Metodo Michela
Il metodo Michela di stenografia meccanica è stato ideato nel 1862 (e brevettato nel 1878) dal Prof. Antonio Michela Zucco, da cui prende il nome.

Esso si basa sull'utilizzo di un'apposita tastiera formata da 20 tasti, simili a quelli di un pianoforte. Ad ogni tasto è associato un segno grafico ed un preciso valore fonico. I segni grafici utilizzati in totale sono sei e si ripetono sulla tastiera secondo lo schema nella figura al lato.

Nel 1980, per consentire l'utilizzo dei programmi di trascrizione assistita (Computer Aided Transcription (CAT)) essendo piuttosto complessa la gestione dei segni grafici da parte dei personal computer dell'epoca, essi sono stati sostituiti con segni letterali (senza alterarne minimamente il valore fonico) secondo lo schema nella figura al lato.,
I 20 tasti della tastiera Michela sono raggruppati in due parti o emitastiere, formate da 10 tasti, una di competenza della mano sinistra e l'altra di competenza della mano destra, ognuna delle quali divisa in due zone o serie ideali: l'emitastiera sinistra è formata dai sei tasti della 1ª Serie (segni F, S, C, Z, P, N) e dai quattro tasti della 2ª Serie (segni R, X, I, U); l'emitastiera destra è formata dai quattro tasti della 3ª serie (segni u, i, e, a) e dai sei tasti della 4ª serie (segni n, p, z, c, s, f), speculari rispetto a quelli della 1a serie. L'uso dei tasti “F” e “S” della 1ª serie compete al mignolo della mano sinistra, l'uso dei tasti “C” e “Z” compete all'anulare della mano sinistra, l'uso dei tasti “P” e “N” compete al medio della mano sinistra. Lo stesso dicasi per i tasti “R” e “X”, nonché “I” e “U”, della 2a serie, il cui uso compete, rispettivamente, all'indice e al pollice della mano sinistra. Identiche regole valgono per le serie 3ª e 4ª e per la mano destra.
La suddivisione della tastiera in quattro serie è stata concepita in funzione delle caratteristiche fondamentali del sistema Michela, che è fonico-sillabico, pertanto, ad ogni combinazione di tasti sulla tastiera corrisponde la riproduzione fonica di una sillaba. A tal fine, ogni serie è deputata a registrare una parte ben determinata della sillaba: la prima serie le consonanti (o vocali) iniziali; la seconda serie le consonanti (o vocali) intermedie; la terza serie le vocali toniche (quelle su cui cade l'accento) e la quarta serie (speculare rispetto alla prima) le consonanti (o vocali) finali. Essendo il sistema fonico esso è in grado di registrare in forma stenografica il parlato di qualsiasi lingua basandosi sul suo suono; è pertanto possibile stenografare anche lingue non conosciute, purché si sia in grado di percepirne chiaramente i suoni. I fonemi rappresentabili sulla tastiera sono ottenuti con la pressione di tasti singoli o di loro combinazioni, secondo il seguente schema:
VALORE FONICO DEI SINGOLI TASTI (con indicazione delle dita)
Segno F (la serie) = Suono F > mignolo sin.
Segno f (4a serie) = Suono F > mignolo des.
Segno N (la serie) = Suono N > medio sin.
Segno n (4a serie) = Suono N > medio des.
Segno R (2a serie) = Suono R > indice sin.
Segno a (3a serie) = Suono A > indice des.
Segno S (1a serie) = Suono S (aspra) > mignolo sin.
Segno s (4a serie) = Suono S (aspra) > mignolo des.
Segno C (1a serie) = Suono SC digr. > anulare sin.
Segno c (4a serie) = Suono SC digr. > anulare des.
Segno e (3a serie) = Suono E > indice des.
Segno Z (1a serie) = Suono S (dolce) > anulare sin.
Segno z (4a serie) = Suono S (dolce) > anulare des.
Segno I (2a serie) = Suono I > pollice sin.
Segno i (3a serie) = Suono I > pollice des.
Segno P (1a serie) = Suono P > medio sin.
Segno p (4a serie) = Suono P > medio des.
Segno X (2a serie) = Suono S > indice sin.
Segno U (2a serie) = Suono U > pollice sin.
Segno u (3a serie) = Suono U > pollice des.
VALORE FONICO COMBINAZIONI DI DUE TASTI
Segni FP (la serie) = Suono T > mignolo-medio sin.
Segni pf (4a serie) = Suono T > medio-mignolo des.
Segni ie (3a serie) = Suono O > pollice-indice des.
Segni ua (3a serie) = Suono E accentata > pollice-indice des.
Segni ia (3a serie) = Suono E muta (francese) > pollice-indice des.
Segni CP (1a serie) = Suono C dura (anche Q e K) > anulare-medio sin (essendo il sistema fonetico, la "H" muta presente in alcuni fonemi inizianti con suoni cosiddetti duri, ad es. "che" o "chi", non verrà rappresentata; es: "che = CPe"; "chi = CPi" etc.. Lo stesso avverrà per il suono "G dura")
Segni pc (4a serie) = Suono C dura (anche Q e K) > medio-anulare des.
Segni SP (1a serie) = Suono C dolce > mignolo-medio sin.
Segni ps (4a serie) = Suono C dolce > medio-mignolo des.
Segni ZP (la serie) = Suono G dolce > anulare-medio sin.
Segni pz (4a serie) = Suono G dolce > medio-anulare des.
Segni FZ (la serie) = Suono J o G dolce francese > mignolo-anulare sin.
Segni zf (4a serie) = Suono J o G dolce francese > anulare-mignolo des.
Segni ue (3a serie) = Suono UÉ (EU franc.\Ö ted.) > pollice-indice des.
Segni ui (3a serie) = Suono UÒ (U franc.\Ü ted.) > pollice su due tasti
Segni FC (la serie) = Suono H > mignolo-anulare sin.
Segni cf (4a serie) = Suono H > mignolo-anulare des.
Segni SC (1a serie) = Suono V > mignolo-anulare sin.
Segni cs (4a serie) = Suono V > mignolo-anulare des.
Segni RI (2a serie) = Suono L > indice-pollice sin.
Segni XI (2a serie) = Suono F o V > indice-pollice sin (a seconda che il complesso di segni sia preceduto in la serie da S aspra o da S dolce)
Segni IU (2a serie) = Suono P o B > pollice su due tasti (a seconda che il complesso di segni sia preceduto in la serie da S aspra o da S dolce)
Segni XU (2a serie) = Suono N > indice-pollice sin.
Segni RU (2a serie) = Suono M > indice-pollice sin.
Segni SZ (la serie) = Suono Z > mignolo-anulare sin.
Segni zs (4a serie) = Suono Z > anulare-mignolo des.
Segni ZN (la serie) = Suono I > anulare-medio sin.
Segni nz (4a serie) = Suono I > medio-anulare des.
Segni CN (1a serie) = Suono U > anulare-medio sin.
Segni nc (4a serie) = Suono U > medio-anulare des.
Segni FN (la serie) = Suono GN > mignolo-medio sin.
Segni nf (4a serie) = Suono GN > medio-mignolo des.
Segni SN (la serie) = Suono GL > mignolo-medio sin.
Segni ns (la serie) = Suono GL > medio-mignolo des.
VALORE FONICO COMBINAZIONI DI TRE TASTI
(considerato che per le combinazioni a tre tasti ovviamente si usano tutte le dita per ciascuna serie, non saranno riportate le dita da utilizzare; naturalmente, nel caso della seconda e terza serie, si useranno l’indice per pigiare il tasto nero o il primo tasto bianco e il pollice per pigiare contemporaneamente uno o due tasti bianchi).
Segni SCP (la serie) = Suono D
Segni pcs (4a serie) = Suono D
Segni FZN (la serie) = Suono NT (latino)
Segni nzf (4a serie) = Suono NT (latino)
Segni SCN (la serie) = Suono L
Segni ncs (4a serie) = Suono L
Segni FZP (la serie)= Suono G dura (vedi nota relativa alla C dura)
Segni pzf (4a serie) = Suono G dura
Segni XIU (2a serie) = Suono C dura o G dura (a seconda che il complesso di segni sia preceduto in la serie da S aspra o da S dolce)
Segni SZP (la serie) = Suono M
Segni pzs (4a serie) = Suono M
Segni RIU (2a serie) = Suono T o D (a seconda che il complesso di segni sia preceduto da S aspra o da S dolce)
Segni: FCP (la serie) = Suono B
Segni pcf (4a serie) = Suono B
Segni FCN (la serie) = Suono R
Segni ncf (4a serie) = Suono R
Segni SZN (la serie) = Suono X
Segni nzs (4a serie) = Suono X
Segni uia (3a serie) = Suono UA (OI francese)
Segni uie (3a serie) = Suono UI (OUI francese)
SEGNI DI INTERPUNZIONE E ALTRE INDICAZIONI
Segni n (4a serie) = .
Segni N (1a serie) (opp. nz 4a serie) = ,
Segni NX (1a e 2a serie) = :
Segni ZN (1a serie) = ;
Segni SPps (1a e 4a serie) = ?
Segni CPpc (1a e 4a serie) = !
Segni Nn (1a e 4a serie) = -
Segni Ff (1a e 4a serie) = parentesi (aperte e chiuse).
Segni Uu (2a e 3a serie) = "
Segni XU (2a serie) = n.
Segni ia (3a serie) = spazio (e muta).
Segni nzf opp. pcs (4a serie) = a capo.
Segni p (4a serie), ripetuto più volte = lacuna\parola non percepita
Segni X opp. U (2a serie) = tasto di correzione ultima combinazione digitata.
SCRITTURA DELLE CIFRE
Sono previste diverse possibilità.
Si può utilizzare anzitutto, il sistema numerico tipico del sistema che prevede l'utilizzo dei tasti della prima serie (per le centinaia), della seconda (per le decine) e della quarta serie (per le unità) con il seguente valore: F=1, S=2, C=3, Z=6, P=9 (prima serie); R=1, X=2, I=3, U=6 (seconda serie); p=9, z=6, c=3, s=2, f=1 (terza serie). In tal caso si utilizzerà in ognuna delle tre serie in oggetto il valore numerico tipico del tasto singolo o il valore numerico di combinazioni di tasti singoli, nel caso di cifre non direttamente rappresentate, con un sistema molto simile al sistema numerico binario(es: 4 = “FC”), per scrivere numeri con un massimo di tre cifre (centinaia, decine, unità). Le cifre superiori a 999 verranno espresse con battute successive. Ad esempio, la cifra "632.199" verrà scritta: "ZIs" "FIUp".
Come sistema alternativo, si possono stenografare le cifre così come sono pronunciate (ad esempio, 1.300 = "SZPinsc" "SCNe" "FPRe" "SPen" "FPie" oppure, abbreviando, "SZPincs" "FPRe" "SPenzf").
SCRITTURA DELLE PAROLE
Come detto, ad ogni sillaba di parola corrisponde sulla tastiera Michela una combinazione di tasti. Si può avere una prima idea delle possibilità del sistema ove si tenga presente che, mentre per riprodurre le parole con una tastiera dattilografica occorre scrivere una lettera per volta, con la tastiera Michela il contenuto di una sillaba si esaurisce, come si è detto, in una battuta. Ad esempio, alle undici lettere della parole «f-e-l-i-c-e-m-e-n-t-e» corrispondono le cinque sillabe «fe-li-ce-men-te» e le cinque combinazioni sulla tastiera Michela: “Fe” “SCNi” “SCe” “SZPen” “Fpe”, senza considerare le possibili abbreviazioni che, per il caso in questione, possono ridurre le battute a due soltanto (FRIi SPepzs).
I CRITERI ABBREVIATIVI
Antonio Michela-Zucco, nel suo primo e conciso manuale sul sistema stenografico di sua ideazione ("Stenografia Michela - Processo sillabico istantaneo ad uso universale mediante piccolo e portatile apparecchio a tastiera" op. cit.), precisava: “...L'erudizione di detto processo (conoscenza della tastiera e dei segni) dà campo allo stenografo di farsi un concetto esatto di quanto sente pronunciare per trascriverlo correttamente, ciò che si ottiene anche con certe abbreviazioni che gli suggerirà la pratica, pur conservando la fedeltà di riproduzione...”. A differenza degli altri sistemi stenografici dell'epoca, l'ideatore non prevedeva uno specifico sistema abbreviativo, anche perché la particolare ergonomia della tastiera e la ridotta competenza di ciascun dito (2 tasti), già di per sé, consentivano ad un operatore sufficientemente allenato di raggiungere velocità ragguardevoli utilizzando la semplice scrittura fonetica. Anche dopo l'adozione della macchina da parte del Senato del Regno, l'utilizzo delle abbreviazioni rimase piuttosto limitato: vennero introdotte solo alcune sigle per rappresentare i termini più ricorrenti in ambito parlamentare e il criterio abbreviativo dell'eliminazione della vocale finale per alcune parole. Occorre considerare che all'epoca non era infrequente il caso che le note stenografiche venissero trascritte da soggetti diversi dagli stenografi che le avevano riprese, in alcuni casi anche in luoghi diversi e piuttosto distanti, proprio traendo vantaggio dalle caratteristiche peculiari del sistema, che nasceva come "fonografico", studiato cioè per rappresentare graficamente il suono di qualsivoglia fonema pronunciabile in qualsiasi lingua, e “meccanico” e quindi, a differenza dei sistemi manuali dell'epoca, in grado di produrre strisce stenografiche perfettamente intelligibili da parte di qualsiasi operatore a conoscenza del metodo. Si può dire che il campo delle abbreviazioni sia rimasto del tutto inesplorato quasi fino ai giorni nostri. Il cavalier Celeste De Alberti, valente stenografo del Senato del Regno, precisava ancora nel 1932, nella seconda edizione del suo manuale ("Manuale di stenografia - sistema "Michela" op. cit.): "Per istenografare colla macchina Michela non è necessario fare uso di abbreviazioni, (questo lo dichiaro innanzi tutto) giacché, senza soverchia fatica, si arriva a scrivere per esteso quanto un oratore, anche molto veloce, può pronunziare". Fu solo con la partecipazione ai primi campionati di stenografia italiani e mondiali del dopoguerra che si iniziò ad avvertire l'importanza delle abbreviazioni. Anche se alcuni stenografi riuscirono ad ottenere alle gare risultati eccezionali (gli stenografi del Senato hanno conseguito ai campionati di stenografia tre titoli mondiali -1983, 1985, e 1995 - e dal 1977 al 1996 tutti i titoli italiani) pur abbreviando molto poco, con il passare degli anni si cominciò ad affermare in quella sede una scuola di pensiero orientata ad un uso più esteso di abbreviazioni e sigle, in analogia con gli altri sistemi stenografici mondiali.
Di seguito verranno sommariamente indicati i criteri abbreviativi più diffusi nell'ambito degli utilizzatori del metodo Michela. (Per maggiore chiarezza espositiva, le note stenografiche corrispondenti ai diversi termini verranno indicate in forma fonetica, avendo cura di indicare in lettere maiuscole eventuali suoni c.d. "dolci").
1) L'eliminazione della vocale finale
Un’abbreviazione “storica” effettuata dai “michelisti” di tutte le generazioni è quella che consiste nell'eliminare l'ultima vocale delle parole (ad esempio, cam-min = cammino, pit-tor = pittore e così via) ed assorbire la consonante dell’ultima sillaba nella sillaba precedente. Tale criterio abbreviativo, che deriva dalla stenografia manuale, è di facile e pressoché universale applicazione e consente di ridurre di un'unità le sillabe di quasi tutte le parole. Rispetto ad altri criteri, ha il grande pregio di poter essere applicato molto rapidamente alla maggior parte delle parole, anche quelle meno frequenti. Occorre tener presente che, perdendosi in questo modo le informazioni relative al genere ed al numero delle parole, (es: con Cet = concetto\concetti) le stesse andranno ricostruite in base al contesto al momento della rielaborazione del testo stenografico da parte dello stenografo o automaticamente dal computer, nel caso si utilizzi un programma di trascrizione assistita. Alcuni operatori, per evitare un'inutile proliferazione di detti conflitti preferiscono utilizzare detto criterio solo per i sostantivi, gli aggettivi ed i participi passati singolari, sia femminili che maschili, indicando invece la sillaba finale delle parole plurali, anche in considerazione del fatto che in diversi casi è possibile utilizzare a tal fine la quarta serie. Ad esempio: prat = prato; pioG = pioggia; ra-gion = ragione; fi-nal = finale; cam-pion = campione; pra-ti = prati; pioG-Ge = piogge; ra-gioi = ragioni; fi-nai = finali: cam-pioi = campioni
2) L'eliminazione della vocale intermedia
Come la vocale finale, anche le vocali situate all'interno della parola possono essere in molti casi soppresse, utilizzando a tal fine la seconda serie per scrivere la consonante restante, senza che ciò comprometta la loro interpretazione. Ad esempio: in-Ctar = incitare; in-dcar = indicare; cris-pdent = corrispondente.
Tale soppressione può riguardare anche eventuali consonanti doppie successive alla vocale: in-csar = incassare; ab-bsar = abbassare.
In molti casi è possibile eliminare anche eventuali vocali doppie, a condizione che non si tratti di vocali delle c.d. sillabe toniche o che non si comprometta l’interpretazione della parola: maG-Gri-tar = maggioritario; tec-no-craz = tecnocrazia.
3) L’eliminazione della sillaba intermedia
In diversi casi è possibile sopprimere addirittura un'intera sillaba; anche in questo caso non deve però trattarsi di sillaba tonica o di sillaba comunque significativa ai fini dell’interpretazione. Ad esempio: par-Cpant = partecipante; par-Cpar = partecipare; in-csar = incassare; eC-znal = eccezionale; eS-Gen = esigenza. suf-Cient = sufficiente
4)I suffissi integrali
Alcuni suoni della 4a serie possono essere utilizzati per abbreviare alcune desinenze finali piuttosto frequenti. Essi vengono definiti "suffissi integrali", poiché vengono inseriti nella sillaba come sua parte integrale e non invece in una sillaba a parte:
-b = -bile (a-mab = amabile)
-d = -dine (a-bi-tud = abitudine)
-G = -gine\-geno (in-daG = indagine; al-lu-Ci-noG = allucinogeno)
-et = -età (se-riet = serietà; ter-ziet = terzietà)
-is = -ista (fon-dis = fondista; ot-tmis = ottimista)
-it = -ità (le-ga-lit = legalità)
-m = -mento\-mente (spos-tam = spostamento; con-cre-tam = concretamente).
-n = -nza (par-ten = partenza)
-nt = -nte (fen-dent = fendente)
-S = -smo\-esimo (con-su-miS = consumismo; u-ma-neS = umanesimo)
-v = -vole (va-lev = valevole)
-z = -zione (con-Cez = concezione)
-x = -ndo (par-tex = partendo)
5) La fusione di parole
Altra abbreviazione piuttosto frequente è quella effettuata attraverso la crasi, ossia la fusione tra l'ultima vocale di una parola e la prima della parola seguente (ad esempio: con-tril-qual = contro il quale). Questo criterio è molto applicato per le sequenze avverbio\articolo, al fine di abbreviare alcune espressioni ricorrenti. In passato si sconsigliava un suo utilizzo generalizzato, cioè anche per le sequenze articolo\preposizione, preposizione articolata-sostantivo\verbo, a causa della difficoltà di prevedere nei dizionari dei primi programmi di trascrizione assistita tutte le necessarie entrate aggiuntive. Ad esempio: dlant-Cpaz = dell'anticipazione; plant-Cpaz = per l'anticipazione; llant-Cpaz = all'anticipazione; clant-Cpaz = con l'anticipazione; slant-Cpaz = sull'anticipazione; ddant-Cpaz = dall'anticipazione; dlin-se-gnam = dell'insegnamento; plin-se-gnam = per l'insegnamento; slin-se-gnam = sull'insegnamento etc.). Attualmente questa limitazione non ha più ragion d'essere, poiché i software di trascrizione odierni sono ormai in grado, al momento dell'immissione nel dizionario di un termine dato, di suggerire all'utente tutte le necessarie entrate aggiuntive create sulla base di regole prefissate.
Esempi:
cè = che è
cei = che i
ciè = chi è
Ciè = ci è
cla = con la
cle = con le
cli = con gli
clo = con lo
Cne = ce ne
cnil = con il
cnon = che non
cnun = con un
Csi = ci si
dcui = di cui
diun = di un
dnon = di non
ei = e i
èt = è stato
mla = me la
mle = me le
mli = me li
mlo = me lo
nnè = non è
nèt = non è stato
nson = non sono
nsont = non sono stato
pla = per la
ple = per le
pli = per gli
plo = per lo
pril = per il
prun = per un
siè = si è
snon = se non
sont = sono stato
sson = si sono
tla = te la
tle = te le
tli = te li
tlo = te lo
viè = vi è
vla = ve la
vle = ve le
vli = ve li
vlo = ve lo
6) Utilizzo alternativo di alcuni suoni della 1a serie
(la regola che segue è frutto delle esperienze di gara degli stenografi del Senato (cfr. Ramondelli e Del Signore, “Evoluzione del sistema di stenotipia Michela”, op. cit.).
Alcuni suoni della 1a serie possono essere proficuamente adoperati in modo alternativo. Innanzi tutto, il suono nt di 1a serie può essere utilizzato per abbreviare la desinenza iniziale “int-“ presente in molte parole. Questa abbreviazione risulta molto utile per abbreviare le parole di una certa lunghezza (oltre le 3 sillabe) per lasciare libera la seconda serie, che risulta così disponibile per abbreviazioni ulteriori. Ad esempio: ntli-Gent = intelligente; ntro-gtor = interrogatorio; ntnal-zaz = internazionalizzazione.
In secondo luogo, è possibile usare i suoni i e u della 1a serie per scrivere con una sola battuta alcune sequenze di sillabe che cominciano con le corrispondenti vocali. Ad esempio: ina-dem-pim = inadempimento; inat-tual = inattuale; utent = utente.
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- Relazione della Commissione nominata nel 1880 dal Presidente della Camera Farini (on.li Baccarini Presidente, Martini Brin, Marselli, Maurigi, Perazzi, Varè e Di Sambuy).
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