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La coorte è una antica unità militare.

La parola deriva dal latino cohors (corte), spazio chiuso, specialmente per animali (collegato a hortus), "recinto", passato poi al significato di "schiera", "guardia del corpo", ma anche "signoria" e "fattoria".

Storia

Con la riforma di Mario l'esercito romano venne ordinato per Coorti (dal latino cohors, cohortis) abbandonando la tradizionale formazione del manipolo che era stata adottata nel corso delle Guerre sannitiche.

In realtà l'introduzione - da parte di Mario - della coorte come suddivisione operativa dell'esercito è stata un recepimento di tentativi ed esperimenti precedenti. Già prima della sua riforma altri comandanti ne avevano provato l'utilità (come Scipione l'Africano).

La riforma mariana

La riforma mariana determinò l'abolizione del vecchio sistema di reclutamento per censo e l'arruolamento di tutti i volontari in possesso della cittadinanza romana e di adatte qualità fisiche, anche appartenenti alle popolazioni italiche.

L'esercito romano divenne "di mestiere" e i soldati, che dall'esercito traevano quotidiano sostentamento, una "pensione" sotto forma di assegnazione di terra nelle colonie e - più avanti - anche la cittadinanza romana, furono sempre più legati e devoti ai loro comandanti che - se vittoriosi - determinavano la sorte economica delle truppe. I terribili risultati si videro subito con le guerre civili e, più tardi, con il carosello di imperatori eletti dalle truppe subito dopo Ottaviano Augusto e Tiberio.

Composizione della coorte

Mentre il manipolo era una suddivisione tattica che permetteva una maggiore agilità su terreni irti e diseguali, quali appunto le colline del Sannio, la coorte aggiungeva potenza e compattezza, più adatte alle battaglie campali che venivano sempre più spesso affrontate dall'esercito romano.

Dal punto di vista tecnico, il punto principale della riforma fu la creazione di un'unità tattica più numerosa e serrata del manipolo, formata da 600 uomini (quindi dall'unione di 3 manipoli), formata da legionari provenienti dalle vecchie unità di Astati, Principes e Triari.

La legione venne quindi divisa in 10 coorti, numerate da I a X per cui gli effettivi salirono a circa 6000 legionari (detti anche coortalii). In seguito il numero di soldati della legione scese a circa 5000 uomini. La prima coorte di ogni legione fu costituita da un numero doppio di soldati (1000) e per questo la coorte fu chiamata cohors millenaria mentre le altre coorti venivano chiamate quingenariae.

Gli effettivi della legione coortale furono così costituiti solo da fanteria pesante. I velites furono aboliti e le truppe leggere furono sostituite dagli auxilia (ausiliari), soldati reclutati nelle province romane conquistate mentre i confederati italici fornivano la cavalleria.

Schieramento

Lo schieramento delle coorti era su tre linee, simile a quello del manipolo, in modo da formare una scacchiera cosicché i legionari della seconda e terza fila potessero avanzare e entrare nel combattimento della prima linea se necessario.


Lista delle coorti dell'impero romano:

Cohors

Cohors alaria

Cohors classica

Cohors equitata

Cohors Germanorum

Cohors milliaria

Cohors palatina

Cohors peditata

Cohors praetoria

Cohors quingenaria

Cohors speculatorum

Cohors togata

Cohors torquata

Cohors tumultuaria

Cohors urbana

Cohors vigilum

La coorte nella letteratura

L'immagine di potenza e compattezza della coorte viene evocata nell'Inno di Mameli: ogni strofa è infatti intervallata dall'esortazione

«Stringiamci a coorte
siam pronti alla morte
l'Italia chiamò.»
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