La morte a Venezia

romanzo breve di Thomas Mann

La morte a Venezia (titolo originale Der Tod in Venedig) è un racconto dello scrittore tedesco Thomas Mann pubblicato nel 1912. Considerata come una delle opere più significative di Mann, è certamente una delle più note al grande pubblico anche grazie all'omonimo film del 1971 per la regia di Luchino Visconti e all'opera Death in Venice (1973) del compositore Benjamin Britten.

La morte a Venezia
Titolo originaleDer Tod in Venedig
AutoreThomas Mann
1ª ed. originale1912
Genereromanzo
AmbientazioneVenezia, 19... (scelta dell'autore)
ProtagonistiGustav Aschenbach

Trama

L'anziano Gustav von Aschenbach (nel romanzo uno scrittore, mentre nel film è un compositore), dopo una vita totalmente dedicata alla creazione metodica, faticosa e fruttuosa della sua arte, sente nel suo animo l'impetuoso desiderio, il feroce bisogno di viaggiare, avere nuove esperienze, provare cambiamenti.

Si reca a Veneziae tra gli ospiti dell'albergo, attira la sua attenzione una famiglia polacca, di cui fa parte un bellissimo adolescente, Tadzio.

È appena scoppiata un'epidemia di colera asiatico e von Aschenbach programma di partire salvo poi cambiare idea per restare vicino a Tadzio, anche se non ha mai avuto l'opportunità di parlare con il ragazzo. Arriva al punto di non avvisare la famiglia del ragazzino dell'epidemia in corso, non potendo sopportare l'idea di perderlo.

Durante il suo soggiorno, l'intera esistenza di von Aschenbach inizia a ruotare attorno a Tadzio, che è simbolo sia di una gioventù svanita sia di impulsi omosessuali che von Aschenbach ha fino a quel punto represso.

Il romanzo si conclude al Lido, dove von Aschenbach sta osservando Tadzio giocare con gli amici. Il ragazzo si dirige al largo ma, prima di sfiorare il mare, si volta e condivide un ultimo sguardo con von Aschenbach morente. Lo scrittore è totalmente estasiato dall'irragiungibile bellezza del ragazzo, il quale alza il braccio verso l'orizzonte, a voler indicare una via di salvezza, ma purtroppo quest'ultima non vi sarà. La bellezza estasiante del ragazzo e allo stesso tempo ideale mostra ad Aschenbach la propria giovinezza svanita e ormai remota: il protagonista non è attratto sessualmente dal ragazzino, ma è la facoltà per Tadzio di incarnare l'ideale di bellezza, seppure effimera, al quale Aschenbach aspira a spingere lo scrittore in questo rapporto di apparentemente equivoco interesse.

Riferimenti a persone reali

È opinione diffusa che il personaggio di von Aschenbach, in quanto artista, si ispiri in parte al compositore Gustav Mahler (e di conseguenza la colonna sonora del film è composta da opere di Mahler).

Il nome di Gustav von Aschenbach contiene invece allusioni ad un altro artista, il celebre poeta tedesco omosessuale August von Platen (August = Gustav; Ansbach, il luogo di nascita di von Platen = Aschenbach). L'ispirazione a Platen è resa più esplicita dal fatto che anche il poeta tedesco, come il personaggio di Mann, morì di colera, in Italia (a Siracusa).

Autobiografia

La moglie di Thomas Mann, Katia, ricorda che l'idea della storia nacque sulla base di eventi accaduti durante una vacanza che fece nella primavera del 1911 con Thomas a Venezia:

«Tutti i dettagli della storia, a partire dall'uomo nel cimitero, sono frutto dell'esperienza... Il primissimo giorno nella sala da pranzo, vedemmo la famiglia polacca, che appariva esattamente nel modo in cui la descrisse mio marito: le ragazze erano vestite in modo abbastanza convenzionale ed austero, e il bellissimo e affascinante ragazzino di tredici anni indossava un vestito alla marinara con colletto aperto e merletti molto graziosi. Attirò immediatamente l'attenzione di mio marito. Quel ragazzo era straordinariamente attraente, e mio marito lo osservava in continuazione con i suoi compagni sulla spiaggia. Non lo inseguì per tutta Venezia - questo non lo fece - ma il ragazzo lo affascinò, e pensava spesso a lui... Ricordo ancora che mio zio, il consigliere privato Friedberg, un famoso professore di diritto canonico a Lipsia, era indignato: "Che scandalo! E perdipiù un uomo sposato e con famiglia!" [1]

Lo stesso Mann menzionò questa storia in una lettera scritta all'amico Phillipp Witkop il 18 luglio 1911, mentre ci stava ancora lavorando:

«Sono nel mezzo di un'opera: una cosa veramente molto strana che ho portato con me da Venezia, una novella seria e pura nei toni, che riguarda un caso di pederastia in un artista attempato. Dirai, "Hum hum!" ma è abbastanza decorosa. [2]

Di conseguenza è stato detto che il personaggio di "Tadzio" sia stato ispirato da un giovane barone Władysław Moes, il cui nome veniva solitamente abbreviato in Władzio o semplicemente Adzio.

La storia fu scoperta dal traduttore di Thomas Mann, Andrzej Dołęgowski, intorno al 1964 e pubblicata dalla stampa tedesca nel 1965. Alcune fonti collegano questa scoperta con la realizzazione del film, ma il collegamento è probabilemente erroneo a causa di una fotografia che risale al 1964 di Moes e Dołęgowski insieme. Władysław Moes nacque nel 1900 e morì nel 1986 (a un'età molto più avanzata di quella che Mann ritenesse possibile nel suo romanzo); Mann a quanto pare aveva anche sopravvalutato l'età di Moes... (tuttavia gli articoli della stampa tedesca sostengono che Moes avesse 68 anni nell'agosto del 1965).

'Tadzio' è sepolto al cimitero di Powązki a Varsavia.

Edizioni

Bibliografia

 
La morte a Venezia 1912

Edizioni de La morte a Venezia

Edizioni originali

  • Der Tod in Venedig, München: Hyperion 1912.

Traduzioni in italiano

  • La morte a Venezia, con Cane e padrone, Milano: Mondadori, 1957.
  • La morte a Venezia, con Tonio Kroger e Tristano, traduzione di Enrico Filippini, Milano: Feltrinelli, 1971.
  • La morte a Venezia, traduzione di Anita Rho, Torino: Einaudi, 1971.
  • La morte a Venezia, traduzione di Francesco Saba Sardi, Milano: Bompiani, 1985.
  • La morte a Venezia, introduzione di Cesare Cases, traduzione di Bruno Maffi, Milano: Rizzoli, 1987.

Critica

Monografie

  • Frank Donald Hirschbach, The Arrow and the Lyre: A Study of the Role of Love in the Works of Thomas Mann, M. Nijhoff, L'Aia 1955; passim (specialmente la sezione The Loves of Two Artists: Tonio Kröger and Death in Venice, op. cit., pp.14-segg).
  • Jaume Radigales, Muerte en Venecia. Luchino Visconti. Estudio Critico, Barcelona: Paidos 2001.
  • Gilbert Adair, La vera storia di Tadzio, l'icona bionda di Morte a Venezia, Arcana, Roma 2002.
  • Barbara Bizzarri, Der Tod in Venedig, Il Filo 2008.

Articoli

  • Lee Slochower, ‘The Name of Tadzio in Der Tod in Venedig’, German Quarterly, vol. 35, No. 1 (gennaio 1962).
  • "Oldenbourg Interpretationen", Nr. 61, Der Tod in Venedig, München 1993, ISBN 3-486-88660-6.
  • Ursula Geitner, Männer, Frauen und Dionysos um 1900: Aschenbachs Dilemma. In: "Kritische Ausgabe" 1/2005, 4-sgg. ISSN 1617-1357 (WC · ACNP).

Curiosità

La canzone di Roberto Vecchioni: "La bellezza (Gustav e Tadzio)", tratta dall'album Il lanciatore di coltelli, (2002) s'ispira direttamente a questo romanzo, come rivela lo stesso titolo.

Note

  1. ^ Katia Mann, Unwritten Memories
  2. ^ Da Morte a Venezia, tradotto e curato da Clayton Koelb, Norton Critical Edition; p.93.

Voci correlate

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