Zeno di Verona

vescovo e santo
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Vita

Zeno o Zenone fu l'ottavo vescovo di Verona. La maggior parte della storia della sua vita è avvolta nella leggenda, ma pare fosse originario della Mauretania. Fu vescovo di Verona dal 362 al 371 o 372 o 380, anno della sua morte.

Si narra che la sua vita fosse esempio di austerità e semplicità, tanto che pescava egli stesso nell'Adige il pesce per il proprio pasto. Per questo è considerato protettore dei pescatori d'acqua dolce. E' ritratto da una grande statua di bronzo sorridente nell'absidiola del presbiterio (a sinistra). Era comunque persona colta ed erudita, formatosi alla scuola di retorica africana, i cui maggiori esponenti furono Apuleio di Madaura, Tertulliano, Cipriano e Lattanzio. Sono giunti fino a noi numerosi suoi sermoni, di cui 16 lunghi e 77 brevi, che testimoniano come egli, nella sua opera di evangelizzazione, dovette confrontarsi con il paganesimo ancora diffuso e confutare l'arianesimo. Il sermone quindicesimo, ad esempio, traccia un parallelo tra la figura di Giobbe e quella di Cristo.

La basilica di San Zeno

A lui i veronesi dedicarono la loro basilica, capolavoro dell'arte romanica: sulle formelle in bronzo del portale, sui bassorilievi in pietra a sinistra e a destra della porta e in alto sul protiro è narrata la vita del santo con i suoi miracoli. Mentre nel dipinto in alto San Zeno compare tra i milites (i cavalieri, a destra) e i pedites (fanti, a sinistra), simboli dell'aristocrazia e del popolo riuniti nella fede cristiana.

I miracoli

I miracoli che si raccontano sono parecchi. Uno riguarda la scommessa di San Zeno col Diavolo in cui, dopo una partita a palla giocata con la punta di una montagna il santo ottenne, come scommesso, un battesimale in porfido (visibile all'entrata della chiesa) che il terribile rivale fu costretto a portare sulle spalle fin da Roma. Un altro narra di come San Zeno guarisse la figlia indemoniata del magistrato Gallieno di Rezia (da non confondere con l'imperatore omonimo, ricevendo in dono una preziosa corona. Ma la leggenda più straordinaria è riferita da San Gregorio Magno e narra di un improvviso straripamento delle acque dell'Adige che sommerse tutta la città fino ai tetti delle chiese al tempo del re Longobardo Autari. Quando le acque arrivarono alla cattedrale. Il re, all'interno, si era appena sposato con la bella principessa Teodolinda. Ma, precisa il monaco Coronato, l'acqua si arrestò improvvisamente in sospensione sulla porta, tanto da poter essere bevuta, ma senza potere rifluire all'interno. I veronesi ebbero salva la vita pur non potendo uscire, ma poterono resistere finché la piena non calò.

La sua festa è fissata nel martirologio al 12 aprile, ma la diocesi di Verona lo celebra il 21 maggio, giorno della traslazione del corpo fatta dai santi Benigno e Caro dalla temporanea sepoltura nella Cattedrale alla zona dell'attuale Basilica, avvenuta il 21 maggio 807.


Culto in provincia di Verona

San Zeno è il patrono del Comune di San Zeno di Montagna, situato a balcone sul Lago di Garda. A San Zeno Vescovo è dedicata l'artistica chiesa parrocchiale.