Martin Bormann
Martin Bormann (Wegeleben , Germania, 17 giugno 1900 - Berlino, Germania, 2 maggio 1945), capo della cancelleria del NSDAP (Parteikanzlei) e segretario personale di Adolf Hitler, fu tra i membri più importanti nella gerarchia del Germania nazista.
Infanzia e gioventù
Martin Bormann nacque a Wegeleben, presso Weimar in Germania, il 17 giugno 1900. Il padre Theodor Bormann, prussiano, fu prima sergente maggiore di un reggimento di artiglieria e successivamente impiegato delle poste. Rimasto vedovo, con due figli; si risposò con Antoine, che gli diede tre figli di cui il primo fu Martin. Nel 1904 Theodor morì e Antoine, in difficoltà economiche, si affrettò a risposarsi con Albert Vollborn, direttore di un'agenzia bancaria.
Bormann, durante la scuola superiore, si interessò di musica e del gioco degli scacchi; partecipò a vari circoli nei quali ebbe occasione di parlare della situazione ebraica mondiale e del sionismo. Lasciò presto gli studi per lavorare in un campo coltivato a Mecklenburg. Durante il termine della Prima Guerra Mondiale venne arruolato come cannoniere in una sezione di artigliera, ma non conobbe mai l'esperienza della battaglia. Nel 1922 si unì ai Freikorps. Nel marzo 1924 venne condannato ad un anno di prigione perchè complice di Rudolf Höss nel brutale omicidio del suo stesso insegnante di scuola elementare, Walther Kadow, militante comunista e sospettato di aver consegnato alle autorità francesi il martire nazista Leo Schlageter. Scontò undici mesi di reclusione e, squattrinato e senza lavoro, si unì nuovamente ai Freikorps.
Ascesa nel partito nazista
Si iscrisse al NSDAP il 17 febbraio 1927: tessera numero 60508. Il partito gli offrì l'incarico di amministratore del fondo previdenziale delle SA. Dal 1928 al 1930 fu membro del Comando Supremo delle SA. Nell'ottobre 1933 divenne Reichsleiter e in novembre membro del Reichstag. Da luglio 1933 al 1941 Bormann fu segretario personale di Rudolf Hess.
Fu lui a dirigire la costruzione del famoso Kehlsteinhaus, noto come "nido dell'aquila", la fortezza progettata da Albert Speer e costruita sul picco da cui prese il nome, il Kehlstein, che sovrasta la località montuosa dell'Obersalzberg. Dimostrò di essere un uomo ligio al dovere anche a costo di essere crudele: distrusse strade e case, sfrattandone gli inquilini. Lo chalet, donato ad Hitler per il suo cinquantesimo compleanno, nonostante fosse stato disegnato secondo alcune sue direttive, non gli piacque avendo subito molti cambiamenti durante la costruzione. Il Führer, infatti, continuò a preferire la sua più piccola e modesta villetta poco distante, il Berghof.
Bormann sostenne la repressione di tutti i gruppi organizzati di opposizione, in particolar modo delle Chiese; e di ogni influenza relgiosa dal partito. Nel luglio 1938 proibì che nel partito fossero ammessi preti, il 6 giugno 1938 gli scienzati di fede cristiana, successivamente gli studenti di teologia. Lottò contro qualsiasi genere di insegnamento religioso nelle scuole.
Bormann colse l'occasione di subentrare ad Hess, quando nel 1941 questo volò in Inghilterra nel tentativo di proporre una pace separata con il governo inglese. Divenne capo del Parteinkanzlei e gli fu affidato il compito di amministrare il Fondo Adolf Hitler dell'industria tedesca . Il 12 aprile 1943 venne nominato ufficialmente segretario personale di Hitler. Ottenne poteri superiori a quelli del suo predecessore: controllo di tutte le leggi e le direttive emanate dal Gabinetto del Führer e direzione del Consiglio dei Ministri per la Difesa del Reich.
Il 16 luglio 1941 Bormann partecipò alla conferenza presso il Quartier Generale del Führer insieme a Göring, Rosenberg, Keitel e Lammers. Si stabilirono piani per l'annessione di territori russi e di altri Paesi dell'Est. Partecipò a una seconda riunione l'8 maggio 1942 con Hitler, Rosenberg e Lammers sulla soppressione della libertà religiosa. Sostenne politiche sulla condizione dei prigionieri di guerra particolarmente dure e sanguinarie. Firmò il decreto del 9 ottobre 1942 che stabiliva l'eliminazione permanente di tutti gli ebrei nel territori della Germania; quello del 1 luglio 1943 che dava controllo assoluto sugli ebrei ad Eichmann e un ultimo, del 30 settembre 1944, dove la giursdizione di tutti i prigionieri di guerra veniva affidata ad Himmler e alle SS.
Nonostante la sua figura poco appariscente rispetto a quella di altri gerarchi, Bormann fu un uomo dal grande potere, soprattutto nel periodo della Seconda Guerra Mondiale. Come testimonia Albert Speer nelle sue memorie, la sua influenza su Hitler fu totale e divenne il fitro fra il Führer e il mondo esterno, l'interprete delle sue volontà.
Bormann, negli ultimi giorni della dittatura nazista, firmò il testamento politico di Hitler e fu testimone delle nozze del Führer con Eva Braun.
La famiglia Bormann
Bormann sposò nel 1929 Gerda, figlia di Walter Buch, giudice del tribunale del partito nazista. I suoi testimoni di nozze fuorono Hess e Hitler. Quest'ultimo fu anche il padrino del primo figlia della coppia. Martin e Gerda Bormann, morta di cancro nel 1964 nel Sud Tirol, ebbero dieci figli tutti sopravvissuti alla Seconda Guerra Mondiale.
- Martin Adolf nato il 14 aprile 1930
- Erengard Franziska nata il 9 luglio 1931
- Ilse nata il 9 luglio 1931
- Irmgard nata il 25 luglio 1933
- Helmut Gerhard nato il 31 agosto 1934
- Heinrich Hugo nato il 13 giugno 1936
- Eva Ute nata il 4 agosto 1940
- Gerda nata il 23 ottobre 1941
- Fred Hartmut nato il 4 marzo 1942
- Volker nato il 18 settembre 1943
La morte
Bormann fu giudicato colpevole al Processo di Norimberga e condannato a morte in contumacia. Nulla di certo si sapeva di lui da quando aveva abbandonato il bunker del führer insieme al dottore delle SS Ludwig Stumpfegger e al capo della gioventù hitleriana, Artur Axmann. L'ultimo uomo ad averlo visto era stato Erich Kempka, autista di Hitler, durante la notte fra il 1 e il 2 maggio 1945 era Erich Kempka, autista di Hitler: sostenne di aver visto Bormann essere colpito mortalmente dall'esplosione di un serbatoio, nel tentativo di attraversare le linee nemiche russe.
Versioni differenti furono narrate da altri testimoni. Alcuni dissero di averlo visto fuggire nella zona sud di Berlino, altri sostennero che avesse legami con i servizi segreti americani, che avesse pronta un'appetibile ricompensa per la sua salvezza: uranio e scienzati tedeschi. Si racconta di come nei primi di maggio del 1945 si fosse imbarcato ad Amburgo sull'u-boot numero 234, e, arrivato in Spagna scappò verso il Sud America. Nel marzo 1966 durante un'intervista televisiva il figlio di Adolf Eichmann, Klaus, convinto che Bormann si trovasse in Sud America, gli lanciò un'aspra invettiva.
Nell'ottobre 1972 in un cantiere a Berlino degli operai trovarono due scheletri. I teschi furono consegnati al reparto di medicina legale della polizia di Berlino. I denti di uno dei due teschi furono confrantanti con la scheda odontoiatrica di Bormann, conservata nell'archivio militare: confermità del cento per cento.
Nell'agosto 1993 fonti del governo paraguaiano sostennero che Bormann sarebbe morto ad Asuncion e sepolto in una fossa comune. I dubbi rimangono tutt'ora vivi.