Liceo ginnasio statale Scipione Maffei

liceo classico di Verona in provincia di Verona (Italia) [codice scuola: VRPC020003]

Il Liceo Ginnasio Statale Scipione Maffei iniziò la sua attività nel 1808 ed è il più antico Liceo d'Italia. Si tratta di un liceo classico situato nel centro storico di Verona, portante il nome di Scipione Maffei, erudito settecentesco nativo della città scaligera. Il Liceo è dotato di un Museo di Scienze Biologiche e Laboratori di Fisica e Chimica molto accessoriati, nonché di un'importante Biblioteca. A commemorarne il bicentenario dalla fondazione (1807-2007), l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha emesso per il 2007 un francobollo commemorativo.

Ritratto di Scipione Maffei

Assieme al Liceo Scientifico Statale Angelo Messedaglia costituisce la coppia dei licei scaligeri per antonomasia.

Storia

 
Entrata del Liceo (Sede centrale)

Il periodo Napoleonico

Fondato per decreto napoleonico il 14 marzo 1807, il Liceo iniziò la sua attività nel 1808, ma in realtà era operante già dal 1805 col nome diRegio Liceo, prima a San Sebastiano, nei locali che erano stati dei Gesuiti, e in seguito nell'ex-convento domenicano della Chiesa di Santa Anastasia.

Con il decreto napoleonico del 1807 il Liceo cambia la propria denominazione in Liceo con Convitto, in modo tale da poter garantire ospitalità ad un discreto numero di studenti.

All'epoca della fondazione il ciclo di studi liceali era suddiviso in quattro anni di Ginnasio e due anni di Liceo. Nei primi quattro anni gli studenti apprendevano il latino, l'italiano, il francese, la retorica, la storia e la geografia oltre all'aritmetica, la calligrafia e il disegno; nel ciclo del Liceo invece venivano insegnate la filosofia, la matematica (e in generale le materie scientifiche), le belle arti, il disegno o lo studio delle istituzioni civili.

Il periodo Asburgico

Nel 1814, col passaggio della città in mani austriache, il piano di studi del Liceo viene modificato e portato a otto anni: l'abolizione del francese e delle pratiche militari, imposte in epoca napoleonica, è compensata dall'insegnamento del tedesco, e dal rafforzamento della religione.

Nel periodo asburgico il Liceo-convitto è visto come un luogo in cui istruire i sudditi dell'imperatore, sudditi che devono essere prima di ogni cosa fedeli e obbedienti alle leggi. Durante questo cambiamento di rotta viene allontanato dal corpo docente un noto professore di botanica, ritenuto compromesso col precedente regime napoleonico, il professor Ciro Pollini.

Nonostante la generale moderazione portata dalla dominazione asburgica, resta elevata la convinzione che l'obbedienza e la fedeltà verso l'imperatore siano i doveri principali degli studenti. Tali doveri si evincono da tre eventi: il primo, nel 1822, quando il Liceo commissiona un quadro, in onore di Francesco I d'Austria, in cui l'imperatore venga raffigurato nell'atto di premiare gli studenti che si sono distinti negli studi, il secondo, nel 1838, quando il successore, Ferdinando I d'Austria, visita la scuola salutato da un'accoglienza calorosa, il terzo, nel 1857, quando l'imperatore Francesco Giuseppe I d'Asburgo esprime ufficialmente la sua soddisfazione per come è stato accolto.

Il periodo Italiano

«Laus deo, Viva l'Italia» - così il registro del protocollo del Liceo l'ottobre 1866, periodo in cui le truppe del Regno d'Italia entrano a Verona. I cambiamenti rispetto al precedente dominatore sono quasi esclusivamente formali, tanto che viene mantenuto lo stesso direttore, Giusto Grion, accusato però di essere un voltagabbana.

Nel liceo scompaiono le effigi degli imperatori austriaci e compaiono quelle di Vittorio Emanuele II, inoltre viene cambiato il nome in Regio Liceo Scipione Maffei. Uno dei cambiamenti sostanziali viene apportato alle pratiche religiose, tanto curate in epoca asburgica, che vengono improvvisamente ridotte fino alla scomparsa totale. L'abolizione delle pratiche religiose fa parte però di un processo più ampio di laicizzazione del Liceo: il corpo docenti, composto quasi totalmente da ecclesiastici in epoca asburgica, verrà negli anni rimpiazzato con docenti laici. Contemporaneamente vengono ripristinati gli esercizi e le pratiche militari, così come in epoca napoleonica, che culminano con la "Legione Accademica", una piccola guarnigione formata da studenti del Liceo. Sul piano culturale il Liceo non cambia molto rispetto al periodo asburgico e resta una scuola severa oltre che molto selettiva, tuttavia il prestigio proprio della scuola viene intaccato dalla scarsità di mezzi a disposizione. Tale problema persistette a lungo, tanto che nel 1918 un'ispezione ministeriale accerta la necessità di un nuovo edificio.

Una grande innovazione arriva nel 1883 quando si diploma la prima studentessa del liceo: Fiorina Salvoni. Sul finire del XIX secolo il numero di studentesse è esiguo rispetto agli studenti maschi, ma già dalla prima metà del Novecento questo dato verrà gradualmente ribaltato insieme ad altri usi degli studenti: è infatti datato 1903 il primo sciopero, mentre risale al 1906 "Satanasso", un giornale studentesco.

Le celebrazioni per il primo centenario (1807-1907) vengono posticipate e l'evento verrà celebrato solo nel 1909: per tale ricorrenza l'allora direttore Tullio Ronconi pubblica Studi Maffeiani, un lavoro personale sulle origini del Liceo.

La prima Guerra mondiale

Durante il periodo antecedente l'entrata in guerra sia i docenti che gli studenti del Liceo sembrano orientati sulla linea interventista. In tal senso va ricordata l'inclinazione patriottica che ha caratterizzato il Liceo a cavallo dei due secoli. Ma con l'arrivo della Guerra il Liceo vive un momento di crisi: i docenti vanno incontro a difficoltà economiche a causa dei tagli degli stipendi, gli studenti diminuiscono drasticamente a causa della chiamata alle armi.

Circa ottanta non tornano del fronte e un professore, Enrico Sicher, muore il 14 novembre 1915 colpito da una scheggia durante i bombardamenti austriaci. A causa del conflitto la terza liceo dell'anno scolastico 1917/1918 è ridotta a soli 7 studenti. Tale sacrificio è tutt'oggi ricordato nel chiostro del Liceo da una targa commemorativa che elenca i nomi di tutti gli studenti caduti in guerra e da un ricordo marmoreo alla memoria del professore Enrico Sicher.

Il periodo fascista

Fra le prime riforme apportate dal regime fascista spicca quella di Giovanni Gentile che ci consegna un'organizzazione degli studi come la conosciamo oggi.

Nei primi anni '20 la presenza femminile va aumentando, così come il numero generale di iscritti al Liceo che si attesta a circa 500 unità. Nonostante la crescita degli iscritti la scuola resta ancora selettiva e severa: gli studenti indisciplinati vengono sottoposti ad interrogatori in cui sono trattati come veri e propri imputati.

Negli anni '30 la popolazione del Liceo raddoppia e si arriva a più di 1000 studenti, di cui 400 sono ragazze. In tale periodo la riforma Gentile entra a pieno regime, e con essa anche il processo di fascistizzazione.

Le leggi razziali e il caso Bonaventura

Le legge razziali si ripercuotono anche sulla vita del Liceo, e, oltre al generale divieto di utilizzare libri di autori di razza ebraica, vi è anche l'allontanamento forzato di Corrado Bonaventura. Corrado Bonaventura è stato docente di Scienze presso il Maffei dal 1922 fino al 1938, anno in cui venne espulso dalla scuola a seguito delle famigerate leggi in quanto ebreo. Nel chiostro del Liceo è posta una targa che lo ricorda, dedicatagli dalla sezione A degli anni 1936/1939.

La seconda Guerra mondiale e il dopoguerra

Durante la seconda Guerra mondiale la vita scolastica del Liceo vede un periodo di crisi simile a quello della prima Guerra mondiale: la situazione è incontrollabile e, anche a causa della guerra, è impossibile ricondurre la scuola ad una vita normale.

Terminata la guerra, il collegio docenti riprende l'attività scolastica escludendo dalle assemblee i docenti in attesa di giudizio per ragioni politiche. Lo stesso preside, Lamberto Chiarelli, viene sospeso per poi essere rinominato preside presso un istituto di Ferrara. Alla direzione della scuola viene posto il professor Aldo Pasoli che eserciterà il suo ruolo di preside fino alla morte, alla fine degli anni 50. Va ricordato che alla memoria professor Aldo Pasoli è stata costruita una scuola di Verona nel quartiere di Borgo Venezia.

Fra la fine della guerra e gli anni '50 il liceo cerca di tornare alla normalità, ma a causa di diversi problemi (fra tutti lo stato dell'edificio) che verrà ristrutturato soltanto negli anni '60. Questa ristrutturazione cambierà definitivamente il volto del Liceo trasformandolo da scuola-convento al definitivo Liceo conosciuto oggi.

La Biblioteca

La Biblioteca del Liceo Maffei risale all'epoca napoleonica, quando fu costituita con i volumi sequestrati con gli editti imperiali ai conventi. Tali opere sono ancora oggi conservate all'interno della biblioteca e ad esse si sono aggiunte nel passare del tempo altre 25.000 opere di ogni genere ed epoca. Sono presenti incunaboli, cinquecentine, seicentine, settecentine, il Fondo risalente alla fondazione, il Fondo risalente all'Unità d'Italia, il Fondo del Novecento e le ultime acquisizioni.

Nella biblioteca è inoltre presente l'archivio storico, contenente i documenti e registri scolastici, del periodo compreso fra il 1807 e il 1950, e l'archivio più recente, con documenti e registri risalenti al periodo compreso fra il 1950 ed oggi.

Le sedi

Il Liceo Maffei è strutturato in tre diverse sedi: la centrale in via Massalongo, un'altra a via Venier e quella di via Selinunte per il Liceo Linguistico.

Sede centrale

È nella sede centrale che si svolgono gran parte delle attività del liceo, tra cui convegni, concerti d'istituto, assemblee autogestite e giornate particolari, come la Giornata della Memoria. Inoltre la sede centrale è centro di particolare riferimento culturale e scientifico non solo per gli interni al liceo, ma anche per le persone non frequentanti o che non lavorano nella scuola. Questa sede è frequentata dagli studenti degli ultimi tre anni di Liceo Classico della Comunicazione (progetto Logos), di Liceo Classico delle Lingue Straniere, del piano di Inglese Quinquennale e del Liceo Classico P.N.I.. La sede è anche dotata di palestra, campo da calcio, chiostro, laboratori multimediale e scientifico, aule di musica e di informatica e archivi storici.

Succursale di via Venier

Nella succursale di via Venier vi sono cortile con campo da adibire a basket, pallavolo o calcio, laboratori multimediale e scientifico, aule di musica e di informatica e aule speciali e una palestra. In via Venier studiano gli alunni delle classi del ginnasio del Liceo Classico della Comunicazione, del Liceo Classico P.N.I., del piano di Inglese Quinquennale e del Liceo Classico delle Lingue Straniere.

Succursale di via Selinunte

Nella succursale di via Selinunte studiano gli alunni del Liceo Linguistico, con massimo quattro lingue straniere: inglese, francese, tedesco e spagnolo.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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