Naturalismo (filosofia)
Il naturalismo è un indirizzo filosofico secondo il quale la natura è oggetto primario del filosofare, in tale orizzonte si possono distinguere due posizioni, quella che fa di essa il soggetto unico del filosofare (e che finisce nel materialismo) e un altra che ne delimita la speculazione alla sfera del materiale lasciando spazio ad altri orizzonti. Secondo il naturalismo la realtà può essere compresa esclusivamente o primariamente attraverso le leggi naturali, senza ricorrere a principi di ordine trascendente o spirituale. È spesso inteso come sinonimo di materialismo e in opposizione a Spiritualismo e Idealismo, e naturalmente al finalismo teologico-teleologico. Ma si può anche parlare di "naturalismo religioso" per riferirsi a quelle dottrine ascrivibili a concezioni panteistiche che identificano il divino con la Natura, spesso intesa come anima autogeneratasi (in questo caso il termine diventa sinonimo di panteismo).
In sede storiografica il termine identifica il pensiero di quei filosofi che si occupavano, in particolare prima della nascita della scienza moderna, di tematiche relative alla natura e alla realtà sensibile, privilegiando i fenomeni rispetto ai noumeni.
Il naturalismo antico (periodo cosmologico)
Nel filone del naturalismo figurano i più antichi filosofi greci di Mileto (VII-VI secolo a.C.), come Talete, il quale poneva all'origine di tutto l'acqua, Anassimandro che poneva un indefinito-infinito (l'apeiron), Anassimene che nel principio identificava l'aria (pnéuma). Per tutti loro tale materia originaria, principio di ogni altro aspetto del mondo, era una archè del cosmo stesso, da ciò l'espressione naturalismo cosmologico.
Sempre nella Ionia, l'attuale Asia Minore, un secolo dopo, nel V, nascono Anassagora e Leucippo, il primo a Clazomene e il secondo a Mileto, per trasferirsi poi rispettivamente ad Atene e ad Abdera. Entrambi fondano scuole naturalistiche che riprendono i presupposti dei vecchi milesii sopra citati, ma in direzione pluralistica. Con essi ciò che era un monismo naturalistico (l'arché unica) diventa un pluralismo ontologico, dove le origini sono i "semi" di tutti i generi di cose per Aanassagora e gli atomi sono gli elementi primi dell essere per Leucippo.
L'atomismo di Leucippo, ripreso dal suo allievo Democrito con alcuni aggiustamenti, è rilanciato da Epicuro nel IV secolo a.C., nascendo quella forma di atomismo che il poeta Lucrezio Caro a metà del I secolo a.C. avrebbe rielaborato coniando anche quel termine di clianamen (traduzione del greco parenklisis), rinverdito poi dai Libertini e da Gassendi nel XVII secolo.
Il naturalismo rinascimentale
Assieme al rinascimento il naturalismo fa parte del periodo premoderno filosofico che va dal 1400 al 1500. Il Naturalismo, movimento rinascimentale sviluppatosi nel 1500, vede l'indagine sulla natura come uno strumento indispensabile per la realizzazione dei fini umani nel mondo. In altre parole esso rappresenta la rinascita nel mondo dell'uomo inserito nella natura. Questo movimento filosofico considera l'uomo come l'artefice della natura e inoltre punta ad un approfondimento della conoscenza del cosmo. In questo filone si inserisce Pietro Pomponazzi.
Dalla magia rinascimentale che andava in cerca di formule o procedimenti miracolosi da utilizzare come chiave per i vari misteri naturali, concedendo così all'uomo un potere illimitato sulla natura, ha origine la filosofia naturale.
Questa filosofia ebbe come primo sostenitore Bernardino Telesio che ruppe i legami con la magia e iniziò a considerare la natura come un unico essere vivente, ma regolata da princìpi propri ("iuxta propria principia"); il ruolo della filosofia sarà appunto la scoperta di questi princìpi.
I tre più importanti esponenti di questo periodo furono Bernardino Telesio, Giordano Bruno e Tommaso Campanella.
Il naturalismo contemporaneo
Il naturalismo contemporaneo include delle forme estreme secondo le quali la scienza dovrebbe rimpiazzare la filosofia.
Un esponente significativo è Willard Van Orman Quine, secondo il quale "la realtà va identificata e descritta all'interno della scienza e non nel dominio di qualche filosofia". [1]
In realtà Quine parla di scienza intendendo logica matematica: egli opera quindi una specie di "logicizzazione" della scienza piuttosto discutibile, così come il suo "naturalismo" è di tipo totalmente astratto.
Note
- ^ W.V.O. Quine, Theories and things, 1982