L'ultimo dei Corleonesi

film TV del 2007 diretto da Alberto Negrin

L'ultimo dei corleonesi è un film per la TV trasmesso dalla RAI il 14 febbraio del 2007 diretto da Alberto Negrin, nel quale viene raccontata l'ascesa del clan dei corleonesi e dei suoi capi: Michele Navarra, Luciano Liggio, Totò Riina ed infine Bernardo Provenzano. Ascolto: 6.360.000 telespettatori e 26,70% di share.[senza fonte]

Anno
Durata102'
Crediti
Prima visione

Trama

La fiction parte con la Strage di Capaci e con l'arresto di Bernardo Provenzano. All'improvviso prende il via un flash-back che porta il film nella Corleone del 1948 quando Provenzano, insieme all'amico Totò Riina, viene notato da Luciano Liggio, feroce killer di Michele Navarra, il medico capomafia del paese. Egli ordina l'assassinio di Placido Rizzotto, sindacalista comunista che vuole che le terre siano distribuite ai contadini. Ad eseguire il delitto è lo stesso Liggio, che getta il cadavere in un dirupo. Navarra uccide in ospedale l'unico testimone dell'omicidio, il bambino Giuseppe Letizia. Ad indagare c'è l'allora capitano dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa che fa arrestare Navarra. Liggio, Riina e Provenzano fanno un patto di sangue e diventano inseparabili. Pochi anni dopo sono a Piano di Scala ad effettuare la macellazione clandestina di bestiame rubato. Ormai sono troppo potenti per dipendere da Navarra (che appena scarcerato ha ordinato un fallito attentato ai danni di Liggio), e per questo lo fanno uccidere e si danno allo sterminio dei suoi fidati, che vengono quasi tutti uccisi in un conflitto a fuoco durante una processione, in cui Totò Riina salva la sua fidanzata Ninetta Bagarella dalla sparatoria. Poi i Corleonesi tentano di impadronirsi dell'edilizia di Palermo. Riina e Liggio vengono assolti al processo di Bari del 1969 e si vendicano uccidento il boss Michele Cavataio nella Strage di Viale Lazio. Nell'agguato però muore pure Calogero Bagarella, fratello della fidanzata di Totò Riina, Ninetta. Nel 1974 Liggio viene arrestato e Riina e Provenzano, latitanti da alcuni anni, diventano gli unici capi del clan corleonese. Provenzano conosce Saveria Benedetta Palazzolo e la sposa. Riina scatena la seconda guerra di mafia e dopo di essa diventa capo incontrastato di Cosa Nostra. Ordina l'uccisione di Carlo Alberto Dalla Chiesa, appena nominato prefetto di Palermo, e comincia la feroce "guerra allo stato" che culminerà con la Strage di Capaci e la Strage di via D'Amelio. Riina viene arrestato nel 1993 e Provenzano rimane da solo al timone della mafia siciliana. A dargli la caccia si presentano il procuratore Piero Grasso e la squadra di polizia denominata "Gruppo Duomo", guidata da Renato Cortese che scopre che nel 2003 Provenzano si è ricoverato in Francia per curare un tumore alla prostata. Seguendo la scia dei cosiddetti "pizzini", nel 2006 Provenzano è arrestato nelle campagne di Corleone. Allora s'interrombe il flash-back e tutto ritorna all'inizio e Provenzano, arrestato, incontra il procuratore Grasso nel carcere di Terni e così si conclude il film.

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