Saga di Oddr l'arciere

Saga islandese

Oddr l'arciere (titolo originale Örvar-Oddr saga, titolo inglese: Arrow-Odds Saga) é il personaggio principale di una saga islandese del XIII secolo.

La saga risale alla fine del XIII secolo e si crede sia opera di un autore islandese. La versione più antica della leggenda è conservata in un codice del XIV secolo nella Royal Library di Stoccolma e rappresenta la copia di un documento antecedente andato perso. Nella seconda metà dello stesso secolo compare un’altra versione della leggenda, che attualmente si trova a Reykjavik. L’edizione classica e più lunga è attestata sin dal XV secolo e contiene un materiale narrativo diverso, caratterizzato dall’inserimento di nuovi episodi e tecniche narrative particolari. Entrambe le versioni della saga sono state tradotte in latino e sono state incluse nella prima edizione delle Fornaldarsögur Nordlanda , pubblicate tra il 1829 e il 1830. Nel 1970 Hermann Pállson e Paul Edwards hanno tradotto in inglese la versione più estesa della saga, e tale traduzione è stata pubblicata nuovamente nel 1985 in Seven Viking Romances.

La letteratura in prosa nell'Islanda medievale del XIII secolo

Dal XII al XV secolo la letteratura fiorisce in Islanda, creando un corpus letterario molto consistente che, messo a confronto con la produzione continentale, è sorprendentemente vasto in proporzione alle dimensioni ridotte dell’isola. Il sistema letterario è ampiamente scritto in lingua volgare. Tra XII e XIII secolo in Islanda vengono inventate le prime “Saghe realistiche”, resoconti in forma di prosa sull’esperienza di coloni islandesi vissuti tra il 900 e 1050, durante il periodo della colonizzazione. Tale genere narrativo mirava a rispecchiare fedelmente la realtà, non lasciando spazio all’immaginazione e lasciandone molto poco all’elemento soprannaturale. L’intenzione sottostante a tale progetto era legittimare il potere delle famiglie dominanti islandesi alla luce di un passato leggendario accettato e condiviso. Nonostante ciò, la maggior parte delle saghe islandesi risale al XIII secolo, periodo in cui incontriamo le “Saghe fantastiche”, che contengono materiale leggendario e irreale. All’interno di esse si sviluppano due rami letterari: le “Saghe del tempo antico” (Fornaldarsögur) e le “Saghe dei cavalieri” (Riddarasögur). Le prime sono narrazioni di natura storiografica in prosa e riferiscono biografie di sovrani ed eroi norvegesi e danesi vissuti prima della colonizzazione islandese, secondo un approccio fittizio. Tra queste annoveriamo anche “La saga di Oddr l’arciere”. Le altre saghe sono traduzioni letterali di opere cortesi francesi, prive di qualsiasi connessione con il primo periodo originale, e si propongono di avvicinare la Norvegia al modello dell’aristocrazia europea continentale.


Trama

La Saga di Oddr l’arciere inizia con una profezia: una misteriosa veggente predice a Oddr una vita straordinariamente lunga ed errabonda che però lo porterà inevitabilmente a una morte ingloriosa nello stesso posto in cui è nato. Il giovane vichingo proviene da una famiglia di proprietari terrieri ed è largamente conosciuto per il fatto di essere “il più forte e più bell’arciere tra tutti quelli che vivevano in Norvegia, e persino oltre”. Oddr è un viaggiatore coraggioso, sconfigge senza difficoltà le sfide più dure, eccelle in ogni arte: da un lato è un guerriero imbattibile, un conquistatore irrefrenabile, dall’altro è un cristiano fedele, un maestro nell’arte poetica, un irreprensibile uomo con solidi valori. Egli non crede nel fato, rifiuta di onorare qualsiasi dio pagano, ama le spedizioni che lo conducono a vagare nelle più remote e misteriose terre: l’eroe viaggia per molti anni con la sua flotta dal Finnmörk al Bjarmaland , dall’Upplönd all’Irlanda e alla Northumbria, dalla Sicilia alla Palestina, dall’Ungheria allo Hunaland e Bjalkaland , lasciando sempre una sorta di eredità spirituale alle popolazioni che incontra e sconfigge. Oddr è protetto da un mantello magico ed è aiutato da frecce sovrannaturali, ma il lettore della saga gradualmente apprende che, nonostante la sua forza incalcolabile, egli è del tutto un uomo reale, in carne e ossa. Infatti, il vichingo sa cosa significa fallire, è vulnerabile al dolore, soffre per la spossatezza e la solitudine che si intensificano col passare degli anni, e la tragica morte di amici e compagni lascia un vuoto incolmabile in lui. Malgrado la predizione funesta, Oddr rifiuta le parole della veggente, convinto che la blasfema profezia non si possa avverare mai, e si immerge in un vortice di avventure, viaggi in terre reali e immaginarie, spedizioni di pace, battaglie in cui non teme di affrontare nessun nemico. Tuttavia, né il suo valore come guerriero né la sua saggezza, e nemmeno la grande ricchezza delle esperienze potranno sottrarlo al suo destino: il suo cammino lo porterà verso la morte predetta.

Bibliografia

  • Ferrari, F. (a cura di), Saga di Oddr l’arciere, Milano, Iperborea, 1994.
  • Ortalli, G., Storia d’Europa. Il Medioevo. Secoli V-XV, Torino, Giulio Einaudi editore, 1994.
  • Pálsson, H., Edwards, P., “Arrow-Odd” in Seven Viking Romances, London, Penguin Classic, 1985.