Treviso
Template:Comune Treviso (in veneto Treviso /tre'vizo/) è un Comune di 81.627 abitanti (190.000 abitanti l'agglomerato urbano con i Comuni contermini), capoluogo dell'omonima Provincia (867.503 abitanti al 31/10/2007), una delle sette della Regione Veneto. È sede vescovile della Diocesi di Treviso.

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Geografia
Città situata nella pianura veneta, a circa 15 km a sudovest della riva destra del Piave alla confluenza tra il Sile, fiume di risorgiva, ed altri corsi d'acqua quali il Botteniga che, ricevuti il Giavera e la Piavesella e giunto al cuore della città, si suddivide in diversi rami e canali (Cagnan "Grando", Cagnan "Medio" o Buranelli, Roggia o Siletto, il Canale delle Convertite), e lo Storga che lambisce il comune ad est.
Clima
In base alla media trentennale di riferimento (1961-1990), la temperatura passa dal valore minimo di -1 °C di gennaio-febbraio al valore massimo di 28 °C di luglio-agosto.
Le precipitazioni medie annue superano i 900 mm e i valori massimi si riscontrano tra l'estate e l'autunno. Sempre in estate possono svolgersi dei fenomeni a carattere burrascoso, spesso accompagnati da violente grandinate.
In inverno, la notte si hanno solitamente temperature al di sotto dello zero e quindi ghiaccia facilmente. Inoltre, almeno per alcuni giorni all'anno, sono probabili delle nevicate di una certa entità.
[1]
TREVISO | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 7 | 9 | 13 | 17 | 22 | 26 | 28 | 28 | 25 | 19 | 12 | 7 | 7,7 | 17,3 | 27,3 | 18,7 | 17,8 |
T. min. media (°C) | −1 | 1 | 4 | 8 | 12 | 15 | 18 | 17 | 14 | 9 | 4 | −1 | −0,3 | 8 | 16,7 | 9 | 8,3 |
Precipitazioni (mm) | 67 | 65 | 71 | 68 | 90 | 105 | 66 | 91 | 78 | 81 | 87 | 62 | 194 | 229 | 262 | 246 | 931 |
Umidità relativa media (%) | 79 | 74 | 70 | 71 | 68 | 71 | 69 | 70 | 72 | 75 | 76 | 79 | 77,3 | 69,7 | 70 | 74,3 | 72,8 |
Cenni generali sulla città
Paragonata spesso alla vicina Venezia per i numerosi rivi che la solcano, Treviso si può ancora specchiare nella descrizione che di lei fu data da un suo illustre cittadino, Giovanni Comisso, il quale la definì «una gentilissima struttura medievale in giuoco bizzarro con le chiare acque dei fiumi che l'attraversano e né le distruzioni di guerre né il cattivo gusto degli uomini riescono ancora a tramutare». Seppure parzialmente alterata dalla ricchezza e dagli interventi, sovente contestati, portati avanti negli anni a cavallo del Terzo Millennio[senza fonte], Treviso mantiene ancora un aspetto gentile e riservato dove, accanto ad i luoghi più celebri e frequentati, si celano strade minori, vicoli, rivali, canali e barbacani che mantengono integro il fascino di una città ricca di storia.
Il nome e le origini mitiche
Si suppone che il nome Tarvisium sia frutto di una romanizzazione di un precedente toponimo a sua volta relativo ai Taurusci, gruppo etnico di area celtica, anticamente stanziato sui Monti Tauri all'estremità orientale delle Alpi e che si ipotizza abbia costituito la prima comunità trevigiana. Non manca peraltro chi ha ricondotto il nome all'espressione indoeuropea tarvos (toro) con l'aggiunta di un suffisso -isium di chiara derivazione romanistica. Una terza opinione si rifa invece al etimo gallico trev- poi modificato in tarv- con il significato di villaggio di legno. È da citare, inoltre, l'ipotesi che vorrebbe la nascita del nome "Tarvisium" da una statua a tre volti che doveva campeggiare nella piazza centrale dell'agglomerato. In ultimo deve altresì citarsi la tesi di una derivazione dalla combinazione di due termini romani Ter- e -visi in relazione ai tre colli (in latino, appunto, visi), corrispondenti agli attuali Duomo, Piazza dei Signori e Piazza Sant'Andrea, su cui sarebbe stata edificata la città.
Quanto alle origini, anche Treviso conosce numerose ricostruzioni mitologiche sui suoi albori, per lo più dovute a miti formatisi nel corso del Medioevo su impulso delle più influenti famiglie nobiliari. Il mito più noto risale alle Antiquitatum variarum di Giovanni Annio da Viterbo dove si afferma che la città sarebbe stata fondata dai Taurusci, popolo di origini orientali e seguace del dio Api, sacro toro dell'Antico Egitto. I Veneti, infatti, oppressi dai Giganti dell'Istro, avrebbero invocato l'intervento della divinità egiziana che, al fianco dei Taurusci, avrebbe sbaragliato i Giganti in una leggendaria battaglia. A perenne ricordo delle gesta, i vincitori fondarono Taurisium, la città del Toro sacro.
Una seconda ricostruzione, fornita da Giuseppe Bertusi, narra dell'arrivo in Veneto verso l'anno 900 a.C. del mitico Dardano, capostipite dei Troiani, il quale avrebbe fondato una città, Eugania. A difesa della stessa sarebbero state erette quattro fortezze, la maggiore e più settentrionale delle quali, prese il nome di Tusino. A guida della fortezza vi sarebbe stato tale Montorio, presunto capostipite della famiglia dei Collalto. Sempre al Montorio si dovrebbe far risalire il posizionamento sulla porta principale della città di una donzella tricipite in marmo verde, recando così il mutamento di nome da Tusino a Trevisi, in riferimento ai tre volti della scultura.
Nel corso della sua storia millenaria la città (e, conseguentemente, i suoi abitanti) è stata indicata con diversi nomi, tra i quali, i francesi Trévise e Trevigny (il primo ancor oggi in uso nella lingua Francese), ed i tardo latini o italiani Tarvisi, Trevisi, Trevigi, Trivigi.
Storia
L'attuale città di Treviso, centro principale della Marca Trevigiana, aveva il nome latino di Tarvisium; la città fu altresì nota come Trevigi o Trivigi.
Dall'età del bronzo a libero comune
Sorta in epoca pre-romana (resti dell'età del bronzo) come villaggio di Paleoveneti su tre alture poste nei pressi di un'ansa del fiume Sile, vicino alla confluenza con altri corsi d'acqua provenienti da nord, l'antica Tarvisium divenne municipio romano all'indomani della sottomissione della Gallia Cisalpina da parte dei Romani medesimi. La posizione geografica la collocava nei pressi della strada Postumia che, attraverso l'antica Opitergium, giungeva sino ad Aquileia, e ne fece sin dagli esordi un vivace centro commerciale della decima provincia augustea, la Venetia et Histria. La decadenza del tardo impero si fece sentire anche a Treviso benché, all'indomani della caduta dell'Impero Romano d'Occidente e durante il regno di Teodorico, Treviso fosse ancora un centro annonario di prim'ordine punto d'attrazione della terraferma veneta (Cassiodoro). Nel corso del VI secolo, la città era contesa tra i Goti ed i Bizantini , nondimeno, secondo la tradizione, la città dava i natali proprio a Totila glorioso capo militare dei Goti vincitore sui Bizantini proprio alle parte di Treviso. Conquistata dai Longobardi, fu eretta a sede di uno dei 36 ducati del regno e dotata di un'importantissima zecca per il conio della moneta. L'accrescimento della sua importanza e la sua strategica posizione geografica le valsero, sotto il regno di Desiderio, il privilegio di essere sede dell'unica zecca della Regione dove venivano emessi i Teremissi aurei. La zecca continuò ad operare anche sotto i Carolingi, e dopo una interruzione (causata probabilmente da un forte terremoto avvenuto nel 778 con migliaia di vittime - da "Storia d'Italia di I. Montanelli"), fino alla dedizione a Venezia con il più modesto bagatino. Superato il periodo della riconquista giustinianea e dei primi regni barbarici, rimasta indenne da un tentativo di sacco da parte degli Unni di Attila, la città scontava meno di altre le difficili condizioni economico e sociali che avvolgevano l'Italia degli ultimi secoli del I millennio. Ciò non toglie che, per ragioni geografiche e per le razzie che ad onde si abbattevano sui centri del Nord Italia, notevole fu il contributo dato dai Trevigiani alla fondazione della città che, in seguito, più d'ogni altra ne avrebbe condizionato il futuro, Venezia. Fu tuttavia con la rinascita dell'Anno Mille che Treviso, datasi statuti comunali e combattuto l'imperatore Federico detto Barbarossa accanto ai comuni della Lega Veronese e di quella Lombarda, conobbe un incredibile sviluppo, ampliandosi nelle dimensioni ed arricchendosi di magnifiche case affrescate, che le valsero il soprannome di urbs picta ovvero città dipinta. Il vivere trevigiano divenne sinonimo di vita gaudente e la città si animava di feste e celebrazioni, quali quella del Castello d'Amore che, se da un lato richiamavano dentro le sue mura genti da tutta Italia, da un diverso punto di vista la rendevano invisa agli animi più puritani. Citata da Dante Alighieri che vi trascorse parte del suo esilio (dove Sile e Cagnan s'accompagna, nella sua Comedìa) e da Fazio degli Uberti nel suo Dittamondo, ove ne decantava "le chiare fontane" ed il "piacer d'amor che quivi è fino", la città crebbe ulteriormente in ricchezza e fasto per tutto il XII e XIII secolo dotandosi di una delle prime Università (1321) d'Europa e contendendo alle limitrofe Padova e Verona il ruolo di città principe di quella che, al tempo, veniva chiamata Marca Trivigiana intendendo con l'espressione buona parte dell'attuale Veneto.
Dalla Signoria alla Repubblica Veneta
In modo analogo alle pricipali città del Nord Italia, anche Treviso assistette alla crisi della forma comunale ed il successivo passaggio alla forma di governo signorile.
La prima famiglia ad impossessarsi di Treviso furono gli Ezzelini, signori del territorio tra il 1237 ed il 1260 quando si succedettero i fratelli Ezzelino III da Romano e Alberico da Romano. La città fu quindi preda di nuove lotte intestine tra i Guelfi filopapali ed i Ghibellini, sostenitori di un riavvicinamento all' Impero, tanto che solo nel 1283, a seguito della vittoria dei primi, si assistette ad una decisa ripresa economica e culturale durata fino al 1312. Benessere e ricchezza sottoposero Treviso e le città sue satelliti (Castelfranco Veneto, eretta dai Trevigiani contro i Padovani che le contrapposero Cittadella, Conegliano e Ceneda liberate dal dominio vescovile e sottratte a Belluno e Feltre) agli appetiti delle signorie contermine, specialmente a quelle dei Carraresi e degli Scaligeri.
Dominata dalle famiglie dei Collalto e i Da Camino, la Marca si trovò coinvolta in guerre e saccheggi nel periodo dal 1329 al 1388 e fu occupata dagli Scaligeri nel decennio 1329-1339. La lotta per il potere sulla città venne momentaneamente placata nel 1339 quando, datasi spontaneamente a Venezia, Treviso andò a costituire il primo possedimento in terraferma della Serenissima Repubblica.
Coinvolta assieme a Venezia nelle guerre per il primato sulla penisola italiana, la città fu retta dal duca d'Austria tra il 1381 ed il 1384 per passare, nel 1384 e fino al 1388, ai Carraresi. Riunitasi nuovamente a Venezia, Treviso venne da quest'ultima trasformata in una vera propria fortezza e dotata delle sue celebri mura nel 1509 quando la Repubblica di Venezia dovette resistere agli assalti della Lega di Cambrai. Il veronese Fra' Giocondo presiedette alle opere di ristrutturazione della città ed alla erezione di imponenti bastioni nonché alla predisposizione di mirabili opere idrauliche dentro e fuori le mura cittadine. I borghi furono ristrutturati, le porte d'accesso alla città passarono a tre (San Tomaso, Santi Quaranta ed Altinia) e la capacità difensiva fu tale da meritarsi i complimenti dell'erede al trono d'Austria, pure acerrimo avversario dei veneziani, che la definì imprendibile.
XX secolo
(...)
Contemporanea
Stemma
"Di rosso alla croce d'argento accantonata in capo da due stelle del secondo, di otto raggi, circondato da due rami di quercia e d'alloro, annodati da un nastro dai colori nazionali."
Nell'araldica civica italiana la croce è tipica delle città aderenti al partito guelfo; il metallo argento è di gusto francese perché furono i crociati Francesi ad adottare la croce argentata per distinguersi. Le stelle sembrano senza significato se non quello di semplice ornamento di gusto araldico mediovale [2].
Onorificenze
La città di Treviso è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione: è stata infatti insignita della Medaglia d'Oro al Valor Militare il 13 aprile 1948 per i sacrifici sofferti dalle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale con la seguente motivazione:
— Settembre 1943 - aprile 1945
Riconoscimenti
Nel marzo 2006 Treviso è stata premiata dalla Caritas-Migrantes come la provincia italiana con il primato per l'integrazione degli immigrati, come documentato nel rapporto sull'integrazione degli immigrati in Italia commissionato dal CNEL.[4]
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa di San Francesco
Nei primi anni del XIII secolo il Libero Comune emanò gli Statuti che permettevano agli ordini religiosi di insediarsi all'interno delle Mura. Un gruppo di frati francescani, inviati dallo stesso S.Francesco, giunse a Treviso nel 1216 e presero sede in un oratorio dedicato alla Madonna, in una zona oltre il Cagnan Grande. La comunità divenne presto numerosa e nel 1231 si cominciò a costruire la Chiesa e il Convento. Nel 1270 vennero ultimate le costruzioni. Nel 1797 la Chiesa divenne di proprietà francese e nel 1806 venne soppressa dalle leggi napoleoniche. Fu così adibito per scopo militare e per stalla. Nel 1928, dopo un restauro, la Chiesa venne riaperta. L'architettura impiegata per la costruzione è un momento di transizione fra il romanico e il primo gotico. Nella lunetta sopra il portale c'è un affresco attribuito a Marco Veneziano (1235). La struttura della Chiesa è costituita da un'unica navata e da cinque cappelle. Sulla parete sinistra c'è un affresco raffigurante S.Cristoforo, opera romanico-bizantina del fine 1200. Nella cappella maggiore vi è il dipinto "Quattro Evangelisti", probabilmente opera di un allievo di Tommaso da Modena. Nella prima capella a sinistra è presente un'opera di Tommaso da Modena, l'affresco " Madonna con il bambino e Sette Santi" (1350). Nella seconda cappella a sinistra vi è un affresco di Maestro di Feltro, "Madonna e Quattro Santi" del 1351. La chiesa di S.Francesco ospita le tombe di alcune persone celebri: Pietro Alighieri e Francesca Petrarca i più importanti. Il primo, figlio di Dante Alighieri, era un giudice, poeta e commentatore residente a Verona che morì a Treviso, durante un soggiorno, nel 1364. La seconda, figlia di Francesco Petrarca, morì di parto nel 1384.
Chiesa di San Nicolò
I frati domenicani giunsero a Treviso nel 1221. Già nel 1231 il Comune finanziava dei progetti per la costruzione di una chiesa ad una navata. Secondo una leggenda, Papa Benedetto XI (Niccolò Boccasino) elargì 70 000 fiorini d'oro per la costruzione della chiesa attuale. Lo stile impiegato nella costruzione è una transizione tra il romanico veneto e il gotico d'otralpe. La chiesa si trova sulla riva sinistra del fiume Sile con affianco il seminario vescovile con la celebre sala del capitolo, è a croce latina ed è formata da tre navate e cinque cappelle absidali. Sono presenti molti affreschi importanti di Tommaso da Modena: San Romualdo, Sant'Agnese e il Redentore, San Girolamo nello studio. Importante è l'affresco di S Cristoforo che si trova nella zona orientale della chiesa: tra questi il più antico affresco conosciuto in Europa dove sono raffigurati degli occhiali. L'organo a due mani, tuttora funzionante, è stato costruito da Gaetano Callido e le ante sono state dipinte da Giacomo Lauro. San Nicolò rappresenta l'edificio di culto più imponente e maestoso di tutto il territorio trevigiano.
Duomo
Il Duomo di Treviso, intitolato a San Pietro, si affaccia sull'omonima piazza caratterizzata da una forma piuttosto asimmetrica e allungata. Le sue origini risalgono all'età paleocristiana (VI secolo) e fu costruito in un'area centralissima della città dove, come testimoniano i reperti, sorgevano un tempio, un teatro e, forse, delle terme. Tra l'XI e il XII secolo l'area assunse l'impianto attuale e lo stesso duomo fu modificato secondo lo stile romanico (di questo periodo è la cripta). Nel Settecento si preferì demolire l'edificio per ricostruirlo in stile neoclassico.
L'unico reperto dell'edificio romano ancora esistente è l'antico portale.
La cappella del Santissimo (XVI secolo) ospita la tomba del vescovo Niccolò Franco (XV secolo), il quale, con l'aiuto dei Francescani, costruì il Monte di Pietà; notevole per le decorazioni di gusto rinascimentale è il monumento funebre del vescovo Zanetti, scolpito nel 1484 da Pietro Lombardo da Carona, attivo a Venezia.
La cappella del Malchiostro, collocata nell'abside, risale al 1520 e fu commissionata da Broccardo Malchiostro, segretario del vescovo-umanista Bernardo de Rossi. Fu affrescata dal Pordenone e conserva una celebre Annunciazione del Tiziano.
L'affresco del catino absidale è dell'artista trevigiano Antonio Beni.
Il Duomo è caratterizzato da sette cupole, cinque poste nella navata centrale ed altre due che chiudono le cappelle.
Degno di nota è anche l'organo, costruito dalle ditte Kuhn e Hradetzky nel 2000.
Architetture civili
Monte di Pietà e Cappella dei Rettori
Nelle vicinanze della Piazza dei Signori si trova il Monte di Pietà. Esso fu fondato per combattere l'usura praticata dagli ebrei in quanto era il mercato dei pegni. Il simbolo del Monte di Pietà è il Cristo che mostra le sue stigmate. Nel primo piano dell'edificio si trova la chiesa di S.Lucia, mentre al secondo piano si trova la Cappella dei Rettori. Essa non è un luogo sacro; il suo nome deriva dalla forma ad abside decorata. All'interno della saletta in cui si riunivano le persone, vi sono degli affreschi di Ludovico Toeput detto Pozzoserrato (Anversa 1550 – Treviso 1605), artista fiammingo che si ispirò alle ville palladiane. In questo luogo venivano inflitte le pene capitali, rimane ancora un piccolo altare che testimonia l'esatto punto in cui venivano applicate. Il condannato era posto in modo tale da guardare l'icona del Cristo e pentirsi dei suoi peccati.
Loggia dei Cavalieri
Il simbolo del potere politico assunto da nobili e cavalieri nel periodo del Libero Comune è la Loggia dei Cavalieri, esemplare del romanico trevigiano che risente dell'eleganza bizantina. Fu costruita sotto il potere del podestà Andrea da Perugia (1276) come luogo di convegni, conversazioni, giochi e il popolo non poteva accedervi.
Piazza dei Signori e Palazzo dei Trecento
A nord della piazza sorge il Palazzo di Podestà (fine 1400) che conserva caratteristiche medievali lungo il Calmaggiore. All'inizio di questa strada sorgeva un tempo la Fontana delle tette, che dopo la caduta della Repubblica Veneta fu rimossa e venne ritrovata dall'abate Balio e attualmente è conservata a Ca' da Noal. Piazza dei Signori si chiamava anche Maggiore o della Berlina, in quanto qui veniva praticata una punizione chiamata appunto berlina: i colpevoli venivano esposti e umiliati in pubblico. Nella piazza si possono notare numerosi leoni con il Vangelo aperto, segno della dominazione della Serenissima. Iniziata la costruzione nel 1200, il Palazzo dei Trecento ospitava i membri del Maggior Consiglio, di cui ne faceva parte anche il podestà. Era chiamato anche "Palazzo della Ragione" in quanto questo luogo era il centro sociale-amministrativo della città. Il giorno 07-04-1944 il palazzo dei trecento è stato centrato da una bomba lanciata dagli Americani durante un'incursione aerea della seconda guerra mondiale (in quell'occasione la città venne devastata), questa ha sfondato il tetto del salone principale al primo piano dopodiché è esplosa prima di sfondare la loggia sottostante. La parete meridionale e parte di quella orientale sono letteralmente esplose mentre la parte rimanente di quella orientale e la parete settentrionale risultavano avere uno strapiombo in alcuni punti di quasi un metro. Sono stati costruiti dei pilastri di sostegno per evitare che le pareti crollassero e ci sono voluti diversi anni prima che il palazzo venisse restaurato portando le pareti a piombo e ricostruendo quelle crollate. Ora rimane solo una cicatrice nelle pareti esterne del palazzo e parte degli affreschi nella parte interna sono andati distrutti.
Piazza Rinaldi
Piazza Rinaldi è stata costruita dalla ricca famiglia Rinaldi. Piazza Rinaldi, a differenza di Piazza Duomo, segue uno schema abbastanza simmetrico. La piazza ospitava tre palazzi di epoche differenti, ma tutte in possesso della famiglia Rinaldi. Il primo è stato costruito nel Duecento ed era la residenza dei Rinaldi appena giunti a Treviso e fuggiti da Federico Barbarossa. Il secondo palazzo, di epoca quattrocentesca, è decorato con curiosi archi ogivali inflessi in una loggia al primo piano. Il terzo è ultimo palazzo è di origine settecentesca. Nella piazza vi era una "stazione di posta". Qui arrivavano persone che, grazie all'aiuto dei cavalli, smistavano e trasportavano la posta. Fungeva anche da dormitorio e osteria. All'inizio del Novecento divenne luogo di mercato e incontro.
Ponte di Pria
Il "Ponte di Pria" (Ponte di Pietra) è un ponte situato in una zona in cui confluiscono le acque del Cagnan (Canale) Grande, il quale ospita l'isola di Pescheria, il Canale dei Buranelli ed un altro canale. Qui vi sono delle chiuse, ideate e costruite da Fra' Giocondo. Le chiuse servivano ad inondare i dintorni di Treviso per bloccare l'avanzata dei Francesi.
Quartiere latino
Questa è una delle zone di Treviso che hanno subito i maggiori cambiamenti nell'arco degli ultimi anni. Il nuovo quartiere è stato, infatti, inaugurato il 30 settembre 2006 dopo otto anni di intensi lavori di recupero; laddove sorgeva l'ex-ospedale della città intitolato a santa Maria dei Battuti (o anche detto san Leonardo), ora sono stati ricavati negozi, piazze, bar, uffici, abitazioni ma soprattutto la sede distaccata dell'Università degli studi di Padova (già attiva dal 2000) e il Palazzo dell'Umanesimo latino. Tutto il complesso si caratterizza per la freschezza e la chiarezza dei materiali utilizzati, uniti ad un uso sapiente dell'illuminazione che arricchisce questa parte della città. Nella zona, al di là del Sile, sorge anche la sede distaccata dell'Università Ca' Foscari di Venezia. Il nome di "quartiere latino", suggerisce l'idea di un quartiere un po' bohemien pieno di librerie e artisti: si tratta in realtà di un lussuoso piccolo "centro commerciale" e direzionale, totalmente privo di librerie ma ricco di negozi di vestiti e di uffici e appartamenti di pregio.
Architetture militari
Porta Santi Quaranta
La porta garantiva l'accesso alla città (cinta da mura) alle persone provenienti da Ovest (Padova e Vicenza). Costruita ai primi del 1500, quando la città apparteneva alla Repubblica Veneta, è intitolata a 40 martiri cristiani che, soldati durante la persecuzione di Licinio in Armenia, si rifiutarono di onorare degli idoli e furono per questo puniti con l'assideramento e il rogo. In periodo risorgimentale la Porta assunse il nome di Porta Cavour (la strada che dalla Porta va verso piazza dei Signori, si chiama tuttora "Borgo Cavour"), per poi tornare all'originaria denominazione. La costruzione è a pianta quadrata e la facciata, in pietra d’Istria, con tre archi di cui quello centrale più ampio sopra il quale spicca il leone alato, simbolo del potere di Venezia sulla terra ferma. Sopra l’arco centrale, la scritta indicante il nome della porta: in latino per chi esce da Treviso (“Porta Sanctorum Quadraginta”) ed in veneto per chi vi entra (“Porta de Sancti Quaranta”).
Altro
Canale dei Buranelli
Il canale dei Buranelli è una delle più pittoresche diramazioni del Botteniga che caratterizzano il centro storico. Il toponimo si riferisce ad uno dei ponti che attraversa il corso d'acqua, detto appunto ponte dei Buranelli, nei pressi del quale si trova tuttora un edificio cinquecentesco un tempo dimora e magazzino di commercianti provenienti dall'isola lagunare di Burano.
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[5]

La popolazione dell'area cittadina di Treviso può essere stimata in almeno 106.000 abitanti. Per quanto gli abitanti del comune siano circa 80.000 l'area urbana si estende nei comuni contigui (nella totalità del loro territorio oppure solo in parte). Le località considerate a questo fine sono:
Frescada (comune di Preganziol) circa 5.000 abitanti, adiacente quartiere di San Lazzaro;
Dosson (comune di Casier) circa 5.500 abitanti, adiacente al quartiere di Frescada;
Lanzago (comune di Silea) circa 3.500 abitanti, quartiere della zona est a nord della tangenziale;
Biban (comune di Carbonera) circa 3.000 abitanti, affiancato al quartiere di Selvana;
Fontane (comune di Villorba) circa 7.000 abitanti, espansione nord dell'abitato di Treviso e adiacente alla zona di Santa Maria del Rovere.
Per ultimo è da ricordare la sensibile espansione che ha subito l'area metropolitana (o agglomerazione urbana) di Treviso in questi ultimi anni, la maggiore espansione percentuale delle città capoluogo del Triveneto, nonché una fra le maggiori d'Italia.[senza fonte] Essa è data dagli otto comuni limitrofi confinanti con il comune centrale, ovvero in senso antiorario partendo da ovest: Paese, Quinto di Treviso, Preganziol, Casier, Silea, Carbonera, Villorba e Ponzano Veneto. La grande espansione è dovuta sicuramente all'incremento e rafforzamento delle attività economiche (soprattutto del settore industriale) dell'area urbana e ad un notevole afflusso di immigrati. Alla fine degli anni 80 essa contava 160.000 abitanti, per giungere a 180.000 nel 2002 e agli attuali 188.000. In totale il tasso d'incremento medio annuo percentuale in questi ultimi 20 anni è stato dello 0.85% circa, accelerato in questo decennio all'1.10%.
Cultura
Musica
A Treviso si svolge annualmente uno dei maggiori festival nazionali dedicati alla musica antica per organo, oltre alla stagione legata al teatro e alla sua orchestra la città è sede di numerosi cori polifonici e popolari (nel 2003 ha ospitato il festival della coralità veneta) tra cui il coro Stella Alpina diretto da Diego Basso, la città infine ha una sua Banda Musicale (Banda musicale Domenico Visentin di Treviso) nata, nella sua forma attuale, nel 1963.
Da molti anni inoltre nella prima settimana di luglio si svolge il Festival musicale "Suoni di Marca". Il contesto è quello delle mura del centro storico.
Scienze matematiche
Di particolare rilievo per l'utilizzo in ambito scientifico è la stampa nel 1478 dell'Arte dell'abbaco, opera meglio nota in ambito accademico come Treviso Arithmetic, scritto da un insegnante anonimo in lingua Veneta, primo testo stampato conosciuto del mondo occidentale di insegnamento dell'aritmetica e della matematica, uno dei primi testi stampati scientifici di tutta Europa. Esso era rivolto particolarmente all'educazione della classe media e in particolare al mondo mercantile.
Cucina
Dal punto di vista eno-gastronomico la città è conosciuta principalmente per due cose: il radicchio rosso di Treviso e lo Spritz (un aperitivo molto apprezzato dai giovani trevigiani). Lo Spritz, in realtà di origine austriaca, è semplicemente vino bianco allungato con l'acqua, ma da una decina di anni a questa parte vinee aggiunto anche Aperol o Campari o Select, e l'immancabile fettina di arancia.
Altri piatti tipici sono: risi e bisi (riso con i piselli), pasta e fasioi (pasta con i fagioli), sardee in saor (sardine con la cipolla), sopa coada (zuppa di piccioni), "cuniccio coa pearada" (coniglio con sals ai peperoni verdi, ricetta antichissima ormai sconosciuta alle odierne generazioni). Tra i vini prodotti nella provincia spiccano per qualità il Prosecco il Cartizze, il Fragolino e il Cabernet, .
Secondo alcuni il Tiramisù, dolce ormai diffuso in tutto il mondo, sarebbe nato in un ristorante di Treviso negli anni '60 e, secondo la tradizione, il nome deriva dal fatto che i frequentatori delle case chiuse dovevano, dopo l'incontro "amoroso" appunto "tirarse su".
Dolce tipico, ma meno conosciuto al di fuori della regione, è la Fregolotta, una sorta di crostata molto dura ma ricca di burro sale e zucchero. I trevigiani amano mangiare la Fregolotta assieme ad un buon bicchiere di prosecco, fresco e frizzante.
Treviso vanta anche un'autonoma ricetta nella preparazione delle frittole che si consumano in abbondanza durante il carnevale. Queste frittole, la cui tradizione si sta perdendo, sono diverse da quelle veneziane (più conosciute) e non di minor gusto.
Personalità legate a Treviso
Tra le personalità più celebri che abbiano avuto i natali a Treviso o la cui vita abbia avuto un particolare legame con la storia della città, sono da ricordare il condottiero Totila, i papi Benedetto XI e Pio X, le famiglie degli Ezzelini, dei Da Camino, degli Olivi, il Beato Andrea Giacinto Longhin, l'economista Giuseppe Toniolo, il pittore Gino Pinelli; gli scultori Antonio Carlini e Arturo Martini; il letterato e militante socialista Vittorio Gottardi, lo scrittore Giovanni Comisso, il pittore Bené, (...)
Legati alla città sono anche gli allenatori di calcio Bepi Pillon e Alberto Cavasin, il senatore Bruno Visentini, i calciatori Aldo Serena (nato a Montebelluna) e Alessandro Del Piero (nato a Conegliano), il pallavolista Alberto Cisolla, i giocatori di pallacanestro Roberto Premier e Denis Marconato, il rugbista Alessandro Troncon, Giovanni Pinarello (fondatore dell'omonima ditta), il bassista dei Pooh Red Canzian (nato a Quinto di Treviso), il violinista Giuliano Carmignola, lo stilista Pierre Cardin, la showgirl Melita Toniolo, il giocatore di poker Luca Pagano e la famiglia Benetton, titolare dell'omonima azienda di abbigliamento con sede a Ponzano Veneto.
Eventi
Geografia antropica
Urbanistica
Suddivisioni amministrative
Al comune di Treviso non appartengono ufficialmente delle frazioni, ma al di fuori del centro storico si contano numerosi quartieri e sobborghi che spesso prendono il nome dalla parrocchia presente. A sud del corso del Sile, partendo da ovest, si incontrano Canizzano, Sant'Angelo, San Zeno, San Lazzaro, Sant'Antonino; a nord San Giuseppe, Monigo, San Paolo, San Liberale, Santa Bona, San Pelajo, Santa Maria del Rovere, Selvana, Fiera (più precisamente, Sant'Ambrogio della Fiera). Altri quartieri meno importanti sono Chiodo, Sant'Artemio, Borgo Furo, la Ghirada.
Benché la legge non preveda l'obbligo di decentramento per i comuni delle dimensioni di Treviso, il territorio è comunque ripartito in cinque circoscrizioni, che sono:
- circ. A - centro storico;
- circ. B - zona circostante le mura;
- circ. C - Monigo-San Liberale-San Paolo-Santa Bona-San Pelajo;
- circ. D - San Giuseppe-Sant'Angelo-Canizzano;
- circ. E - San Lazzaro-San Zeno-Sant'Antonino.
Dal punto di vista ecclesiastico, Treviso è sede vescovile e la città è divisa in 27 parrocchie raggruppate tra i vicariati di Treviso e di Santa Maria del Rovere.
Economia
Agricoltura
Artigianato
Industria
Servizi
Turismo
Infrastrutture e trasporti
Strade
Ferrovie
Aeroporti
Mobilità urbana
Amministrazione
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- Vice Sindaco: Giancarlo Gentilini, dopo due mandati consecutivi come sindaco
Politica
Il partito Lega Nord dall'inizio degli anni '90 ha la maggioranza relativa dei consensi nella provincia di Treviso.
Gemellaggi
Variazioni
La circoscrizione territoriale ha subito le seguenti modifiche: nel 1920 aggregazione della frazione Monigo staccata dal comune di Paese (Censimento 1911: pop. res. 1333). [6]
Sport
Di seguito le squadre sportive più importanti di Treviso:
- Benetton Pallacanestro Treviso (5 scudetti);
- Lame della Marca Trevigiana (scherma Treviso) vanta più campioni italiani e parecchi azzurri nella spada;
- Sisley Volley Treviso (9 scudetti, l'ultimo quest'anno);
- Benetton Rugby Treviso (13 scudetti) e A.S. Tarvisium ruggers 69;
- Red Panthers Benetton, rugby femminile (20 scudetti, 13 ufficiali e 7 ufficiosi);
- Treviso Foot-Ball Club 1993, nel 2005-2006 per la prima volta in Serie A.
- Società Tiro a Segno Nazionale Sezione di Treviso, 5 scudetti consecutivi dal 1986 al 1990.
Fortissimo è il legame di Treviso con il ciclismo; la città, infatti, nel 1999 ha ospitato la prova a cronometro dei mondiali su strada, manifestazione organizzata assieme a Verona. Inoltre è stata molte volte arrivo di tappa del Giro d'Italia, le ultime nel:
- 1999 (2 giugno): 18ª tappa, cronometro individuale vinta dall'ucraino Serhiy Honchar
- 2004 (21 maggio): 12ª tappa, vinta da Alessandro Petacchi.
Il 1º giugno 2007 da piazza dei Signori è partita la 19ª tappa.
Proprio di Treviso, infine, è la storica azienda Pinarello che produce biciclette da corsa.
La città ha dato i natali al campione olimpionico Matteo Tagliariol.
Note
- ^ www.eurometeo.com/italian/climate Temperature massime, minime e precipitazioni medie
- ^ Mary Falco Moretti, Stemmi di Comuni e province Venete - edizioni in Castello Venezia, 1985
- ^ [1]
- ^ IV Rapporto sull'integrazione degli immigrati in Italia a cura di Caritas-Migrantes su commissione del CNEL, marzo 2006, pdf
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
- ^ Fonte: ISTAT - Unità amministrative, variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000 - ISBN 88-458-0574-3
Bibliografia
Bailo Luigi, Guida della Città di Treviso, Zoppelli, Treviso, 1872 Bruneta Ernesto, Vanzetto Livio, Storia di Treviso Il Poligrafo, Padova, 1988 Brunetta Ernesto, Storia di Treviso (vol.4) L'età contemporanea, Marsilio, Venezia , 1993 ISTAT - Unità amministrative, variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000 - ISBN 88-458-0574-3
Voci correlate
Altri progetti
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- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Treviso
Collegamenti esterni
- (IT) Bookmarca Portale a cura della biblioteca comunale di Treviso sui siti web riguardanti Treviso e il territorio della provincia di Treviso
- Club Alpino Italiano di Treviso
- (IT) Comune di Treviso
- (IT) Diocesi di Treviso
- (IT) Turismo a Treviso
- (IT) Album fotografico su Treviso
- (IT) Rapporto Caritas/Migrantes
- (IT) Tutti i comuni della Marca trevigiana
- (IT) Storia di Treviso
- (VEC) Prima pagina dell'aritmetica di Treviso, il primo libro di matematica stampato in tutto l'Occidente e uno dei primi testi scientifici stampati di tutta Europa