-386-3917-3. traduzione di alberto Rossatti
  15. ^ Arthur Ransome, Oscar Wilde: A Critical Study Pag 29, M. Secker, 1912.
  16. ^ a b Douglas Sladen, Twenty Years of my life pag 109, London, 1915, ISBN.
  17. ^ Vincet O’Sullivan, Aspects of Wilde Pag 80, London, 1936, ISBN.
  18. ^ "C33" era la sua matricola da prigioniero come scritto in: André Gide, Gli ultimi anni di Oscar Wilde Dandy decaduto Pag 51, Viterbo, Fiabesca, marzo 2008, ISBN 978-88-6222-027-9. Traduzione a cura di Stefano Lanuzza
  19. ^ Oscar Wilde, The Letters of Oscar Wilde Pag 720 a cura di Rupert Hart-Davis, London, 1962.
  20. ^ Coulson Kernahan, Good Company seconda edizione Pag 208, London, 1917, ISBN.
  21. ^ Wilde si alterò a vedere l'articolo apparso sul giornale “Pall Mall budget” di Wiliam Archer, articolo comparso nel 10 gennaio 1895
  22. ^ Richard Ellmann, Oscar Wilde Pag 24, Rocca san casciano, Mondadori, 2001, ISBN 88-04-47897-7. Traduzione di Ettore Capriolo
  23. ^ Stuart Mason, Bibliography of Oscar Wilde Pag 118, London, 1914.
  24. ^ Robert Sherard, The Real Oscar Wilde Pag 163, London, 1917, ISBN.
  25. ^ Pearson Haskett, The Life of Oscar Wilde Pag 20-21, London, 1946, ISBN.
  26. ^ Questa informazione la si deve a Murroe Fitzgerald, in una lettera al direttore dell’Irish Times il 28 agosto 1954, in tale sede fa riferimento ad entrambi i ragazzi in qualità di loro badante
  27. ^ Reginald Turner lettera a A.J.A. Symons 26 agosto 1935, l’aneddoto gli era stato raccontato dallo stesso Wilde
  28. ^ a b Oscar Wilde, Aforismi Humor inglese con la firma d’artista seconda edizione pag 5, Colognola ai Colli, Demetra srl, 1998, ISBN 88-7122-433-7.Traduzione di Bettina della casa
  29. ^ John Sloan, Oscar Wilde pag VII dell'introduzione e Pag 3, Oxford, Oxford University Press, 2003, ISBN 9780192840646.
  30. ^ Stuart Mason, Bibliography of Oscar Wilde Pag 295, London, 1914, ISBN.
  31. ^ a b Oscar Wilde, Aforismi 21a edizione Pag 53, Colognola ai Colli, Mondadori, 1998, ISBN 88-04-47791-1.Traduzione di Alex R. Falzon
  32. ^ Sherard, the realPag 148, London, 1946.
  33. ^ Richard Ellmann, Oscar Wilde Pag 41, Rocca san casciano, Mondadori, 2001, ISBN 88-04-47897-7. Traduzione di Ettore Capriolo
  34. ^ Tale era il voto massimo consentito
  35. ^ Agli esami di quell'anno per tale disciplina questo fu il voto più alto
  36. ^ Lewis Henry Lloyd, Justin Smith, Oscar Wilde Diuscovers America Pag 8-9, new york, 1936.
  37. ^ Oliver St John Gogarty, A picture of Oscar Wilde, in intimations Pag 50, New York, 1950.
  38. ^ Gelett Burgess, A talk with Mr Oscar Wilde “The Sketch” Pag 495, 1895 (9 gennaio).
  39. ^ G.T. Atkinson, Oscar Wilde at Oxford Pag 501, London, “Cornihill Magazine” LXVI, 1895 (9 gennaio).
  40. ^ a b Sir Edward Sullivan, Eugene Field, A Study in Heredity and contradiction (in Frank Harris ) Pag 17-18, new york, Garden City, 1932, ISBN.
  41. ^ Recensione di “As you like it at Colombe House Dramatic Review 6 giugno 1885
  42. ^ Lettera di Robert Ross citata in Eduard J. Bock, Oscar Wildes persönliche und frühste literasiche Beziehngen zu Walter Pater Pag 26, Bonn, “Cornihill Magazine” LXVI, 1913.
  43. ^ Come scrisse Max Beerbohm nei suoi appunti su Wilde (Nypl – Berg)
  44. ^ Recensione di Henry the Fourth at Oxford “Dramatic Review 23 maggio 1885 Henry James Persons and Places 1883 pag 246
  45. ^ H.Montgomery Hyde, Oscar Wilde: A Biography pag 19, London, Mandarin, 1975, ISBN 9780417019307.
  46. ^ Slason Thompson, Eugene Field, A Study in Heredity and contradiction opera in 2 volumi Volume 1 - Pag 213, new york, Time Gathered, 1901, ISBN.
  47. ^ Davis Coakley, Oscar Wilde, the Importance of Being Irish Pag 82-83, London, Town House, 1994, ISBN 9780948524974.
  48. ^ Stanford e McDowell Mahaffy pag 31
  49. ^ Joseph Pearce, The Unmasking of Oscar Wilde Pag 87, London, Ignatius Press, 2004, ISBN 9781586170264.
  50. ^ Richard Ellmann, Oscar Wilde Pag 54, Rocca san casciano, Mondadori, 2001, ISBN 88-04-47897-7. Traduzione di Ettore Capriolo
  51. ^ Evento ricordato in Secret Diary of a Lady of fashion evening news 15 novembre 1920
  52. ^ Woods Margaret L, Oxford in the Seventie “Fortnightly” CL n° 282 pag 281-282, 1941.
  53. ^ a b Periodo dimostrato anche dalla lettera scritta da Oscar nel soggiorno a Firenze nel giugno del 1875 indirizzata a William Wilde, Oscar Wilde, The Letters of Oscar Wilde a cura di Rupert Hart-Davis, London, 1962.
  54. ^ Mr Mahaffy’s New Book daPall Mall Gazzette del 9 novembre 1887
  55. ^ Stuart Mason, Bibliography of Oscar Wilde Pag 62-64, London, 1914.
  56. ^ Hunter Blair, Biograph IV Pag 133, London.
  57. ^ Lettera di Edith J Kingsford brighton 11 ottobre 1875 in sui si parlava anche dell’opposione della madre di lei
  58. ^ Marc-André Raffalovich, Uranisme et unisexualitè Pag 245, Lyon - Paris, 1896.
  59. ^ Le due versioni, quella con soggetto maschile e quella con soggetto femminile sono disponibili in Oscar Wilde, teatro e poesia Pag 499 e 665 a cura di Aldo Camerino, Roma, Casini, 1952.
  60. ^ Due sono le versioni di tale episodio, o gli fece copiare il 27° capitolo degli atti o una traduzione dal greco dell’episodio del tradimento di Gesù, in entrambi i casi quando il professore gli chiese di fermarsi Oscar continuò riferendo che voleva sapere come andava a finire. Douglas Ainslie, Adventures Pag 93 a cura di Aldo Camerino, London, Casini, 1922.
  61. ^ Del successo ottenuto si vantò con sua moglie in una lettera a lei inviata dalle Carte di Shane Lesile (tcd) G.A. Macmilliam lettera a suo padre da Genova datata 28 marzo 1877, in possesso di WSG Macmilliam Stanford e Mc Dowell, Mahaffy pag 41
  62. ^ La trascrizione fedele e la traduzione del testo la si ritrova in Oscar Wilde, teatro e poesia Pag 615 a cura di Aldo Camerino, Roma, Casini, 1952.
  63. ^ G.A. Macmillian, A Ride Across the Peloponnese pag 551-552 -561 e 563 , Edinburgh, Edinburgh Monthly Magazine, maggio 1878.
  64. ^ David Hunter Blair, Victorian Days Pag 132-134, London, 1939.
  65. ^ W.W. Ward, An Oxford Reminiscence in Vyvyan Holland Son if Oscar Wilde Pag 220, New York, 1954.
  66. ^ George Fleming, Mirage opera in 3 volumi. II Pag 91-92, III pag 26, London, 1877.
  67. ^ Come si legge dal registro dei verbali del presidente del college. Detenuto presso il Magdalen,
  68. ^ Così come viene riportato in Henry James, Persons and Places Pag 246, London, 1883.
  69. ^ Lady Wilde lettera a Wilde autunno 1876 (Clark)
  70. ^ Wilde confuse le due ammende pensando che doveva pagare 3 sterline di spese giudiziarie per il pagamento di 5, ma in realtà erano pochi scellini. Così come viene riportato in Oscar Wilde, More Letters of Oscar Wilde Pag 82 a cura di Rupert Hart-Davis, London, 1985.
  71. ^ Oscar Wilde, The Letters of Oscar Wilde Pag 23 a cura di Rupert Hart-Davis, London, 1962.
  72. ^ Oscar Wilde, The letters of Oscar Wilde a cura di Rupert- Hart-Davis Pag 39, London, 1962.
  73. ^ Citazione di Wilde in Pater, Mr Pater’Last Volume I n.12“The Speaker” pag 319-320, London, 22 marzo 1890.
  74. ^ a b c Bodley in un articolo sul “Mew Yor Times” del 20 gennaio 1882
  75. ^ Dal diario del rettore del Lincoln College Mark Pattison 5 maggio 1878, altre descrizioni le ritroviamo da Thomas Wright il Biografo di Pater nel 1907 dove si racconta le ue attenzioni anche verso un barbiere. Lettera al Brasenose college di Oxford
  76. ^ Lettera di Robert Ross citata in Eduard J. Bock, Oscar Wildes persönliche und frühste literasiche Beziehngen zu Walter Pater Pag 11, Bonn, “Cornihill Magazine” LXVI, 1913.
  77. ^ William Rothenstein, Men and Memories Pag 139, New York, gallery, 1931.
  78. ^ Thomas Wright, The Life of Walter Pater 2 volumi II volume Pag 126, London, gallery, 1907.
  79. ^ Articolo scritto in parte da Wilde del 4 settembre 1880 “The Athenaeum”
  80. ^ Wilde stesso comprò una copia del libro di W.M. Mallock in The New Republic. In tale opera mise a confronto due tipologie di uomo: quello esteta e quello pratico, dando per vincente il secondo. Wilde aveva una copia di quel libro che ora la stessa si può ammirare nella biblioteca di Londra del King’s College. Il suo apprezzamento per Mallock lo si può leggere in Oscar Wilde, The Letters of Oscar Wilde Pag 20-21 a cura di Rupert Hart-Davis, London, 1962.
  81. ^ P.H.W. Almy, New Views of Mr Oscar Wilde Theatre XXII Pag 119-127, London, 1894.
  82. ^ a b Violet Hunt, The Flurried Years Pag 13, New York, 1926.
  83. ^ Walter Sichel, The Sand of Time pag 125, London, 1923.
  84. ^ Henry James, Eugene Field, The Painter’s eye a cura di L. Sweeney Pag 142, new york, The Grosvenor gallery, 1956.
  85. ^ Reverendo H.S. Bowden lettera a Wilde 15 aprile 1878 (Clark)
  86. ^ André Raffalovich, Oscar Wilde “Blackfriars” VIII n92, London, The Grosvenor gallery, 1927.
  87. ^ Vincet O’Sullivan, Aspects of Wilde Pag 65, London, 1936.
  88. ^ Richard Ellmann cita a sostegno di questa tesi sia il libro di Ransome del 1912 e quello di Harris del 1916, dove entrambi citano la sifilide come la causa della morte, ipotesi comunque non accettata dall’unanimità della critica dell’autore. Ellmann affermò poi che forse era stato contagiato prima di conoscere Constance Flethcer, così come in Richard Ellmann, Oscar Wilde pag 115-116, Rocca san casciano, Mondadori, 2001, ISBN 88-04-47897-7. Traduzione di Ettore Capriolo
  89. ^ Dal Catalogo di Mass n812 del 1953 (voce 121) si poteva leggere che tale opera era “probabilmente indirizzata alla donna che contagiò Wilde”.
  90. ^ Robert Formano Horton, an Autobiography Pag 44, 1917.
  91. ^ Da Lady Wilde lettere giugno 1878
  92. ^ Come da articolo apparso sull'Academy del 17 febbraio 1906
  93. ^ Come si evince dalla pubblicazione del 30 gennaio 1879
  94. ^ Ethel Smith, Impressions That Remained 2 volumi pag 115-117, London, 1919.
  95. ^ Richard Ellmann, Oscar Wilde Pag 36, Rocca san casciano, Mondadori, 2001, ISBN 88-04-47897-7. Traduzione di Ettore Capriolo
  96. ^ Oscar Wilde, The Letters of Oscar Wilde a cura di Rupert Hart-Davis pag 54-74, London, 1962.
  97. ^ Wilde con gli esaminatori discuteva sul termine “metaphysic” presente nel testo, mentre si sarebbe dovuto scrivere per come era indicato “metaphysics”. Per tale evento si registra la presenza di Lewis Farnell in Lewis Farnell, An Oxonian Looks Back pag 70-71, London.
  98. ^ Willie non aveva il tempismo adatto: mise fretta alla donna che voleva sposare per l'eredità fidanzandosi dopo solo poche ore l'averla conosciuta e le chiese anche di mantenere il più stretto riserbo, questo portò la donna ad allonanarsi da lui come scritto in Ethel Smyth, Impressions That remained 2 volumi, volume I pag 115-117, London, 1919.
  99. ^ Lettera a A.H. Sayce datata 28 maggio 1879 (Bodleian)
  100. ^ Frank Benson affermò che Wilde non fu di alcun aiuto, mentre la versione di Wilde la si ritrova in Telegram NewYork del 13 gennaio 1882
  101. ^ Da Athenaeum del 4 settembre 1880 pag 301-302. la parte attribuita a Wilde inizia dall’articolo di Mr Jebb per poi terminare a Atene
  102. ^ Louise Jopling, Twenty Yeras of My Life, 1867 to 1887 pag 79, London, 1925.
  103. ^ Frank Benson presente all’episodio descrive la scena in Frank Benson, my memories pag 138, London, 1925.
  104. ^ Raccontato a Mrs Julian Hawthorne e scritto in “Harper’s Bazar 18 giugno 1881
  105. ^ a b Claude Beddimgton, All that I have Met pag 34, London, 1929.
  106. ^ William Shakespeare prima di arrivare a Londra non era molto conosciuto, Wilde sperava in altrettanta fortuna Elizabeth Robins, Both Sides of the Curtain pag 9, London, 1940.
  107. ^ Descrizione particoleraggiata della dimora la si ritrova in Laura Troubridge, Life Among the Ttrubridges a cura di Jacqueline Hope Nicholson pag 152, London, 1966.
  108. ^ a b Nigel Rees, Humphries L.Roger, Brewer's Famous Quotations: 5000 Quotations and the Stories Behind Them Pag 491, Weidenfeld & Nicolson, 2006, ISBN 9780304367993.
  109. ^ Nella descrizione che fa di lei Randolph Churchill sembra avesse "3 plis de Vénus" 3 pieghe di venere al collo come da Randolph Churchill, Reminiscences pag 105, London, 1908.
  110. ^ Wilde in particolare sembrò apprezzare la sua bellezza come descritto in Mrs Langrty as Hester Grazebrook, "World" di New York del7 novembre 1882
  111. ^ Noel B Gerson, Lillie Langtry pag 54, London, 1971.
  112. ^ Oscar Wilde citato sul Morning Herald di Halifax 10 ottobre 1882
  113. ^ Con questa sua ultima battuta si congeda dal suo amico Bodley. Informazione e risposta appresa dal diario di Bodley tenuto a Bodleian.
  114. ^ Particolare e dettagliata descrizione di Oscar Wilde in Lillie Langtry, The Days I Knew pag 86-87, London, 1925.
  115. ^ Gower, My Reminescens, Vol. II pag 153, London.
  116. ^ Come narrava Raffalovich in André Raffalovich, Oscar Wilde “Blackfriars” VIII n92, London, The Grosvenor gallery, 1927.
  117. ^ Da Some Letters of Vincet O’Sullivan to A.J.A. Symons Edimburgh 1975
  118. ^ Robertson Graham, Time was , pag 70, London, 1931.
  119. ^ Rifiutò a prescidenre sia il lavoro proposto direttamente da Miles, nel campo dell’orticoltura, che Wilde giudicò offensivo per un "giglio" come lei e anche alla rivista Life dove invece collaborava Miles come descritto in Heinrich Febelberman, The Memoirs of a Cosmopolitan, pag 125, London, 1932.
  120. ^ L’attrice non comprendeva il perché fosse così presente in ogni dove così come in G.T. Atkinson, Oscar Wilde at Oxford Pag 562, London, 1895.
  121. ^ Wilde come Henry James difendevano il concetto di essere più che fare, tipico del movimento dell’esteta. Per la risposta data a Modjeska: Should Geniuses Meet? Court and Society Review iv 4 maggio 1887 pag 413-414
  122. ^ Louise Jopling, Twenty Yeras of My Life, 1867 to 1887 pag 78, London, 1925.
  123. ^ Robert Sherard, Oscar Wilde Story of an Unhappy Friendship Pag 13, London, 1917, ISBN.
  124. ^ a b Charles Ricketts racconta nella sua opera sotto lo pesudomino Jean Paul Raymond Jean Paul Leverson, Raymond, Oscar Wilde, Recollections, London, Nonesuch Press, gennaio 1932.
  125. ^ Wilde sentendo i commenti al gesto di Norman dove scherzando dissero che a momenti gli stendevano un tappeto di fiori, subito ne approfittò gettando tutti i gigli che aveva in mano ai suoi piedi. Così come raccontato in Ada Leverson, The Last First Night “New Criterion” pag 148-153, London, 1926 gennaio.
  126. ^ W.W. Ward, An Oxford Reminiscence in Vyvyan Holland Son if Oscar Wilde Pag 220, New York, 1954.
  127. ^ Oscar Wilde in una recensione apparsa sul Saunders’s Irish Dailiy News del 5 maggio 1879
  128. ^ Ellen Terry, Raymond, Ellen Terry Memories a cura di Edith Craig e Cristopher pag 231, Saint John, 1933.
  129. ^ Oscar Wilde in una recensione del quadro “Olivia” di Whistler del 30 maggio 1885
  130. ^ Joseph Pennell, E.R., The Life of James McNeill Whistler pag 724, London, 1911.
  131. ^ Il Trilby era un opera scritta dallo stesso du Maurier Léonée Ormond, E.R., Georgedu du Maurier pag 468-469, London, 1969.
  132. ^ Scambio di battute prese da Pearson Hesketh, Gilbert His Life and Strife pag 110, London, 1957.
  133. ^ Don C. Seitz, Whistler Stories Pag 66-67, New York, 1913.
  134. ^ Karl Beckson, Oscar Wilde: The Critical Heritage Pag 59, London, Routledge, 1997, ISBN 9780415159524.
  135. ^ Jean Paul Leverson, Raymond, Oscar Wilde, Recollections Pag 29, London, Nonesuch Press, gennaio 1932.
  136. ^ Come riportato da Mrs Julia Hawthorne in Harper's Bazaar
  137. ^ Schrickx, Oscar Wilde in Belgium in 1879 and his early Interest in Gautier », in Revue des langues vivantes, n° 2-3 pag 117-256, London, 1971.
  138. ^ Henry Newbolt, Os my world as in My Time pag 96-97, London, 1932.
  139. ^ Dalla pubblicazione dell’Oxford and Cambridge Undergraduate’s Journal del 17 novembre 1881, l’opera dopo una lunga discussione non fu ammessa alla Biblioteca
  140. ^ Il padre di Frank Miles morì dopo poco e lui finì i suoi giorni in manicomio, per la diatriba con Wilde Frank Harris, His Life and Adventures pag 303, London, 1947.
  141. ^ I contatti avvennero grazie al colonnello W.F. Morse così come in W F Morse, American Lectures in the Works of Oscar Wilde la lettera si trova in un volume chiamato His Life (non vi è l’elenco delle pagine al suo interno), Boston – New York, 1999.
  142. ^ Whistler non ammetteva che si ridicolizzasse in tal modo la sua Chelsea come riferito in James McNeil Whistler, The Gentle Art of Making Enemies pag 243, London, 1904.
  143. ^ Peter Raby, Oscar Wilde Pag 12, Cambridge, Cambridge university Press, edizione 1988, ISBN 0521260787.
  144. ^ Fra le tante reazioni la più singolare fu quella proposta da Labouchere che scrisse “sono deluso da Wilde” firmandosi l’ooceano atlantico. In realtà Wilde disse tutt’altro, parlando pensando ai viaggi turbolenti che fece in passato come narra in. Richard Ellmann, Oscar Wilde pag 189-190, Rocca san casciano, Mondadori, 2001, ISBN 88-04-47897-7. Traduzione di Ettore Capriolo
  145. ^ Helen Potter, Impersonations pag 195-197, New York, 1891.
  146. ^ Ann Thwaite, Edmund Gosse pag 211, New York, 1985.
  147. ^ Fu avvisato dallo scrittore Clarence Stedman che si lamentava di quanto idioti sembravamo gli americani di fronte ad Oscar Wilde così come riportato dalla moglie in Mrs Thomas Bailey Aldirch Crowding, Memoriess pag 246, 1921.
  148. ^ Wilde accennava fra le altre cose all’importanza della satira, affermando che per mantenere la mente lucida bisognava opporsi al pensiero di quasi tutto il pubblico Britannico, così come scrisse al Daily Gazette di Cincinnati 21 febbraio 1882
  149. ^ Walt Whitman, lettera del 18 gennaio 1882 detenuta nel Texas
  150. ^ Incontro descritto in parte in un articolo uscito il 19 gennaio 1882 “Press” a Filadelfia
  151. ^ come dichiarato a Gorge Ives, diario pag 4305, detenuto nel Texas, 1901.
  152. ^ Come la regina prima di lui, in una visita al suo palazzo vicino al poeta lo assicurò a modo suo sul fatto che in Inghilterra fosse famoso <<tutta la mia servitù la legge>> per i commenti di Wilde Chris Healy, Confession of a Journalist pag 130-138, London, 1904.
  153. ^ Uwe Böker, Richard Corballis, Julie Hibbard, The Importance of Reinventing Oscar: Versions of Wilde During the Last 100 Years, Pag 111, Rodopi, 2002, ISBN 9789042014008.
  154. ^ Archibald Forbes lettera a Miss Flosce 15 gennaio 1882 (Clark)
  155. ^ Come si racconta in un articolo del Sunday Herald di Boston apparso il 29 gennaio 1882
  156. ^ Molte erano le prove a sostegno che fosse lui l’autore dell’articolo, oltre a scrivere di cose che sapevano solo loro due vi fu anche il commento di sua madre dove parlava di “sue critiche mosse a Wilde Helen Mrs Bodley, For Remembrance, opera in IV volumi, Volume I pag 648-649, London.
  157. ^ a b Richard Ellmann, Oscar Wilde pag 212-214, Rocca san casciano, Mondadori, 2001, ISBN 88-04-47897-7. Traduzione di Ettore Capriolo
  158. ^ Henry Leon Edel Adams, The Middle Philadelphia pag 31, London, 1962.
  159. ^ Mrs Henry Adams, Letters a cura di Ward Thoron pag 338 e 342, London, 1937.
  160. ^ Articolo apparso il 21 febbraio 1882 sul Daily Gazette di Cincinnati
  161. ^ W F Morse, American Lectures in the Works of Oscar Wilde Pag 81-82, Boston – New York, 1999.
  162. ^ Lewis Henry Lloyd, Justin Smith, Oscar Wilde Diuscovers America Pag 155-156, new york, 1936.
  163. ^ Ernest Samuels Henry Adams, Justin Smith, The Middle Years Cambridge pag 164Oscar Wilde Diuscovers America Pag 155-156, Cambridge, 1958.
  164. ^ Democrat and Crrinicle di Rochester dell’8 febbraio 1882
  165. ^ Articolo apparso sul Globe di Boston il 10 febbraio 1882
  166. ^ Epiteto preso da Byron solo che aveva cambiato il soggetto: infatti lui lo aveva accostato in precedenza a Roma. Così come "World", di New York del 18 giugno 1882
  167. ^ Robert D. Pepper, Irish Poets of the Nineteeth Century pag 33, San Francisco, 1972.
  168. ^ Si trattò di un errore in fase di organizzazione degli incontri come da Times and Transcript di Moncton, Diamond Jubilee luglio 1954
  169. ^ Oscar comprese in ritardo di essere stato vittima di una truffa organizzata da Hungry Joe Sellick, non sporse denuncia e questo gli permise di recuperare parte del maltolto, fu poi vittima di una presa in giro del New York Tribune, come da Tribune di New York il 29 dicembre 1882, New York Times del 29 dicembre 1882 lettera da lui scritta a John Boyle O’Reilly (in seguito venduta il 6 marzo 1945)
  170. ^ Come riporta la signorina Piffle Isabel Field, This Lufe is Loved pag 139-144, 1937.
  171. ^ a b Stuart Mason, Impressions of America pag 30-36, Sunderland, 1906. e The World del 7 marzo 1883
  172. ^ Oscar Wilde, The Letters of Oscar Wilde Pag 119 a cura di Rupert Hart-Davis, London, 1962.
  173. ^ I conti furono registrati al registro contabile della collezione Arends NYPL
  174. ^ Lady Wilde, letters. Datazione incerta, si presuppone che sia di ottobre, l’anno è il 1882. Si trova a Clark
  175. ^ Wilde era incuriositò da quel paese che sul mappampndpo sembrava così brutto (l'Australia) e voleva se lui potesse riuscire a trasformarla in qualcosa di bello. Così come dal Tribune di New York, in un articolo apparso il 31 ottobre 1882
  176. ^ dall’intervista rilasciata il 23 dicembre Andrew’s American Queen dove descriveva la malattia, che lo fece impensierire per un eventuale ricaduta: infatti non gettò i medicinali con cui si curò anche dopo la guarigione
  177. ^ Per l’occasione scelse uno sfondo quasi inadeguato a lei, le cascate del Niagara come in Lillie Langtry, The Days I Knew pag 93, London, 1925.
  178. ^ come nell'articolo apparso in "Word" di New York del 7 novembre 1882
  179. ^ Mary Anderson, A few More memories pag 20, London, 1926.
  180. ^ Mackaye Percy, Epoch: The Life of Steele Mackaye pag 444-446, da dove si leggono le lettere a Steele Mackaye, New York, 1927.
  181. ^ Tribune del 10 gennaio 1883 e del 4 febbraio 1883
  182. ^ Louis Latourette, Dernières heures avec Oscar Wilde “Nouvelles Littéraires”, dicembre 1928.
  183. ^ John Augustus, Chiaroscuro Fragments of Autobiography, First Series pag 433-434, dicembre 1952.
  184. ^ a b Robert Harborough Sherard fu uno dei più grandi biografi di Oscar Wilde, inseguito scrisse 3 libri:The Story of an Un happy Friendship del 1902, Life of Oscar Wilde 1906 e The Real Oscar Wilde del 1915, più altre piccole raccolte.
  185. ^ Sherard lettera ad A.J.A. Symons 3 giugno 1937 31 maggio 1937
  186. ^ Robert Sherard, Oscar Wilde Story of an Unhappy Friendship Pag 72, London, 1917, ISBN.
  187. ^ Oscar Wilde in occasione del suo nuovo taglio di capelli, portò un busto forse di Nerone, o forse di Antinoo al barbiere. Come si legge in Louise Jopling, Twenty Yeras of My Life, 1867 to 1887 pag 80, London, 1925.
  188. ^ Alcuni insinuarono che i suoi capelli erano diventati ricci come i suoi denti E. Terry, Memoirs pag 253.
  189. ^ Il The World per l'occasione aveva scritto una piccola poeia, come da articolo del 23 maggio 1883
  190. ^ Come da "Punch" del 31 marzo 1883
  191. ^ Douglas Goldring, South Lodge Pag 187, Cambridge, edizione 1943.
  192. ^ dalla lettera che Harry Phillips indirizzata a Sir Rupert Hart-Davis el 14 settembre 1960
  193. ^ Descrizione particolareggiata dal “.P.’s Weekly del 30 maggio del 1913
  194. ^ Dal ritaglio di giornale da cui è tratta la notizia non si è riuscito a comprendere né la data né quale giornale fosse, in ogni caso la notizia è riportata anche in Richard Ellmann, Oscar Wilde pag 275, Rocca san casciano, Mondadori, 2001, ISBN 88-04-47897-7. Traduzione di Ettore Capriolo
  195. ^ Constance Lloyd lettera a Otho Lloyd del 7 giugno 1881
  196. ^ Oscar Wilde, Alvin Redman, The Wit and Humor of Oscar Wilde Pag 123, London, Courier Dover Publications, 1959, ISBN 9780486206028.
  197. ^ The truth 18 luglio 1883
  198. ^ Herald di New York del 12 luglio 1883
  199. ^ Kenneth Rose, Superior Person Pag 72, Cambridge, edizione 1969.
  200. ^ Constance Lloyd lettera a Otho Lloyd 26 novembre 1883
  201. ^ Fra le varie lettere quella di Lady Wilde indirizzata ad Oscar del 27 novembre 1883 era firmata “La Madre” ovvero in lingua italiana
  202. ^ veniva cshernito del fatto che nelle sue conferenze parlava sempre della "casa bella", ora, secondo i suoi interlocutori aveva l’occasione di mostrarne una. Da Sir Johnston Forbes-Robertson, A Player Under Three Regins Pag 110, edizione 1925.
  203. ^ Hyde H. Montgomery, Oscar Wilde, The Trials of Oscar Wilde Pag 45, Courier Dover Publications, 1973, ISBN 9780486202167.
  204. ^ E.A. Brayley Hodgett, Moss From a Rolling Stone Pag 130, 1924.
  205. ^ L.B. Walford, Memories of Victorian Pag 147-153 230-233, London, 1912.
  206. ^ Jonathan Fryer, Wilde Pag 53, Haus Publishing, 2005, ISBN 9781904341116.
  207. ^ The Bat del 30 marzo 1886
  208. ^ Richard Ellmann, Oscar Wilde Pag 307-308, Rocca san casciano, Mondadori, 2001, ISBN 88-04-47897-7. Traduzione di Ettore Capriolo
  209. ^ Louise Jopling, Wilde Pag 79-82.
  210. ^ Anne Clark Amor, Mrs. Oscar Wilde: A Woman of Some Importance Pag 51, Sidgwick & Jackson.
  211. ^ Jonathan Hyde, Oscar Wilde Pag 21-23.
  212. ^ E. H Mikhail, Oscar Wilde: Interviews and Recollections Pag xvi, Barnes & Noble, 1979.
  213. ^ Descrizione più particolareggiata dell’abitazione in Charlotte Gere, Lesley Hoskins, Geffrye Museum, Wilde Pag 79-82, London, Lund Humphries, ISBN 9780853318187. La versione originale si trova nella University of Michigan
  214. ^ Coulson Kernahan, Good Company seconda edizione Pag 217, London, 1917, ISBN.
  215. ^ Anna Dunphy. De Brèmont, Oscar Wilde and His Mother a memoir Pag 89, London, Everett, 1914.
  216. ^ Frank Harris, Oscar Wilde His Life and Confessions Pag 337-338, Kessinger Publishing, 2005, ISBN 9781417904839.
  217. ^ Peter Raby, The Cambridge Companion to Oscar Wilde Pag XX, London, Cambridge University Press, 1997, ISBN 9780521479875.
  218. ^ Oscar Wilde, Anya Clayworth, Selected Journalism. Pag XXXVII, Oxford University Press, 2004, ISBN 9780192804129.
  219. ^ Claude Beddimgton, All that I have Met pag 41, London, 1929.
  220. ^ Oscar Wilde, The Best of Oscar Wilde: Selected Plays and Literary Criticism Pag 80, London, Signet Classic, 2004, ISBN 9780451529343.
  221. ^ Arthur Ransome, O Oscar Wilde a Critical Study Pag 32, London, 19126.
  222. ^ Oscar Wilde, Renato Miracco, Verso il sole: cronaca del soggiorno napoletano Pag 75, London, Colonnese, 1988, ISBN 9788887501148.
  223. ^ Ada Leverson, Letters of the sphinx from oscar wilde and Reminescences of the author Pag 48-49, London, 1930.
  224. ^ Maureen Borland, Wilde's Devoted Friend: A Life of Robert Ross, 1869-1918 Pag 23, London, Lennard, 1990, ISBN 9781852910853.
  225. ^ Il membro del parlamento Lord Arthur Somerset era stato al centro di diversi scandali a sfondo sessuale dell’epoca che gli costarono l’esilio dal regno. Fra i vari documenti Morris B. Kaplan, Sodom on the Thames: Sex, Love, and Scandal in Wilde Times Pag 167, Cornell University Press, 2005, ISBN 9780801436789. e Harford Montgomery. Hyde, The Cleveland Street Scandal Pag 59, Coward, McCann & Geoghegan, 1976, ISBN 9780698107755.
  226. ^ Neil McKenna, The Secret Life of Oscar Wilde: An Intimate Biography Pag 91, Century, 2003, ISBN 9780712669863.
  227. ^ Dall'articolo uscito sul Pall Mall gazzette del 17 aprile 1888
  228. ^ Barbara Belford, Oscar Wilde: A Certain Genius Pag 145, Random House, 2000, ISBN 9780679457343.
  229. ^ Da una lettera di Robert Ross indirizzata a Frank Harris del 2 maggio 1914
  230. ^ Simon Nowell-Smith, Cassell & Company, The House of Cassell, 1848-1958 Pag 149, Cassell, 1958, ISBN.
  231. ^ Alvin Sullivan, British Literary Magazines Pag 454, Greenwood Press, 1983, ISBN 9780313228711.
  232. ^ Queste informazioni ci sono pervenute in risposta alle domande di W.E. Henley, altro direttore di editoriale che si lamentava di lavorare troppo come riportato in Morley Sheridan, Oscar Wilde Pag 69, Holt, Rinehart and Winston, 1976, ISBN 9780030175862.
  233. ^ W. Rothenstein, As We Were Pag 187.
  234. ^ Bernard. Shaw, Am Autobiography Pag 50, 1970. a cura di Stanley Weintraub
  235. ^ Oscar Wilde DS a CLark
  236. ^ Wilde appena letta quella fiaba subito si diresse verso la sede centrale dell’editore dove chiese di non pubblicare altre opere simili perché era già perfetta in quel modo, l’opera in questione era stata scritta da John Gray Ricketts pag 28
  237. ^ Lionel Johnson lettera ad Arthur Galton del 18 febbraio 1890 (tenuta a Hart-Davis)
  238. ^ Barlas credeva di essere un personaggio della bibbia ma Wilde ne aveva compassione visto il male che la Bibbia aveva fatto come riportato in . Anon, Wilde As I Saw Him Pag 244-245, Book Lover, dicembre 1914.
  239. ^ Jean Paul Leverson, Raymond, Oscar Wilde, Recollections Pag 42, London, Nonesuch Press, gennaio 1932.
  240. ^ Lady Wilde lettera a Wilde giugno 1898
  241. ^ David Bispham, A quaker Singer’s Recollecrions Pag 150, New York, 1920.
  242. ^ Elizabeth Longford, A Pilgrimage of Passion: The Life of Wilfrid Scawen Blunt Pag 290-291, London, 1979, ISBN.
  243. ^ Desmond Chapman-Huston, The Lost Historian: A Memoir of Sir Sidney Low Pag 68-73, London, 1936, ISBN.
  244. ^ Douglas Ainslie, Adventures Pag 178 a cura di Aldo Camerino, London, Casini, 1922.
  245. ^ Jean Lorrain, Heures de casse Pag 31, Paris.
  246. ^ De Saix Guillot Souvenirs inédts in l'Européen Pag 141
  247. ^ Edmond Jaloux, Les Saisons littéraires Pag 170-171, Paris, 1950.
  248. ^ Coulson Kernahan, Good Company seconda edizione Pag 208, London, 1917.
  249. ^ Robert Sherard, Aesthete and Realist Morning Journal del 22 marzo 1891
  250. ^ Wilde più che affermare che la ricerca della documentazione fosse impossibile asseriva che era una fatica che non avrebbe mai fatto (parlava di un ipotetica mattinata da trascorrere al British Museum per un racconto meraviglioso, cosa che non avrebbe mai fatto) in Max Beerbohm, Oscar Wilde in Anglo-American Times del 25 marzo 1893
  251. ^ Tale commento fu udito dai suoi genitori mentre Wilde osservava la casa aspettando il ritorno di Proust Julian Philippe, Oscar Wilde Pag 246, Paris, 1967.
  252. ^ Stuart Merrill, Prose et vers: oeuvres posthumes Pag 142-145, Paris, 1925.
  253. ^ Le varie lettere di Whistler sono state raccolte in C.F. Barbier, Corriesponance Pag 98-99, Paris, 1962.
  254. ^ Gédéon Spilett in Gil Blas del 2 novembre 1897
  255. ^ Barbara Belford, Oscar Wilde: A Certain Genius Pag 185, Random House, 2000, ISBN 9-780812-992618.
  256. ^ L’assenzio verrà poi vietato nella Svizzera nel 1908, negli USA nel 1912 in Francia nel 1915 me non in Britannia Phil Baker, The Book of Absinthe: A Cultural History Pag 30, Grove Press, 2001, ISBN 9780802139931.
  257. ^ Pierre Champion, Marcel Schwob et son temps Pag 99, Paris, 1927.
  258. ^ Shane Leslie, J.E.C. Bodley Pag 18.
  259. ^ E. H. Mikhail, Oscar Wilde: Interviews and Recollections Pag XX, Barnes & Noble, 1979.
  260. ^ André Gide, Oeuvres complètes vol III Pag 476-477, Paris, 1932-1939.
  261. ^ Tale data riferisce Rickettes in Richard Ellmann, Oscar Wilde Pag 419, Rocca san casciano, Mondadori, 2001, ISBN 88-04-47897-7. Traduzione di Ettore Capriolo
  262. ^ Oscar Wilde, Isobel Murray, Oscar Wilde: The Major Works Pag 567, Oxford University Press, 2000, ISBN 9780192840547.
  263. ^ Willie aveva sposato a New York una 55enne (lui aveva quasi 20 anni di meno) ricca solo per spenderle tutti i soldi, la moglie lo portò a Londra con l’intenzione di lasciarlo li. Pearson Hesketh, The Pilgrim daughters Pag 185, London, 1961, ISBN.
  264. ^ Robertson Graham, Time was , pag 135, London, 1931.
  265. ^ Richard Whittington-Egan, 1960, ISBN.
  266. ^ Charles Hawtrey, The Truth and Last a cura di W. Somerset Maugham Pag 221-227, London, 1924.
  267. ^ Julia Neilson, This for Rememberbrance Pag 131, London, 1941.
  268. ^ Robert Ross lettera alla Saturday Review del 27 maggio 1895
  269. ^ Conte Louis (Cheiro) Hamon, Cheiro memoirs The Reminiscences of a Society Palmist Pag152-153, Philadelphia, 1913.
  270. ^ George Lewis pagò il ricattatore 100 sterline per avere il materiale con il quale lo ricattava come in Brian Roberts, The Mad Bad Line: The Family of Lord Alfred Douglas Pag 155, Philadelphia, H. Hamilton, 1981, ISBN 9780241106372.
  271. ^ Alfred Douglas, Oscar Wilde and Myself Pag 73, London.
  272. ^ gary Schmidgall, The Stranger Wilde Pag 302, London, Dutton, 1994, ISBN 9780525937630.
  273. ^ Dal daily Telegraph del 18 aprile del 1913
  274. ^ Descrizione di Beerbohm nelle sue Letters to Turner pag 38-39 e 90-91
  275. ^ Bernard J. Taylor, Feasting with Panthers Pag 1, iUniverse, 2004, ISBN 9780595312948.
  276. ^ Hyde, Trails of Oscar Wilde Pag 298, Paris, 1928.
  277. ^ Jeff Nunokawa, Tame Passions of Wilde: The Styles of Manageable Desire Pag 4, Princeton University, 2003, ISBN 9780691113807.
  278. ^ André Gide, Oeuvres complètes vol III Pag 30-33, Paris, 1932-1939.
  279. ^ Jarlath Killeen, The Fairy Tales of Oscar Wilde Pag 109, 2007, ISBN 9780754658139.
  280. ^ Herbert F . Tucker, A Companion to Victorian Literature and CulturePag 418, Blackwell Publishing, 1999, ISBN 9780631218760.
  281. ^ Max Beerbohm lettera a R. Ross (il testo lo si ritrova ad opera di Hyde)
  282. ^ H.P. Clive, Pierre Louys 1870-1925 Pag 91, Oxford, 1978.
  283. ^ G.P. Jacomb Hood, With Bruce and Pencill Pag 116, London, 1924.
  284. ^ G.P. Jacomb De, Journal opera in 4 volumi, IV volume, Pag 395, Paris, 1956.
  285. ^ La disputa sulla traduzione si protase a lungo coinvolgendo anche Beardsley e Lane vedi anche Gillespie Michael Patrick, Oscar Wilde and the Poetics of Ambiguity Pag 135, University Press of Florida, 1996, ISBN 9780813014531.
  286. ^ Trevor Fisher, Oscar and Bosie: A Fatal Passion Pag 67, London, Sutton, 2002, ISBN 9780750924597.
  287. ^ Jonathan Fryer, Andre and Oscar: The Literary Friendship of Andre Gide and Oscar Wilde Pag 82, London, 1998, ISBN 9780312303877.
  288. ^ G.T. Atkinson, Oscar Wilde at Oxford Pag 561, London, “Cornihill Magazine” LXVI, 1895 (9 gennaio).
  289. ^ William Freeman, The Life of Lord Alfred Douglas: Spoilt Child of Genius Pag 94, London, H. Joseph, 1948, ISBN.
  290. ^ Emma Calvé, My Life Pag 97-98, London, 1922.
  291. ^ Lady Wuilde lettera a Wilde del 29 marzo 1894
  292. ^ Richard Ellmann, Oscar Wilde Pag 412, Vintage Books, 1998, ISBN 9780394759845.
  293. ^ La lettera del 28 aprile 1891 risiede a Clark
  294. ^ Edgar Saltus, Wilde: An Idler s Impression Pag 18, Chicago, 1914, ISBN 9781586170264.
  295. ^ Joseph Pearce, The Unmasking of Oscar Wilde Pag 308, London, Ignatius Press, 2004, ISBN 9781586170264.
  296. ^ Richard Ellmann, Oscar Wilde Pag 438, Rocca san casciano, Mondadori, 2001, ISBN 88-04-47897-7. Traduzione di Ettore Capriolo
  297. ^ Anne Clark Amor, Mrs. Oscar Wilde: A Woman of Some Importance Pag 136, Sidgwick & Jackson.
  298. ^ Da non confondere con l'ottavo marchese dal nome simile: Archibald William Douglas, (18 Aprile 1818, 6 Agosto 1858) Caspar Wintermans, Alfred Douglas: A Poet's Life and His Finest Work Pag 21, Peter Owen, 2007, 9780720612707.
  299. ^ La sua risposta fu: <<che omino buffo che sei>> Rupert Croft-Cooke, Bosie Pag 97, Indianapolis – New York, Ignatius Press, 1963, 9781586170264.
  300. ^ Boris Brasol, Oscar Wilde: The Man, the Artist, the Martyr Pag 351, Octagon Books, 1975, ISBN 9780374909406.
  301. ^ Oscar Wilde, The Letters of Oscar Wilde Pag 438-439 a cura di Rupert Hart-Davis, London, 1962.
  302. ^ Alfred Bruce Douglas, Oscar Wilde and Myself Pag 161, J. Long, 1914.
  303. ^ Jacqueline M. Chadourne, André Gide et l'Afrique le rôle de l'Afrique dans la vie et l'œuvre de l'écrivain: le rôle de l'Afrique dans la vie et l'œuvre de l'écrivain Pag 211, A.G. Nizet, 1968.
  304. ^ Andre Gidè, Si le grain ne meurt Pag 581-596.
  305. ^ Daniel Halévy, My Friend Degas Pag 84-85, 1996.
  306. ^ Fu Ellen Terry a non comprenderla chiedendoli spiegazioni sulla sua battuta, nel silenzio generale Marguerite Steen, A Pride of Terrys: Family Saga Pag 206, 1962.
  307. ^ John Greer Ervine, Oscar Wilde: A Present Time Appraisal Pag 244, G. Allen & Unwin, 1951.
  308. ^ Alfred Douglas, Autobiography Pag 59, 1929.
  309. ^ Una versione recitava una reazione sollevata dal saperlo mentre in un'altra contava sulla sua professionalità che si sarebbe unita alla cattiveria tipica dell’amicizia. Per le due versioni: Marjoribanks, Lord Carson Pag 202. e Travers Humphreys, Trials Of Oscar Wilde (A cura di Hyde) Pag 8.
  310. ^ Lettera di Reginald Turner a G.J. Renier datata 22 marzo 1933
  311. ^ testimonianza di George Ives, dal suo diario (detenuto nel Texas)
  312. ^ F.A.K. Douglas, The Sporting Queensberrys Pag 156, 1942.
  313. ^ Frank Harris, His Life and Adventures pag 132-140, London, 1947.
  314. ^ Hyde H. Montgomery, Oscar Wilde, The Trials of Oscar Wilde Pag 67 e 252, Courier Dover Publications, 1973, ISBN 9780486202167.
  315. ^ Eric Lane, A Guide to Literary London Pag 182, Dedalus, 1988, ISBN 9780946626342.
  316. ^ Ralph Hodgson, Poets Remembered Pag 11, Cleveland, 1967.
  317. ^ Marjoribanks, Lord Carson Pag 230.
  318. ^ In un articolo di "Le Temps" del 7 gennaio 1903 – pag 4849
  319. ^ Oscar Wilde, The Importance of Being Earnest prefazione - dedica, Orchises Press, 1990, ISBN 88-386-2459-3.
  320. ^ Frank Harris, Oscar Wilde- Volume I Pag 171-172, BiblioBazaar, 2008, ISBN 9780554354866.
  321. ^ henry Harland in una lettera a Edmund Gosse del 5 maggio 1895 notò come le persone erano decuplicate rispetto alla norma
  322. ^ Come da vari articoli del Figarò: 13 aprile 1895 pag 59, 14 aprile 1895 pag 1, 16 aprile 1895 pag 1
  323. ^ Il commento fui poi pubblicato anche Octave Mirbeau, Les Ecrivains 1885-1910 Pag 39-44, Paris, 1926.
  324. ^ William T. Ewens, Thirty Years at Bow Street pag 52-53, 1924.
  325. ^ Oscar Wilde, Detti e Aforismi quinta edizione Pag 342-343, Milano, BUR, 2004, ISBN 978-88-386-3917-3.
  326. ^ Max Beerbohm, Letters to Reggie Turner a cura di Rupert Hart-Davis pag 63, London, 1964.
  327. ^ T.M Healy, Letters Pag 416, 1928.
  328. ^ William Butler Yeats, Autobiography Pag 191, London, Dedalus, 1955.
  329. ^ Robert Sherard, Oscar Wilde Story of an Unhappy Friendship Pag 170, London, 1917.
  330. ^ Rupert Croft-Cooke, Bosie Pag 127, Indianapolis – New York, Ignatius Press, 1963, 9781586170264.
  331. ^ Frank Harris, Oscar Wilde His Life and Confessions Pag 196-199, Kessinger Publishing, 2005, ISBN 9781417904839.
  332. ^ Ada Leverson, The Last First Night “New Criterion” pag 41, London, 1926 gennaio.
  333. ^ John Kelly, Collected Letters of W.B. Yeats Pag 465-466, Oxford, 1986.
  334. ^ Ada Leverson, The Last First Night “New Criterion” pag 41-42, London, 1926 gennaio.
  335. ^ Robert Sherard, Oscar Wilde Story of an Unhappy Friendship Pag 194, London, 1917.
  336. ^ Hyde H. Montgomery, Oscar Wilde, The Trials of Oscar Wilde Pag 291, Courier Dover Publications, 1973, ISBN 9780486202167.
  337. ^ Jonathan Fryer, Wilde Pag 102-103, Haus Publishing, 2005, ISBN 9781904341116.
  338. ^ Douglas ritrovò Taylor come cameriere in america nella seconda decade del 1900. Da una lettera di Montgomery Hyde del 19 settembre 1962 (ora si trova nel Texas)
  339. ^ Robert Sherard, Oscar Wilde Story of an Unhappy Friendship Pag 199, London, 1917.
  340. ^ Coulson Kernahan, Good Company seconda edizione Pag 235, London, 1917, ISBN.
  341. ^ Hugues Rebell’, Defense d'Oscar Wilde num° XV pag 174, Paris, 1895.
  342. ^ Marie Belloc Lowndes, The merry Wives of Westminster Pag 174, 1946.
  343. ^ Richard Burdon Haldane, An Autobiography Pag 164-164, 1929.
  344. ^ Oscar Wilde, The Letters of Oscar Wilde Pag 871-872 a cura di Rupert Hart-Davis, London, 1962.
  345. ^ Come da lettera di Douglas indirizzata a Ada Leverson del 13 settembre 1895
  346. ^ Robert Sherard, Oscar Wilde Story of an Unhappy Friendship Pag 214, London, 1917.
  347. ^ Constance Wilde lettera a Hannah Withhall Smith del 15 ottobre 1895
  348. ^ Stuart Merrill , Pour Oscar Wilde: Epilogoe “La Plume” del gennaio 1896
  349. ^ a b Frank Harris, Oscar Wilde His Life and Confessions Pag 232-235, Kessinger Publishing, 2005, ISBN 9781417904839.
  350. ^ John Gardiner, The Victorians: An Age in Retrospect Pag 182, Hambledon, 2002, ISBN 9781852853853.
  351. ^ Dal Bruno’s Weekly New York 22 e 29 gennaio 1916
  352. ^ Ernest Dowson, Letters. A cura di Desmond Flower e Henry Maas Pag 343, London, 1947.
  353. ^ Un detenuto aveva affermato che Wilde stesse soffrendo più di ognuno ma Oscar rispose che li soffrivano tutti allo stesso modo. Come in Eric Healy, Confessions of a Journalist Pag 130-138.
  354. ^ a b c Wilfred Hugh Chesson, A Reminiscense of 1898 Pag 390, New York, Rupert Hart-Davis.
  355. ^ Vincet O’Sullivan, Aspects of Wilde Pag 63, London, 1936.
  356. ^ Come dalle lettere di Lily Wilde a More Adey del 5 febbraio e del 13 marzo 1896
  357. ^ Vyvian Holland, Son of Oscar Wilde Pag 48-49.
  358. ^ Frank Harris, His Life and Adventures pag 234, London, 1947.
  359. ^ Come da lettera d Robert Ross a More Adey contenuta in Margery Ross, Robert Ross:Friend of Friends Pag 39-41, 1952.
  360. ^ Oscar Wilde, The Letters of Oscar Wilde Pag 400-401 a cura di Rupert Hart-Davis, London, 1962.
  361. ^ Alfred Douglas, Oscar Wilde et quelques autres, Paris? Cap XXIX, 1932.
  362. ^ Dall’archivio del ministero degli interni e
  363. ^ Oscar Wilde, The Complete works Pag 305 Edizione limitata, London, Collector’s Library editions, 2006, ISBN 978-1-904633-98-3.
  364. ^ Douglas in seguito gli chiese il significato di queste parole, la risposta di Wilde fu che lui lo doveva conoscere. Alfred, Without Apology Pag 48, 1938.
  365. ^ Reynold’s News del 28 giugno 1903
  366. ^ Parlando di Marie Corelli Wilde, come scrisse a Leonard Smithers nel dicembre 1897,disse che era una diceria assurda il fatto che fosse una donna. Per le informazioni dei secondini William Rothenstein, Men and Memories Pag 139, New York, gallery, 1931.
  367. ^ The Story of Oscar Wilde’s Life and Experiences in Reading Gaol “Bruno ‘s Weekly del 5 febbraio 1916
  368. ^ Peter Raby, The Cambridge Companion to Oscar Wilde Pag 55, London, Cambridge University Press, 1997, ISBN 9780521479875.
  369. ^ Rhoda Broughton, Second Thoughts Pag 9-10 188, 187 e 207, Rocca san casciano, Mondadori, 1880.
  370. ^ John Burroughs, naturalista, fu uno di coloro che lo avversarono durante il suo tour in America, in tal frangente ad un incontro notò il suo brutto modo di muovere schiena e fianchi mentre camminava, come raccontato in Clara Barrus, The Life and Letters of John Burroughs opera in due volumi Volume II pag 106, Boston, 1925.
  371. ^ <<Gratta Willie e troverai Oscar>> così come racconta Max Beerbohm in Max Beerbohm, Letters to Reggie Turner a cura di Rupert Hart-Davis pag 63, London, 1964.
  372. ^ Come vene definito da Paul de Reul durante uno dei suoi viaggi in Belgio, così come raccontato da Schrickx, Oscar Wilde in Belgium in 1879 and his early Interest in Gautier », in Revue des langues vivantes, n° 2-3 pag 117-256, London, 1971.
  373. ^ Oscar Wilde, frase pronunciata in risposta al doganiere che gli chiedeva se avesse qualcosa da dichiarare e riportata in Richard Ellmann, Oscar Wilde, London, Hamish Hamilton, 1987, p. 152.
  374. ^ H.W Nevinson, Changes and Chances Pag 55, London, 1923.
  375. ^ Richard Ellmann, Oscar Wilde Pag 47, Rocca san casciano, Mondadori, 2001, ISBN 88-04-47897-7. Traduzione di Ettore Capriolo
  376. ^ Edith Cooper in una lettera del 30 novembre del 1900 (BL)
  377. ^ Seymour Hicks, Between Ourselves Pag 79, London, 1930.
  378. ^ Micheal J. O’Neil, Unpublished Lecture Notes of a Speech by Oscar Wilde Pag 29-32, San Francisco "University Review", primavera 1955.
  379. ^ Micheal J. O’Neil, Autobiography Pag 87, London.
  380. ^ Masolino d’Amico sottolinea il fatto che tutti i critici letterari sono concordi sulle sue abilità di conversatore nella prefazione di Oscar Wilde, Detti e Aforismi quinta edizione Pag 7, Milano, BUR, 2004, ISBN 978-88-386-3917-3. Traduzione di Alberto Rossatti
  381. ^ Lewis R Farnell, Oxonian Looks Back Pag 31, London, 1934.
  382. ^ Arrivò ad offendere l’attore Charles Brookfield per via del fatto che durante gli incontri quando assaggiava il tè non si toglieva mai i guanti da Robert Sherard, The Real Oscar Wilde Pag 163, London, 1917, ISBN.
  383. ^ Pearson Haskett, The Life of Oscar Wilde Pag 20-21, London, 1946, ISBN.
  384. ^ La vecchia, dopo aver ricevuto anche una somma di denaro lo salutò benedicendolo scena descritta in James Rennell, Rodd Social and Diplomatic Memories 1884 – 1893 Pag 22-25, London, 1922.
  385. ^ Richard Ellmann, Oscar Wilde Pag 162, Rocca san casciano, Mondadori, 2001, ISBN 88-04-47897-7. Traduzione di Ettore Capriolo
  386. ^ in Richard Ellmann, Oscar Wilde Pag 234, Rocca san casciano, Mondadori, 2001, ISBN 88-04-47897-7. Traduzione di Ettore Capriolo
  387. ^ Lewis Henry Lloyd, Justin Smith, Oscar Wilde Diuscovers America Pag 180, new york, 1936. e vedesi anche il Daily Gazette di Cincinnati del 21 febbraio 1882 grazie all’aiuto di Wilde potè aprirsi uno studio a Parigi ma in seguito non si dimostrò riconoscente
  388. ^ Molti sono stati i suoi complimenti come quelli riferiti a Homer Watson, Louis Fréchette, Elizabeth Pennell, Nathalie Clifford Barney e padre Ryan Kevin O’ Brein, Oscar Wilde in Canada pag 67, Toronto, 1982.
  389. ^ Martin Birnbaum, Oscar Wilde, Fragments and Memories pag 28-29, London, 1920.
  390. ^ Elizabeth Robbins, Both Sides of the Curtain Pag 12-22.
  391. ^ Ellmann Richard (ed. by), The Artist as Critic: Critical Writings of Oscar Wilde pag 276, London, W. H Allen, 1970
  392. ^ Prefazione a Oscar Wilde Scelti e tradotti da Alex R. Falzon edizione speciale uscita con Epoca n.1973 del 25-07-1988 mondadori
  393. ^ Hugues Rebell’, Defense d'Oscar Wilde num° XV pag 182-190, Paris, 1895.
  394. ^ Philip Hoare, Oscar Wilde's Last Stand: Decadence, Conspiracy, and the Most Outrageous Trial of the Century Pag 15, London, Arcade Publishing, 1998, ISBN 9781559704236.
  395. ^ Jorge Luis Borges, Sopra Oscar Wilde in altre inquisizioni pag 85, Milano, Feltrinelli, 1973. Traduzione di Francesco Tentori Montalto
  396. ^ Oscar Wilde, Russell Jackson, Bobby Fong, Ian Small, Karl Beckson, Joseph Bristow, The Complete Works of Oscar Wilde: Poems and Poems in Prose pag Pag X, Oxford, Oxford University Press, 1925, ISBN 9780198119609.
  397. ^ Osbert Burdett, The Beardsley Period pag 57, London, 1925, ISBN.
  398. ^ Mario Praz, La letteratura inglese dai Romantici al Novecento pag 191, Firenze, Sansoni, 1971.
  399. ^ Mario Praz, Oscar Wilde, il patto con il serpente, pag 254, Milano, Mondadori, 1972.
  400. ^ Patrick M. Horan, The Importance of Being Paradoxical: Maternal Presence in the Works of Oscar Wilde Pag 30, London, Fairleigh Dickinson Univ Press, 1997, ISBN 9780838637333.
  401. ^ Jonathan Fryer, Wilde Pag 3, Haus Publishing, 2005, ISBN 9781904341116.
  402. ^ Oscar Wilde, The Letters of Oscar Wilde a cura di Rupert Hart-Davis Pag 143, London, 1962.
  403. ^ Regenia Gagnier, Idylls of the Marketplace: Oscar Wilde and the Victorian Public Pag 80, Stanford University Press, 1986, ISBN 9780804713344.
  404. ^ Il Graal, ovvero il mitico calice che tutti cercavano e che donava a seconda delle leggende immortalità o sovranità. In un intervista a Sybil Bristowe, Mr W.B. Yeats, Poet and Mystic apparsa il 4 aprile 1913 sul Daily Mail and Record
  405. ^ Walter. Pater, A Novel by Mr Oscar Wilde Pag, Bookman, 1891.
  406. ^ J J Renaud, Nella prefazione alla traduzione di Intentions Pag VII-XII, Paris, 1905.
  407. ^ Charles H Dennis, Eugene Field’s Creative Years pag 213, New York, 1924.
  408. ^ Come quelle del 1993 e del 1997 tenutosi a Birmingham, con la presenza, fra gli altri, di Russell Jackson e Ian Small, due scrittori
  409. ^ Oscar Wilde, Linda C. Dowling, The Soul of Man Under Socialism and Selected Critical Prose: & Selected Critical Prose Pag VII – VIII, London, Penguin Classics, 2001, ISBN 9780140433876.
  410. ^ Oscar Wilde, Aforismi a cura di Alex Falzon Pag 63 "Avvertenza", Mondadori, 2000, ISBN 88044779141.
  411. ^ Breve antologia di aforismi pubblicata nel 1894 su «The Chameleon», la rivista degli universitari di Oxford.
  412. ^ Nel marzo del 1891, un mese prima che l’opera apparisse in volume, la prefazione fu pubblicata sulla «Fortnightly Review».
  413. ^ Oscar Wilde, The Complete works Pag VIII Edizione limitata, London, Collector’s Library editions, 2006, ISBN 978-1-904633-98-3.
  414. ^ La rivista Punch (con l'uscita del 25 giugno 1881), commentò la pubblicazione del suo primo volume di poesie, Poems, stampato a proprie spese nel 1881, affermando che la sua poesia era come stata "addomesticata, mansueta". Citato in Oscar Wilde: The Critical Heritage, edizione di Karl E. Beckson, London, Routledge & Kegan Paul, 1970, pag 3
  415. ^ Richard Ellmann, Oscar Wilde Pag 485, Rocca san casciano, Mondadori, 2001, ISBN 88-04-47897-7. Traduzione di Ettore Capriolo
  416. ^ Oscar Wilde, The Letters of Oscar Wilde a cura di Rupert Hart-Davis pag 148, London, 1962.
  417. ^ Denys Sutton, Walter Sickert pag 30, London, 1976.
  418. ^ Lettera a Mary Anderson, l'attrice che doveva impersonificare il ruolo della Duchessa in Oscar Wilde, The Letters of Oscar Wilde Pag 139 a cura di Rupert Hart-Davis, London, 1962.
  419. ^ De Saix Guillot, Oscar Wilde chez Maeterlinck, da Les Nouvelles littéraires 25 ottobre del 1945
  420. ^ Enrique Gomez Carrillo, En Plena Bohemia in Orbas completas Pag 190 e seguenti, Madrid, 1919-1922.
  421. ^ Maurice Sisley La Salomé de M. Oscar Wilde, dal “Le Gaulois del 29 giugno 1892
  422. ^ Lillie Langtry, The Days I Knew pag 97, London, 1925.
  423. ^ Louise Jopling, Twenty Yeras of My Life, 1867 to 1887 pag 81, London, 1925.
  424. ^ L'opera integrale in inglese in Wikisource.
  425. ^ Altrimenti conosciuta come «L'importanza di essere onesto» (l'opera integrale in inglese è disponibile in Wikisource) per il gioco di parole (voluto e funzionale alla trama, ma non esprimibile nella traduzione italiana) sulla pronuncia della parola inglese earnest (serio, probo, onesto) e il nome Ernest.
  426. ^ Tale commento era di di Ross. In Oscar Wilde, More Letters of Oscar Wilde Pag 196 a cura di Rupert Hart-Davis, London, 1985.
  427. ^ L'opera integrale in inglese nel progetto Gutenberg.
  428. ^ Richard Ellmann, Oscar Wilde Pag 315, Rocca san casciano, Mondadori, 2001, ISBN 88-04-47897-7. Traduzione di Ettore Capriolo
  429. ^ Oscar Wilde, The Complete works Pag 3-8 Edizione limitata, London, Collector’s Library editions, 2006, ISBN 978-1-904633-98-3.
  430. ^ David Weir, Decadence and the Making of Modernism Pag 69, Univ of Massachusetts Press, 1995, ISBN 9780870239922.
  431. ^ Harold Bloom, Kabbalah and Criticism Pag 66, Continuum International Publishing Group, 2005, ISBN 9780826417374.
  432. ^ Ernest Dowson, Letters. A cura di Desmond Flower e Henry Maas Pag 182, London, 1947.
  433. ^ E.F. Maxwell, Time Gathered Pag 97.
  434. ^ Pearson Haskett, The Life of Oscar Wilde Pag 145, London, 1946, ISBN.
  435. ^ David Wayne Thomas, Cultivating Victorians: Liberal Culture and the Aesthetic Pag 180, 2004, ISBN 9780812237542.
  436. ^ Gene H. Bell-Villada, Art for Art's Sake and Literary Life Pag 215, U of Nebraska, 1998, ISBN 9780803261433.

Bibliografia

In lingua italiana

  • (IT) Richard Ellmann, Oscar Wilde, Rocca san casciano, Mondadori, 2001, ISBN 88-04-47897-7. Traduzione di Ettore Capriolo
  • (IT) Oscar Wilde, Detti e Aforismi quinta edizione, Milano, BUR, 2004, ISBN 978-88-386-3917-3. Traduzione di Alberto Rossatti
  • (IT) Gaunt William, L’avventura estetica: saggio sul decadentismo nell’età vittoriana, Torino, Einaudi, 1962.
  • (IT) Amendolara Marco, Indagine su Oscar Wilde, Salerno, Ripostes, 1994.
  • (IT) Bà Paolo, Dorian Gray un mito vittoriano, Urbino, Quattro Venti, 1982.
  • Robert Hichens, Il garofano verde (1894), Longanesi, Milano 1953 - (The green carnation - testo integrale in inglese)
  • Kazimierz Brandys, Hotel d'Alsace e altri due indirizzi (Charaktery i pisma) (1991), e/o, Roma 1993.
  • Alberto Vittor Ugo Zioni, Il garofano blu. Per la prima volta, tutto il racconto della vita di Lord Alfred Douglas l'adorato amico di Oscar Wilde, Simonelli, Milano 1999.
  • Andrea Bergamini, Amori grandi per grandi uomini, Enola, Roma 2000.
  • D’Amico Masolino, Oscar Wilde: il critico e le sue maschere, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 1973.
  • D’Amico Masolino, Severi Rita (a cura di), La vita come arte: Oscar Wilde, le arti e l’Italia, con un saggio di Merlin Holland, Palermo, Novecento, 2001.
  • Eco Umberto, Sulla letteratura (2002), Milano, Bompiani, 2003.
  • Franci Giovanna, Le mille e una maschera di Oscar Wilde, Bologna, Bonomia University press, 2002.
  • Franci Giovanna, Silvani Giovanna, The importance of being misunderstood. Homage to Oscar Wilde, Bologna, Patron, 2003.
  • Jackson John Wyse (a cura di), Autobiografia di un dandy: scritti inediti, traduzione e nota introduttiva di Anna Luisa Zazo, Milano, Mondadori, 1996.
  • Micks La Regina Gabriella, La verità di una maschera: il pensiero estetico di Oscar Wilde, Pescara, CLUA, 1984.
  • Nicholls Mark, The importance of being Oscar: the wit and wisdom of Oscar Wilde set against his life and times (1980), London, Robson, 1981.
  • Scarfò Pasquale, Oscar Wilde: profilo letterario, Napoli, Ediz. letterarie, 1962.
  • Silvani Giovanna, Il cerchio di Narciso: figure e simboli dell’immaginario wildiano, Napoli, Liguori, 1998.

In lingua inglese

  • (EN) Gagnier R, Oscar. Wilde and the Victorian Public, Palo Alto, California, Standford University Press, 1986.
  • (EN) Guy Josephine M., Ian Small, Wilde’s profession: writing and the culture industry in the late nineteenth century, Oxford, Oxford University Press, 2000.
  • (EN) Von Eckardt Wolf, Sander L.Gilman, J.Edward Chamberlin, Oscar Wilde’s London: a scrapbook of vices and virtues, 1880-1900, Garden City, N.Y., Anchor Press, 1987.
  • Bartlett Neil, Who was that man? A present for Mr Oscar Wilde, London, Serpent’s Tail, 1988.
  • Beckson Karl (ed. by), Oscar Wilde: The Critical Heritage, London, Routledge & K. Paul, 1970.
  • Belford Barbara, Oscar Wilde: a certain genius, London, Bloomsbury, 2000.
  • Brasol Boris, Oscar wilde: the man, the artist, the martyr (1938), New York, Octagon Books, 1975.
  • Coakley Davis, Oscar Wilde: the importance of being Irish, Dublin, Town House & Country House, 1994.
  • Cohen Philip K, The moral vision of Oscar Wilde, Rutherford, Fairleigh Dickinson University Press, London, Associated University Presses, 1978.
  • Danson Lawrence, Wilde’s intentions: the artist in his criticism, Oxford, Clarendon, 1997.
  • Eagleton Terry, Saint Oscar, London, Bookmarks, 2004.
  • Ellmann Richard, A Collection of Critical Essays, Englewood Cliffs, London, Prentice Hall, 1969.
  • (EN) Ellman Richard, Wilde and the Nineties, Princeton, Princeton University Press, 1966.
  • Ellmann Richard (ed. by), The Artist as Critic: Critical Writings of Oscar Wilde, London, W. H Allen, 1970.
  • Ellmann Richard, Oscar Wilde, London, Hamish Hamilton, 1987.
  • Fingal O’Flahertie Wills, Aphorisms of Oscar Wilde, selected and arranged by G. N. Sutton, London, Methuen & CO 1914.
  • Fingal O’Flahertie Wills, Wit and Wisdom of Oscar Wilde, Collected by Cecil Hewetson, Duckworth, London, 1960.
  • Gardiner Juliet, Oscar Wilde: a life in letters, writings and wit, London, Collins & Brown, 1995.
  • Knox Melissa, Oscar Wilde in the 1990s: the critic as creator, Rochester, NY, Camden House, 2001.
  • McKenna Neil, The secret life of Oscar Wilde. London, Arrow, 2004.
  • Pearce Joseph, The Unmasking of Oscar Wilde, London, HarperCollins, 2000.
  • Ransome Arthur, Oscar Wilde, A Critical Study, London, Martin Secker, 1912.
  • Schmidgall Gary, The stranger Wilde: interpreting Oscar, London, Abacus, 1994.
  • Woodcock George, The paradox of Oscar Wilde, [S.l.], Boardman, 1949.

Altri progetti

Collegamenti esterni