Guerre messeniche

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Le guerre messeniche furono tre guerre condotte da Sparta contro i Messeni nell'VIII, VII e V secolo a.C. Nelle notizie tramandate sulle prime due non è sempre facile discernere gli elementi storici da quelli leggendari.

Tirteo, che fu testimone oculare della seconda guerra messenica e ricorda anche la prima, è la nostra principale fonte sull'argomento.

La prima guerra, avvenuta nell'ultimo terzo dell'VIII secolo a.C., ebbe origine, a parte pretesti irrilevanti, dalla volontà di Sparta di impadronirsi delle fertili terre della Messenia. Solo nel ventesimo anno di guerra i Messeni, vinti dagli Spartani guidati dal loro re Teopompo, abbandonarono la loro roccaforte sull'Itome e rinunciarono alla resistenza (Tirteo, frg. 4 e 5). La sconfitta dei Messeni causò la loro completa "ilotizzazione": furono infatti ridotti in schiavitù, con conseguente perdita delle terre.

La seconda guerra messenica, si svolse nel VII secolo a.C. e non ne conosciamo con certezza datazione e durata. Fu un tentativo di rivolta dei Messeni iniziato probabilmente dopo la sconfitta inflitta a Sparta da Argo nel 669 a.C. e certamente finì entro la fine del VII secolo. Nonostante l'appoggio di alcune popolazioni peloponnesiache nemiche degli Spartani, i Messeni, guidati dal leggendario Aristomene, furono sconfitti alle "Grandi Tombe", in una battaglia ricordata da Tirteo. La guerra terminò con la caduta di Ira, che era divenuta l'ultima difesa dei ribelli. La condizione di schiavi divenne definitiva e la regione fu stretta in una morsa di ferro.

Anche le popolazioni alleate dei Messeni furono sconfitte, pur se in tempi diversi. La simmachia peloponnesiaca ebbe la sua massima espressione nella figura del re di Argo, Fidone, che Erodoto vuole inventore delle unità di peso e misura dei popoli peloponnesiaci, testimonianza dell'importanza economica della città di Argo.

Alla fine la vittoria arrise ai Lacedemoni, anche se la potenza argiva fu sconfitta definitivamente solo alla vigilia delle guerre persiane nel 494. Ben più ostica si dimostrò la resistenza degli Arcadi. La città di Tegea riuscì a resistere fino alla metà del VI secolo a.C.: l'accordo raggiunto con Sparta riguardava la cacciata dei Messeni rifugiati nella città e l'impegno di appoggio militare agli Spartani.

La terza guerra messenica (detta anche guerra del Terremoto, a causa del sisma naturale che aveva colpito Sparta) fu combattuta dal 464 al 455 a.C. I ribelli furono nuovamente battuti dall'esercito spartano ed assediati ad Itome, che cadde dopo una lunga resistenza. I rivoltosi furono costretti all'esilio ed alcuni di essi si rifugiarono a Zancle, poi chiamata Messana.

Durante la terza guerra messenica lo stratego di Atene Cimone decise di intervenire in favore dei repressori, ma il timore che le truppe ateniesi potessero unirsi ai rivoltosi indusse gli spartani a rispedire indietro le divisioni. Per Cimone questo fu un duro colpo: questo errore infatti compromise definitivamente la sua carriera politica.