Roberto Saviano

scrittore, giornalista e sceneggiatore italiano (1979-)
Versione del 30 nov 2008 alle 20:47 di Vito Calise (discussione | contributi) (Correggo refuso.)
«Io so e ho le prove. E quindi racconto. Di queste verità.»

Roberto Saviano (Napoli, 22 settembre 1979) è un giornalista e scrittore italiano. Nei suoi scritti, articoli e nel suo libro usa la letteratura e il reportage per raccontare la realtà economica, di territorio e d'impresa della camorra e della criminalità organizzata in genere.

Roberto Saviano

Dal 2006 in seguito al "libro-inchiesta" Gomorra subisce frequenti minacce ed intimidazioni, e per questo vive sotto scorta dal 13 ottobre dello stesso anno.[1] Dopo che il 14 ottobre 2008, un pentito rivela che esiste un piano per uccidere lo scrittore entro Natale con un attentato spettacolare sull'autostrada A1 nel tratto Roma-Napoli, Roberto Saviano decide di abbandonare a tempo indeterminato l'Italia.

Per le sue posizioni coraggiose è considerato un "eroe nazionale" da importanti scrittori e personaggi culturali del calibro di Umberto Eco.[2]

Cenni biografici

Figlio di un medico, si è laureato in Filosofia all'Università degli Studi di Napoli Federico II, dove è stato allievo dello storico meridionalista Francesco Barbagallo.[3] Collabora con L'espresso e La Repubblica in Italia e molte sono le sue collaborazione all'estero con Time, El Pais, Die Zeit e Washington Post.

Il 14 ottobre 2008 una confidenza ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli fatta da Carmine Schiavone, il primo grande pentito casalese e cugino del boss Francesco Schiavone detto Sandokan (il capo dei capi del Casalesi riconosciuto come tale anche ora che è detenuto e condannato all'ergastolo), rivela che esiste un piano, ormai in fase operativa, per uccidere lo scrittore e gli uomini della scorta entro Natale con un attentato spettacolare sull'autostrada Roma-Napoli in stile Capaci.

Lo stesso Carmine Schiavone, interrogato dai magistrati il giorno dopo smentirà di essere a conoscenza di un piano dei Casalesi per uccidere Saviano. La risposta dello scrittore non tarda a farsi sentire: "E' ovvio che lo dica; se lo dicesse, implicitamente dovrebbe ammettere di avere ancora rapporti con la criminalità organizzata".[4]

Il caso Gomorra

Nel 2006 esce il suo primo romanzo, "Gomorra - Viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra", un viaggio nel mondo affaristico e criminale della camorra e dei luoghi dove questa è nata e vive: la Campania, Napoli, Casal di Principe, San Cipriano d'Aversa, luoghi dove l'autore è cresciuto (per dovere di cronaca occorre specificare che il padre di Saviano racconta in un'intervista di come molte leggende siano nate intorno al figlio che in realtà non ha mai vissuto nello specifico a Casal Di Principe[5]) e dei quali fa conoscere al lettore una realtà inedita agli occhi di chi da tali luoghi non proviene. Il libro parla di ville sfarzose di boss malavitosi create a copia di quelle di Hollywood, di campagne pregne di rifiuti tossici smaltiti per conto di mezza Europa, di una popolazione che non solo è connivente con questa criminalità organizzata, ma addirittura la protegge e ne approva l'operato; l'autore ci racconta quindi di un Sistema (questo il vero nome usato per riferirsi alla camorra) che adesca nuove reclute non ancora adolescenti, facendo loro credere che il loro sia l'unica scelta di vita possibile, di boss-bambini convinti che l'unico modo di morire come un uomo vero sia quello di morire ammazzati[6], e di un fenomeno criminale influenzato dalla spettacolarizzazione mediatica, in cui i boss si ispirano negli abiti e nelle movenze ai divi del cinema.

Ad ottobre 2008 il libro ha venduto oltre 1,8 milioni di copie nella sola Italia[7] ed è stato tradotto in 43 paesi. È presente nelle classifiche di Best seller in Germania, Olanda, Belgio, Spagna, Francia, Svezia, Finlandia, Lituania. Gomorra è anche diventato un film (uscito nelle sale italiane il 16 maggio 2008), candidato nel settembre 2008 a concorrere al premio Oscar come miglior film straniero.

Il successo ottenuto dal libro ha creato diversi problemi all'autore: a partire dalle lettere minatorie, le telefonate mute ma anche e soprattutto da una sorta di isolamento ambientale. Come infatti lo stesso Saviano afferma[8], dopo l'uscita del libro i negozianti campani presso i quali era solito rifornirsi lo invitarono a fare la spesa altrove per il fatto di aver invitato la gente a ribellarsi ai boss.

Dopo che nell'ottobre 2006 l'allora Ministro dell'Interno Giuliano Amato ha deciso di affidargli la scorta per motivi di sicurezza, a Roberto Saviano è risultato impossibile anche affittare casa a Napoli.[9] Nell'ottobre del 2008 Roberto Saviano ha deciso così di lasciare l'Italia, "almeno per un periodo e poi si vedrà", anche in seguito alle minacce, confermate da informative e dichiarazioni di collaboratori di giustizia che hanno svelato il progetto di eliminarlo da parte del clan dei Casalesi.

«Penso di aver diritto a una pausa. Ho pensato, in questo tempo, che cedere alla tentazione di indietreggiare non fosse una gran buona idea, non fosse soprattutto intelligente. Ho creduto che fosse assai stupido - oltre che indecente - rinunciare a se stessi, lasciarsi piegare da uomini di niente, gente che disprezzi per quel che pensa, per come agisce, per come vive, per quel che è nella più intima delle fibre ma, in questo momento, non vedo alcuna ragione per ostinarmi a vivere in questo modo, come prigioniero di me stesso, del mio libro, del mio successo. 'Fanculo il successo. Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamorarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e scegliermi un libro leggendo la quarta di copertina. Voglio passeggiare, prendere il sole, camminare sotto la pioggia, incontrare senza paura e senza spaventarla mia madre. Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non dover parlare di me, sempre di me come se fossi un malato terminale e loro fossero alle prese con una visita noiosa eppure inevitabile. Cazzo, ho soltanto ventotto anni! E voglio ancora scrivere, scrivere, scrivere perché è quella la mia passione e la mia resistenza e io, per scrivere, ho bisogno di affondare le mani nella realtà, strofinarmela addosso, sentirne l'odore e il sudore e non vivere, come sterilizzato in una camera iperbarica, dentro una caserma dei carabinieri - oggi qui, domani lontano duecento chilometri - spostato come un pacco senza sapere che cosa è successo o può succedere. In uno stato di smarrimento e precarietà perenni che mi impedisce di pensare, di riflettere, di concentrarmi, quale che sia la cosa da fare. A volte mi sorprendo a pensare queste parole: rivoglio indietro la mia vita. Me le ripeto una a una, silenziosamente, tra me.»

L'appello dei premi Nobel

Il 20 ottobre 2008, sei premi Nobel internazionali si mobilitano per Roberto Saviano, chiedendo che lo Stato Italiano faccia qualsiasi sforzo per proteggerlo e sconfiggere la camorra, ponendo l'accento sul fatto che la criminalità organizzata non è un problema di polizia che riguarda solo lo scrittore, ma un problema di democrazia che riguarda tutti i cittadini liberi. Questi cittadini, concludono i sei premi Nobel nel loro appello, non possono tollerare che gli eventi descritti nel libro accadano in Europa nel 2008, così come non possono tollerare che il prezzo da pagare per aver denunciato questi eventi sia la rinuncia alla propria libertà ed alla propria incolumità. I sei premi Nobel firmatari dell'appello sono Dario Fo, Mikhail Gorbaciov, Gunter Grass, Rita Levi Montalcini, Orhan Pamuk e Desmond Tutu.

L'appello è stato firmato da scrittori del calibro di Jonathan Franzen, Javier Marías, Jonathan Safran Foer, Jonathan Lethem, Martin Amis, Chuck Palahniuk, Nathan Englander, Ian McEwan, Hans Magnus Enzensberger, José Saramago, Elfriede Jelinek, Wislawa Szymborska, Betty Williams, Lech Walesa, Paul Auster, Siri Hustvedt, Peter Schneider, Colum McCann, Patrick McGrath, Cathleen Shine, Junot Diaz, Tahar Ben Jelloun, Taslima Nasreen, Caro Llewelyn, Ingrid Betancourt, Adam Michnik e Claudio Magris. Anche i media stranieri rilanciano l'iniziativa: da El País al Le Nouvel Observateur, dal Courrier International fino ad Al Arabiya e alla Cnn[11].

Dopo l'iniziativa, diverse radio hanno aperto i loro microfoni a dibattiti e commenti sul tema, in particolar modo la trasmissione Fahrenheit tramesse da Radio 3 ha organizzato una maratona di letture di Gomorra in cui si sono alternati personaggi della cultura, dell'informazione, dello spettacolo e della società civile. Numerose città italiane hanno inoltre offerto la cittadinanza onoraria allo scrittore mentre numerose sono state le scuole che hanno sottoscritto l'appello. La Casa della Memoria e della Storia, a Roma, ha infine ospitato per otto ore una lettura corale di Gomorra[12].

In aggiunta alle firme dei sei eminenti esponenti, i normali cittadini hanno potuto firmare l'appello su una apposita pagina del quotidiano La Repubblica.[13] Le firme raccolte sono state complessivamente più di 250.000[14]

Musica

Roberto Saviano ha scritto insieme al rapper napoletano Lucariello, una canzone, "Cappotto di legno", musicata da Ezio Bosso, in cui è descritta la storia di un killer che si prepara ad uccidere lo stesso Saviano.

Il gruppo torinese dei Subsonica ha dedicato a Roberto Saviano la canzone "Piombo", contenuta nell'album L'eclissi.

Bibliografia

Libri

Audio libri



Articoli
  • Mauro Curradi, scrittore d'Africa, «Nazione Indiana», 17-07-2004 (da «Pulp Libri»[15], gennaio 2003)
  • L'odiatore, «Nazione Indiana», 04-05-2004 (una versione ridotta di quest'articolo è uscita su «Pulp Libri» nel 2003)
  • L'infinita congettura, «Nazione Indiana», 27-02-2004
  • La città di notte, «Nazione Indiana», 22-03-2004
  • Un sogno leghista, «Nazione Indiana», 21-02-2003
  • La parola camorra non esiste, «Nazione Indiana», 16-09-2003
  • Annalisa. Cronaca di un funerale, «Nazione Indiana», 9-04-2004
  • Su Gustaw Herling, «Nazione Indiana», 03-06-2004 (da «Pulp Libri», n. 48)
  • Giancarlo Siani, «Nazione Indiana», 11-06-2004
  • Vi racconto di Marano e dei due compari, «Nazione Indiana», 05-08-2004
  • L'affermazione della libertà. Intervista a Mauro Curradi, «Nazione Indiana», 24-08-2004
  • Kaddish per Enzo, «Nazione Indiana», 27-08-2004
  • La bugia perenne, «Nazione Indiana», 23-09-2004
  • Lettera a Federico Del Prete, «Nazione Indiana», 13-10-2004
  • La brillante carriera del giovane di sistema, «Nazione Indiana», 26-10-2004 (da «il manifesto», 24-10-2004)
  • Qui, «Nazione Indiana», 23-11-2004
  • Il mestiere dei soldi, «Nazione Indiana», 15-12-2004 (da «Sud. Rivista di cultura, arte e letteratura» [16], n. 3, dicembre 2004)
  • Felicia, «Nazione Indiana», 08-12-2004
  • Pandori e moda. La camorra spa, «Nazione Indiana», 23-12-2004 (da «il manifesto», 16-12-2004)
  • Isaac Bashevis Singer, «Nazione Indiana», 14-01-2005 (da «Pulp Libri», n. 52, novembre-dicembre 2004)
  • Boss e poeti, «Nazione Indiana», 13-02-2005 (da «Corriere della Sera - Corriere del Mezzogiorno», gennaio 2005)
  • Giuliana Sgrena: quello che sta accadendo di Sergio Nazzaro e Roberto Saviano, «Nazione Indiana», 25-02-2005
  • 33, «Nazione Indiana», 14-03-2005 (da «Corriere della Sera - Corriere del Mezzogiorno», 13-03-2005)
  • Ferdinando Tartaglia, Fenomenologia di un'eresia anarchica, «Nazione Indiana», 10-04-2005 (da «PULP», n. 53, gennaio-febbraio 2005)
  • Il matriarcato, «Nazione Indiana», 14-05-2005 (da «Corriere della Sera - Corriere del Mezzogiorno», 16-04-2005)
  • Scrivere sul fronte meridionale. Lettera agli amici indiani, «Nazione Indiana», 17-04-2005
  • La terra padre, «Nazione Indiana», 02-06-2005 (da «Nuovi Argomenti», n. 30, aprile-giugno 2005)
  • Io so e ho le prove, «Nazione Indiana», 02-12-2005 (da «Nuovi Argomenti», n. 32, ottobre-dicembre 2005)
  • Super santos, pali e capistazione, «Nazione Indiana», 10-10-2005 (da Il pallone è tondo, a cura di Alessandro Leogrande, L'ancora del mediterraneo, 2005)
  • Scampia Erzegovina 13-07-2005 «I Miserabili» (da Generazioni. Nove per due, L'ancora del mediterraneo, 2005)
  • Langewiesche, scrittore d'aria, di terra e di mare, «Nazione Indiana», 02-12-2005 (da «Pulp Libri», n. 56, luglio-agosto 2005)
  • Inferno napoletano, «L'espresso» n. 36 14-09-2006
  • Da Scampia si vede Pechino, «L'espresso» n. 38, 28-09-2006
  • E voi dove eravate, «L'espresso» n. 46, 21-11-2006
  • Quanto costa una parola, «L'espresso» n. 52, 4-01-2007
  • Vi racconto l'impero della cocaina, «L'espresso» n. 10, 15-03-2007
  • Spartani di George Bush, «L'espresso» n. 12, 29-03-2007
  • Guai a raccontare questo paese, «L'espresso» n. 15, 19-04-2007
  • Io sto con gli indiani, «L'espresso» n. 16, 23-04-2007

Note

  1. ^ La lezione di Gomorra su Espresso.repubblica.it
  2. ^ Umberto Eco: non lasciamo da solo Saviano La Repubblica, 16 ottobre 2006
  3. ^ Francesco Barbagallo; Università di Napoli
  4. ^ Attentato a Saviano, pentito smentisce Adn Kronos, 15 ottobre 2008
  5. ^ http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200810articoli/37355girata.asp
  6. ^ Robertosaviano.com, Tutti quelli che conosco o sono morti o sono in galera. Io voglio diventare un boss
  7. ^ Robertosaviano.com, rassegna stampa
  8. ^ Umberto Eco: non lasciamo da solo Saviano, La Repubblica, 16 ottobre 2006
  9. ^ Un piano per uccidere Saviano, La Stampa, 14 ottobre 2008
  10. ^ Io, prigioniero di Gomorra lascio l'Italia per riavere una vita, La Repubblica, 15 ottobre 2008
  11. ^ Per Saviano in campo gli scrittori, boom di adesioni all'appello dei Nobel La Repubblica, 21 ottobre 2008
  12. ^ Saviano: "Ogni voce che resiste mi rende meno solo" La Repubblica, 22 ottobre 2008
  13. ^ Raccolta firme per Roberto Saviano La Repubblica
  14. ^ Firma per Roberto Saviano La Repubblica
  15. ^ "Pulp Libri" è una rivista culturale periodica (caporedattore Fabio Zucchella)
  16. ^ "Sud. Rivista europea", Lavieri edizioni

Voci correlate

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