Libia
La Libia (in arabo ليبيا), ufficialmente Grande Jamāhīriyya Araba di Libia Popolare e Socialista, è uno Stato del Nordafrica confinante con il mar Mediterraneo e compreso tra l'Egitto ad est, il Sudan a sudest, il Ciad e il Niger a sud e l'Algeria e la Tunisia ad ovest. La sua capitale è Tripoli. i Con una superficie di 1.760.000 chilometri quadrati la Libia è il quarto paese dell'Africa per puttane in calore e cazzi in bokka e in ficasuperficie ed é il diciassettesimo del mondo.
Libia | |
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Dati amministrativi | |
Nome completo | Grande Jamāhīriyya Araba di Libia Popolare e Socialista |
Nome ufficiale | الجماهيرية العربية الليبية الشعبية الإشتراكية العظمى |
Lingue ufficiali | arabo |
Altre lingue | italiano e inglese[1] |
Capitale | Tripoli |
Politica | |
Forma di governo | Jamāhīriyya (di fatto dittatura militare) |
Capo di Stato | Muammar Gheddafi |
Capo di Governo | Baghdadi Mahmudi |
Indipendenza | 24 dicembre 1951 dall'Italia |
Ingresso nell'ONU | 14 dicembre 1955 |
Superficie | |
Totale | 1.759.840 km² (16º) |
% delle acque | 0,5% |
Popolazione | |
Totale | 6.120.585 ab. (2008) (103º) |
Densità | 3,9 ab./km² |
Nome degli abitanti | libici |
Geografia | |
Continente | Africa |
Fuso orario | UTC +2 |
Economia | |
Valuta | Dinaro libico |
PIL (nominale) | 67,244 milioni di $ (2005) (67º) |
PIL pro capite (nominale) | 11,624 $ (2005) (58º) |
ISU (2005) | 0,818 (alto) (56º) |
Varie | |
Codici ISO 3166 | LY, LBY, 434 |
TLD | .ly |
Prefisso tel. | +218 |
Sigla autom. | LAR |
Lato di guida | Destra (↓↑) |
Inno nazionale | Allahu Akbar |
Festa nazionale | 1 settembre |
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La Libia occupa la parte centrale del nordafrica, affacciandosi sul Mar Mediterraneo intorno al Golfo della Sirte, tra il 10° ed il 25° meridiano Est. Confina a nord-ovest con la Tunisia, a ovest con l'Algeria, a sud con il Niger e il Ciad, a sud-est col Sudan, a est con l'Egitto.
I confini della Libia sono frutto di trattati e convenzioni stipulati nel tempo da vari stati fra cui l'Italia, la Francia, la Gran Bretagna e l'Egitto e seguono principalmente riferimenti artificiali quali paralleli e meridiani e quasi mai riferimenti naturali quali fiumi e/o montagne.
Morfologia
Come gli altri stati africani affacciati sul mar Mediterraneo è costituita lungo le coste da una pianura fertile mentre nell'entroterra è deserto
Idrografia
Il clima della Libia è fortemente influenzato dal deserto a sud e dal Mediterraneo a nord. Nella regione costiera la temperatura è piuttosto mite: a Tripoli la media è di 30 °C d'estate e di 8 °C d'inverno. D'inverno cadono circa 380 mm di pioggia. Nelle pianure centrali domina un clima semi-arido, mentre il deserto a sud è soggetto a lunghi periodi di siccità. Sulla fascia costiera, generalmente umida, soffia a volte in primavera e in autunno il ghibli, un vento secco, caldo e carico di sabbia.
Popolazione
Demografia
La popolazione è in aumento, al ritmo del 1,9% annuo (1995-2008). Le condizioni socio-sanitarie sono migliorate: con una speranza di vita di 71 anni, una mortalità infantile del 19% e un alfabetismo al 19,9% la Libia si colloca tra i paesi a sviluppo umanitario intermedio e, grazie al reddito relativamente elevato, davanti agli altri paesi nordafricani. La densità media rimane molto bassa (tre abitanti per km2) con la popolazione che si addensa lungo la costa, dove si contano oltre 200 abitanti per km2, nella piana di Gefara e in alcune oasi.
Il 30% della popolazione risiede nella capitale Tripoli, di 1.780.000 abitanti; altri centri notevoli sono Bengasi, capoluogo della Cirenaica e seconda città del paese, Misurata, Derna, Marsa, Brega, El Beida, tutti sulla fascia costiera. Ormai l'86% della popolazione abita in città. Oggi la popolazione libica parla l' italiano e l' inglese e usa come moneta il dinaro libico.
Etnie
La maggior parte della popolazione (80%) dei 5.605.000 abitanti trae origine dalla fusione degli invasori arabi del VII secolo d.C. con i preesistenti berberi, ma vi sono anche tribù di berberi non amalgamatesi (in Tripolitania e nelle oasi costiere), gruppi di arabi che hanno mantenuto i caratteri originari e popolazioni sahariane come i Tuareg, stanziati nelle oasi interne della Tripolitania e del Fezzan, e i Tebu delle oasi del sud. Numerosi gli stranieri (in primo luogo egiziani e sudanesi, ma anche ciadiani, maliani e tunisini), attirati fin dagli anni '70 da una legislazione favorevole.
Lingue
La lingua ufficiale è l'arabo. La lingua berbera è parlata, ma senza alcun riconoscimento ufficiale, da circa 160.000 persone, soprattutto nel Gebel Nefusa ("nefusi"), a Zuara sulla costa e in vari centri dell'interno come Ghat, Ghadames, Sokna e Augila. La lingua italiana e quella inglese sono utilizzate a livello economico per i commerci.
Religioni
Dal 1970 è stata proclamata religione di stato quella islamica; vivono nel paese circa 40.000 cattolici.
Musulmani (perlopiù sunniti, ma anche ibaditi, cioè kharigiti) 97%, cristiani 3%.
Storia
Antichità
Il nome è già attestato nell'antico Egitto e deriva da quello della locale tribù berbera. Le prime tracce nella storia libica vengono però lasciate da una serie di insediamenti Fenici, poi assorbiti da Cartagine nel VI secolo a.C. insieme a tutta la fascia costiera occidentale. A partire dal VII secolo a.C. (fondazione di Cirene) i Greci colonizzano la costa orientale. L'interno, desertico e, praticamente, privo di risorse, viene lasciato a sé stesso dai cartaginesi e dai greci ed un secolo dopo (V secolo a.C.), sorge, nel Fezzan, l'impero Garamanti.
Dopo la definitiva conquista (e distruzione) romana di Cartagine nel 146 a.C., la Libia nord-occidentale entra a far parte del dominio romano e, poco più tardi, viene costituita come provincia col nome di Tripolitania. Nel 96 a.C. Roma entra pacificamente in possesso anche della Cirenaica (lasciata loro in eredità dal re Apione, sovrano della cosiddetta Pentapoli cirenaica) che verrà trasformata in Provincia romana un paio di decenni più tardi (74 a.C.). L'avanzata romana verso sud viene però fermata dai Garamanti.
Ancor prima della caduta dell'Impero romano d'Occidente, i Vandali, provenienti dalla Spagna, occupano la Libia nel 455 dominandola per due secoli.
Umma
Intorno alla metà del VII secolo gli arabi del nascente impero musulmano, avendo già occupato l'Egitto, rovesciano i Vandali e islamizzano il paese.
La dominazione musulmana dura fino al 1146 quando la Libia viene conquistata dai Normanni di Sicilia. La dominazione normanna dura fino al 1521, quando l'impero ottomano arriva a lambire la Libia nordorientale che vi si sottomette, sia pure solo nominalmente: ma, trent'anni dopo, la sottomissione formale è diventata annessione per tutta la Libia.
Nel 1711 sorge a Tripoli la dinastia dei Karamanli, plenipotenziari del Sultano, che prosperano proteggendo le attività dei pirati, che facevano base nel porto di Tripoli, e favorendo attivamente il commercio degli schiavi destinati alle colonie americane. Ma l'attività corsara nel Mediterraneo irrita sempre di più le potenze europee, ed alla fine le pressioni sull'impero ottomano perché abolisca il commercio di schiavi e combatta la pirateria hanno effetto: nel 1835 il Sultano della Sublime Porta rimuove i Karamanli dall'incarico di suoi rappresentanti. Pochi anni dopo, nel 1843 Muḥammad ibn ʿAlī al-Sanūssī, capo di un importante movimento religioso, si stabilisce in Cirenaica e fa proseliti in tutta la Libia.
Colonialismo e integrazione nel Regno d'Italia
La colonizzazione italiana della Libia si deve soprattutto a Giovanni Giolitti,allora primo ministro italiano che, nonostante avesse poca simpatia per le imprese coloniali fu spinto a conquistare la Libia dalle pressioni dei fabbricanti d'armi, dai gruppi finanziari che avevano investito in Libia e dai nazionalisti. La Guerra Italo-Turca ebbe inizio il 5 ottobre 1911 e durò un anno. Le città lungo la costa furono facilmente conquistate, mentre i villaggi arabi interni, sotto la protezione dei turchi furono più difficili; per costringere la Turchia alla resa gli italiani conquistarono Rodi e le isole del Dodecaneso. Il 18 ottobre 1912 la Turchia dovette accettare la pace di Losanna (o di Ouchy) e la Libia divenne colonia italiana. Già subito dopo la conquista della costa l'esercito italiano si scontrò contro la guerriglia indigena e per vent'anni dovette combattere la resistenza organizzata dai Senussi (Omar al-Mukhtar, Idris di Cirenaica). Questo periodo di lotta tra italiani e libici per il possesso della Libia è passato alla storia come "Riconquista". Nel loro complesso i diversi conflitti italo-libici e l'occupazione italiana costarono la vita a circa centomila cittadini libici.
Dopo l'occupazione, che costo la vita a circa 150.000 libici (20% della popolazione) <http://users.erols.com/mwhite28/warstat3.htm>. Nel 1912 l'Italia avviò una colonizzazione che ebbe il culmine, sotto l'impulso del fascismo, soprattutto negli anni '30, grazie al completo controllo di tutto il territorio libico, con un afflusso e insediamento di coloni provenienti in particolare da Veneto, Sicilia, Calabria e Basilicata. Nel 1939 gli italiani erano il 13% della popolazione. Nella Libia italiana sotto il governo di Italo Balbo (1934-1940), contava 108.419 Italiani nel censimento del 1939 (cioé il 12,37% degli 876.563 abitanti della colonia). Vennero realizzate infrastrutture come la Via Balbia e si diede inizio a un processo di integrazione della Libia nel Regno d'Italia come regione (questo processo fu poi interrotto dagli eventi della Seconda Guerra Mondiale). L'immigrazione italiana cessò quasi del tutto nel 1940, con l'ingresso dell'Italia nella seconda guerra mondiale, e si concluse nel gennaio 1943, quando la Libia venne occupata dalle truppe degli Alleati, anche se gran parte degli italiani rimasero in Libia [2].
Indipendenza
Il regno italiano sulla Libia dura fino alla caduta del paese in mani alleate nel 1943; fino al 1951 la Gran Bretagna amministra Tripolitania e Cirenaica, e la Francia il Fezzan. Preceduta da una favorevole risoluzione delle Nazioni Unite (21 novembre 1949), dalla prima Assemblea nazionale (25 novembre 1950) e dalla emanazione della costituzione (7 ottobre 1951), il 24 dicembre 1951 la Libia dichiara l'indipendenza come Regno Unito di Libia, monarchia ereditaria e costituzionale (parlamentare) sotto re Idris I.
La Libia entra nella Lega Araba il 28 marzo 1953 e nell'ONU il 14 dicembre 1955. Nel quarto anniversario dell'indipendenza (1955) apre la prima università. Sei anni dopo (1961) inizia l'estrazione del petrolio libico, scoperto nel 1959.
Il 1° settembre 1969 un colpo di stato contro re Idris, ordito da giovani ufficiali nasseristi, ha successo senza spargimento di sangue: il governo provvisorio è presieduto da Muammar Gheddafi che resterà a capo del paese da quel momento in poi fino ad oggi. Lo stato diventa la Repubblica Araba di Libia. Il nuovo governo nazionalizza tutte le imprese di estrazione petrolifera e in generale le grandi imprese, nonché tutti i possedimenti italiani in Libia. Volendosi erede di Nasser, Gheddafi tenta senza successo l'unione della Libia con Egitto e Siria (1972), con la Tunisia (1974), con il Ciad (1981) e con il Marocco (1984). Gheddafi espliciterà la sua filosofia politica nel Libro verde, pubblicato in tre volumi tra il 1975 e il 1979 anche a fini di propaganda internazionale. La jamahiriya sarà proclamata il 2 marzo 1977. Tra il 1973 e il 1987 la Libia è coinvolta in un conflitto di frontiera con il Ciad per la striscia di Aozou, ricca di risorse minerarie; la contesa sarà risolta pacificamente nel 1994.
In politica estera, la Libia rivoluzionaria appoggia i movimenti di liberazione nazionale (primo fra tutti l'OLP) e in genere i governi dei paesi arabi e islamici ostili alla presenza occidentale (peraltro, più che presso i governi arabi, la Libia è popolare in Africa). In questo quadro, la Libia è stata sospettata di aver finanziato e organizzato numerosi attentati terroristici. Per questa ragione gli Stati Uniti, sotto la presidenza di Ronald Reagan (1981-1988), tentano di rovesciare la jamahiriya, guadagnando il sostegno della Gran Bretagna, ma assai meno di altri paesi europei. L'attentato al Volo Pan Am 103 sopra Lockerbie (Scozia) nel 1988 porta all'embargo delle nazioni Unite contro la Libia (15 aprile 1992) finché essa non consegnerà gli imputati (5 aprile 1999) e non accetterà la responsabilità civile verso le vittime (2003). Dal 1999, prima degli attentati dell'11 settembre, la Libia si oppone ad al-Qaida[senza fonte] e questo, assieme alla collaborazione con le agenzie internazionali (dal 2003) per il controllo del suo programma di mezzi di distruzione di massa, ha favorito il riavvicinamento con l'Occidente. Il 15 maggio 2006 gli Stati Uniti hanno riallacciato le relazioni diplomatiche interrotte 25 anni prima.
Ordinamento dello stato
Secondo la Costituzione del 2 marzo 1977 l'ordinamento dello stato libico è un unicum: la Libia non è una "jumhuriya" (repubblica) ma una "jamahiriya" ("regime delle masse"), nella quale non vi è normale separazione dei poteri. Vi sono due tipi di organi di governo.
Il "settore della rivoluzione" comprende la Guida (Qāʼid) della Rivoluzione (Muammar Gheddafi), gli altri membri ancora in vita del Consiglio di Comando Rivoluzionario (stabilito nel 1969 con 12 membri) e i Comitati Rivoluzionari. La loro legittimazione deriva dalla partecipazione alla rivoluzione del 1° settembre 1969: non sono eletti né possono essere sostituiti mediante elezioni. In seguito al malcontento popolare, nel 1988 il potere dei CR è stato ridotto a favore del secondo settore.
Del "settore della jamahiriya" (democrazia diretta e autogestione) fanno parte organi sia del potere legislativo sia del potere esecutivo secondo una piramide di legittimazione dal basso:
- in ciascuno dei 1.500 distretti urbani (formati il 15 aprile 1992): Congresso del Popolo Locale e Comitato del Popolo Locale
- in ciascuna delle 32 regioni (Sha'biyat ossia "res populi"): Congresso del Popolo di Sha'biyah e Comitato del Popolo di Sha'biyah
- a livello nazionale: Congresso del Popolo Nazionale Generale (...) e Gabinetto (...), o Comitato del Popolo Nazionale Generale. Il Segretario generale del Congresso ha funzioni di capo dello stato, il Segretario generale del Comitato ha funzioni di capo del governo.
Ogni 4 anni i membri dei congressi locali dibattono ed eleggono i propri dirigenti e i segretari dei comitati. I dirigenti dei congressi locali li rappresentano al congresso regionale, dove eleggono i dirigenti regionali e i segretari. I dirigenti dei congressi regionali li rappresentano al congresso nazionale (che riunisce i suoi 2700 delegati annualmente), dove eleggono i dirigenti nazionali e i membri del Gabinetto.
Il regime vuole essere una democrazia diretta; pertanto i partiti politici sono vietati dalla legge 71 del 1972. Le ONG sono ammesse da una legge del 1971, purché si conformino agli scopi della rivoluzione. Non esistono sindacati né diritto di sciopero, ma numerose associazioni professionali sono integrate nella struttura della jamahiriya come suo terzo pilastro, a fianco dei Congressi e dei Comitati, e designano propri componenti del Congresso Generale.
Il potere giudiziario non esiste in forma autonoma: la giustizia è amministrata dai comitati popolari mediante corti sommarie (secondo settore), e i delitti politici sono giudicati dai tribunali rivoluzionari e dai tribunali militari (primo settore). In realtà per la maggior parte delle cause esiste il sistema tradizionale a tre livelli, con giudici nominati dai congressi corrispondenti. Il diritto applicato è in linea di principio quello coranico (sharia); non sono garantite le libertà fondamentali e i diritti umani non sono garantiti costituzionalmente o comunque per principio assoluto.
La jamahiriya non può essere definita una democrazia nel senso tradizionale (o occidentale). Inoltre, molti governi e ONG hanno accusato il colonnello Gheddafi di essere un dittatore militare di fatto.
Suddivisioni storiche e amministrative
Città principali
- Agedabia
- Al Bayda
- Al Khums
- Al Jawf
- Al Marj
- Awbari
- Bengasi
- Birak
- Derna
- Ez Zauia
- Garian
- Ghadames
- Houn
- Misurata
- Murzuk
- Nalut
- Sabha
- Sabratha
- Sirte
- Tripoli
- Tobruk
- Yefren
- Zuara
Istituzioni
Ordinamento scolastico
Sistema sanitario
Politica
Economia
Fino agli anni '50 considerata uno dei paesi più poveri del mondo, soprattutto a causa dell'improduttività del territorio, la Libia registrava già nel 1977 il reddito annuo pro capite più elevato del continente africano (posizione che conserva tuttora, con 6.510 dollari nel 1994), grazie allo sfruttamento dei grandi giacimenti di petrolio, iniziato nel 1959 e nazionalizzato dopo il 1970.
Oltre a nazionalizzare le principali risorse (il petrolio e il gas naturale in primo luogo) e le attività produttive il nuovo regime investì anche nello sviluppo dell'industria leggera e delle infrastrutture e nella modernizzazione dell'agricoltura, favorendo nel contempo l'immigrazione per sopperire alla scarsità di manodopera. La diminuzione dei prezzi del petrolio negli anni ottanta ha poi ridimensionato le possibilità di sviluppo del paese, al punto che il PIL ha fatto segnare in quel decennio un calo medio annuo del 5,4%; negli anni '90 il quadro economico ha risentito delle sanzioni economiche imposte alla Libia dall'ONU nel 1991, revocate nel 1997. Con il 2006 gli U.S.A. hanno cancellato la Libia dall'elenco degli stati canaglia. La moneta è il dinaro libico.
Agricoltura
L'agricoltura ha importanza scarsa, sia per la limitatissima superficie coltivabile (1,2% del territorio) sia per la scarsità di acqua, anche se il governo ha investito molto sulla bonifica dei terreni agricoli e sul reperimento di risorse idriche con opere di sbarramento e l'utilizzo di ingenti quantità di acque fossili, convogliate verso la costa da un sistema di tubazioni. I principali prodotti agricoli sono i cereali, grano e orzo, coltivati nella fascia costiera e sulle pendici settentrionali delle alture che dominano la costa. Lungo quest'ultima crescono anche vite e olivo, agrumi e alberi da frutta.
Nelle zone pre-desertiche crescono lo sparto e l'alfa utilizzati sia per la cellulosa, sia per farne corde, stuoie e altri lavori d'intreccio; e inoltre tabacco, arachidi, patate, ricino; dalla palma da dattero si ricavano frutti in abbondanza. Dato il clima arido, è molto praticato l'allevamento caprino e ovino. Poco importante la pesca (rilevante quella delle spugne).
Industria
La base dello sviluppo economico della Libia è rappresentato dal petrolio: le quantità da estrarre ogni anno e i relativi prezzi di vendita sono sotto il controllo del governo e in adesione alla strategia dell'OPEC. Il petrolio, di cui la Libia è il secondo produttore del continente africano dopo la Nigeria, contribuisce per oltre il 25% alla formazione del reddito nazionale e rappresenta la quasi totalità delle esportazioni.
I principali giacimenti petroliferi (Mabruch, Hofra, Zelten, Beda, Raguba, Ora, Samah, Gialo, Waha, Magid, Amal, Serir, Augila) sono collegati da oleodotti; le principali raffinerie sono a Marsa El Brega, Tobruch, ras Lanuf, Ez Zauia. Esistono, inoltre, cospicui giacimenti di gas naturale. Vi sono anche saline, e da alcune zone lacustri del Fezzan si estrae il natron (carbonato di sodio).
L'industria manifatturiera è di dimensioni assai modeste, con impianti tessili, alimentari, del tabacco, della concia del pellame; attività artigianali tradizionali sono la lavorazione dei tappeti, a Misurata, e i ricami in seta e argento.
Dagli anni '70 ha avuto un notevole impulso l'edilizia, con la costruzione di interi quartieri popolari alla periferia delle grandi città che ha determinato il sorgere di cementifici e di fabbriche di laterizi.
Terziario
Si sta sviluppando nel paese una rete di servizi alle imprese, finanza, commercio interno, servizi alla persona.
Trasporti
I maggiori porti sono Tripoli, Bengasi, Marsa El Brega, relativamente recente e destinato unicamente all'imbarco di petrolio, Misurata e Tobruch. La rete stradale, sviluppata soprattutto lungo la costa, è asfaltata per un terzo. È stata invece smantellata la rete ferroviaria dei tempi coloniali.
Turismo
Per tutti gli anni settanta e ottanta il governo libico ha scoraggiato l'afflusso turistico, una posizione che solo nei primi anni novanta si è andata modificando. Poli di attrazione sono l'antico nodo carovaniero di Gadames, lo spiccato carattere di Tripoli con le sue ricche moschee e importanti resti archeologici, dai celebri resti della fenicia e poi romana città di Sabratha, a quelli romani di Leptis Magna a quelli ellenici e romani di Cirene.
Commercio estero
Le sanzioni economiche in vigore dal 1991 al 1999 hanno fortemente ridotto gli scambi commerciali della Libia, la cui bilancia è sempre in forte attivo grazie all'esportazione di greggio, destinato innanzitutto all'Italia (39%) e quindi a Germania, Spagna, Turchia, Francia, Svizzera.Vengono in cambio importati beni industriali e alimentari, anche in questo principalmente dall'UE, Italia in testa.
Politica economica
Ambiente
Flora e Fauna
La vegetazione, a causa dell'aridità del clima, è scarsa: macchia mediterranea lungo la costa, con olivi, viti, lentischi, mirti, carrubi, ginepri, cipressi, mentre verso l'interno prevalgono la steppa semidesertica e poi il deserto vero e proprio. Nelle oasi crescono le palme da datteri. La fauna è ridotta: roditori del deserto, iene, volpi, sciacalli; nelle zone meno aride vivono le gazzelle. Abbondano gli insetti (in particolare locuste e farfalle), gli uccelli e, nelle zone desertiche, i rettili.
Arte
Sport
Molto diffuso in Libia è il gioco del calcio praticato da quasi tutti i ragazzini
Tradizioni
Note
- ^ Utilizzati nel commercio e negli affari esteri.
- ^ Silvio Paolucci; Giuseppina Signorini. L'ora di storia 3. Bologna, Zanichelli, 2006. pp. 146-147. ISBN 88-08-11183-0
Bibliografia
Voci correlate
- Muammar Gheddafi
- Censimento Libia del 1939
- Forze armate libiche
- Fronte di Libia ed Egitto (Prima guerra mondiale)
- Affare Maltese
- Ali Abd-al-Aziz al-Isawi
- Personaggi italiani nativi della Libia
- Al-Quwwat al-Jawwiyya al-Libiyya
- Rotte dei migranti africani nel Sahara
- Rotte dei migranti africani nel Mediterraneo
Collegamenti esterni
- Scheda della Libia dal sito Viaggiare Sicuri - Sito curato dal Ministero degli Esteri e dall'ACI
- CIA factbook